LA CRIPTA

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Fuga d'archi, pilastri, colonne e capitelli delle tre navatelle longitudinali le tre absidi.

La Cripta della Cattedrale di Trivento è di costruzioni certamente antica, sicuramente la più antica del posto e non facilmente databile, si possono tuttavia tentare delle ipotesi, congetture più  o meno probabili, per riferimenti, ma non avere la sicurezza di una data certa, anche perché non ci sono documenti scritti che ne attestino l’origine. Così, volendo andare per riferimenti, diremo che il primo è relativo a due affreschi murali, attualmente in pessime condizioni di conservazione,dipinti su  due pilastri , raffiguranti il primo un diacono con dalmatica aureola e tonsura , il secondo un santo  monaco  , probabilmente S.Benedetto , mirante Gesù Crocifisso tra la Vergine e S.Giovanni ,ossia la tragedia  del Calvario , che dallo stile si potrebbe  datare  di epoca  post benedettina o greco – bizantina . Questa ipotesi è avvalorata dal fatto , che a detta  del teologo Berardinelli (La Chiesa  di Trivento – Napoli 1845 ), vi si notavano lettere greche , oggi non più visibili per scrostamento  di parte  dell’ intonaco . E’ risaputo che un certo  stile inquadra una determinata epoca ; per esempio non si è  costruito  in stile  romanico in pieno  rinascimento , per cui il romanico ebbe il suo tempo circoscritto  per passare  subito dopo ad  altro stile, per esempio il gotico.Il secondo riferimento dovrebbero  essere i rottami o frammenti  di un ambone ,  ma che potrebbe essere di un palliotto o di un sarcofago ; cui si rende necessaria una attenta  analisi , uno studio, una verifica  dei vari frammenti ,non solo, ma possibilmente stabilire se appartennero alla cripta oppure  alla successiva cattedrale sopra costruita,forse nel IX-X secolo. Tra questi frammenti di pietra jannizza(calcare tenero) vi è uno che dal disegno riportato,cioè l’intreccio vimineo, riteniamo doverlo considerare di stile bizantino e, se ciò fosse, si potrebbe datare la cripta da tale  epoca - Da tempo immemorabile  essa è dedicata a S.Casto martire , che la tradizione locale annovera come fondatore della chiesa tridentina.Fu riportata alla luce per interessamento  del vescovo Adinolfi(1928-31), perché era completamente piena, zeppa, di materiale di rifiuto e di sterro, derivato dai lavori di restauro della  superiore Cattedrale (1905),  oltre  che  contenere gran numero  di persone   defunte  essendo  state,  nei  tempi  antichi,   adoperata   come   sepolcreto    dei  nobili.

E’  costituita  da tre ordini  di colonnine   di  forma  circolare   e  quadrata  poste    a distanze  disuguali  ,  con orientamento  est-ovest   , aventi  gli  archi  a  pieno  sesto e  volte  a  crociera  durante  il quale Trivento  continuò  ad  essere  il  centro  attivo  che  era  stato  in  età    romana,  sono  di vari   stili,   due  tardoromani   di tipo  composito, forse  intenzionalmente  rovesciato, di  base  all’imoscapo  di una colonnina, come a voler significare  il  trionfo   del  cristianesimo    sul  paganesimo. Alla Cripta  si accede , oltre  che  da  entrata   laterale,  apertasi  all’epoca  del suo ripristino, anche  attraverso due  distinte   gradinate   immettenti  direttamente  alla  sovrastante  Cattedrale.  Da notare, inoltre , che gli  archi   terminali  delle file di colonne e  pilastri    impostano sul  muro  di  fondo,nel quale si articolano le tre absidi semicircolari. Ne deriva che  quelle delle file  estreme  poggiano su una semi colonna a metà le absidi laterali ed accentuano l’interesse della cripta, la quale, nonostante  la rusticità delle scritture , è un monumento  abbastanza interessante e singolare  del suo tipo nella regione . Per quanto riguarda altri elementi, è da dire, come innanzi evidenziato, che essa  fu costruita con materiale di reimpiego , ricavato da edifici più antichi. L’abside   centrale è murata  fin dal 1743 per sopportare il peso del nuovo altare maggiore , fatto venire da Napoli dal vescovo del tempo , mons. Palumbo ; tuttavia nel suo interno vi sono ancora contenute  tombe di persone  ragguardevoli dell’epoca .Si nota ancora un pulvino di altra provenienza che funge da colonna , avente fogliame lanceolato divergente orizzontalmente  e un triplice cordone verticale  , simili a due altri frammenti  rintracciabili l’uno nel Santuario di S. Maria del Canneto, l’altro all’interno  della Chiesa  di S. Antonio a Roccavivara.  Nell’angolo nord , al centro dell’abside   di  sinistra , vi è uno spezzone  di  muro   o  di  pilastro , da taluni   ipotizzato  come “ara”, ma che tale non poteva essere perché tempio  cristiano ; forse potrebbe essere un segnale , un riferimento, ma di certo non si sa  cosa sia .

 

Nel corso degli scavi per recuperare la Cripta, sono stati ritrovati i resti di un Battistero composto da un'ampia vasca circolare in muratura. Dotata di scolatoi centrali e laterali per favorire l'afflusso e il deflusso dell'acqua, dimostra che nel Battistero venisse impartito il primo sacramento di fratellanza nella comunità cristiana.

 

                  La crocifissione di Cristo       Il Santo Diacono (S.Casto ?)

       Abside centrale della Cripta (strutturata)
             

Il Cippo funebre romano riutilizzato nella Cripta paleocristiana come base paliotto a sostegno della mensa d'altare, con epigrafe latina.

"Q. SUETRIO Q. F. Q. N. ARN.
PUDENTI PATRONO
MUNICIPI TER..NTINAT.
FRATRI C. OCTAVI SUETRI
.ROCULI Q. ESTORIS PRO
VINCIAE NARBONENSIS AED.
.ERIALIS LEGATI PROVINCIA.
..RICAE PR.PERG. D. D.
..SSIA C. F. MASIMILLA MATE.
..MISSA IMPENSA R. P. TERVEN
TINANTIUM SUA PECUNIA POSUIT".

Stele litica con base e con epigrafe latina: "P. FLORIUS PUB. GNESIUS AUG. TERVENT. DIANAE NUMINE...POSUIT", allusiva al tempio pagano dedicato a Diana e riutilizzata nella Cripta paleocristiana della Cattedrale di Trivento.

 

                                                                                                                        

I capitelli (Elemento architettonico di terminazione superiore alle colonne, dalla doppia funzione di sostegno e decorazione)  della cripta di S. Casto presentano analogie con quelli della chiesa di S. Maria del Canneto, sebbene a prima vista i capitelli di S. Casto sembrino più complessi.