Doppia vita

 

Capitolo 7 - In fuga

 

Oscar non poteva credere di esserci riuscita veramente. Ora però aveva pochissimo tempo, non ci avrebbero messo molto a scoprire il suo inganno.

Entrò nella stanza e corse verso la camera da letto. Andrè era ancora disteso e privo di conoscenza. Cercò di caricarselo sulle spalle ma era troppo pesante. Per fortuna l’entrata del passaggio segreto non era molto lontana. Lo trascinò con non poca fatica e riuscì a spingerlo con i suoi vestiti dentro richiudendo la porticina alle sue spalle poco prima che Therese facesse irruzione nella stanza. Da dietro il muro la sentiva sbraitare, ma era troppo concentrata nel cercare in ogni modo di non fare rumore che non si rese neppure conto di quel che diceva. Solo quando la donna uscì dalla stanza si rilassò un poco. Dovevano andarsene di lì, ma come fare? Lei non conosceva assolutamente quei cunicoli, eppure sapeva che erano la loro unica via di fuga. Improvvisamente la voce di Andrè la fece sobbalzare:

 

“Oscar… “

 

Oddio! Ma come aveva fatto a riconoscerla? Non era possibile, avrebbe giurato di averlo visto sempre in stato di incoscienza…

 

“Oscar io… io non volevo… mi dispiace tanto… “

 

Le lacrime le salirono agli occhi. Lui non l’aveva affatto riconosciuta, ed era ancora in stato di semi incoscienza, ma anche nel sonno i suoi pensieri andavano a lei. Le stava dicendo che gli dispiaceva, ma di cosa? Era riuscita a salvarlo in tempo dalle grinfie di quella donna, ma allora? Forse però lui sapeva a cosa stava andando incontro, o forse si stava scusando di averle mentito… Mille idee le balenarono nella mente, ma ora non c’era tempo di cercare una risposta. Le parole di Andrè però le avevano ridato la forza necessaria per andare avanti. Lentamente iniziò a trascinarlo lungo lo stretto passaggio. Si rese ben presto conto che non era così facile, lei era molto più esile di Andrè per cui riusciva a passare più agevolmente, ma per lui non era così semplice, considerando poi che era ancora un peso morto. Fortunatamente però il passaggio sembrò allargarsi, ed Oscar si ritrovò in una specie di stanzetta ricavata chissà dove nel palazzo, con una piccola finestrella in alto che dava sul bosco sul retro del palazzo. Dopo alcuni minuti di ricerca trovò l’uscita, ma si rese conto che non poteva trascinare Andrè all’aperto in quelle condizioni. Tornò indietro e si decise finalmente a mettergli addosso almeno il minimo indispensabile dei suoi vestiti. La cosa risultò parecchio imbarazzante, ancor più di quanto aveva previsto.

Non aveva mai visto un uomo nudo, tanto meno Andrè! Continuava a ringraziare il fatto che lui fosse privo di conoscenza, e quando ebbe finito tirò un grosso sospiro di sollievo.

Dovevano andarsene al più presto da quel luogo, ma come fare? La carrozza era troppo lontana da raggiungere considerando il peso che avrebbe dovuto portarsi appresso, e di tornare indietro a cercare Ortence neanche a parlarne. Sbirciò fuori dalla finestrella per capire con esattezza dove si trovassero e quel che vide la fece sorridere e sospirare di sollievo. Per loro insolita fortuna erano molto vicini alle scuderie, e se fosse riuscita ad appropriarsi di un cavallo senza fare troppo rumore forse ce l’avrebbero fatta.

Decise che era troppo rischioso lasciare da solo Andrè, anche se per poco tempo, così con enorme fatica lo trascinò con sé. Le scuderie quella sera erano deserte per fortuna, anche se una robusta serratura chiudeva i battenti. Oscar sorrise, finalmente quella sera avrebbe messo a frutto gli insegnamenti che le aveva impartito un giovane ragazzino con la passione di forgiare serrature. All’inizio quel passatempo era sembrato ad Oscar per lo meno bizzarro, ed essere costretta a parteciparvi ancora di più. Col passare del tempo però, aveva visto come quel ragazzo così insicuro potesse diventare una persona completamente diversa in un ambito del tutto informale come quello. Ora sfortunatamente non aveva più il tempo per certe cose, la sua posizione gli imponeva troppi doveri per potersi rilassare e dedicare ad altro che non fosse il destino della Francia. Il giovane delfino che passava le sue giornate nella fornace non c’era più, era il Re di Francia ora, ma Oscar se lo sarebbe sempre ricordato com’era.

In breve tempo Oscar riuscì a forzare il meccanismo e ad entrare. Portò fuori uno splendido stallone nero, lo sellò e ci caricò sopra Andrè. Quando però giunse il suo turno di salire si ricordò degli indumenti che indossava:

“Accidenti, anche questa ci voleva!” si disse “pazienza, tanto è buio, non mi vedrà nessuno!”

Con ben poca grazia sollevò la gonna e montò in sella. Spronato il cavallo si diresse verso l’uscita posteriore e una volta uscita si mise a galoppare a gran velocità verso la dimora dei Windon.

 

Nel frattempo al ballo scoppiava un vero finimondo. La duchessa Therese era piombata in sala urlando che il duca era stato rapito e una schiera di guardie era stata mandata a perlustrare tutto il palazzo. Nessuno ovviamente pensò di controllare anche l’ala nord dato che era stata chiusa per il ballo e che le serrature non erano state toccate.

“Ma chi era quella donna? Non te lo ricordi proprio Filippo, avanti, cerca di pensarci!”

La duchessa era infuriata come non mai, e sfogava le sue ire sul fratello.

“Insomma Therese cerca di controllarti, ti ho detto che non lo so, era molto bella e mi sarei volentieri divertito con lei se questa sera tu non avessi avuto bisogno della mia collaborazione, ma non ho avuto il tempo di chiederle neppure il nome!”

“Dannazione!! Sembra che nessuno si ricordi di lei, che nessuno l’abbia mai vista agli altri balli di corte, ma sicuramente Madame Boulle deve sapere qualcosa, vado subito a cercarla!”

In tutto quel trambusto la persona più terrorizzata di tutte era riuscita a dileguarsi in tempo prima che qualcuno potesse risalire a lei come unico collegamento alla misteriosa donna che tutti stavano cercando. Appena in tempo riuscì a raggiungere la carrozza e a ordinare al cocchiere:

“A casa Louis, e fai in fretta!”

Quando la carrozza varcò i cancelli della corte la giovane donna si sentì in parte al sicuro, senza sapere che una brutta sorpresa l’attendeva, proprio di fianco a lei. Nel buio della notte non l’aveva notata, tanto che la sua voce tutto d’un tratto la fece sobbalzare:

“Che cosa diavolo sta succedendo Ortence?”

La ragazza si voltò di scatto ad osservare un paio di occhi che la fissavano senza presagire nulla di buono.

“Madre!”

Ortence era letteralmente paralizzata, cosa avrebbe potuto inventarsi? Ma forse la madre era solo in ansia per tutto quel trambusto, forse non si era accorta di nulla…

“Madre… mi avete spaventata, non vi avevo vista!… dico subito a Louis di cambiare strada, vi accompagno a casa volentieri…”

“Ora basta Ortence, non cercare di cambiare argomento!”

“Ma madre… non so… se vi riferite a quel che è successo al ballo io non saprei… probabilmente il duca si è solo ritirato in qualche angolo della villa, sapete che non è avvezzo agli eventi mondani… “

“Non mentire Ortence, non mi interessa nulla del duca De Rolange per adesso, io mi riferisco a LEI!”

Ortence si arrampicava letteralmente sugli specchi, non sapeva più che scusa inventare.

“Lei? La duchessa? Era parecchio nervosa, in realtà non mi è mai piaciuta molto quella donna…”

“Ortence!!”

L’urlo di Madame de Jarjayes, normalmente così calma e riservata, spaventò a morte la povera ragazza, che alla fine cedette:

“Madre… perdonatemi madre, io non volevo, ma lo sapete che quando lei si mette in testa una cosa non c’è niente che potrebbe farle cambiare idea!!”

La donna la guardò sconcertata.

“Mi stai dicendo che è stata Oscar a volersi conciare in quel modo??”

“Si madre, ve lo giuro, io l’ho soltanto aiutata, ma è stata tutta una sua idea!!”

La donna era ancora sotto shock.

“Dopo tutti questi anni… finalmente…“

 Ortence iniziava a preoccuparsi. La madre sembrava essere entrata in trance.

“Vi sentite bene madre?”

La donna finalmente sembrò riacquistare il senno e rispose sorridendo alla figlia:

“Ortence, se mi sento bene? Dopo tutti questi anni finalmente ho ritrovato una figlia e tu mi chiedi se mi sento bene? Ah quando lo saprà tuo padre finalmente si renderà conto della sciocchezza che…”

Ortence era impallidita.

“Madre ma cosa state dicendo? Dirlo a nostro padre, ma siete impazzita? Lui non dovrà mai sapere nulla, altrimenti ci ucciderà tutti quanti!”

“Ma figlia mia che stai dicendo? Se Oscar ha finalmente deciso di comportarsi come una donna come possiamo pretendere di nasconderglielo?”

“Ma no, no! Cosa avete capito?? Era solo un travestimento il suo, era l’unico modo per non farsi riconoscere a corte, a parte voi nessuno avrebbe potuto riconoscerla!!”

“Ma Ortence cosa significa tutto questo? Un travestimento? Guarda di non prendermi in giro, per nessun motivo al mondo Oscar avrebbe accettato, per di più proposto lei stessa, di vestirsi da donna, neppure se glielo avesse ordinato la Regina!”

“Lo so madre ma vedete… la situazione è un po’ complicata, non si tratta di un ordine in realtà… veramente è tutto il contrario, non oso nemmeno immaginare cosa succederebbe se il Generale o i Sovrani sapessero della sua presenza qui oggi…”

Madame ci capiva sempre meno. Cosa diavolo stavano combinando le sue due figlie, così apparentemente diverse l’una dall’altra?

“Senti Ortence, o vedi di spiegarmi tutto quel che sta succedendo o ti porto da tuo padre e spiegherai tutto a lui, sono stata chiara?”

“No madre, per pietà, giuro che vi racconterò ogni cosa!”

“Bene Ortence, avrai tutto il tempo, ho già avvertito Nanny che passerò la notte da te”.

E Ortence finalmente parlò.

 

Oscar galoppava velocissima lungo la stretta strada di campagna. Aveva preferito evitare la via principale nel terrore di incontrare qualcuno a lei familiare, tanto più che a quell’ora erano già sicuramente sulle loro tracce. Non era affatto sicura che dirigersi al castello dei Windon fosse stata una buona idea, ma con Andrè in quelle condizioni non aveva altra scelta. Giunta finalmente a destinazione preferì lasciare libero il cavallo, se lo avessero trovato lì Ortence avrebbe avuto non pochi problemi. Fortunatamente quella sera la sorella aveva lasciato liberi i domestici, quindi la casa era deserta. Trascinò a fatica Andrè nella sua stanza e lo spinse sul letto.

A quel punto se quello scellerato fosse stato in grado di rispondere sarebbe stato il momento adatto per fargli come minimo un terzo grado, ma come iniziativa era totalmente da escludere.

Si voltò a guardarlo: eccolo lì a dormire, sorridente, chissà cosa sta sognando?

Poi ripensò a tutto quello che era riuscita scoprire quella sera: era chiaro che la duchessa Therese aveva cercato di sedurre il duca, drogandolo anche pesantemente, per poi convincerlo a sposarla puntando tutto sul fatto che un uomo d’onore, svegliandosi al mattino a letto con una nobildonna in lacrime, non si sarebbe mai sottratto ai suoi doveri. I fatti erano chiari, ma il motivo di tutta questa messinscena? Doveva esserci dell’altro sotto. Probabilmente la duchessa mirava ai suoi soldi, era ben noto infatti che in tutti i suoi viaggi il duca avesse racimolato una piccola fortuna, ma gli altri uomini allora? C’era da dubitare che un uomo egoista e calcolatore come Filippo architettasse tutta questa farsa solo per accontentare la sorella. Allora quello doveva essere solo il primo passo. Ma a cosa mirava Filippo? E chi era l’uomo con cui lo aveva sentito complottare Oscar?

 

Continua…

 

 

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