Storie di pace e di guerra dagli ospedali di Emergency
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Le storie che ritornano
  13/06 Kabul, Afganistan: Ci sono momenti in cui finalmente stringi tra le mani il risultato del lavoro di tutto lo staff di Emergency, a Kabul e in Panshir, come in tutti gli altri ospedali. Hussein lo avevo conosciuto sul tavolo operatorio mentre Marco Cafferati il nostro chirurgo, insieme ad Akbar il chirurgo afgano, operavano la sua mano e il suo intestino colpiti dalle numerose schegge di mina penetrate fino in profondità.

Ha nove anni Hussein, ed ha già conosciuto quanto di peggio la guerra può regalare: una mano in meno ed una colostomia (derivazione intestinale). Tutta la sua permanenza nel nostro ospedale era stata piena di curiosità per noi strani individui, sempre presenti, che ci aggiravamo nelle corsie, ci chiedeva da dove venivamo, visto che la parola “Italia” era a lui sconosciuta. Ogni incontro era buono per una domanda sulla nostra provenienza, per imparare una parola in inglese, per usare con noi le parole inglesi già apprese; e ogni volta i nostri incontri si svolgevano tra sorrisi e “good morning” buttati lì con una pronuncia sommaria, abbracci e “How are you?”.

Si era creata un sorta di complicità, noi fornivamo un piccolo giocattolo, lui sopportava le dolorose medicazioni; noi gli insegnavamo una nuova parola in inglese, lui si sottoponeva alle terapie. Sempre con quel sorriso incredibile sul viso e solo nove anni di vita da raccontare. Quando era stato dimesso dall’ospedale, ero assente, impegnato con altri feriti in sala operatoria, e non l’ho salutato.

Oggi è tornato per il controllo medico, e l’ho visto arrivare lungo i viali dell’ospedale, con il suo piccolo vestito afgano, con il suo sorriso e con il suo “good morning Massimo”, non un accenno alla mano amputata, ai problemi intestinali, come se fossero cose già buttate alle spalle, già dimenticate.
In un attimo tutto il lavoro fatto dal personale di questo ospedale si è materializzato nel sorriso di quel bambino e io ho trovato la risposta per tutte le persone che in Italia mi chiedono perchè sono in Afghanistan.

Massimo Spalluto
Hussein
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Hussein ritorna in ospedale per il controllo