Chi
sei Kaori?
“Ma insomma Saeko sei impazzita?! Come ti è venuto in mente di chiedere a Kaori di entrare in polizia?! Pensa a Makimura dannazione, si rivolterebbe nella tomba!!”
Ryo era entrato come una furia nell’ufficio dell’ispettore Nogami, senza neppure bussare, ed ora la fissava con uno sguardo carico di rabbia, che avrebbe spaventato chiunque, ma non lei.
Era già la seconda volta quel giorno che veniva accusata in quel modo, ma questa volta non ci sarebbe cascata:
“E’ proprio perché ci penso che ho deciso di farlo, credi forse che sarebbe contento di vederla con te, soprattutto per il modo in cui la tratti?” dopo tanti anni sapeva dove andare a parare.
Un’ombra oscurò il volto di Ryo, ma non si diede per vinto:
“Guarda che io l’ho sempre protetta dai peggiori delinquenti! In polizia chi ci sarebbe a farlo, me lo spieghi??”
Saeko ignorò l’ultima domanda e si preparò a sferrare l’attacco decisivo. ‘ So che ti farà male Ryo, ma te la sei cercata ’
“Mi dispiace ma hai fallito caro mio, non sei riuscito a difenderla dal tipo peggiore che avrebbe mai potuto incontrare sulla sua strada: tu”.
Ryo rimase senza parole. Era come se una frustata l’avesse colpito in pieno petto.
Ma la bella poliziotta non aveva alcuna intenzione di fermarsi:
“Sono 7 anni che lavorate insieme, che vivete insieme, sta regalando i suoi anni migliori ad un disgraziato che la sta solo facendo soffrire con la sua indifferenza”.
“Ma quale indifferenza!!?” quella parola aveva avuto la forza di risvegliarlo dallo stato di apatia in cui era caduto “non sai cosa significa averla così vicino ed essere costretto a fingere ogni santo giorno!”
“Allora non fingere e falla felice, non ci vuole poi molto mi sembra!”
“Ma cosa stai dicendo, so sai che sarebbe la cosa peggiore per lei! Io non sono nessuno, ma allo stesso tempo la mia vita è troppo rischiosa per chiunque, soprattutto per lei!”
“E allora lasciala libera! Ormai non puoi toglierla da questo mondo, e lo sai bene, è tutto quello che ha e che la lega al ricordo di suo fratello. Puoi però allontanarla da te, dato che è quello che hai sempre voluto non dovresti essere qui ora! E poi non preoccuparti, ci sono sempre io qui, a dare un’occhiata alla tua bella protetta!”
Saeko aveva vinto, e lo sapeva, lo sguardo basso di Ryo era un’ulteriore conferma di cui non avrebbe neppure avuto bisogno. Con una mossa lenta ma decisa si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta.
“Saeko…” la voce di Ryo ora era priva di rabbia.
“Sì…”
“Mi raccomando…”
“Stai tranquillo, non le accadrà nulla, è una promessa”
“E…per quell’altra cosa?”
“Aspetteremo che la situazione si sia stabilizzata, poi agiremo”
“D’accordo”
Saeko uscì, diretta nell’ufficio di suo padre. Non aveva mai visto Ryo così alterato, sapeva certe cose, ma non pensava che lui le avrebbe mai ammesse così candidamente.
Ma ora il suo pensiero era fisso sull’imminente incontro con il capo della polizia.
TOC TOC
“Avanti”
“Ciao papà”
Un ometto basso e tarchiato spuntò dall’ammasso di scartoffie accumulate sulla sua scrivania e cominciò a sbraitare:
“Come te lo devo dire che in ufficio devi chiamarmi CAPO!!!!”
Come al solito i timpani di Saeko stavano battendo in ritirata, ma questa volta sapeva come calmarlo:
“Va bene, va bene, non si agiti capo, ho una buona notizia da darle!”
“Sarebbe una novità Saeko, che c’è?”
“Eh no, in ufficio sono l’ISPETTORE NOGAMI!”
“SAEKO!!!!!!”
“Ehm, ci ho provato… comunque si tratta dei nuovi allievi della scuola di polizia”
“Dimmi che hai convinto Reika a tornare…!” gli occhi del padre si erano improvvisamente addolciti.
“Mi dispiace, non ho ancora il potere di manipolare la mente di mia sorella! Comunque gli agenti Yuda e Nakari sono riusciti a reclutare quattro ragazzi, ed io ti ho trovato la migliore sulla piazza!”
“Quindi siamo al completo, ma chi sarebbe la tua scoperta?”
“Si tratta dell’assistente di City Hunter, Kaori Makimura”
“COOSA???!! Guarda che questa è la polizia! Non un’agenzia per killer disoccupati!” il pover’uomo si stava notevolmente alterando, decisamente sua figlia aveva perso il lume della ragione! Makimura… però il cognome non gli era nuovo…chissà dove lo aveva già sentito…
“Stai tranquillo papà, Kaori è a posto, non assomiglia per niente a Saeba, e per ora è ancora pulita anche se può sembrarti strano. E poi…”
“Che c’è? Lo sapevo che non mi avevi detto tutto! Chi sarebbe questa ragazza, e perché ti sta così a cuore?”
“Lei… è la sorella di Maki… ti ricordi di lui, vero?”
L’espressione del capo mutò, improvvisamente ebbe un moto d’affetto per quella figlia orgogliosa. Si ricordava bene di come aveva sofferto per la morte dell’uomo. Era un ottimo agente, se lo ricordava bene, ma anche lui come Reika un giorno decise di lasciare la polizia e di mettersi a lavorare in privato. Non aveva mai chiesto a Saeko cosa ci fosse tra di loro, ma non era stato difficile scoprirlo.
“D’accordo, voglio fidarmi di te.”
“Grazie papà”
Questa volta il capo non replicò, la vide uscire dall’ufficio e, solo quando se ne fu andata, accennò ad un sorriso.
Al
Cat’s Eye
“Cos’hai fatto??!”
Miki non riusciva a credere alle sue orecchie. Dopo così tanti anni Kaori lasciava quel pervertito di Ryo! Certo avrebbe dovuto essere felice per l’amica, ma guardandola negli occhi cominciava a dubitare che fosse stata la scelta giusta. Kaori aveva lo sguardo fisso davanti a sé, stava bevendo una cioccolata calda, ma sembrava non le importasse di nulla.
“Ho deciso di entrare in polizia, diventerò la migliore!” così era esordita la ragazza quando era entrata nel locale per dare la notizia all’amica. Mentre Umibozu rimase impassibile come sempre, Miki per poco non rovesciò il caffè addosso ad un cliente. La notizia l’aveva decisamente sconvolta, e si era affrettata a chiedere i dettagli all’amica. Mentre parlava però si era fatta sempre più triste, fino a restarsene da sola in un angolo del locale. Era già passata un’ora, Miki aveva provato a dirle qualcosa, ma niente sembrava riuscisse a smuoverla.
Quanto tempo era passato? Non poteva rimanere lì per sempre, ed ora come ora non aveva nessun’altro posto dove andare se non l’accademia, perché allora non riusciva a muoversi, cosa si aspettava? Forse che Ryo la cercasse, che le chiedesse di tornare da lui… forse…
“Signorinaa… cosa ne direbbe di uscire con l’uomo più giovane e bello di tutta la città??”
Una voce familiare distolse finalmente Kaori dai suoi pensieri.
Un maniaco depravato ben noto nell’intento di infastidire le clienti del locale le si parò davanti agli occhi.
“Mia bella Mikii!!” il salto atletico di Ryo per saltare addosso alla bella barista fu stoppato in tempo da una manata di Umi che lo spalmò direttamente sul bancone che stava lucidando.
“Urgh! Che male…”
Apparentemente indifferente Ryo, ancora rantolante sul bancone, osservava attentamente Kaori. Si aspettava il solito martellone da 500t ed invece niente. Qualcosa non quadrava.
Qualcosa però era successo. Silenziosamente, senza salutare nessuno, Kaori era uscita dal locale in direzione della sua, ormai, indiscussa meta.
“Ryo ma non ti vergogni?!”
Miki era partita all’attacco. Quello stupido aveva spento anche l’ultima speranza di far tornare Kaori sui suoi passi.
“Ma bravo il nostro sweeper, e così ce l’hai fatta a farla scappare, ce ne hai messo di tempo” Umi con la sua solita grazia da elefante con quelle parole accolse l’amico.
“Se non fosse stato per Saeko non ci sarei mai riuscito, devo ricordarmi di scalarle dal conto un paio di bottarelle…”
“Ma che diavolo stai dicendo?!” Miki non ci stava capendo un accidenti “ vuoi dire che sei contento che Kaori abbia deciso di andarsene?”
“Ma certo!” avanzò Ryo con spavalderia “così ora potrò divertirmi quanto mi pare senza più martelloni! Cosa ne dici di festeggiare l’evento bella Miki… dai, fatti dare una toccatina…!!”
Non c’era bisogno di Kaori però, Umi decise che per quel giorno ne aveva abbastanza di sentirsi raccontar balle: si caricò Ryo sulla spalla, uscì dal locale, e lo depositò con grazia nel cassonetto più vicino.
Rientrato nel locale si trovò a fronteggiare Miki:
“Ma si può sapere cosa è successo a quei due?” era furibonda “come fa ad essere così tranquillo mi chiedo io?!”
“Guarda che non è affatto così tranquillo”
“Eh..?”
“Prima mi ha chiamato Saeko e mi ha chiesto di tenerlo d’occhio. Pare che questa volta sia riuscita a combinare un bel casino”
“Spiegati”
“Mi ha raccontato che questa mattina…”
Al termine del racconto Miki era sconcertata. Quella pazza di Saeko aveva ordito un piano diabolico. Certo, poteva funzionare, ma al momento lei riusciva solo a pensare alla povera Kaori, a come doveva sentirsi abbandonata… non riusciva invece a dispiacersi per Ryo, in fondo se lo meritava!
Chissà come sarebbe finita?