Doppia Vita

 

Capitolo 8 - Madri e Figlie

 

Nella notte buia una carrozza finalmente giungeva a destinazione. Due donne scesero nei loro abiti lussuosi e si diressero confabulando a bassa voce verso l’ampio portone d’ingresso.

“Entrate madre, non è prudente parlare qua fuori”

Si accomodarono sull’elegante divano di uno dei salotti a piano terra e ripresero la loro conversazione.

“Certo che quello che mi hai appena raccontato mia cara ha dell’incredibile!”

“Lo so madre, ed ora come ora mi pento di aver raccontato tutto a Oscar, non oso pensare cosa avrà combinato quella scellerata, chissà dov’è ora??!”

“Oh ma io di questo non mi preoccuperei affatto mia cara, Oscar riesce sempre a cavarsela in ogni situazione!”

“Ma madre… voi non siete preoccupata?”

“Ora che mi hai raccontato tutto direi di no… beh, non per lei almeno. Per Andrè invece sì, molto, non so in cosa lo abbia coinvolto tuo padre, ma di sicuro è qualcosa di molto rischioso, altrimenti non vedo il motivo di tenere Oscar all’oscuro di tutto. E direi che a quest’ora la situazione di quel povero ragazzo non potrà che essere peggiorata con l’arrivo di tua sorella!”

“Madre voi mi stupite! Vi ho vista sconcertata dopo il mio racconto, ed ero convinta che sareste stata molto in pena per Oscar, ed invece tutta la vostra preoccupazione è per Andrè…”

“Beh Ortence, se devo essere del tutto sincera sono preoccupata anche per lei, ma non per i motivi che credi tu. Non ti sei accorta di quanto tua sorella sia cambiata?”

“In che senso madre? Io la trovo sempre cocciuta ed orgogliosa, che porti un paio di pantaloni o un bel vestito!”

“Ovvio, questo non cambierà mai, ma non ti sembra tutto così strano? Insomma, è da una vita che tu e tutte le tue sorelle, per non parlare di Nanny, cercate di convincere Oscar a vestirsi come una donna, anche solo per gioco, ma sbaglio o non ci siete mai riuscite?”

“Infatti! Proprio puntando su questo Oscar è riuscita a convincermi ad aiutarla!”

“E non ti sembra strano che tutta la sua ostinazione sia crollata di fronte alla prospettiva di aiutare Andrè?”

Ortence non riusciva davvero a capire dove la madre volesse andare a parare.

“Non capisco madre, lo sai che quei due farebbero qualunque cosa per aiutarsi, non è un mistero!”

“Già, ma dalle tua parole ne deduco che stasera non li hai visti ballare insieme, vero?”

“Cosa? Beh no, hai ragione, ma tu li hai visti allora, com’è andata? Lui l’ha riconosciuta?”

“Non lo so figlia mia, ma non penso. Tutto quello che so è che stasera per la prima volta ho visto tua sorella con un’espressione in viso che ogni madre vorrebbe vedere sul viso della propria figlia, anche se col timore che non sia per la persona giusta”.

Ortence spalancò gli occhi. Come aveva potuto non accorgersene? Aveva avuto la verità sotto gli occhi per tutto il tempo e non era riuscita a coglierla.

Madame si accorse del cambiamento d’espressione della figlia e sorrise.

“Non preoccuparti cara, è comprensibile che tu non ci abbia pensato, in fondo quando ti sei sposata Oscar era solo una bambina, e non hai avuto la possibilità di vederli crescere come invece è capitato a me. Era da parecchio tempo che lo sospettavo, ma solo stasera ne ho avuto la conferma”

“Ma madre… proprio Andrè??!”

“Mi stupisci mia cara, io sarei preoccupata si trattasse di chiunque altro!”

“Non so madre… è tutto così complicato… io voglio molto bene ad Andrè e penso sia un bravissimo ragazzo, ma Oscar è nobile, e come se non bastasse è pure un militare, come potrebbe mai funzionare??”

“Non lo so mia cara, ma probabilmente è ancora distante il momento in cui ce ne dovremmo preoccupare. Tua sorella è così testarda che non lo ammetterebbe mai, nemmeno con se stessa!”

“Cos’è che non ammetterei mai madre?”

Madame Jarjayes e Ortence si voltarono di scatto. Oscar era appena entrata nel salone e si stava dirigendo verso di loro.

Ortence le corse incontro e cominciò a rimproverarla:

“Ma insomma Oscar si può sapere che hai combinato? E’ scoppiato il finimondo a casa di Madame Boulle! E guarda il tuo bel vestito, è tutto sporco e strappato!!”

“Senti non mi sono certo divertita io stasera! E non è così facile trascinarsi dietro senza dare nell’occhio un peso di 90 Kg!”

“Ma cosa stai dicendo, cosa ti saresti trascinata dietro tu?”

“Già, sono riuscita per miracolo a sottrarre Andrè dalle grinfie della duchessa, lo aveva drogato e Dio solo sa cosa gli avrebbe fatto se non fossi intervenuta in tempo!!”

“Ma… e adesso lui dov’è?”

“E’ su, in camera mia”

“Che cosa?? Lo hai portato qui??? Ma sei impazzita??”

“Senti Ortence, cosa volevi che facessi…”

“ORA BASTA!”

La voce di Madame interruppe il battibecco tra le due sorelle. Oscar si volse timidamente verso di lei. Come già al ballo si sentiva indifesa sotto lo sguardo accusatore della madre, se almeno avesse avuto i suoi soliti vestiti…

“Perdonatemi madre, so che vi devo una spiegazione, vedete… è iniziato tutto quando Ortence mi ha raccontato di aver visto…”

“Lascia stare come è iniziata tutta questa storia, tua sorella ha già avuto modo di raccontarmi tutto, quello che voglio sapere ora è quali sono ora le tue intenzioni!”

Oscar osservava stupita la donna. Non si era mai resa conto di tutta la forza che celava dietro la sua aria mite e comprensiva. Lo sguardo di Madame si addolcì un poco:

“Ti prego di raccontarmi cosa è successo questa sera, e poi cercheremo insieme di trovare una soluzione, d’accordo?”

“Va bene madre”

Oscar iniziò il suo racconto, cercando di tralasciare le emozioni provate per la prima volta quella sera, e quando ebbe finito il silenzio calò su di loro. La prima a parlare fu Ortence.

“Qualunque cosa deciderai di fare Oscar devi muoverti in fretta, il fratello della duchessa sarà qui da un momento all’altro!”

“Lo so Ortence, ma finché non avrò spiegazioni da Andrè non potrò prendere una decisione, devo assolutamente prendere tempo, almeno fino a domattina!”

“Ma come faremo a nascondervi? Setacceranno tutto il castello!!”

Fu Madame ad intromettersi nella discussione e a portare la soluzione almeno temporanea al problema.

“Per questa notte una soluzione c’è, ma entro domattina dovrete andarvene, capito?” e spiegò brevemente alle figlie cosa aveva in mente.

Ebbero appena il tempo di preparare Andrè che le guardie bussarono violentemente alla porta. Fu Oscar ad andare ad aprire.

“Ebbene signori, non vi sembra un po’ tardi per una visita?”

“Voi non sapete con chi state parlando, io sono Filippo, cugino di Re Luigi, e voi chi sareste di grazia?”

“Io sono Oscar Francoise de Jarjayes, comandante della Guardia Reale, questo castello appartiene a Charles Windon, marito di mia sorella e questa sera sono qui in visita con nostra madre. Cosa vi porta qui a quest’ora a disturbarci? Sono sicuro che dobbiate avere delle motivazioni più che valide”

E così quello era il famoso comandante della Guardia Reale… Filippo non aveva mai avuto modo di incontrarlo di persona ma sapeva che sarebbe stato un errore mettersi apertamente contro di lui.

“Sono spiacente di disturbare, ma è successo un fatto molto grave a corte, e ho fondati motivi per ritenere che il colpevole di tutto si trovi in questa casa”.

“Io non penso affatto, comunque siete libero di entrare, prego”.

Filippo si diresse con passo deciso verso il salotto, dove si trovavano Ortence e Madame. Oscar richiuse il portone alle sue spalle tirando un sospiro di sollievo: per fortuna che aveva ancora i vestiti con i quali quattro giorni prima era arrivata da Parigi! Raggiunse gli altri in salotto giusto in tempo per sentire Filippo chiedere di vedere Mademoiselle Constance.

“Mi dispiace molto che abbiate fatto tanta strada per niente, ma la mia graziosa ospite non abita più qui. Questa sera stessa ha deciso di tornare a casa sua a Parigi dopo il ballo”. Ortence ostentava una sicurezza che era ben lungi dal provare, ma non poteva rischiare di tradirsi.

“Ma davvero? E così questa sera secondo voi non ci sarebbe nessun altro in casa a parte la servitù?”

“Esattamente” replicò Ortence

“Beh, non è esatto veramente”

Filippo si voltò verso Oscar che aveva parlato, senza fortunatamente osservare il pallore di Ortence alle parole della sorella.

“Intendete dire che c’è un altro ospite oltre voi?”

“Non proprio… ma c’è anche Andrè, il mio attendente. Lo consideriamo uno di famiglia, non sarebbe giusto parlarne come di un domestico”

Filippo non parve particolarmente interessato alla cosa e chiese ad Oscar:

“Non vi dispiace vero se do un’occhiata in giro vero?”

“Affatto. Veda di non metterci troppo però, stavamo per andare tutti a dormire”.

Filippo di diresse con decisione verso il piano superiore e si mise a perquisire ogni singola stanza. Per essere sicuro controllò anche gli alloggi della servitù e le stalle, ma a parte l’attendente di Oscar ubriaco fradicio in cucina non trovò nulla di strano.

“Dovreste essere più severo con il vostro attendente de Jarjayes, non è bene permettere ai servi troppe libertà e un servo che tiene più ad una bottiglia di vino che a voi non è una compagnia abbastanza affidabile”

Oscar era furiosa per le parole dispregiative nei confronti di Andrè, in un’altra occasione si ripromise che gliel’avrebbe fatta pagare, ma in quel momento replicò soltanto:

“Non vi preoccupate, domattina avrà ciò che si merita. Ora che avete soddisfatto la vostra curiosità potreste essere così gentile da lasciare questa casa?”

“D’accordo… ma non finirà qui. Ci rivedremo Oscar Francoise de Jarjayes”

E con fare deciso se ne andò sbattendo la porta.

 

“Un problema è risolto” sospirò Ortence “ma ora che si fa?”

“Non preoccuparti, domattina per prima cosa costringerò Andrè a dirmi tutto, poi ce ne andremo di qua”.

Ma Madame aveva in mente qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe aiutato la figlia più di quanto lei stessa non avrebbe pensato.

“Oscar ascolta, non sarebbe meglio se… e se io e Ortence tornassimo a Parigi… “. Più ascoltava l’idea della madre e più le sembrava folle, ma in fondo forse aggirare l’ostacolo invece di prenderlo di petto questa volta poteva essere una soluzione, e poi aveva una gran voglia di vendicarsi di Andrè…

 

Continua…

 

 

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