Doppia Vita
Nella
notte buia una carrozza finalmente giungeva a destinazione. Due donne scesero
nei loro abiti lussuosi e si diressero confabulando a bassa voce verso l’ampio
portone d’ingresso.
“Entrate
madre, non è prudente parlare qua fuori”
Si
accomodarono sull’elegante divano di uno dei salotti a piano terra e ripresero
la loro conversazione.
“Certo
che quello che mi hai appena raccontato mia cara ha dell’incredibile!”
“Lo
so madre, ed ora come ora mi pento di aver raccontato tutto a Oscar, non oso
pensare cosa avrà combinato quella scellerata, chissà dov’è ora??!”
“Oh
ma io di questo non mi preoccuperei affatto mia cara, Oscar riesce sempre a
cavarsela in ogni situazione!”
“Ma
madre… voi non siete preoccupata?”
“Ora
che mi hai raccontato tutto direi di no… beh, non per lei almeno. Per Andrè
invece sì, molto, non so in cosa lo abbia coinvolto tuo padre, ma di sicuro è
qualcosa di molto rischioso, altrimenti non vedo il motivo di tenere Oscar
all’oscuro di tutto. E direi che a quest’ora la situazione di quel povero
ragazzo non potrà che essere peggiorata con l’arrivo di tua sorella!”
“Madre
voi mi stupite! Vi ho vista sconcertata dopo il mio racconto, ed ero convinta
che sareste stata molto in pena per Oscar, ed invece tutta la vostra
preoccupazione è per Andrè…”
“Beh
Ortence, se devo essere del tutto sincera sono preoccupata anche per lei, ma non
per i motivi che credi tu. Non ti sei accorta di quanto tua sorella sia
cambiata?”
“In
che senso madre? Io la trovo sempre cocciuta ed orgogliosa, che porti un paio di
pantaloni o un bel vestito!”
“Ovvio,
questo non cambierà mai, ma non ti sembra tutto così strano? Insomma, è da
una vita che tu e tutte le tue sorelle, per non parlare di Nanny, cercate di
convincere Oscar a vestirsi come una donna, anche solo per gioco, ma sbaglio o
non ci siete mai riuscite?”
“Infatti!
Proprio puntando su questo Oscar è riuscita a convincermi ad aiutarla!”
“E
non ti sembra strano che tutta la sua ostinazione sia crollata di fronte alla
prospettiva di aiutare Andrè?”
Ortence
non riusciva davvero a capire dove la madre volesse andare a parare.
“Non
capisco madre, lo sai che quei due farebbero qualunque cosa per aiutarsi, non è
un mistero!”
“Già,
ma dalle tua parole ne deduco che stasera non li hai visti ballare insieme,
vero?”
“Cosa?
Beh no, hai ragione, ma tu li hai visti allora, com’è andata? Lui l’ha
riconosciuta?”
“Non
lo so figlia mia, ma non penso. Tutto quello che so è che stasera per la prima
volta ho visto tua sorella con un’espressione in viso che ogni madre vorrebbe
vedere sul viso della propria figlia, anche se col timore che non sia per la
persona giusta”.
Ortence
spalancò gli occhi. Come aveva potuto non accorgersene? Aveva avuto la verità
sotto gli occhi per tutto il tempo e non era riuscita a coglierla.
Madame
si accorse del cambiamento d’espressione della figlia e sorrise.
“Non
preoccuparti cara, è comprensibile che tu non ci abbia pensato, in fondo quando
ti sei sposata Oscar era solo una bambina, e non hai avuto la possibilità di
vederli crescere come invece è capitato a me. Era da parecchio tempo che lo
sospettavo, ma solo stasera ne ho avuto la conferma”
“Ma
madre… proprio Andrè??!”
“Mi
stupisci mia cara, io sarei preoccupata si trattasse di chiunque altro!”
“Non
so madre… è tutto così complicato… io voglio molto bene ad Andrè e penso
sia un bravissimo ragazzo, ma Oscar è nobile, e come se non bastasse è pure un
militare, come potrebbe mai funzionare??”
“Non
lo so mia cara, ma probabilmente è ancora distante il momento in cui ce ne
dovremmo preoccupare. Tua sorella è così testarda che non lo ammetterebbe mai,
nemmeno con se stessa!”
“Cos’è
che non ammetterei mai madre?”
Madame
Jarjayes e Ortence si voltarono di scatto. Oscar era appena entrata nel salone e
si stava dirigendo verso di loro.
Ortence
le corse incontro e cominciò a rimproverarla:
“Ma
insomma Oscar si può sapere che hai combinato? E’ scoppiato il finimondo a
casa di Madame Boulle! E guarda il tuo bel vestito, è tutto sporco e
strappato!!”
“Senti
non mi sono certo divertita io stasera! E non è così facile trascinarsi dietro
senza dare nell’occhio un peso di 90 Kg!”
“Ma
cosa stai dicendo, cosa ti saresti trascinata dietro tu?”
“Già,
sono riuscita per miracolo a sottrarre Andrè dalle grinfie della duchessa, lo
aveva drogato e Dio solo sa cosa gli avrebbe fatto se non fossi intervenuta in
tempo!!”
“Ma…
e adesso lui dov’è?”
“E’
su, in camera mia”
“Che
cosa?? Lo hai portato qui??? Ma sei impazzita??”
“Senti
Ortence, cosa volevi che facessi…”
“ORA
BASTA!”
La
voce di Madame interruppe il battibecco tra le due sorelle. Oscar si volse
timidamente verso di lei. Come già al ballo si sentiva indifesa sotto lo
sguardo accusatore della madre, se almeno avesse avuto i suoi soliti vestiti…
“Perdonatemi
madre, so che vi devo una spiegazione, vedete… è iniziato tutto quando
Ortence mi ha raccontato di aver visto…”
“Lascia
stare come è iniziata tutta questa storia, tua sorella ha già avuto modo di
raccontarmi tutto, quello che voglio sapere ora è quali sono ora le tue
intenzioni!”
Oscar
osservava stupita la donna. Non si era mai resa conto di tutta la forza che
celava dietro la sua aria mite e comprensiva. Lo sguardo di Madame si addolcì
un poco:
“Ti
prego di raccontarmi cosa è successo questa sera, e poi cercheremo insieme di
trovare una soluzione, d’accordo?”
“Va
bene madre”
Oscar
iniziò il suo racconto, cercando di tralasciare le emozioni provate per la
prima volta quella sera, e quando ebbe finito il silenzio calò su di loro. La
prima a parlare fu Ortence.
“Qualunque
cosa deciderai di fare Oscar devi muoverti in fretta, il fratello della duchessa
sarà qui da un momento all’altro!”
“Lo
so Ortence, ma finché non avrò spiegazioni da Andrè non potrò prendere una
decisione, devo assolutamente prendere tempo, almeno fino a domattina!”
“Ma
come faremo a nascondervi? Setacceranno tutto il castello!!”
Fu
Madame ad intromettersi nella discussione e a portare la soluzione almeno
temporanea al problema.
“Per
questa notte una soluzione c’è, ma entro domattina dovrete andarvene,
capito?” e spiegò brevemente alle figlie cosa aveva in mente.
Ebbero
appena il tempo di preparare Andrè che le guardie bussarono violentemente alla
porta. Fu Oscar ad andare ad aprire.
“Ebbene
signori, non vi sembra un po’ tardi per una visita?”
“Voi
non sapete con chi state parlando, io sono Filippo, cugino di Re Luigi, e voi
chi sareste di grazia?”
“Io
sono Oscar Francoise de Jarjayes, comandante della Guardia Reale, questo
castello appartiene a Charles Windon, marito di mia sorella e questa sera sono
qui in visita con nostra madre. Cosa vi porta qui a quest’ora a disturbarci?
Sono sicuro che dobbiate avere delle motivazioni più che valide”
E
così quello era il famoso comandante della Guardia Reale… Filippo non aveva
mai avuto modo di incontrarlo di persona ma sapeva che sarebbe stato un errore
mettersi apertamente contro di lui.
“Sono
spiacente di disturbare, ma è successo un fatto molto grave a corte, e ho
fondati motivi per ritenere che il colpevole di tutto si trovi in questa
casa”.
“Io
non penso affatto, comunque siete libero di entrare, prego”.
Filippo
si diresse con passo deciso verso il salotto, dove si trovavano Ortence e
Madame. Oscar richiuse il portone alle sue spalle tirando un sospiro di
sollievo: per fortuna che aveva ancora i vestiti con i quali quattro giorni
prima era arrivata da Parigi! Raggiunse gli altri in salotto giusto in tempo per
sentire Filippo chiedere di vedere Mademoiselle Constance.
“Mi
dispiace molto che abbiate fatto tanta strada per niente, ma la mia graziosa
ospite non abita più qui. Questa sera stessa ha deciso di tornare a casa sua a
Parigi dopo il ballo”. Ortence ostentava una sicurezza che era ben lungi dal
provare, ma non poteva rischiare di tradirsi.
“Ma
davvero? E così questa sera secondo voi non ci sarebbe nessun altro in casa a
parte la servitù?”
“Esattamente”
replicò Ortence
“Beh,
non è esatto veramente”
Filippo
si voltò verso Oscar che aveva parlato, senza fortunatamente osservare il
pallore di Ortence alle parole della sorella.
“Intendete
dire che c’è un altro ospite oltre voi?”
“Non
proprio… ma c’è anche Andrè, il mio attendente. Lo consideriamo uno di
famiglia, non sarebbe giusto parlarne come di un domestico”
Filippo
non parve particolarmente interessato alla cosa e chiese ad Oscar:
“Non
vi dispiace vero se do un’occhiata in giro vero?”
“Affatto.
Veda di non metterci troppo però, stavamo per andare tutti a dormire”.
Filippo
di diresse con decisione verso il piano superiore e si mise a perquisire ogni
singola stanza. Per essere sicuro controllò anche gli alloggi della servitù e
le stalle, ma a parte l’attendente di Oscar ubriaco fradicio in cucina non
trovò nulla di strano.
“Dovreste
essere più severo con il vostro attendente de Jarjayes, non è bene permettere
ai servi troppe libertà e un servo che tiene più ad una bottiglia di vino che
a voi non è una compagnia abbastanza affidabile”
Oscar
era furiosa per le parole dispregiative nei confronti di Andrè, in un’altra
occasione si ripromise che gliel’avrebbe fatta pagare, ma in quel momento
replicò soltanto:
“Non
vi preoccupate, domattina avrà ciò che si merita. Ora che avete soddisfatto la
vostra curiosità potreste essere così gentile da lasciare questa casa?”
“D’accordo…
ma non finirà qui. Ci rivedremo Oscar Francoise de Jarjayes”
E
con fare deciso se ne andò sbattendo la porta.
“Un
problema è risolto” sospirò Ortence “ma ora che si fa?”
“Non
preoccuparti, domattina per prima cosa costringerò Andrè a dirmi tutto, poi ce
ne andremo di qua”.
Ma
Madame aveva in mente qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe aiutato la
figlia più di quanto lei stessa non avrebbe pensato.
“Oscar
ascolta, non sarebbe meglio se… e se io e Ortence tornassimo a Parigi… “.
Più ascoltava l’idea della madre e più le sembrava folle, ma in fondo forse
aggirare l’ostacolo invece di prenderlo di petto questa volta poteva essere
una soluzione, e poi aveva una gran voglia di vendicarsi di Andrè…