La villa-fattoria |
Gli egizi chiamarono il Faiyum "Paese del lago", perchè le
belle terre dalla vegetazione lussureggiante e dalla fauna abbondante si
stendevano attorno al lago Moeris (oggi chiamato Karun). In questa regione
diventata "alla moda" proprio durante il Medio Regno vi sorsero vastissime
tenute agricole che erano insieme fattorie e ville residenziali. La parte
della fattoria, costituita da vari cortili, comprendeva i granai,
la cantina sotterranea, le stalle con i locali per la macellazione, le
officine e i laboratori dei birrai, dei vasai e dei falegnami. C'erano,
ancora, l'orto, i recinti per le oche, i lavatoi, il forno e la grande
cisterna per l'acqua. L'azienda era diretta da uno scriba agronomo che
aveva alle dipendenze una serie di segretari specializzati nei vari servizi.
La vera e propria villa a pianta rettangolare è quasi sempre ad
un solo piano, aveva una ricca zona di rappresentanza (con atrio, vestibolo,
salone, cortili interni) e una serie di stanza più piccole che servivano
da abitazione (camere, studio, bagno, toiletta, disimpegni, soggiorno).
Un grande giardino alberato, con terrazze e vasche, circondava tutta la
parte "pubblica" della casa e si integrava con essa. era qui, più
che all'interno che si svolgeva la vita sociale. Gli egizi amavano ostentare
non tanto la loro ricchezza, ma piuttosto il modo in cui sapevano goderla.
Vivere in villa significava "apparire", quindi ricevere ospiti, intrattenerli,
offrire banchetti e svaghi: con raffinatezza, eleganza, gusto ed equilibrio.
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