Chi
sei Kaori?
Eccomi
alla mia prima FF, so che non a tutti potrà piacere, soprattutto ai sacri
cultori di City Hunter che la troveranno sicuramente troppo sentimentale poco
studiata.
Chiedo
scusa fin da ora ma da qualcosa dovrò pur cominciare, no?
Dichiaro
che tutti i personaggi della fic esclusi gli alunni dell’accademia sono di
proprietà di Tsukasa Hojo. Probabilmente in seguito verranno inseriti altri
personaggi ideati dalla sottoscritta, in tal caso ne verrà data un’ampia
descrizione. Per ora vi lascio ai primi capitoli, sperando di farne seguire
altri al più presto!
Un bacio a tutti da Kaori20
“Hai
mai pensato di entrare nella polizia Kaori?”
La
domanda di Saeko l’aveva presa alla sprovvista, quasi era rimasta soffocata
dal pranzo che stava famelicamente divorando.
Tutto
era cominciato quella mattina. Kaori si era alzata presto per andare alla
stazione di Shinjuku, lasciando quell’animale di Ryo che ronfava beatamente
sul divano dopo l’ennesima sbornia della sera prima.
Come
al solito non c’erano messaggi sulla lavagna, e la desolazione di Kaori si
stava lentamente trasformando in pura disperazione: ormai erano quasi 3 mesi che
non lavoravano, e considerando tutti i debiti che avevano dovuto saldare con
Miki e Umi per i danni al Cat’s Eye ormai i soldi erano finiti. Gli ultimi che
aveva in tasca sarebbero serviti per l’ultima cena, e poi?
Si
mise a camminare lungo il fiume, persa in una miriade di pensieri, cosa che
ormai le capitava sempre più spesso.
Passò
davanti al Cat’s Eye, pensò di entrare a salutare Miki ma qualcosa la
trattenne: vide Umi dietro il bancone indaffarato a lavare i piatti e Miki
intenta a prendere qualcosa da un ripiano alto del mobile dietro il banco.
Accortosene, Umi la sollevò abilmente con un braccio per aiutarla.
Kaori
rimase paralizzata: quel gesto naturale (la testa di Umi non aveva neppure
cambiato colore!!) e pieno di affetto la riportò ad un mondo del quale lei non
faceva parte.
‘Già,
ormai Miki e Falco hanno la loro vita insieme’ pensò ‘ed io invece? Cos’è
la mia vita? Un continuo correre dietro a Ryo sperando che lui un giorno o
l’altro si accorga di me? Un susseguirsi di preoccupazioni per il domani?’
Kaori riprese la sua strada. Benchè realmente felice per l’amica, in quel
momento non se la sentiva di restare a guardare quel piccolo angolo di paradiso
che le era negato.
“Maki…come
vorrei che tu fossi qui…” una piccola lacrima accarezzò dolcemente la
guancia di Kaori. Le mancava così tanto suo fratello, chissà cosa ne sarebbe
stato di lei se lui ora fosse ancora vivo…
Mentre
rifletteva camminando distrattamente per le strade della città non si accorse
di essere arrivata di fronte alla stazione di polizia. A quel punto una debole
speranza si fece largo nella sua mente: magari Saeko aveva qualche lavoro per
loro… ‘Kaori devi essere veramente impazzita se pensi di chiedere un favore
a quella sanguisuga’ si disse la ragazza ‘ma in fondo preferisco prendere a
martellate Ryo tutto il giorno piuttosto che morire di fame’ concluse fra sé
e sé dirigendosi decisa verso l’ufficio dell’ispettore Nogami.
TOC
TOC
“Non
ci sono per nessuno, sto per andare a pranzo!” urlò Saeko.
Quella
giornata era stata un vero inferno per l’ispettore di polizia: oltre alla
marea di casi che quotidianamente approdavano sulla sua scrivania, quel giorno
il suo capo (“Grazie papà, mi ci voleva proprio” ndSaeko) aveva deciso di
affidarle il compito di scegliere personalmente i nuovi allievi della scuola di
polizia, che quell’anno aveva ricevuto notevoli stanziamenti per questo nuovo
progetto.
TOC
TOC
‘Eh
no, ora basta! Non voglio altri problemi per oggi!’ pensò Saeko.
Mollò
tutte le carte che aveva in mano, al volo prese la borsa ed il soprabito e si
diresse verso la porta del suo studio. Spalancando improvvisamente la porta ed
uscendo come una furia travolse in pieno la povera Kaori, che si ritrovò
rovinosamente per terra a massaggiarsi il suo dolorante fondoschiena:
“Ahi
ahi, ed io che pensavo che la stazione di polizia fosse un posto sicuro…”
Saeko
non si era neppure resa conto di aver investito qualcuno, si decise a voltarsi
solo al suono familiare della voce della malcapitata:
“Kaori!?”
“Ah,
ma allora mi vedi, ed io che pensavo di essere improvvisamente diventata
invisibile!”
“Scusami”
disse Saeko aiutando l’amica ad alzarsi “ma oggi è stata una giornata
davvero terribile, e quando tu hai bussato ho pensato che fosse qualcun altro
con del nuovo lavoro e… insomma, non ci ho più visto! Dai, vieni con me, per
farmi perdonare ti offro il pranzo!”
Il
pranzo??! Saeko??! Certo che quella giornata aveva proprio preso una piega
imprevista. Da quando conosceva quella specie di femme fatal non le era mai
capitato di vederla così gentile…’Mah, sarà l’assenza di Ryo che le fa
questo effetto’ penso Kaori che, dopo giorni di cinghia, accettò entusiasta
l’idea di un vero pranzo.
“Allora,
cosa ti porta da me Kaori?”
Erano
finalmente seduti al tavolo di un bel ristorante, e Kaori stava attentamente
sfogliando il menù con occhi famelici.
“Veramente
ero venuta da te per sapere se avevi qualche lavoro per noi” iniziò Kaori un
po’ titubante “Ma dato che sei molto impegnata non fa niente, in qualche
modo faremo.”
“Sei
davvero così disperata?” domandò Saeko con fare divertito. Kaori arrossì
come un peperone.
“E
dai, lo so benissimo che non saresti mai venuta da me se non si trattasse di una
situazione estrema!”
Kaori
prese il coraggio a due mani e l’affrontò:
“Hai
ragione. Sono 3 mesi che non abbiamo un incarico, Ryo passa le sue giornate tra
il divano e il letto ed i soldi ormai sono finiti. Lui se ne frega, non è di
alcun aiuto, e come se non bastasse esce tutte le sere a dilapidare gli ultimi
risparmi! Io non so più cosa fare…” Stranamente dopo lo sfogo si sentiva
meglio, ma aveva ancora una gran fame; chiamò il cameriere e cominciò ad
ordinare.
Al
termine dell’ordinazione Saeko riprese il discorso:
“Sai,
ci ho pensato ma in questo momento non mi viene proprio in mente niente, ma
potrei provare a chiamare Reika, magari lei ha bisogno di una mano, che ne
dici?”
“A
questo punto sono pronta a tutto, se non ci fosse già Kasumi avrei proposto a
Miki di prendermi come barista, non ne posso più di fare la fame per quel porco
depravato di Ryo!!” (ETCIU’! ndRyo)
“Ed
io che pensavo che poteste vivere anche solo di aria e amore…” la provocò
Saeko con fare malizioso. Kaori divenne ancora più rossa di prima, decisamente
tendente al violaceo, la sua testa cominciò a fumare (meglio di Umibozu!) e ad
inveire contro la sempre più divertita Saeko:
“Ma
che dici!! Ti ha dato di volta il cervello??? Chi vorrebbe stare con quello
schifoso essere più vicino all’animale che all’uomo! Sei… sei…”
“Dico
solo la verità mia cara, e dovreste smetterla di comportarvi in questo modo,
tanto lo sanno tutti quello che provate l’una per l’altro, perché non ne
parlate seriamente una volta per tutte? Se tuo fratello potesse vedervi si
rivolterebbe nella tomba!” un’ombra passò sul viso della poliziotta, ma
Kaori non lo notò, e nella sua smania difensiva volse all’attacco con dure
parole:
“Senti
chi parla! Tu che eri la sua fidanzata non fai altro che strusciarti addosso a
qualunque uomo ti capiti a tiro se questo può trasformarsi in un vantaggio per
te!!”
Kaori
si interruppe, il volto della bella poliziotta era trasfigurato in una maschera
di dolore e vergogna, era sbiancata le
sue mani tremavano visibilmente.
“Scusa
Saeko… io … non volevo, non parlavo sul serio… ti prego
perdonami…io…”
“Tu
hai ragione”
“Cosa?!
No, non è vero, non…”
“E
invece sì Kaori. Quando Maki era ancora vivo non mi sarei mai comportata in
questo modo, tu non mi conoscevi ancora ma ero una persona totalmente
diversa”.
Kaori
stava per interromperla, ma il suo sguardo era fisso nel vuoto, la sua voce solo
un flebile suono, forse aveva bisogno di sfogarsi, decise di farla continuare.
“Quando
lui morì all’inizio non realizzai bene la cosa, in fondo nel nostro mestiere
è una cosa che succede di continuo, ero molto triste ma era come se lo avessi
saputo da sempre che il destino ci avrebbe separati. Successe una cosa però che
mandò in frantumi il mio autocontrollo.” Il suo sguardo si posò su Kaori
“ti vidi, china sulla sua tomba, gli parlavi tra le lacrime e gli chiedevi
cosa ne sarebbe stato della tua vita senza di lui. Me lo chiesi anche io.
Cominciai a pensare al futuro, e lui non c’era. Corsi via e piansi, tanto da
stare male, ma presi una decisione: non avrei mai più permesso a nessuno di
entrare nella mia vita così intensamente da diventarne parte”.
Kaori
era senza parole. Mai avrebbe pensato di ricevere una tale confidenza proprio da
Saeko. Tutto ad un tratto si sentì molto triste per lei e per la sua vita: in
fondo lei aveva trovato Ryo nella sua disgrazia, mentre…
L’arrivo
del cameriere con il pranzo mise fine a quel momento di acuta tristezza, Saeko
riprese la sua solita espressione e cominciò a mangiare, come se nulla fosse.
Kaori la imitò, cercando di non pensare troppo all’accaduto.
‘Ma
che diamine mi è preso? Devo essere impazzita per aver detto quelle cose a
Kaori’ Saeko era molto più turbata di quello che dava a vedere ‘solo Reika
conosceva questa storia, ma è da anni che non mi chiede più niente a
riguardo’. Kaori aveva uno sguardo così pulito, le ricordava terribilmente
Maki, forse era per quello che si era lasciata andare in quel modo. Avrebbe
veramente voluto aiutarla, ma non sapeva proprio in che modo, e come se non
bastasse non aveva neppure il tempo di pensarci con quella scocciatura della
scuola di polizia…’Un momento, forse ho la soluzione ai miei problemi!’
Tutto
d’un tratto Kaori si sentì a disagio, non capiva cosa fosse ma sentiva che
stava per succedere qualcosa. Alzò gli occhi e vide su di sé lo sguardo
penetrante della poliziotta.
“Kaori….