Chi sei Kaori?
Capitolo 12 - La vita continua
Il sole stava ormai per tramontare. Il giovane seduto alla scrivania dell'elegante studio si stropicciò gli occhi e trattenne a stento uno sbadiglio. Era in piedi da prima dell'alba, ma non era ancora riuscito a trovare nulla nell'immenso schedario del suo capo che potesse aiutarlo a sbrogliare la matassa dell'assurdo caso davanti al quale si trovava. Nella stanza accanto tutto taceva, ma il ragazzo non se ne preoccupava minimamente. Ormai si stava abituando allo strano modo di lavorare della donna che lo aveva assunto, forse un po' avventatamente, come suo assistente. C'erano delle volte in cui ancora stentava a credere alla sua professionalità, ma anche se spesso non lo dava a vedere era una persona veramente in gamba.
"Accidentaccio!!! Dove sono finite le mie mutande??!"
Appunto…
La porta dell'ufficio si spalancò di colpo e al povero ragazzo per poco non venne un infarto allo spettacolo che gli si parò davanti: la donna che aveva fatto irruzione era praticamente nuda, fatta eccezione per un ridottissimo asciugamano completamente fradicio, e non sembrava minimamente preoccupata del proprio aspetto mentre come un ciclone rovistava per tutta la stanza alla ricerca di…
"Dannazione, eppure ero sicura di averne lasciato un paio in un cassetto!!!"
"Ma si può sapere cosa ti prende?? Ti sembra il modo di presentarti?? E poi cosa diavolo stai cercando??"
"Ma insomma, sei davvero un ingenuo! E' ovvio che sto cercando le mie mutande, no??"
"Le tue… e perché diavolo le cercheresti qui me lo vuoi spiegare??"
"Ma guardati! Sei diventato tutto rosso!! Sei davvero un ragazzino!"
"Non sono affatto rosso, te lo stai inventando come al tuo solito per prendermi in giro!!!"
"Ah ah ah!!! Forse… ma sei troppo divertente!!!"
Dio quanto è bella quando ride…
"Comunque alla fine mica le ho trovate sai? Non le avrai mica prese tu ragazzino?"
"Ma sei impazzita? E non chiamarmi ragazzino! Hai solo due anni più di me, non te lo dimenticare!"
E' davvero carino quando arrossisce…
"E comunque ora vai a vestirti! Fila! Sciò! E vedi di avere almeno un po' di vergogna!! Qui c'è qualcuno che sta cercando di lavorare se non te ne sei ancora accorta!!"
"Ehi ma non dovrei essere io il capo??"
"Non quando ti comporti così!" E senza troppi complimenti la strattonò fin fuori dalla porta sbattendogliela dietro.
'Accidenti, guarda te cosa mi tocca sopportare… ogni tanto mi chiedo se lo faccia apposta o cosa… dannazione, sono pur sempre un uomo, non può comportarsi sempre in questo modo assurdo, un giorno o l'altro potrei anche perdere il controllo…!'
Lentamente si avvicinò al davanzale e scrutò le ombre sempre più lunghe dei passanti.
'Non posso lasciarmi coinvolgere… non ora… non prima che tutta questa storia sia finita… te lo giuro Kaori, non mi arrenderò, non questa volta! E forse, dopo… '
E con un sorriso malinconico rimase a fissare il pavimento ancora bagnato.
A pochi metri di distanza un'altra persona stava mentalmente inveendo contro qualcuno…
'Sei mesi dannazione a lui! Sei mesi che viviamo praticamente insieme e nessuna delle mie tecniche ha dato i suoi frutti! Sto davvero perdendo la fiducia nelle mie capacità! Stupido ragazzino!!'
Lentamente aprì un cassetto della scrivania, tirò fuori un paio di ridottissimi slip e cominciò a rivestirsi.
'Dannazione Ryo dove sei finito?? Con te in giro almeno avrei avuto qualcuno con cui sfogarmi…! Kaori… per la prima volta finalmente capisco quello che provavi…'
"Accidenti a te Reika Nogami!"
"Stupido, stupido Noda!"
Quasi contemporaneamente un'altra bella poliziotta, mille miglia lontana da casa, era alle prese con un rompicapo che non le dava pace e, tanto per cambiare, la colpa della sua emicrania era da imputare ad un uomo.
"Maledizione Saeba, non puoi farmi questo, non puoi!!"
Premette con decisione il piede sul freno della jeep e saltò giù come una furia. Uno dei suoi uomini, il primo a giungere in prossimità dei resti dell'accampamento, si stava dirigendo verso di lei con uno sguardo che anticipava già pessime notizie:
"Mi dispiace ispettore, dobbiamo averlo mancato di non più di un paio d'ore"
"Dannazione a lui! Maledetto! Maledetto!!" Dopo quasi cinque mesi di ricerche questa volta era veramente convinta di farcela, l'ennesima sconfitta le stava veramente facendo perdere la testa:
"Ma si può sapere come è possibile??!" cominciò a sbraitare "La migliore squadra di poliziotti, investigatori e tiratori scelti del Giappone e non riuscite a tenere testa ad un solo, maledettissimo uomo??? Avanti, chi di voi sa spiegarmi come abbiamo fatto a perderlo per l'ennesima volta?? Come??!!"
"Adesso basta Saeko!" La giovane donna si voltò trovandosi di fronte un uomo enorme in tuta mimetica.
"Falco io…" "Sai bene anche tu che Saeba è capace di questo ed altro, non puoi prendertela con i tuoi uomini"
La donna, anche se infastidita dalle parole del gigante, si rese conto che aveva perfettamente ragione.
"Che facciamo ora? Hai un'idea?"
"No, però se conosco bene Ryo non dovremo aspettare molto, ormai manca poco"
"Ma… a cosa?"
"Ha lottato tutta la sua vita Saeko, e tutto ciò che non lo ha ucciso lo ha reso più forte e pieno di rabbia. Solo grazie a Kaori il suo cuore aveva trovato un po' di pace, ma ora sta per tornare, lo sento. Ha sofferto da solo in tutti questi mesi, ma se il dolore non lo ha ucciso sono pronto a scommettere che sta per tornare, e quando lo farà nessuno sarà in grado di fermarlo"
"Le tue parole mi fanno quasi paura… ma nonostante tutto spero che tu abbia ragione"
Bang! UNO
Bang! DUE
Bang! TRE
La donna si muoveva con agilità nel campo di addestramento. Non le era mai sfuggito un bersaglio, fin dall'inizio dell'addestramento. Due uomini la osservavano attentamente, uno dei due sospirò mestamente.
"Si può sapere cos'hai Karl? E' semplicemente straordinaria, perfetta per il nostro piano, si può sapere cosa c'è che non va?"
Prima di rispondere l'uomo diede ancora un'occhiata alla donna in movimento, poi si passò una mano tra la folta chioma bionda e si decise a rispondere all'uomo di fronte a lui:
"Proprio perché è così straordinaria maledizione! Non ti sembra uno spreco mandarla da sola contro quella belva?"
"Ma dai Karl, da quando in qua ti fai prendere dagli scrupoli? D'accordo, è la tua pupilla, ma è in gamba maledizione, vedrai che non le succederà nulla, e poi sarai sempre in contatto con lei, di cosa ti preoccupi?"
"Forse hai ragione. A proposito, si hanno notizie di lui? Lo hanno trovato?"
"Non ancora, ma ci sono molto vicini"
Gli spari erano finiti, la porta si aprì cigolando alle loro spalle e una bellissima donna in tuta mimetica coi lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo si avvicinò a Karl e con fare suadente si sedette in braccio a lui:
"Allora Karl, che ne pensi, sono promossa?" Il tono malizioso provocò un brivido lungo la schiena di Karl. Decisamente gli insegnamenti su come sedurre un uomo avevano dato i loro frutti, detestava però l'idea di venire usato come cavia:
"Guarda che con me non attacca sorellina, dai vai a cambiarti che tra tre ore parte il nostro volo"
La ragazza si alzò fintamente imbronciata:
"Uffa, sempre il solito! E poi non ti pare il caso di smetterla di chiamarmi sorellina? Non sono mica una bambina!"
"In certi momenti ti comporti proprio come se lo fossi! Comunque dato che è quello che volevi ti posso dire che sei stata bravissima"
Un sorriso le increspò le labbra
"Ci voleva tanto? Vado a cambiarmi, ci vediamo dopo!"
"Alia!"
La ragazza si fermò sulla porta e si voltò:
"Si?"
"Se non fossi la mia sorellina sarei caduto ai tuoi piedi"
La risata cristallina che accompagnò la sua uscita fu, come sempre, la migliore medicina ai problemi di Karl.
"Glielo dirai un giorno?"
Karl si voltò verso l'uomo in fondo alla stanza:
"Non lo so, ti giuro che davvero non lo so"