Doppia vita
Oscar
se ne stava sdraiata sull’erba, nell’immenso giardino di casa Jarjayes, poco
lontana dal suntuoso banchetto allestito quel pomeriggio in onore dell’annuale
raduno di famiglia.
Ogni
anno in quell’occasione tutte le sue sorelle con le loro famiglie tornavano a
riempire una casa ormai troppo silenziosa, inondandola di allegria. In
quell’occasione particolare ad Oscar era stato concesso un permesso speciale
dalla regina, in modo da poter riunire proprio tutta la famiglia, ma qualcuno
ancora mancava, ed Oscar non riusciva davvero a comprenderne il motivo.
Si
era allontanata di proposito dal gruppo, non aveva mai amato in modo particolare
quelle occasioni anche se, ovviamente, era sempre felice di rivedere le sorelle.
Di solito riusciva a sopportare il petulante ciarlare delle vecchie zie grazie
alle battute sempre pronte di Andrè, e senza di lui quel giorno si annoiava da
morire.
Non
riusciva davvero a capire cosa avesse potuto avere di così urgente da fare il
suo attendente per essere scappato come una furia il giorno prima, chiedendo
solo uno sbrigativo benestare al generale. Quel disgraziato, come lo chiamava
sempre la nonna, non le aveva dato la minima spiegazione, accennando solo al
fatto che sarebbe stato via non più di un paio di giorni. La cosa più strana
era che quella volta la nonna non lo aveva affatto rimproverato, cosa
decisamente insolita per la vecchia Marie, dato che il suo passatempo preferito
sembrava quello di rincorrere il nipote in giro per il palazzo armata solo del
suo vecchio mestolo.
Oscar
sorrise a quel pensiero.
Certo
avrebbe anche potuto chiedere direttamente ad Andrè dove era stato al suo
ritorno, ma non voleva mostrarsi troppo curiosa, o lui avrebbe cominciato a
prenderla in giro come al suo solito dicendo che somigliava sempre di più ad
una donna!
“Madamigella
Oscar, cosa fate lì seduta per terra, vostro padre si arrabbierà a morte se vi
trova conciata in questo modo!”
La
vecchia Marie era riuscita a scovarla, come sempre. Sospirò e decise di
alzarsi.
“Ma
nonna, mi annoio a morte là in mezzo! Proprio oggi tuo nipote doveva decidere
di andarsene a bighellonare in giro!?” con aria sofferente si rivolse
all’anziana governante.
“Meglio
così, credi a me, non puoi passare sempre il tempo con quello scansafatiche, è
ora che cominci ad interessarti alla buona società, a persone del tuo
rango…”
Oscar
sorrise divertita, ogni occasione era buona per gettare l’amo:
“Già,
e magari un giorno vorresti anche che tra questa gente trovassi un marito, vero
nonna?”
“Ma
certo! Non penserai mica che ti permetta di andare avanti così ancora per molto
vero? Riuscirò a convincere anche quello zuccone del generale, non temere!”
Davanti
all’espressione così convinta della vecchia Marie Oscar non riuscì davvero
più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata:
“Ah
nonna, come farei in questa gabbia di matti se non ci fossi tu” poi fece una
cosa che non faceva più da anni, da quando era bambina, si avvicinò
all’anziana governante e le sfiorò una mano. Poi corse via, mentre la donna,
ancora immobile, era rimasta senza parole. La sua bambina… fin da piccola le
aveva dato tante di quelle preoccupazioni! Era così bella e fiera, ma anche
infelice, glielo si leggeva negli occhi. Aveva cercato in ogni modo in quegli
anni di opporsi a quell’assurda decisione di educare quella povera creatura
come un maschio, ma non c’era stato nulla da fare. Quel gesto però poteva
anche significare che qualcosa stava cambiando, chissà…
Nel
frattempo Oscar stava tornando verso la villa. ‘Forse’ pensava ‘se faccio
ora una veloce apparizione forse dopo non si noterebbe troppo la mia assenza’.
Immersa nei suoi pensieri non si era accorta dell’avvicinarsi della più
grande delle sue sorelle:
“Dov’eri
finita Oscar?”
Si
voltò di scatto ed incontrò i suoi occhi curiosi:
“Ortence,
non ti avevo vista, cosa ci fai qui?”
“Veramente
ero venuta a cercarti, volevo fare due chiacchiere con te, è così raro
vedersi, ti dispiace?”
“Ma
no, figurati, andiamo a sederci da qualche parte”
“No
Oscar, meglio restare qua in disparte, non voglio che nostro padre ci senta”
Con
non poco stupore di Oscar, Ortence si sedette con grazia sul manto erboso che
ricopriva quell’angolo un po’ isolato del giardino. Era realmente contenta
di poter parlare un po’ con calma con quella che tra le sue sorelle le era
sempre stata più cara, ma il suo atteggiamento era davvero insolito. Le si
sedette accanto, aspettando che fosse lei a parlare.
Ortence
teneva gli occhi bassi, si era preparata con cura il discorso da fare alla
sorella, ma ora non sapeva da dove cominciare:
“Oscar…
come mai oggi sei sola, non c’è Andrè a farti compagnia?”
A
queste parole Oscar si rilassò. Anche se Ortence sembrava un po’ nervosa in
fondo la sua domanda era abbastanza normale, forse si era preoccupata
inutilmente:
“Ah
guarda, ultimamente non so proprio cosa gli stia capitando. Ogni tanto scompare,
da un giorno all’altro, ed anche se a nostro padre questo non crea problemi,
ogni tanto io mi arrabbio veramente! Insomma, il suo compito è di essere il mio
attendente no?”
“Beh,
ma ti avrà spiegato il motivo delle sue assenze no?”
“Assolutamente
no! E’ sempre rimasto sul vago nelle sue spiegazioni, le rare volte che si è
degnato di darmele!”
Il
viso di Ortence aveva mutato espressione, ma ancora Oscar non capiva il motivo
del suo turbamento.
“Vedi
Oscar… io vorrei dirti una cosa, ma non so che parole potrei usare… anche se
ti voglio molto bene siamo così diverse che… non so come potresti reagire!”
“Ma
cosa stai dicendo Ortence? Sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa, se hai dei
problemi dovevi dirmelo fin da subito invece di chiedermi di Andrè, avanti
parla!” Oscar cominciava ad innervosirsi, non voleva essere sgarbata con la
sorella, ma aveva un brutto presentimento, e non riusciva a scrollarselo di
dosso.
“Vedi,
…quello che devo dirti riguarda proprio Andrè, ma non so se faccio bene a
parlare, e devi promettermi che quel che ti dirò non lo verrà a sapere
nessuno, nemmeno Marie, promettilo Oscar”
“Ma
si, va bene, te lo prometto, ora vuoi spiegarmi che succede? Cosa sai di Andrè,
parla!”
Oscar
era veramente arrabbiata ora. Cosa poteva sapere Ortence di Andrè che invece
lei non sapesse? Erano cresciuti insieme praticamente da sempre, era convinta di
conoscerlo meglio di chiunque altro, e adesso invece era stata estromessa. La
sorella non si decideva ancora a parlare, forse spaventata dalla sua reazione.
Cercò di calmarsi, e la esortò a proseguire:
“Avanti
Ortence, sei venuta qui apposta per questo, non ti sembra il caso di parlare una
buona volta? Altrimenti tra poco tuo marito o qualcun altro verrà a
cercarci!”
“Hai
ragione Oscar, ora ti racconto tutto, però devo cominciare da quel che mi è
successo un paio di mesi fa. Ero andata a trovare Madame Jolande, sai, quella
lontana cugina della nostra regina che vive poco lontana da noi, in Bretagna.
Eravamo sedute a prendere un tè in casa sua quando è arrivato un messaggero da
parte della Regina, per consegnarle una lettera. Avresti dovuto vedere la sua
espressione, sembrava sconvolta, ma non mi ha detto nulla. Con una scusa banale
però mi ha liquidata, e mentre uscivo in carrozza dal cancello della villa ho
visto un uomo che veniva fatto entrare in tutta fretta in casa da una porta
laterale. Lì per lì non ci ho dato importanza, ed anche se aveva un’aria
familiare era già piuttosto buio, e non ci ho più pensato. Questo almeno fino
alla settimana scorsa, quando finalmente ho rivisto quell’uomo. Non posso
sbagliarmi, era la stessa persona di quella sera! Ma andiamo con ordine: la
settimana scorsa è stato dato un grande ricevimento a Versailles, ne avrai
senz’altro sentito parlare anche se non eri presente. Io ero lì, e la tua
assenza per la verità mi è parsa davvero insolita.”
“Certo,
me lo ricordo bene. Quel giorno la regina mi mandò a chiamare, e dovetti farle
un piacere.. diciamo strettamente confidenziale, che comunque mi portò molto
lontana da Parigi. Tornai solo un paio di giorni dopo, ma continuo ancora a non
capire cosa c’entri tutto questo con Andrè…”
“Lasciami
continuare. In quell’occasione c’era stata la presentazione ufficiale del
fidanzamento della cugina della regina, la duchessa Therese, con il duca De
Rolange. Devi sapere Oscar che il duca è un uomo molto famoso, ma anche molto
riservato. Presenzia raramente ai ricevimenti, e prerisce di gran lunga una vita
più solitaria. In giro ci sono molte voci su di lui. Si dice che sia un grande
studioso, ma poco avvezzo ai piaceri di corte. I suoi viaggi in luoghi ostili e
misteriosi sono sempre oggetto di scommesse da parte dei nobili, e prima di quel
ricevimento era stato dato quasi per disperso dopo mesi e mesi in cui non se ne
avevano più notizie. Anche il suo fidanzamento con la duchessa Therese è stato
una sorpresa per tutti. Si diceva infatti che lei lo avesse incontrato molte
volte durante i suoi brevi soggiorni a Parigi, ma anche che lui la reputasse
solo una nobildonna in cerca di un marito di cui potersi vantare, ed invece…
Comunque il punto non è questo, bensì un altro. Quando sono entrata nel salone
dove si teneva il ricevimento, il duca era in piedi di fianco alla duchessa
Therese, e per poco dallo stupore non sono svenuta. Quell’uomo era bellissimo
Oscar, e di una grazia e gentilezza verso tutti che mi ha rapita. Era vestito
suntuosamente, riccamente abbigliato certo, ma non mi sono sbagliata Oscar te lo
giuro, mi devi credere!”
“Ma
cosa stai cercando di dirmi Ortence? Che hai incontrato un uomo bellissimo che
però si è appena fidanzato con un’altra donna? E poi lui è un duca, e ti
sei sposata Ortence, mio dio, devi essere impazzita!”
“Ma Oscar che dici?!! Come può venirti in mente una cosa simile??! Ma non hai ancora capito quello che sto cercando di dirti? O solo non vuoi capire? Oscar quell’uomo era lui! Quell’uomo era Andrè!!”