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I bambini dell’Afghanistan

Hasibullah con il padre 20/05 Kabul, Afganistan: Storie di bambini, quelli che non sanno quanto sia pericoloso raccogliere un semplice pezzo di metallo per strada, in un paese come l’Afganistan, dove ai 10 milioni di mine antiuomo si è aggiunto in tempi recenti un numero imprecisato di cluster bombs.

Momen, figlio di Musa Khan, viene da una famiglia di otto persone: madre, padre, nonna e cinque fratelli. Il padre come molti afgani è senza lavoro, la sua famiglia vive a Sorobi e sopravvive come può. Alcuni giorni fa Momen, quattordici anni e la vivacità tipica di tutti i bambini della sua età (anche adesso che è in ospedale) ha raccolto un oggetto sul ciglio della strada di casa; un oggetto rotondo e nero – ci ha detto - pieno di scritte strane; non ha dovuto scavare o cercare tanto, era lì appoggiato sul ciglio della strada; ha deciso di prenderlo e portarlo a casa per giocarci. Non sapeva che era una mina, probabilmente del tipo M 412, almeno fino a quando non è esplosa portandogli via due dita di una mano e tre dell’altra.


Storie di bambini che giocano, come tutti i bambini di questo mondo, e come loro sono curiosi. Hasibullah, figlio di Abdul Marouf, ha dieci anni e ieri, insieme alla sua famiglia, è andato a trovare i suoi parenti nel villaggio di SardiQuawik Cogha, vicino Mirbachakot. Una corsa fino al campo vicino alla casa, per giocare a pallone insieme ai tre cugini che non vedeva da tempo. Il cugino Hussain ha trovato un tubo di metallo delle dimensioni di un grosso pennarello ed ha tentato di aprirlo insieme ai suoi fratelli. Hussain adesso è ricoverato in un letto della ICU (Terapia Intensiva) del nostro ospedale di Kabul, ha perso una mano ed ha lesioni multiple dell’intestino; i suoi due fratelli Quais (7 anni) e Quawi (9 anni), sono nello stesso reparto con lesioni agli occhi e ferite multiple da schegge su gambe, mani e area genitale.

Il padre dei tre bambini Merajudin (48 anni) passa da un letto all’altro con sguardo assente, ha rischiato di perdere in un attimo i suoi tre figli, ci spiega la forma della mina, la identifichiamo come una “Blast mine” del tipo ZAP-1, ci dice che sono sotterrate, ma con le ultime piogge vengono fuori; guarda la foto della mina e scuote la testa. Il cugino Hasibullah ha avuto solo ferite superficiali, perchè si trovava poco più dietro, protetto dagli altri bambini; il padre oggi lo porterà a casa; guarda i suoi tre nipoti, rivolge lo sguardo in direzione della Mecca e dice: “Inshallah”.

Massimo Spalluto