Doppia
vita
Una
lieve brezza aleggiava nella stanza, e i tiepidi raggi del sole accarezzavano il
viso del bel giovane addormentato. Lentamente cominciò a muoversi ma, ben lungi
dal sapere dove si trovava, il dolore lancinante alla testa gli impedì anche
solo di voltarsi per esplorare con lo sguardo l’ampia stanza. Non riusciva
neppure a tenere gli occhi aperti, e cercava malamente di fare mente locale agli
avvenimenti che lo avevano portato in quella situazione, anche se con scarso
successo.
Inizialmente
non si era preoccupato più di tanto, solo pochi giorni prima si era trovato
nella stessa situazione e la dolce voce di Rosalie era giunto a svegliarlo, ma
ora aveva la netta impressione che non avrebbe dovuto essere così tranquillo.
Lentamente
alcune immagini si fecero strada nella sua mente annebbiata, rendendolo conscio
finalmente degli ultimi ricordi della sera prima. Improvvisamente il viso del
giovane si fece vitreo, lentamente una lacrima scivolò sul cuscino. Non
ricordava molto, ma poteva facilmente immaginare il proseguimento, attentamente
programmato, della serata.
Finalmente
si decise ad aprire gli occhi. La stanza dove si trovava era molto ampia e
arredata con gusto anche se decisamente molto diversa dalla modesta ma
accogliente casa di Bernard. Non riusciva a ricordare come vi era giunto e
neppure gli importava, voleva solo andarsene di lì al più presto.
Con
il passare dei minuti la sua mente si liberò del tutto dai residui dannosi del
vino e della droga, rendendolo conscio della presenza al suo fianco.
Non
era ancora finita, l’umiliazione peggiore avrebbe dovuto ancora subirla, non
aveva ancora avuto il coraggio di girarsi a guardare quell’essere diabolico
sdraiato immobile al suo fianco.
Mentre
si voltava si chiese come sarebbe stato, solo per una volta, svegliarsi al
fianco dell’unica donna che avesse mai amato nella vita. Come sarebbe stato
bello accarezzare i suoi bellissimi capelli biondi, così simili a quelli della
duchessa Therese, così neri…
NERI???
Andrè
con un balzo si mise a sedere al centro del grande letto a baldacchino che
troneggiava al centro della stanza, fissando sbalordito la donna al suo fianco.
Forse
a causa del brusco movimento dell’uomo la donna lentamente aprì gli occhi,
fissando dolcemente Andrè come se svegliarsi accanto a lui fosse la cosa più
naturale ed abitudinaria della sua vita:
“Buongiorno”
Andrè
la guardava sbalordito senza capire più nulla. Chi era quella donna? Dove
l’aveva incontrata? Ma soprattutto… cosa ci faceva mezza nuda nel suo stesso
letto??
“Che
avete mio signore, non vi sentite bene?”
“Come
dite? Io veramente…”
“Avete
ragione! Non vi ho ancora ringraziato per la splendida serata mio signore, ora
riposate, vado a prepararvi qualcosa da mangiare!”
Con
un movimento aggraziato scese dal letto e si avviò verso la porta coperta solo
da una leggera vestaglia.
“Perdonate
se nella mia umile dimora non ci sono servitori, ma come immaginerete è meglio
così, sapete… dobbiamo essere discreti…”
La
donna uscì dalla stanza lasciando il povero Andrè nella più totale confusione
mentale.
Ora
finalmente si ricordava di lei. Avevano ballato insieme la sera prima, era la
stessa donna che era stata in grado di fargli provare sensazioni contrastanti,
era così… affascinante…
‘Ma
Andrè a cosa stai pensando!’ si rimproverò ‘Eri così disperato per aver
tradito la tua Oscar con la duchessa Therese… perché con questa donna
dovrebbe essere diverso?’
In
effetti non avrebbe dovuto esserlo, ma invece lo era. Forse il motivo è che non
riusciva ancora a capire il perché si trovasse lì con lei, forse perché era
talmente sollevato per essere scampato al suo orribile destino come aveva
pregato per tutta la sera…
“Dannazione!”
Andrè
saltò giù dal letto con un balzo. Con una rapida occhiata scorse i suoi
vestiti su una sedia, li prese e cominciò a vestirsi rapidamente.
All’inizio
non ci aveva pensato, ma ora il peso della responsabilità gravava pesantemente
sulle sue spalle. Come avrebbe spiegato al generale e alla regina il suo
tradimento? Come poteva raccontargli di essere scampato ai suoi doveri quando
neppure lui ricordava cosa era successo?
Finito
di vestirsi si diresse verso la porta quando questa si aprì di scatto,
mostrando una bellissima donna con un sorriso smagliante.
“Eccomi,
scusate se vi ho fatto aspettare, spero che questo sia di vostro gradimento”
“Mi
dispiace mademoiselle…”
Un
attimo di imbarazzo.
“…
Constance, in effetti ieri sera non credo di avervelo detto…”
La
ragazza abbassò lo sguardo.
Andrè
si sentiva malissimo, non sapeva cosa dire. Certo era facile pensare ai suoi
problemi, ma come poteva andarsene lasciandola senza una parola? Aveva uno
sguardo così innocente… no, in fondo era sparito per una intera notte,
qualche ora in più non avrebbe fatto alcuna differenza ormai.
“Grazie
mille mademoiselle Constance, questi biscotti hanno uno splendido aspetto, ne
prenderò uno molto volentieri”
Il
viso della ragazza parve rasserenarsi, anche se nella sua espressione c’era
qualcosa che Andrè ancora non riusciva a cogliere. Le sue parole così dirette
all’improvviso lo lasciarono per un attimo senza fiato:
“Voi
non ricordate nulla vero?”
Che
dire? Mentire? Ormai per lui non sarebbe stato così difficile però…
“Veramente
io…”
“Non
abbiate paura di dirmi la verità, non sono stupida, l’ho capito da sola che
un uomo come voi in circostanze normali non avrebbe mai fatto una cosa simile”
La
sua espressione era un po’ triste ma tranquilla. La sua bellezza e la sua
fierezza abbagliavano Andrè come solo un’altra donna era mai riuscita a fare.
“Vi
andrebbe una passeggiata?”
La
giovane lo guardò sbigottita
“Voi
avete ragione, non ricordo nulla, ma non ho ancora deciso se sono pentito o no
di quello che non ricordo di aver fatto, posso chiedervi di raccontarmi tutto
mentre facciamo due passi in giardino?
La
ragazza non rispose subito, ma poi, con fare forse un po’ brusco, rispose:
“Datemi
solo qualche minuto per vestirmi”
E
scappò via dalla stanza.
Rimasto
solo Andrè cercò di rimettere ordine nella sua testa, ma più ci provava e
meno ci riusciva. Ma come gli era saltato in mente di dirle quelle cose?? Lui
ERA pentito, non poteva essere altrimenti! Come aveva potuto anche solo per un
secondo pensare il contrario? Come faceva quella donna a sconvolgergli i sensi e
la mente a quel modo? Non sapeva
nulla di lei, soltanto un nome… no, non era solo quello. Ricordava bene ora di
averla notata subito al ballo, con quell’aria decisa ma allo stesso tempo un
po’ sperduta tra la folla…
“Basta
Andrè, ora basta!”
Si
voltò verso lo specchio e si vide come non si era mai visto prima: con il volto
arrossato, i lunghi capelli terribilmente in disordine ed i vestiti sgualciti.
“Cosa
significa tutto questo? Chi sei tu? Andrè davvero no, lui non si sarebbe mai
ridotto così, e tanto meno se ne starebbe immobile come un’ebete a parlare da
solo davanti ad uno specchio… per cosa poi?
Per una donna? Per una donna che non è… Oscar… Oscar dove sei?”
Oscar
sbatté violentemente la porta della stanza e si gettò sul letto. Iniziò a
prendere a pugni il cuscino, con un diavolo per capello:
“Ma…
come osa quel… quel… disgraziato! Ecco cos’è! La nonna glielo dice
sempre, e ha ragione! Ma come si permette di comportarsi in quel modo??? E con
la prima venuta per giunta! Mi fa una tale rabbia accidenti!!”
Dopo
aver distrutto mezza stanza però Oscar sembrava essersi calmata. Cercava di
riportare alla mente le parole della madre, per dare almeno un senso a quella
sceneggiata che, se solo suo padre ne fosse venuto a conoscenza, l’avrebbe
portata all’esilio.
<<
Allora Oscar è tutto chiaro? Ricorda che solo in veste di Constance potrai
riuscire a scoprire cosa sta succedendo ad Andrè! Se tu gli rivelassi tutto
mostrandoti per quella che sei potrebbe ricominciare a mentire come ha già
fatto in passato. Per tenerlo vicino a te però dovrai usare un piccolo
stratagemma… diciamo che prenderai esempio dalla duchessa Therese… >>
Alla
faccia del piccolo stratagemma! Stava per vomitare per tutte quelle paroline
sdolcinate e senza senso che era stata costretta a pronunciare poco prima! Fosse
stato per lei lo avrebbe svegliato puntandogli la spada alla gola e facendogli
sputare la verità a sangue!
Ma
la cosa che le dava più i nervi era quell’improvviso interesse nello sguardo
dell’amico, rischiava di mandare a monte tutto il suo piano! Secondo la sua
logica Andrè si sarebbe dovuto sentire terribilmente in colpa verso la giovane,
tanto da fare qualunque cosa per farsi perdonare, così lei avrebbe potuto
governare pienamente la situazione. Ma in quel modo quell’idiota era riuscito
a rivoltare la faccenda a suo vantaggio, come si sarebbe dovuta comportare ora?
Se
solo avesse avuto vicino Ortence o sua madre… in fondo lei cosa ne sapeva di
come ci si comporta?? La mattina se l’era cavata, ma se la situazione le fosse
sfuggita di mano…
“Insomma
Oscar ora basta, vedi di controllarti! In fondo cosa vuoi che ti succeda? E’
sempre e solo Andrè, avete vissuto assieme per anni ed ora ti terrorizza una
semplice passeggiata in giardino??”
Ma
era davvero il suo Andrè? Nelle ultime ore aveva cominciato a vederlo sotto una
luce completamente diversa…
“E
va bene… chiunque sia non ha importanza… non posso restarmene qua seduta in
eterno! Cercherò di scoprire tutto nel minor tempo possibile… non vedo
l’ora che tutta questa storia assurda finisca!