sharafat
A
volte non e’ facile trovare le parole, si cerca dentro di noi qualcosa
da dire, si cerca negli sguardi degli altri e poi si tace perché
le parole non ci sono...... L’altra sera e’ successo in camera
operatoria.
“Abbiamo
ricevuto un ferito da mina”, il personale dell’OPD trasmette i dati del
paziente: età, parametri vitali, diagnosi; e’molto giovane,
colpito da una mina in faccia. Si va in Sala operatoria, Gino e Marco
cominciano l’intervento cercando di salvare parti del viso, dopo aver
fatto la tracheostomia. E’ un lavoro meticoloso, il risultato finale
dipende molto
da questo primo intervento, ed alla fine il paziente viene trasferito
in Terapia Intensiva.
Sharafat,
figlio di Alishah, difficile dargli un’età ridotto così,
ma il personale del Posto di Primo soccorso di Emergency nel villaggio
di Sorobi che lo accompagna dice che ha 14 anni.
Sharafat
non può parlare, aspettiamo i suoi parenti per sapere come e’
successo un’ incidente simile, solo ferite alla faccia, niente alle
mani, una frattura al femore, ma non da mina, solo sulla faccia, una
profonda ferita in mezzo al viso, che coinvolge, naso, bocca, occhi...
In
questo caso anche le fotografie sono difficili da scattare, difficili
da presentare, da commentare.
Dopo
due giorni riportiamo Sharafat in sala operatoria, la ferita è
pulita. La soddisfazione sulle facce dei chirurghi è evidente,
si può andare avanti, ricostruire quello che le schegge della
mina hanno distrutto, il risultato finale è veramente
sorprendente.
Adesso
Sharafat completamente sveglio, tiene occupati gli infermieri della
terapia intensiva, li fa correre facendosi sentire battendo con la mano
sul legno del letto, si muove liberamente, aspetta solo che le ferite
guariscano, per gli occhi l’oculista ha dato delle speranze.
Finalmente
arrivano i parenti ci raccontano cosa è successo, si trovavano
su una macchina per andare a KABUL, improvvisamente al lato del veicolo
c’è stata un’esplosione che ha investito l’autista e il bambino
seduto nel sedile posteriore, l’autista è morto sul colpo,
Sharafat e stato investito da schegge di metallo ad alta
velocità, la frattura alla gamba è dovuta allo
spostamento violento.
I
parenti lo guardano come se non lo riconoscessero sotto le bende,
cercano di comprendere quello che e’ accaduto; gli uomini al suo
fianco, le donne in disparte, un piccolo gruppo accovacciato a terra in
silenzio, coperte dai veli, sussurrano solamente, per non disturbare i
discorsi degli uomini,come sempre in questa cultura.
Massimo Spalluto