Doppia vita
Oscar
scivolò lentamente fuori dal salone e seguì silenziosamente e da lontano i due
uomini lungo un ampio corridoio che portava agli appartamenti privati di Madame
Boulle. Ad un certo punto Andrè si fermò, bussò ad una porta e dopo poco entrò
chiudendosela alle spalle. Filippo invece proseguì lungo il corridoio.
Oscar
fu assalita da un dilemma, da che parte andare? A malincuore decise di seguire
quell’uomo, che altri non era che il fratello della duchessa Therese.
Improvvisamente lo vide fermarsi, e decise di nascondersi dietro un ampio
tendaggio a pochi metri, nella speranza di non essere scoperta. Un uomo si era
avvicinato a Filippo ed ora stavano discutendo sommessamente. Oscar però era
abbastanza vicina da riuscire a percepire le loro parole:
“E’
tutto a posto?”
“Si,
procede tutto come previsto, il duca non sospetta nulla ed ora è con lei”
“Possiamo
fidarci di Therese? Sei sicuro?”
“Stai
tranquillo Pierre, mia sorella non è una stupida. Lei vuole esattamente quello
che vogliamo noi, e per questo è indispensabile che le nozze si celebrino al più
presto. Non si lascerà sfuggire questa occasione, dopo questa notte il duca sarà
nelle nostre mani!”
Oscar
era sbalordita. Cosa volevano quei due da Andrè? O meglio, cosa volevano dal
duca De Rolange? A quanto pare qualcosa a cui teneva molto anche la duchessa
Therese, ma cosa? E cosa avrebbe potuto fare la duchessa per farsi sposare ed
ottenere ciò a cui teneva così tanto?
Improvvisamente
Filippo scoppiò in una fragorosa risata. Purtroppo Oscar persa nei suoi
pensieri si era distratta e non riusciva a comprendere il motivo di quel
comportamento.
“Ma
te lo immagini quello stupido quando si sveglierà domattina? Nel letto di mia
sorella con la mente talmente annebbiata da non ricordare più nulla!”
“Già,
con la droga che gli farà bere Therese non ricorderà più del necessario, e
domattina la tua cara sorellina si comporterà come una povera fanciulla
indifesa ormai compromessa per sempre… come vorrei vedere la faccia del duca,
in questo momento sarà già sotto le lenzuola! Ah ah ah!!
No,
non poteva essere vero! Oscar era sotto shok, Andrè non lo avrebbe fatto, lei
ne era sicura, non poteva, non… Improvvisamente però questa certezza cominciò
a vacillare. Andrè era pur sempre un uomo giovane e bello, e la duchessa
Therese era una donna dalla bellezza conturbante, se poi fosse riuscita
veramente a drogarlo…
‘Ora
basta Oscar, devi fare qualcosa, devi avvertire Andrè’ quest’idea
finalmente la scosse dallo stato di profondo turbamento nel quale era
sprofondata, ma come fare? I due uomini erano ancora fermi in corridoio, se
fosse uscita dal suo nascondiglio l’avrebbero vista sicuramente.
Improvvisamente
si accorse della minuscola porta alle sue spalle. Il pesante tendone che
l’aveva nascosta agli sguardi dei due uomini fino a quel momento le offriva
un’altra via di scampo. La porta era ben nascosta, nessuno avrebbe potuto
notarla dal corridoio. Senza indugio Oscar l’aprì e si infilò nell’angusto
passaggio che rappresentava in quel momento la sua unica via di fuga.
“Non
siate timido duca, bevete ancora un sorso di questo ottimo vino, e venite a
sedervi qui, vicino a me”
Andrè
sentì un brivido scendergli lungo la schiena e si avvicinò alla donna. Aveva
già bevuto molto quella sera e sentiva che la sua lucidità stava ormai
lasciando posto ad una sensazione di stordimento a lui familiare.
‘Bevi
ancora Andrè, dimentica chi sei’ pensava ‘forse in questo modo non sentirai
il dolore e l’umiliazione di un servo costretto a vendere anche l’anima’.
Si
avvicinò alla donna che lo prese per mano ed iniziò ad accarezzargli una
guancia. Lui la lasciò fare, non gli importava più nulla, bastava che tutto
finisse il più presto possibile.
La
duchessa lo guidò lentamente verso il lungo letto a baldacchino e lo vide
gettarvisi sopra quasi privo di sensi. Poi iniziò a levargli gli indumenti,
soffermandosi ad ammirare il fisico muscoloso dell’uomo che sembrava inerme
davanti ai suoi gesti.
‘In
fondo mi dispiace un po’ averlo drogato’ pensava in quel momento Therese
‘ho l’impressione che sarebbe stato molto un amante eccezionale. In ogni
caso lo scoprirò molto presto, dopo il matrimonio lo avrò tutto per me, e
allora vedremo di cosa è capace’.
Col
sorriso a fior di labbra concluse la sua opera, e dopo averlo ammirato ancora
una volta cominciò a spogliarsi.
Oscar
camminava a tentoni lungo l’angusto cunicolo, chiedendosi dove mai sarebbe
andata a sbucare.
Improvvisamente
però sentì lungo il muro una protuberanza, forse una maniglia. La ruotò con
delicatezza, e lentamente uno spiraglio di luce entrò nel passaggio. La
porticina per fortuna era ben nascosta, proprio come quella dalla quale era
entrata, cercando di non far rumore Oscar uscì fuori, cercando di capire dove
si trovava. Di sicuro non era più in uno degli ampi corridoi del palazzo, anzi,
era in una bellissima stanza riccamente arredata. Uscendo lentamente dal
nascondiglio fornitole da una robusta colonna si rese conto di trovarsi in
prossimità di una suntuosa camera da letto, con uno splendido letto a
baldacchino e un uomo apparentemente addormentato sopra. Non riusciva a vederlo
in viso e decise che nemmeno le importava, doveva solo fare meno rumore
possibile e dirigersi verso l’uscita quando una voce la fermò:
“Non
vorrete mica addormentarvi e perdervi il più bello duca, non sarebbe da voi! Ah
ah ah!”
Quella
voce… si voltò di scatto a fissare l’uomo disteso sul letto e la donna,
coperta solo da una leggera vestaglia, che gli si stava avvicinando con fare
suadente. Si avvicinò al letto e sollevò i tendaggi che fino a quel momento
avevano impedito ad Oscar di vedere l’uomo inerme. Oscar si mise una mano
davanti alla bocca per coprire un verso strozzato. Andrè era riverso su quel
letto, completamente nudo, e non ci voleva cero un genio per capire cosa sarebbe
successo a breve tra lui e la bellissima duchessa.
Un’ondata
di rabbia mista a vergogna l’assalì.
Cosa
diavolo ci faceva lei lì in quel momento? Come osava intromettersi nella vita
di Andrè fino a quel punto?
Prima
ancora di riuscire a dare una risposta alle sue domande era fuggita via, aveva
attraversato l’ampio salotto e si era diretta rapidamente verso l’uscita.
Richiusa la porta alle sue spalle però la visione di Andrè nudo su quel letto
non riusciva ad abbandonarla. Non l’aveva mai visto così… vulnerabile, e
forte allo stesso tempo. Non si era mai accorta di quanto il suo amico di sempre
fosse così maledettamente… attraente. E poi improvvisamente si ricordò delle
parole di Filippo. Quel ricordo la colse come un fulmine a ciel sereno. In
effetti ora che ci rifletteva bene aveva visto Andrè, ma non lo aveva visto
muoversi, né pronunciare una sola parola… Ma certo, perché non ci aveva
pensato prima, la droga!! Doveva essere quasi del tutto incosciente, per questo
le era sembrato tutto così strano!
Non
poteva abbandonarlo in quella situazione. Poteva scegliersi la vita che
preferiva, ma non meritava di essere privato della sua dignità in quel modo, ma
come poteva aiutarlo? Non c’era tempo di escogitare un piano, doveva
inventarsi qualcosa, e molto in fretta.
Bussò
con vigore alla porta dalla quale era uscita, sperando con tutto il cuore che
non fosse già troppo tardi, e sperando di riuscire ad essere il più
convincente possibile.
Dopo
un paio di minuti che per Oscar parvero eterni la porta si spalancò, e una
donna parecchio irritata e rapidamente vestita fece capolino:
“Si
può sapere che c’è di tanto urgente? Avevo espressamente fatto richiesta di
non essere disturbata, e voi chi sareste di grazia?”
“Perdonatemi
duchessa, ma ho un messaggio molto urgente da parte di vostro fratello. Dice di
raggiungerlo immediatamente nella sala consiliare, che è molto urgente.”
La
duchessa la guardava con sospetto:
“Siete
sicura di aver capito bene? Mio fratello sa benissimo che non posso essere
disturbata questa sera!”
“Mi
dispiace duchessa, ma è stato categorico, era molto arrabiato e ha detto che
dovevate andare da lui subito!”
La
donna cominciò a preoccuparsi e si sforzò di ricordare gli avvenimenti della
serata:
“Mi
ricordo di voi ora che ci penso… vi ho vista ballare con Filippo…
d’accordo, ma voi in cambio dovrete rimanere qua, di guardia alla porta. Non
permettete a nessuno di entrare, mi avete capito?”
“Ma
certo duchessa, come volete voi!”
La
donna si aggiustò il vestito e si diresse con passo deciso verso l’ala est
del palazzo.