Era successo tutto troppo in fretta. L’ascensione del Sindaco, il diploma, la lotta tutti insieme… La sua partenza… Solo ora, chiusa nella sua stanza, l’enormità di tutto ciò le stava crollando addosso. Appena rientrata, Buffy aveva dovuto rassicurare sua madre, che sì, stava bene e che no, non era rimasta ferita: per più di mezz’ora, sedute una accanto all’altra sul divano, aveva finto…Sorrisi finti, tono di voce sicuro…tutto finto, pur di tranquillizzarla, e sembrava aver svolto bene anche questo compito perché quaranta minuti dopo, finalmente Joyce le aveva dato la buonanotte, lasciandola sola. Sola con sé stessa. E mai la solitudine le era pesata tanto. La stava dilaniando lentamente dall’interno, senza possibilità di guarigione… Con uno sforzo di volontà enorme, era salita in camera sua e si era ritrovata al buio, e non solo quello che c’era nella stanza, ma quello che c’era nel suo cuore, nella sua anima……E come se l’oscurità non bastasse, un gelo profondo e pungente aveva raggiunto le sue ossa, cominciando a farla tremare: i suoi piedi erano come incollati a terra, nonostante la sua forza di Cacciatrice, ora si sentiva una foglia in balia del vento e delle sue correnti. Non si era mai sentita così sola in tutta la sua vita…le sembrava che niente potesse più andare nel verso giusto, ora che lui se ne era andato, ora che l’aria stessa che la manteneva in vita sembrava esserle preclusa, ora che il suo mondo era crollato per non poter essere più ricostruito. Come in trance, tutto quello che riuscì a fare, fu cadere in ginocchio, ancora tremante: con le mani in grembo, rimase così – immobile, fissando il buio – per un tempo che a lei parve indefinito. Tutto quello che riusciva a percepire era il nulla, neanche il battito del suo cuore: per quello che le importava in quel momento, poteva anche non battere più… I suoi pensieri erano ancora saldamente ancorati su di lui. Su di Angel. Che se ne era andato. Per sempre. Lontano da lei. Dal suo cuore. Dalla sua vita. Questo solo riusciva a capire. Se ne era andato…e non perché le cose tra di loro non funzionassero più, ma perché voleva darle la chance di avere una vita normale: non aveva mai avuto una sola possibilità di fargli credere – credere veramente – che tutto quello che voleva era lui, e lui soltanto! E la possibilità di avere la felicità che si meritavano: oh, sapeva bene che c’erano dei limiti, ma era anche sicura che, col tempo, sarebbero crollati, grazie alla forza del loro amore, amore che l’aveva sostenuta in ogni momento terribile che aveva dovuto passare nella sua giovane vita. Avrebbe detto, fatto e dato qualsiasi cosa pur di farsi credere da lui, ma proprio non sapeva cosa fare, che parole dire… Tante volte gli aveva ripetuto che lo amava e che rappresentava tutto per lei e, nonostante questo, lui la aveva abbandonata, perché secondo lui meritava di meglio! Quando aveva visto la sua figura di spalle scomparire nella nebbia e nel fumo, avrebbe voluto corrergli dietro, gridargli tutto il suo amore e tutta la sua rabbia – rabbia, sì… - per questa situazione che si stava evolvendo come nessuno dei due voleva e aveva mai voluto…. Non poteva credere che a lui non importasse più di non vederla ogni giorno, ogni sera… Il solo pensiero di non poter più toccare quel viso dolce, tanto triste ma allo stesso tempo pieno d’amore per lei, e solo per lei, era una cosa che la straziava, che le dilaniava l’anima… Tutti questi pensieri fecero sì che la disperazione prendesse il sopravvento sull’apatia…un pianto incontrollato la stava ora dominando: le poche forze che ancora la sorreggevano, la abbandonarono definitivamente, facendola accasciare a terra. Si raggomitolò su un lato, in posizione fetale, coprendosi gli occhi con le mani, sperando che il buio avesse la meglio su di lei, inghiottendola, facendola sprofondare in un oblio eterno……Dove questo dolore insopportabile sarebbe stato annullato…dal nulla. Basta, non voleva più soffrire e sapeva – sentiva – che questo era solo l’inizio.
***
Una densa nebbia la circondava, quasi a volerla cullare in fredde braccia immateriali: ciò nonostante, avanzava a passi lenti ma decisi, senza sapere bene in che direzione si stesse dirigendo. Buffy poteva sentire solo silenzio e vedere solo la nebbia agitarsi in dense volute attorno a lei, fino a quando – poco più avanti – cominciò a vedere qualcosa: una figura indistinta stava prendendo forma davanti a lei e, non appena i suoi contorni si fecero più chiari, il suo cuore fece un balzo e il suo viso si illuminò di gioia…davanti a lei c’era lui, il solo amore della sua vita, l’unico che avesse mai dato un senso alla sua pazza vita…Angel…e questa volta non stava andando via da lei, ma si dirigeva proprio nella sua direzione! Stava tornando, non l’avrebbe più abbandonata! Voleva corrergli incontro, gettargli le braccia al collo per poterlo stringere forte e sussurrargli all'orecchio tutto il suo amore, per serrarlo al suo cuore e non lasciarlo più andare...ma non poteva. La nebbia l’aveva avvolta in un abbraccio sempre più stretto, fino ad impedirle anche il più minimo movimento: solo la testa era libera di vedere l’unico ‘uomo’ che avesse – e avrebbe – mai amato, avvicinarsele. Buffy non capiva perché le stessero impedendo di muoversi, ma con un’ansia sempre crescente, continuava a fissarlo, in quegli occhi così profondi come un oceano nella notte, quando…l’ansia si tramutò in orrore puro. Una nube nera, dapprima piccola, e man mano sempre più grande, si era avvicinata ad Angel, senza che lui se ne accorgesse, se non quando non fu troppo tardi: era a pochi passi da lei quando la nube nera – ma era qualcosa di più denso di una nube – lo iniziò ad inghiottire. Buffy poté osservare inorridita, e totalmente impedita a fare qualcosa, il volto che amava così tanto, contorcersi dalla sorpresa non appena realizzò cosa gli stava accadendo, sparire nella nube… Ma prima di essere inglobato al suo interno, Buffy poté sentire che lui pronunciava un’ultima volta il suo nome e poté così udire tutto l’amore che lui provava per lei. Lui l’amava ancora, niente era cambiato! Al che, non resistette più e iniziò ad urlare, chiamandolo, anche se inutilmente. La nube nera era rimasta di fronte a lei, fluttuante, quasi a volerle ricordare – come se ce ne fosse anche il minimo bisogno – che le aveva appena portato via la sua unica ragione di vita!
***
Buffy si svegliò di soprassalto, gridando ancora il suo nome e rendendosi lentamente conto che era stato un sogno: nonostante tutto, le rimase addosso una forte sensazione di disagio e dolore. Non poteva più correre da lui per farsi fugare i dubbi e le paure. Non aveva più un rifugio sicuro contro i dolori che i suoi sogni spesso le portavano. Non c’erano più quelle braccia forti in cui sentirsi a casa, al riparo da ogni male e da ogni sofferenza. Non c’erano più quegli occhi così profondi in cui perdersi, solo per essere ritrovata da un suo bacio. Non c’era più. Niente. Si sentiva bruciare gli occhi e dolere la testa: alla fine, si era addormentata, spossata dal pianto e dalla struggente solitudine in cui era precipitato il suo cuore e la sua stessa anima. Ma ora, man mano che riacquistava lucidità, la disperazione stava per essere sostituita da un’ansia dilaniante: Angel era in pericolo! Lo sentiva. Anche se sapeva che i suoi sogni non erano vere e proprie premonizioni, sapeva anche che rispecchiavano ciò che sarebbe accaduto…forse in maniera contorta ed enigmatica, ma avevano sempre avuto un fondo di verità. Ancora con la testa che le pulsava, si alzò e telefonò a Giles, mettendosi d’accordo per incontrarsi lì a casa sua, in modo da poter avere qualche minuto per rinfrescarsi e rendersi presentabile. Era in bagno, davanti allo specchio, che si asciugava il viso sperando di lavare via anche il mal di testa che sembrava non darle tregua, quando un urlo soffocato dall’incredulità le uscì dalla bocca, quasi senza che lei se ne rendesse conto……Nello specchio, vicino al suo riflesso, c’era lui, Angel, che la guardava fissa, con lo sguardo pieno di dolore. Buffy fece giusto in tempo a voltarsi per rendersi conto che era stata un’allucinazione! Lei era sola nella stanza, sola con sé stessa. E con il suo dolore insopportabile. Calde lacrime presero a scendere dai suoi occhi: appoggiata al lavabo, diede sfogo alla sua disperazione ancora una volta, anche se pensava di non avere lacrime a sufficienza…Lui era in pericolo, un pericolo mortale anche per lui, essere immortale, e lei non gli era vicino per aiutarlo ad affrontarlo! Il campanello la scosse dal leggero torpore che si era di nuovo impossessato di lei: asciugandosi il volto, scese ad aprire la porta: e il suo Osservatore era lì, nel suo solito abito di tweed, con un’espressione preoccupata in viso. Fin dalla telefonata aveva capito che la situazione era grave e aveva fatto il possibile per raggiungerla al più presto per paura che potesse agire troppo impulsivamente. “Buffy, ciao…Che succede?” Lo fece entrare e accomodare in soggiorno, anche se lei rimase in piedi, tormentandosi le mani mentre iniziò a spiegargli ciò che aveva visto. “Io…Io ho fatto un sogno…” Era esitante: quasi se – non parlandone – fosse meno reale…e meno pericoloso…ma sapeva che così non era. E infatti, proseguì a parlare. “Su Angel. Qualcosa lo sta minacciando e sta per portarlo via da questo mondo” Si sedette di fronte a lui. “Non posso star qui senza far niente. Anche se ora le cose fra noi……Mi deve aiutare a identificare questo…questo qualcosa. E al più presto” Giles, che era rimasto in silenzio ad ascoltarla, si tolse pensoso gli occhiali e cominciò a pulirne le lenti. “Certo…lo sai che puoi…puoi contare su di me. Devi solo dirmi di più, tutto quello che ricordi, su questo sogno e su questa…questa cosa” si alzò, inforcando di nuovo gli occhiali “Direi di andare a casa mia: sono riuscito a portarci tutti i testi che ho recuperato dalla biblioteca…potremo anche chiamare Willow e gli altri……sarebbero di grande aiuto” Buffy annuì, alzandosi anche lei e dirigendosi verso il telefono. “Li chiamo io ora, poi andremo tutti a casa sua” Avvisata la gang e lasciato un biglietto a sua madre – che era in galleria – si era diretta con Giles verso casa di lui. Passarono le ore, come in tante altre occasioni: tutti riuniti per le ricerche… Buffy pensò che quella era una delle due costanti della sua vita: qualsiasi cosa succedesse, poteva contare sui suoi amici…e poi, l’amore per Angel, che non sarebbe mutato mai, anche se ora lui non le era più accanto. “Ci siamo!” Fu Willow a rompere il silenzio e i pensieri dell’amica. “Credo proprio che sia…lui” Tutti le si fecero vicini, anche se fu Giles a chiederle di poter vedere il volume che aveva davanti. “La prego, signor Giles, mi dica di che si tratta…o impazzirò!” Buffy lo fronteggiava e non sapeva nemmeno lei se essere più impaurita o più ansiosa di dare la caccia a questa cosa…Ma quando vide la preoccupazione e l’orrore dipinti sul volto del suo Osservatore, del suo mentore - del suo amico - le si gelarono le ossa e non osò pronunciare una sola sillaba. “Abbiamo un problema…Un…un problema serio: questa cosa non può essere cacciata, almeno non in questo mondo…” Buffy lo fissò con aria interrogativa. “Cosa intende con ‘non in questo mondo’? Vuol dire che non posso fare niente?” Si portò le mani alla testa e fece qualche passo fino ad arrivare al bancone della cucina, dove rimase in silenzio, sentendosi sconfitta senza neanche aver potuto provare a fare qualcosa. Giles iniziò a leggere quello che Willow aveva trovato su ciò che minacciava Angel. “E’ un’entità di cui si ha notizia sin dai tempi più remoti: ha…ha avuto molti nomi, alcuni dei quali oggi sono andati perduti, ma ce ne rimangono altri. Oggigiorno si preferisce chiamarla La Nube Del Tutto E Del Nulla, altresì detta Bean-Nighe…Ben-Neeyan: in tempi molto antichi, di cui si ha memoria grazie a pochissimi scritti ritrovati in sperdute e remote zone d’Irlanda, era uno spirito presagio di morte” esitò un attimo e ne approfittò per togliersi gli occhiali e massaggiarsi la tempia “Ma il fatto più importante per noi è che…che non agisce in questa realtà, ed ecco perché non le puoi dare la caccia qui” Tutti erano stati zitti e fermi ad ascoltarlo: solo Buffy aveva continuato a tormentare una ciocca dei suoi capelli…Non riusciva a focalizzare completamente i suoi pensieri su quello che stava dicendo Giles, perché tutto il suo essere era ancora fermo al suo sogno – al suo incubo! – e ad Angel che spariva davanti a lei. Ma quando si accorse che Giles non parlava più, fece la domanda che era sulla bocca di tutti… “E in quale realtà, allora?” L’Osservatore la fissò per parecchi secondi, che a lei parvero durare un’eternità, dopodiché abbassò lo sguardo, chiudendo il libro e posandolo sul tavolino: inforcò gli occhiali e fu guardandola che le rispose. “Quella a cavallo tra la vita e la morte” Buffy lo guardò inorridita: sapeva che le tre realtà erano vicinissime ed era molto facile scivolare da una all’altra, senza possibilità di ritorno, una volta che si iniziava a scavalcarle… “Le sue vittime restano intrappolate tra le due realtà, fantasmi nella nostra e ombre nell’altra, destinati comunque a vagare senza pace ovunque si trovino…e un visitatore occasionale potrebbe facilmente rimanere incastrato in questa realtà: non esistono rapporti dettagliati in proposito…anche perché se è vero che solo una persona è mai tornato per raccontare la propria esperienza, purtroppo è morto quasi un secolo fa…ma dal numero di coloro che…che non sono tornati, si può dedurre che bisogna possedere una forza e una volontà fuori dal comune…Oltre ad un proposito puro e disinteressato ” Buffy si era accasciata sullo sgabello udendo le sue parole: ma la sua espressione si stava ora tramutando da disperata a determinata. Willow, che nel frattempo le si era avvicinata, notò questo cambiamento e le posò una mano sul braccio, facendola sobbalzare. “Scusa, non volevo farti spaventare…Ma non mi piace quello che ti vedo scritto in faccia…Buffy, cosa hai in mente? Non vorrai…?” Ora lo sguardo di Buffy era fisso in quello della sua amica. “Will, hai sentito che ha detto Giles…Solo chi ha forza e volontà particolari potrebbe sperare di farcela…E io credo di avere l’una e l’altra” Si era alzata, infervorata dal piano che le si stava delineando nella mente, avanzando verso il centro della stanza. “Buffy, ragiona: anche se le tue doti speciali ti permetterebbero di sopportare fisicamente l’esperienza, non sappiamo abbastanza cose su quella dimensione…Dio solo sa quali attacchi psicologici potresti subire…e non voglio neanche pensarci!” Il suo tono era andato alzandosi, man mano che la metteva in guardia…Anche se sentiva che stava combattendo una causa persa, doveva provare…provare a non farle correre rischi inutili. Ma c’era di mezzo Angel e Giles dubitava di riuscire a farla ragionare: era sempre stato così…ogni volta che era coinvolto, Buffy perdeva la sua freddezza di Cacciatrice e rimaneva semplicemente una ragazza perdutamente innamorata, che voleva battersi per il bene del suo amore…Questo lo capiva fin troppo bene. “Ma signor Giles, lo ha detto lei…e lo sa bene che ho le potenzialità per andare e tornare sana e salva. La prego, ho bisogno che lei mi aiuti, a cercare qualsiasi cosa – incantesimi, armi… - che possa essermi utile per distruggere questa Nube…La prego!” Continuava a cercare il suo sguardo, la sua approvazione…ne aveva bisogno, come sempre! Ora che si sentiva più sola che mai, aveva un disperato bisogno dei suoi amici per tentare il tutto per tutto. “Ma certo!” Non era stato Giles a parlare, ma Willow che aveva mosso alcuni passi verso il divano per dare una manata sulle spalle di Xander. “Sicuro, lo sai che puoi contare su di noi!” Willow lo aveva praticamente costretto a parlare, ma vedendo l’espressione sul volto di Buffy, fu felice di averlo fatto: era da molto che non la vedeva sorridere così. Detestava il pensiero che tutto ciò nasceva dal suo desiderio di proteggere Angel…Non lo aveva mai sopportato e neanche vedere felice Buffy lo aveva mai aiutato a sopportare la cosa: avrebbe preferito che questa Nube si portasse via il vampiro una volta per tutte, lasciando così la sua amica libera di avere una vita normale…ma no, lei doveva averlo accanto per essere felice...e chi era lui per mettersi in mezzo? Ci aveva già provato e non ne era uscito niente di buono. Decise che era più saggio appoggiarla e darle tutto l'aiuto che poteva. In fondo, erano amici da così tanto, e ne avevano passate così tante insieme, che almeno questo se lo meritava. “Xander ha ragione! Tu potrai contare sempre su di noi! Siamo amici, no?” Will la stava guardando con uno sguardo così entusiasta e così dolce allo stesso tempo, che non poté fare a meno di andare ad abbracciarla: era stata fortunata, tre anni prima, a fare subito amicizia con loro…e realizzò che, nel corso degli anni, la loro vicinanza e la loro conoscenza del suo segreto erano stati gli elementi fondamentali per la sua sopravvivenza e, cosa ancora più importante, per il suo equilibrio. “Grazie, ragazzi…sapevo di poter contare su di voi” Detto questo, si voltò verso Giles che alla fine sorrise e, rimessosi gli occhiali, infilò le mani in tasca e le rispose con un tono più calmo. “Lo sai che potrai contare anche su di me, ma devi promettermi che starai molto, molto attenta, anche più del necessario…” La guardò e lei – di rimando – annuì, regalandogli un sorriso luminosissimo. “Può starne certo!” Passarono tutto il pomeriggio e l’inizio di nottata sui libri, cercando un incantesimo che potesse aiutare Buffy nella sua missione, perché era apparso un primo, determinante ostacolo: una volta che avesse raggiunto la realtà di mezzo – come l’avevano ribattezzata – il pericolo era che sconfinasse nella realtà della morte, visto che le dimensioni non erano separate da muri visibili, era l’eventualità che più li spaventava. Se, infatti, dalla prima poteva tornare indietro, anche se tramite un rituale molto complesso, dalla seconda non poteva tornare…esisteva un incantesimo, ma era andato perso nel corso dei secoli. “Ehi, credo che ci siamo!” fu Willow a rompere il silenzio “Sentite qua: incantesimo di scudo per salti fra le dimensioni…Direi che è proprio quello che serve a Buffy!” “Fa vedere” Così dicendo, Giles si fece passare il libro, che a dir la verità, non era il solito tomo polveroso, ma un piccolo volumetto rilegato in pelle scarlatta: sulla copertina non riportava alcuna scritta, ma le pagine erano tutte ricoperte da scritte minutissime. “Uhm…Interessante: allora, secondo il libro, Buffy deve…deve purificarsi tramite delle erbe…Iperico, sorbo selvatico e primule secche, tutte cose che ho qui in casa….Oltre che a bruciarle e cospargerti coi loro fumi, dovrai anche farne un infuso e berne due tazze…ah! E dovrai portare dell’iperico con te, in caso d’emergenza. Ha proprietà terapeutiche , oltre ad avere grandi doti di difesa contro gli incantesimi…e anche un quadrifoglio, come arma ultima di difesa: se dovessi essere fermata da un incantesimo, nel caso che l’iperico non basti, potrai sempre usarlo: serve a spezzare un incantesimo, per quanto potente esso sia. Dopodiché, dovrai porti in meditazione e noi ti dovremo circondare, formando un cerchio chiuso…cerchio che non dovrà essere spezzato, per alcun motivo, per tutta la durata della tua permanenza nella realtà di mezzo. Per ritornare, noi non ti potremo aiutare in alcun modo: niente è descritto per come dovrai intraprendere la via del ritorno…dovrai essere tu a decidere quando iniziarlo e dovrai farcela con le tue sole forze…” Tutti gli sguardi erano rivolti verso di lui, pensosi ed attenti: Buffy era rimasta in piedi, vicino al divano, intenta ad assorbire qualsiasi particolare potesse venirle utile… “Lei dice che dovrò essere io a fare ritorno, da sola: ma come potrò? Io non so fare uso di magia, lo sa…” “No, da quel che ne sappiamo, non ti serviranno incantesimi per tornare…la tua forza sarà un elemento determinante, oltre a…” “Oltre a cosa? Prima non c’era nessun oltre!” Buffy era rimasta spiazzata da questa novità: lo si poteva capire dal suo tono di voce, che era diventato concitato e molto, molto allarmato. “Sì…in effetti, c’è una cosa che non avevo ancora detto: la persona che era riuscita a fare ritorno non è mai riuscito a spiegarlo, ma nel suo ritorno c’è stato un elemento segreto, un qualcosa che ha fatto sì che potesse tornare sano e salvo……Neanche dopo tanti anni di studi, si è riuscito a capire cosa sia questo fatto determinante: il sopravvissuto non aveva niente di particolare, niente che potesse ricondurre il Consiglio ad una soluzione chiara ed efficace per un’eventuale…ritorno in quella dimensione…” La sua voce era sconsolata: i ragazzi si persero d’animo a sentire Giles parlare a quel modo…Come potevano sperare, loro, di trovare una cosa che l’intero Consiglio di Osservatori cercava da anni, forse da secoli? “E con questo? Non mi darò per vinta: quando sarà il momento, capirò come fare per tornare qui!” Buffy aveva cercato di parlare con un tono che potesse rasserenare i suoi amici, anche solo per qualche attimo: ma in cuor suo, era spaventata quanto loro di non riuscire a capire cos’era quel qualcosa che le avrebbe permesso di tornare indietro…ma ora non voleva pensarci, voleva solo pensare ai preparativi che erano ancora da fare per poter partire. Ma prima, un’ultima domanda rimaneva ancora insoluta: domanda a cui Buffy aveva un disperato bisogno di risposta. “Signor Giles: come posso eliminare la Nube?” Giles alzò lo sguardo dal libricino che ancora teneva in mano, e lo rivolse verso di lei. “Beh, da quel poco che si sa, nessuno ci è mai riuscito…quindi, non…non ti posso dire niente che sia suffragato da prove precedenti. L’unica cosa fondamentale per la riuscita della distruzione è il tuo intento. Quanto più puro e disinteressato sarà, più opportunità avrai di riuscire a distruggerla. Dagli scritti del Consiglio, ti posso dire che l’elemento per cui i tuoi predecessori avevano fallito, era…era la mancanza di convinzione nel proprio intento…alla fine, spossati dai continui combattimenti e ostacoli, si erano persi d’animo e questo è stata la causa della loro rovina” Buffy si era appoggiata allo schienale del divano, leggermente turbata da quello che aveva appena sentito: di una cosa era più che mai certa…e cioè del suo intento! Niente e nessuno l’avrebbe potuta farla desistere! Avrebbe continuato a lottare fino ad arrivare allo stremo delle forze, se fosse stato necessario, ma avrebbe impedito alla Nube di far del male ad Angel. “Allora io non corro questo pericolo: il mio intento è quanto mai determinato e puro…voglio solo impedire alla Nube di fare qualsiasi cosa contro Angel…A questo punto devo solo sapere una cosa: visto che andrò a darle la caccia prima che possa fare anche la minima mossa, se per caso stesse affrontando un altro nemico, che dovrò fare? Aspettare che la loro lotta finisca o approfittare dell’occasione e attaccarla mentre è impegnata su un altro fronte?” Giles rimase pensoso: togliendosi gli occhiali, si mise seduto al tavolo, fissando per qualche secondo i libri accatastati su di esso, dopodiché la guardò. “Dovremo fare un’ulteriore ricerca: non so darti una risposta certa a questa domanda e anche se la logica suggerirebbe di approfittarne, sarà meglio…approfondire la questione” Altre ore passarono, lente: ognuno di loro aveva sfogliato libri su libri, senza trovare, per il momento, una risposta valida e sicura. Giles, Willow e Xander erano seduti al tavolo: il viso spossato dalla stanchezza, non si erano fermati se non per una tazza di caffè…stavano sfogliando quello che secondo loro doveva essere il centesimo libro della nottata…ma la frustrazione per la ricerca vana, non li aveva fermati, né rallentati. Buffy aveva svolto la sua ricerca sul divano: ma a metà nottata, si era addormentata. Gli altri lo avevano notato, ma avevano deciso di non svegliarla: di comune accordo, decisero che era meglio se riposava, accumulando così energie per questa missione che si stava rivelando una delle più pericolose che avesse mai affrontato. Dall’altra parte della città, Angel era tornato al suo vecchio appartamento, per prendere le sue cose, per poterle trasportare a Los Angeles. Non avrebbe immaginato che tornarci avrebbe risvegliato in lui un tale dolore, una tale sofferenza. Ogni angolo della casa trasudava della sua presenza, del suo essere: era come se la sua voglia di vivere fosse rimasta lì, pronta ad aspettarlo al suo rientro… Il suo profumo era ancora nell’aria, come se fosse appena andata via… La sua immagine era ancora nella sua mente, e dubitava che l’avrebbe mai abbandonata. Le sue parole, ora dolci ora taglienti, ancora lo sferzavano, come fruste invisibili ma che lo toccavano nel suo io più profondo. Anche se continuava a ripetersi che era la cosa migliore da fare, che lo faceva per il suo bene, non riusciva a togliersela dalla testa…… Ma ci sarebbe mai riuscito? Ne dubitava fortemente, ma doveva provarci: non poteva toglierle la possibilità di avere un futuro sereno, alla luce del sole…e con lui questa opportunità le era preclusa. Da sempre. E per sempre. Aveva raccolto le sue cose in soggiorno, ed era passato così alla camera da letto: non riuscì quasi a sopportare la vista di quell’angolo di casa sua…echi lontani di un passato così felice e doloroso allo stesso tempo lo sommersero, facendolo tremare fino alle ossa. Non riuscendo neanche più a stare in piedi, si accovacciò sul letto, aggrappandosi alle coperte come se fossero la sua unica ancora di salvezza…ma niente poteva salvarlo, in quel momento: era talmente soffocato dai ricordi e dalle emozioni che ne scaturivano, che non si accorse che, dietro di sè, apparve una nube nera, quasi viva, nei suoi movimenti di volute…Nube che si avvicinò sempre di più, finché non fu ad un passo da lui: solo in quel momento Angel si accorse di questa presenza e provò ad evitarla, ma senza successo. Gridò il suo nome, il nome di Buffy, per un’ultima, dolorosa volta…ma tutto fu inutile. In un attimo, era sparito all’interno della Nube. Ed essa con lui. “Angel!!!” Buffy si risvegliò bruscamente dal sonno agitato in cui era caduta da qualche tempo. Tutti avevano pensato che un sonno agitato fosse sempre meglio che niente, in quel momento di necessità. Ma quando la sentirono urlare il suo nome e la videro svegliarsi con gli occhi spalancati dal terrore, non seppero che fare, se non andarle accanto, tutti. Fu Willow a parlare per la gang. “Buffy, che succede? Cosa hai visto?” La Cacciatrice era scossa da violenti brividi, il sudore colava lungo le sue tempie e gli occhi le si erano riempiti di lacrime. “Angel…E’ stato preso dalla Nube…Sono in ritardo: devo andare! Subito!” Questa volta fu Giles a replicare. “Ma non puoi andare ora! Non puoi andare finché non avremo saputo se potrai affrontarla mentre è impegnata con qualcuno altro…Non vorrai rischiare di trovarti impreparata, vero? Tanto più adesso che ha preso Angel…” Il suo tono era grave, e sottolineava il fatto che la lotta che si sarebbe trovata davanti non sarebbe stata all’acqua di rose. “Ma signor Giles…lo ha portato con sé nella sua realtà e io non voglio perdere neanche un minuto di più a parlare di questo. Andrò, con o senza la sua approvazione!” Buffy era scattata in piedi, a fronteggiarlo senza la minima esitazione. Tutta la paura era scomparsa momentaneamente dalla sua voce, lasciando spazio solo alla determinazione. Neanche il suo Osservatore le avrebbe impedito di iniziare il suo viaggio. Giles fu decisamente contrariato dalla sua reazione: non voleva farle correre inutili rischi, non se ne rendeva conto? Temeva che la sua impulsività, la sua debolezza – in fondo, il fatto che Angel fosse coinvolto così strettamente, gli faceva temere per l’obiettività di giudizio di Buffy – l’avrebbe portata alla rovina. Ma preferì non esternarle questi suoi pensieri: al contrario, cercò di farla ragionare. “Buffy…io non ti sto dicendo di non andare, ma solamente di aspettare ancora qualche ora…Visto che dovrai affrontare quest’entità, vorrei che almeno fossi ben equipaggiata” Buffy l’aveva ascoltato, dritta in piedi davanti a lui, ma appena aveva finito di parlare, gli aveva girato le spalle, per prendere il suo giubbotto e dirigersi verso la porta. “Giles, capisco i suoi timori, ma lei deve anche capire i miei: nessuno riuscirà ad impedirmi di partire, adesso! Quindi, ora io vado a casa a cambiarmi e a purificarmi, come da manuale…” prese le erbe che Giles aveva selezionato ore prima “Sarò pronta per l’incantesimo di scudo fra mezz’ora: vi prego, venite a casa mia per aiutarmi…Lo sa che non potrei farcela senza il vostro aiuto” Detto questo, aprì la porta e scomparve dietro di essa. L’oscurità era profonda per le strade di Sunnydale. In strada, risuonavano solo i passi di Buffy: nessun rumore intaccava la perfezione di quella notte. Non fosse stato per il momento decisamente no, anche lei avrebbe desiderato ammirare la stellata che ricopriva l’intero suolo cittadino…Ma ora, nella sua mente, si affollavano ogni tipo di pensieri: chissà se Angel era ancora ‘vivo’ e chissà cosa gli stava facendo ora la Nube…Era anche preoccupata per la riuscita della sua impresa: nonostante il suo tono sicuro con Giles e gli altri, in cuor suo non era così convinta di riuscire a farcela. Ma doveva accantonare questi pensieri, e concentrarsi solo su di lui. Angel. Solo questo doveva contare per lei, ora. Ed era sicura che sarebbe stato così per sempre. Ma questo era un altro discorso, che avrebbe affrontato al suo – al loro - rientro. Era finalmente arrivata a casa: sua madre era già a letto, profondamente addormentata. E per questo fu immensamente sollevata: non se la sarebbe sentita di affrontare il discorso con lei, di convincerla che doveva assolutamente andare…Tutto questo le era stato, per fortuna, risparmiato. Andò in camera sua, per mettersi degli abiti più comodi, e riempì la sua sacca con armi di ogni tipo. Dubitava che nella altra realtà potessero esserle d’aiuto, ma preferiva non correre rischi di non portare qualcosa che, eventualmente, le potrebbe servire. Scesa dabbasso con la borsa, preparò le erbe: una parte le mise in infusione, e dall’odore che ne derivò, sperò che il sapore non fosse altrettanto terribile, mentre l’altra parte la usò per bruciarle e cospargersi dei fumi. Adempiuto anche a questi doveri, Buffy sentì un leggero bussare alla porta sul retro, e andata a controllare, trovò tutti i suoi amici, anche il signor Giles, che erano lì, pronti ad entrare e ad aiutarla. Buffy sorrise non appena li vide.“Forza…Entrate!” Decisero di andare in cantina: sperando che il luogo rimanesse abbastanza isolato dal resto della casa, speravano anche che nessuno li avrebbe disturbati. Tutti si misero in cerchio, seduti, intorno a Buffy, seduta anche lei. “Da adesso in poi, Buffy, nessuno parlerà più: una volta che entrerai in meditazione profonda, ti sentirai attratta dall’altra dimensione…tu non combattere quest’attrazione, ma lasciati andare…riuscirai così ad arrivarci senza traumi. Noi, da questa parte, non spezzeremo mai il cerchio, in modo da accogliervi quando farete ritorno. Hai qualche domanda?” Buffy lo guardò pensosa, dopodiché gli fece un debole sorriso. “No, direi di no…Voglio solo cominciare il mio viaggio. Fatemi gli auguri” Nessuno replicò, ma stettero ad osservarla chiudere gli occhi e respirare sempre più profondamente e lentamente, fino a che dovettero fare molta attenzione per notare i suoi respiri…ad una prima impressione, sembrava quasi che avesse smesso di respirare…Ma ora la loro attenzione fu attratta da un cono di oscurità che apparve pian piano, sempre più vicina a Buffy, fino a che lei scomparve in essa. Tutti trattennero il respiro, dal momento della sua comparsa fino a che inghiottì la loro amica. I loro cuori stavano battendo all’impazzata e il loro rumore li stava quasi facendo impazzire. ‘Respira piano…così, concentrati sulle parti del tuo corpo, sempre più attentamente…’ Buffy stava lentamente cadendo in uno stato di torpore e incoscienza vigile, però: non sapeva neanche lei spiegarlo bene, ma era conscia dei suoi amici intorno a lei, mentre cercava di rallentare la sua respirazione…e ci stava riuscendo, perché si sentì attratta da qualcosa, proprio come aveva detto il signor Giles: appena ne percepì la presenza, cercò di combattere contro l’istinto che le diceva di opporcisi, cercando di respirare sempre più profondamente, cercando di lasciarsi trasportare da essa. Improvvisamente, un freddo pungente, le attraversò le ossa, facendola tremare…aprì gli occhi, ma non riuscì a vedere nulla, se non buio, ovunque: sopra, sotto e tutt’intorno…Dominò a fatica il panico che stava crescendo dentro di lei, mantenendo la mente lucida: ci riuscì solamente concentrandosi su di Angel, sulla sua figura che sempre le aveva ispirato fiducia e protezione. Angel doveva essere il suo faro nella notte. Così come era cominciato, il freddo svanì: subito, si rese conto di aver ‘atterrato’ su di una qualche superficie: anche se non riusciva a distinguere di cosa era fatta, era abbastanza solida da arrischiare a fare qualche passo su di essa. Si accorse solo ora di non avere più la sua borsa con sé: non era certo una cosa che le faceva piacere…si sentiva più sicura con le sue armi accanto, come una sorta di coperta di Linus…ma non c’erano, e doveva farne a meno. E ce l’avrebbe fatta anche senza di esse. Ne era certa. Doveva iniziare subito a cercare Angel. Neanche un secondo doveva andare sprecato. Stava girando, alla sua ricerca, senza sapere bene dove stesse andando…Molti minuti – ore? – passarono così: un senso di frustrazione stava lentamente crescendo in Buffy…Stava solo sprecando tempo! Non concludeva niente…addirittura, le sembrava di stare girando in tondo… Si fermò, per osservare quello che la circondava: non che durante tutto il tempo già trascorso, fosse cambiato qualcosa! Una nebbia densa e grigia era la sola cosa che potesse vedere: si rese conto che stava perdendo fiducia…e ripensò alle cose che le aveva detto Giles, cioè che l’intento doveva sempre essere la cosa davanti a tutte le altre. Decise così di mettersi seduta: chiusi gli occhi, cominciò a respirare profondamente, lentamente, focalizzando i suoi pensieri su di Angel…e dopo pochi secondi, vide con gli occhi della mente, la direzione da seguire! Percepì anche la sua presenza…Finalmente! La speranza si riaccese nel cuore di Buffy, anche se sentiva che lui era in pericolo, e questo pericolo si faceva via via più forte e incombente! Rialzatasi, corse seguendo la direzione che aveva ‘visto’ e, mentre aumentava la distanza che aveva percorso, aumentava anche la visibilità della zona che stava per raggiungere: la nebbia si stava diradando, lasciandole vedere un paesaggio brullo, senza vegetazione o altro segno di vita…ma se lo aspettava, e non ne rimase sconvolta più di tanto. Arrivò ad un punto in cui la nebbia era solo alle sue spalle. Davanti a lei, solo devastazione: terreno come bruciato si espandeva a vista d’occhio…per quanto si sforzasse, non riusciva a scorgere nient’altro. Il paesaggio brullo e deserto si estendeva a vista d’occhio. Decise di incamminarsi, andando sempre dritta: dopo aver percorso qualche centinaio di metri, si fermò all’improvviso…era sicura di aver udito qualcosa, qualcosa di familiare……Si concentrò più a fondo e la riconobbe…La sua voce! Era Angel! Cercò di rimanere calma, e chiuse gli occhi, respirando piano, per cercare di identificare la direzione da cui proveniva la voce…qualche istante dopo, riaprì decisa gli occhi! Aveva capito, sapeva dove cercarlo! Corse spedita nella direzione in cui il cuore, e anche la ragione, le dicevano che Angel si trovava…e percorse ancora poche centinaia di metri, lo trovò! Ma non era preparata alla vista di quello che la aspettava……Angel si trovava legato saldamente ad un braccio della nube e era lasciato sospeso su di un burrone… Lentamente, Buffy si sporse per vedere cosa si trovava al di sotto, e con orrore, non riuscì a vedere nulla……Neanche la fine, niente di niente, solo oscurità. Il cuore le prese a battere sempre più veloce, fino a risuonarle nelle orecchie. Cercò di calmarsi e di riprendere il controllo di sé: aveva bisogno di tutte le sue forze, ora più che mai. Si allontanò dal ciglio del burrone, per dirigersi lentamente verso di lui: poté così notare che solo la Nube lo tratteneva dal precipitare in quel nulla che aveva appena osservato. Il suo volto era una maschera di dolore, segno che la Nube gli stava infierendo qualche altra pena, e lei non poteva sopportare oltre di vederlo così. Fece un rapido giro intorno a lui e intorno al braccio della Nube: sembrava che, se faceva da semplice osservatrice, non preoccupasse l’entità, che la ignorava del tutto. Poté così vedere che la Nube posava su di una roccia estremamente frastagliata, posata anch’essa sul ciglio del burrone: la questione era come liberare Angel senza farlo cadere ed eliminare il pericolo della Nube. Si impose di pensare a una cosa alla volta, e la priorità doveva averla la liberazione di Angel. Il punto era come far mollare la presa in tempo affinché lei potesse afferrarlo…Decise che l’unica cosa da fare era provare a passare in mezzo alla nube, proprio nel punto in ci si veniva a creare il braccio che lo teneva prigioniero e sperare che il braccio non precipitasse all’istante…era un azzardo, ma si accorse che non aveva altre possibilità: cercò dentro di sé tutta la concentrazione necessaria, e preso un respiro profondo, partì, decisa più che mai a liberarlo! La sua corsa non fu interrotta dall’impatto con la Nube, come in un primo momento aveva creduto possibile, ma ne sentì la consistenza sulla pelle: un freddo tagliente la attraversò come pura energia, quasi come se il freddo fosse la sua stessa sostanza…Buffy non fermò la sua avanzata ma continuò, lottando contro il freddo che la voleva immobilizzare, pensando solo a lui e alla sua salvezza…Come uno schiaffo, riapparve dall’altro lato del braccio, il freddo tutto ad un tratto era scomparso: si voltò subito e vide con somma gioia che il braccio era separato dal corpo principale…e stava lentamente avviandosi a cadere nel burrone! Sopraffatta dall’orrore, Buffy si precipitò a trattenere Angel dal cadere anche lui, e ci riuscì, anche se per un soffio…Gli prese la mano, proprio nel momento in cui il braccio della Nube lo stava lasciando andare: con la coda dell’occhio, poté vedere quest’ultimo riattaccarsi al corpo principale, che stava emettendo uno strano suono, che non preannunciava nulla di buono, Buffy ne era certa…Ma prima di preoccuparsi della Nube, doveva mettere in salvo Angel: con uno sforzo, riuscì a sollevarlo, fino a sdraiarlo a terra…notò con sollievo che era ancora ‘vivo’…e lo chiamò, per cercare di capire se era ancora in sé o se la Nube aveva inferto sofferenze tali da non farlo svegliare più. “Angel…ti prego, rispondimi, Angel…O mio Dio, fa che non sia…” Improvvisamente, Buffy sorrise: Angel aveva cominciato a muoversi e a muovere le labbra, anche se nessun suono usciva da esse. Le sembrò che il Sole avesse raggiunto quelle sperdute lande e le avesse inondate con il suo calore…Era salvo! Aprì gli occhi e appena la vide, le sorrise debolmente. “Buffy…ma cosa?” “Shhh…non dire niente, risparmia le forze per dopo, quando ce ne andremo da qui…anche se vorrei avere anche solo la vaga idea di come faremo ad andarcene…L’importante è che tu stia bene” Mentre lei parlava, si era leggermente rialzato, fino a che i loro occhi furono alla stessa altezza. “Quella cosa…mi ha preso prima che potessi fare qualcosa…Ma, è proprio dietro di noi!” Buffy si girò e poté vedere che stava lentamente avanzando verso di loro, mentre i suoni che provenivano dal suo interno si facevano più forti e inquietanti. “Lo so, non ti preoccupare, ci penso io…tu pensa solo a recuperare le forze…” Buffy lo aiutò a rimanere seduto e fece per rialzarsi quando sentì che Angel la tratteneva per un braccio. “Che c’è?” “Prendi questo” Guardò dentro la mano che le stava tendendo e vide che all’interno c’era il Claddagh, quello di Angel…Sentì che i suo occhi si stavano riempiendo di lacrime, e quello non era assolutamente né il momento né il luogo adatto per un pianto. Le stava dando il suo amore – visto che il suo cuore le apparteneva già – come sostegno e come prova che niente era cambiato. Nonostante tutto. “Angel, io…” Lui le mise l’anello nella catenina che teneva al collo, visto che era troppo grande per portarlo al dito, e le strinse la mano. Tutto il suo amore le stava ora scaldando non solo la mano ma anche il cuore, che da giorni non conosceva altro che dolore e solitudine. “Non dire niente, prendilo e basta. Tienilo con te: sarà come se ci fossi io al tuo fianco…Ma lasciami solo recuperare le forze e….auch!” Aveva provato ad alzarsi, ma il tentativo era miseramente fallito: la Nube, a quanto pare, gli aveva inferto più danni di quello che un comune osservatore potesse notare. “No, non ti muovere. Cerca solo di riprendere le forze, mentre io me la vedo con la Nube…Tornerò, e ce ne potremo finalmente andare” Angel non poté fare altro che guardarla andare a combattere: durante tutti quegli anni, era riuscito sempre a starle accanto, palesando o no la sua presenza, ma aveva sempre e comunque cercato di proteggerla, nel solo modo che conosceva: amandola, cullando il suo cuore nelle sue mani, tentando di tenerlo al caldo e al riparo da ogni bruttezza che era là fuori. Se il destino aveva fatto di lei una Cacciatrice, aveva altresì concesso alle loro anime di trovarsi e di completarsi a vicenda…anche se era stato tanto beffardo da togliergli tutto proprio quando avevano deciso di scoprire i loro sentimenti reciproci… Cercò di stare al riparo, pronto in ogni momento a saltare fuori e ad aiutarla, anche se si sentiva molto debole…Maledizione! Quell’entità gli aveva fatto qualcosa che lo aveva completamente debilitato! C’era qualcosa di strano nella sua situazione… Buffy aveva quasi raggiunto la Nube, che avanzava ancora verso di lei: i suoni dal suo interno non si erano fermati e le orecchie iniziavano a dolerle…dovevano avere una frequenza più alta di quella che poteva sopportare, e sentì che non avrebbe resistito molto a lungo ad un attacco del genere. Con una mano, sentì la presenza delle erbe che aveva nella tasca, ma pensò che non era il caso di sprecarle fin dall’inizio…voleva serbarle per il ritorno…perché loro sarebbero tornati! Si fermò, a studiare le sue mosse: vide che l’entità continuava nella sua lenta avanzata, rimanendo sempre informe. Si fermò quando fu ad un metro circa da Buffy: lei poteva sentire un freddo pungente, freddo già conosciuto allorché l’aveva attraversata poco prima…Ci volle tutta la sua concentrazione per non permettere al freddo di bloccarle gli arti, e decise che doveva tentare il tutto per tutto…fece così la prima mossa. Visto che non aveva armi, decise che l’unico modo per provare ad infliggerle qualche danno, era attraversarla, ma sapeva per esperienza che la cosa sembrava non arrecare problemi all’entità…però…la prima volta non aveva provato a far uso delle erbe mentre si trovava la suo interno! Proprio mentre stava pensando a questa differenza, la Nube attaccò: divisasi in tanti rami, tutti lunghi, si diresse verso Buffy e la circondò con ognuno di questi nuovi tentacoli… A nulla valse l’urlo di Angel, lei non riuscì ad evitarli, almeno non tutti…Infatti, si trovò bloccata le braccia, ma le gambe riuscì a tenerle libere, saltando ed evitando i tentacoli più bassi. Si stava dimenando, cercando in tutti i modi di liberarsi, ma senza risultati: i suoi colpi andavano ogni volta a vuoto, mentre la stretta della Nube le stava facendo perdere sensibilità alle braccia, quando…all’improvviso, i tentacoli abbandonarono la presa, come scottati. Buffy non riuscì a capire cosa avesse prodotto quella reazione, anche se era più che intenzionata a scoprirlo: girò attorno alla Nube, cercando un punto debole che non trovò…non era in grado di riconoscerne uno, così decise di fare quello che faceva sempre in situazioni disperate: affidarsi all’istinto, che finora non l’aveva mai tradita. Chiuse gli occhi, e si lanciò all’interno della Nube. Angel quasi credette di morire quando la vide scomparire nell’entità che sembrava inattaccabile! Se avesse potuto, avrebbe trattenuto il fiato per l’ansia, ma…si accorse che lo stava già facendo!!! Respirava, sentiva dolore molto più che prima e si sentiva anche più debole che prima…Era totalmente sconvolto da questo avvenimento, che non era successo tutto ad un tratto, ma gradualmente…se ne sarebbe accorto, se no. Cercò di rimettersi in piedi ma fallì miseramente: decise così di aspettare ancora qualche attimo, mentre osservava l’evolversi della situazione di Buffy, che si trovava ancora all’interno della Nube. Buffy riaprì gli occhi e si ritrovò davanti lo spettacolo di poco prima…una nebbia densa dovunque intorno a lei. Questa volta riuscì ad ignorare completamente il freddo: si mise seduta al suo interno e respirò profondamente……improvvisamente, il viso di Angel le si fece chiaro negli occhi della mente! Ma certo, Angel le aveva dato il suo Cladddagh….valeva la pena tentare! Si sfilò la catenina in cui le aveva infilato l’anello e iniziò a farlo roteare intorno a lei, come un lazo…e successe finalmente quello che stava cercando di fare da molto! La Nube iniziò ad emettere rumori ancora più assordanti, che le fecero dolere le orecchie…ma resistette, ancora e ancora, con la catena che girava e che emanava ora una luce dorata, fulgida e splendente, che sembrava ferire la Nube, letteralmente. Infatti, iniziò a disgregarsi, in tante piccole entità che non seppero però resistere alla forza della luce emanata dall’anello e si dissolsero nell’aria intorno a lei. Quasi incredula, si fermò a fissare il vuoto intorno a lei, poi si girò e corse verso Angel, che nel frattempo si era alzato e si stava dirigendo verso di lei. “Angel, attento…sei ancora debole, non ti devi affaticare!” Mentre lei allungava un braccio per aiutarlo a stare in piedi, lui glielo afferrò e la attrasse a sé, fino a baciarla. “Buffy…” Quasi aveva paura a parlare, a dirle quello che era successo: quante volte erano già stati beffati dal destino, che gli faceva vedere quello che più desideravano per poi toglierglielo per sempre? Troppe, decisamente…………. Ma decise anche che non poteva nasconderle nulla, neanche avesse veramente voluto. “Io…respiro. Non so come sia successo, o quando, ma è reale, almeno adesso. Io…io davvero non capisco come possa essere accaduto…” Buffy lo stava guardando a occhi aperti, quasi spalancati…Non riusciva a credere a quello che le stava dicendo…Era vivo! VIVO! Mentre i loro occhi erano ancora intrecciati in uno sguardo che significava più di mille parole, la luce fulgida e dorata proveniente dall’anello, ritornò a brillare, avviluppandoli in un fascio luminoso, da capo a piedi… E in questo fascio di luce dorata, dettero libero sfogo a tutto l’amore celato nei loro cuori…mesi e mesi avevano tentato di illudersi che potevano andare oltre, passare sopra a quello che c’era stato tra loro, ma in quel momento, nulla importava più. C’erano solo loro due, ed erano insieme. Questo contava. Veramente. Le loro labbra si trovarono, porti sicuri da qualsiasi pericolo o dolore…le mani attraversarono i loro corpi come chi conosce bene la strada da percorrere. Solo lui, nel suo cuore… Solo lei, nella sua anima… Solo felicità, in cuori troppo duramente provati dalla vita… Solo estasi, per chi amava veramente… Solo loro. E nulla più. “Buffy…” Fu Angel a riprendersi per primo: si erano addormentati, dopo aver ceduto ala passione che li divorava da mesi, da anni… “Uhm…Ma cosa…?” Si resero conto che si stavano svegliando, e se pur felici, coi cuori che cantavano di gioia, erano ora preoccupati di aver passato troppo tempo in quella dimensione…di rimanerci intrappolati. “Bisogna far presto…dobbiamo assolutamente fare ritorno a casa…Dopo cercheremo una conferma e una spiegazione a ciò che ti è capitato…” Rivestitisi, si incamminarono nella direzione da cui Buffy era venuta…almeno, le pareva quella, visto che in breve tempo si ritrovarono allo stesso punto di partenza. “Maledizione! Stiamo perdendo tempo…Dobbiamo tornare indietro!” Buffy stava perdendo la calma: ora più che mai, voleva tornare a casa per sincerarsi che il cambiamento di Angel fosse definitivo…Lui le stava accanto, cercando di mantenerla calma: in quel momento, non dovevano assolutamente perdere la testa. Ma la frustrazione stava prendendo il sopravvento su di lei: era la quarta volta che tornavano al burrone… Più cercavano di allontanarsi, più sembrava anche facessero lo stesso tragitto. “Non è possibile…Questa volta abbiamo preso la direzione opposta a prima e nonostante ciò siamo di nuovo qui! Inizio ad odiare questo posto!” Buffy, sconsolata, si appoggiò allo sperone di roccia in prossimità del precipizio, mentre Angel si stava guardando intorno. “Però…potrebbe essere che…sarebbe l’unica spiegazione possibile…” Lo sguardo di Angel era assorto, fisso in un punto indefinito, e Buffy dovette sfiorargli il braccio per farsi spiegare cosa aveva inteso con quelle parole, perché chiamandolo, non aveva ottenuto la sua attenzione. “Ma di cosa stai parlando? Io non vedo spiegazioni a portata di mano…” Angel questa volta la guardò, e le si avvicinò per spiegarle quello che aveva intuito. “Vedi, il nostro tornare sempre qui, potrebbe significare che…se tutte le strade portano a questo burrone, allora è molto probabile che esso sia la nostra porta interdimensionale…” Buffy, dapprima distratta, si concentrò sulle sue parole ora che – forse – il rientro a casa sembrava essere a portata di mano. “Sì…potresti aver ragione, anche perché mi sembra l’unica spiegazione plausibile…Ma che succederà se…se dovessimo sbagliarci?” Angel guardò prima il burrone poi Buffy: le prese una mano nella sua, la strinse e con uno sguardo stanco e sofferente le sussurrò poche parole. “C’è solo un modo per scoprirlo…” Buffy non riusciva a distogliere lo sguardo dal precipizio. “Sì, immagino di sì…Però, prima di gettarci a capo fitto nel buio, usiamo le erbe del signor Giles. Potrebbero proteggerci da qualche trabocchetto magico che potremmo incontrare strada facendo…” Detto fatto: si cosparsero con l’iperico e il sorbo selvatico che Buffy aveva conservato in tasca, e ne tennero un po’ ciascuno, in caso d’emergenza. “Angel…se torneremo, tu…tu te ne andrai di nuovo? Io non potrei più sopportare tanto dolore…Vederti andare via, via da me, dal mio cuore, dal mio amore, è stato come morire dentro e non voglio più provare più niente del genere in vita mia…” Buffy non gli aveva dato il tempo di rispondere: quelle parole erano uscite dalla sua bocca come un fiume in piena, cui neanche le montagne più alte avrebbero potuto opporre resistenza…Abbassò gli occhi, che le si erano riempiti di lacrime: Angel fu straziato dal suo dolore, dolore che era stato ed era anche suo…lo aveva dilaniato prendere quella decisione: solo il cielo sapeva quanto fosse la cosa che più odiava fare, ma il suo bene, il bene dell’unica persona che avesse mai amato – quella splendida, luminosa ragazza – lui doveva metterlo davanti a tutto, anche a sé stesso. Soprattutto a sé stesso. Perché le avrebbe arrecato solo dolore… Non poteva darle quello che entrambi volevano… Ora più che mai odiava il destino che gli aveva fatto dono di quell’amore unico e travolgente, per poi impedirgli di esprimerlo con i loro corpi, in quel modo completo e appagante che li avrebbe resi gli esseri più felici dell’universo… Lui aveva sempre cercato di fare quello che era meglio per lei, cercando di preservarle un minimo di normalità: ma ora si accorse che aveva sempre sbagliato! Senza dire neanche una parola, le si avvicinò e la strinse tra le braccia e fu travolto dal profumo dei suoi capelli: l’unica cosa che era stata capace di lenire le ferite della sua anima maledetta, era sempre stata la sua vicinanza… Solo con la sua presenza, gli aveva reso quella parvenza di umanità che gli aveva permesso di entrare a far parte del suo mondo in un modo che avrebbe definito impossibile solo qualche anno prima… Con lei, si era abbandonato tra le braccia dell’amore – del loro amore – che li aveva fatti trovare per completarsi l’un l’altro… Dolcemente, si erano lasciati travolgere e cullare dai loro sentimenti, fino al punto in cui, per un attimo di pura felicità, lui aveva rovinato quasi del tutto la vita della persona che amava più della sua stessa non-vita… Stringendola, sempre più forte, maledisse più e più volte il demone che era stato dentro di sé, e la sua avventatezza di ragazzo scapestrato… Prendendole il viso tra le mani, e asciugando le ultime lacrime che ancora stavano scendendo dai suoi occhi, sperò di essere capace di esprimere quello che aveva nel cuore. “Buffy, sarà più facile che il Sole inverta il suo cammino piuttosto che io ti lasci di nuovo…Solo ora capisco quanto male ti ho fatto, andandomene: mi dispiace così tanto…Ma vedrai, saprò farmi perdonare, se me ne darai la possibilità…” Esitò, quasi avesse paura di sentire la sua risposta “…Vuoi?” La guardò sempre negli occhi, che nel frattempo avevano continuato a piangere lacrime, ma questa volta di sollievo e di gioia, gioia immensa, tanta che pensava che il suo cuore non riuscisse a contenerla per intero! Finalmente aveva capito! Capito che dovevano stare insieme, che lei – senza di lui – non riusciva ad andare avanti… Sarebbe rimasto… Con lei!!! Gli sorrise. “Sì, sì, sì…certo che voglio e questa volta tutto andrà bene, vero?” Lui era ancora perso nei suoi occhi che, come fari nella notte, gli avevano mostrato la strada di casa: perché con lei, dovunque andasse, dovunque si trovasse, era a casa. Sicuro e protetto. E amato. “Te lo prometto. Ora pensiamo a tornare indietro, va bene?” Buffy annuì e, senza più dire una parola – ma sempre tenendosi per mano – si gettarono nel burrone. Tentando il tutto per tutto. Non si vedeva nulla…né le pareti né tantomeno la fine: appena caduti, erano stati inghiottiti di nuovo da una densa nebbia che li avviluppava come farfalle in un bozzolo, facendoli cadere in un torpore che quasi gli fece perdere i sensi……Cercarono di combattere questa pesantezza che li aggrediva da tutte le direzioni – anche da dentro, con una sensazione di invasione che li stava agitando profondamente – ma inutilmente: persero del tutto i sensi…… E non si accorsero della fine del viaggio. Giles, insieme a tutta la gang, stava ancora mantenendo il cerchio: nessuno aveva più pronunciato una sola sillaba dal momento in cui Buffy era sparita… Trattenevano il respiro, guardandosi l’un l’altro, cercando di instillarsi un po’ di speranza a vicenda, ma sapevano –ora – che era la paura il sentimento che li dominava tutti. Paura che era andata crescendo, minuto dopo minuto… Anche se ne erano passati solo dieci dalla sua partenza, a tutti loro sembrava che ne fossero trascorsi molti di più: ogni secondo era amplificato dal terrore di non rivederla. I loro occhi continuavano a cercarsi vicendevolmente, per trarre conforto almeno dalla loro presenza, se non dalle loro parole. All’improvviso, apparve un punto luminoso al centro del cerchio: dapprima grande come un granello di sabbia, si andò via via ingrandendo fino a diventare una grande nube dorata in cui, fasci più luminosi del resto, si andavano contorcendo l’uno nell’altro, dando vita all’ammasso luminoso. Tutti gli occhi erano puntati sull’oggetto luminescente che era appena comparso, ma quando la luce aumentò ancora, riempiendo l’interno del cerchio, fino a implodere in un lampo, dovettero allontanare gli sguardi, perché la sua luce fu davvero intesa e abbagliante: il silenzio che era calato nella cantina di casa Summers, fu interrotto da una voce melodiosa, che nessuno riconobbe, intonante un lamento triste ma che in qualche modo – magia? – riempì i loro cuori di speranza e i loro occhi di lacrime. “Dà Deo… Per sempre… Tùs gà Deidereadh… Dall’inizio alla fine… Fàn liom go Deo… Rimani con me fino alla fine dei tempi… Tabhair dom ghràsa… Donami il tuo amore… Ò òiche go hoìch… Di giorno in giorno… Tabhair dom no neartsa… Dammi la forza… ò là go là… Di notte in notte… Bìgì liomsa i gconaì… Rimani con me per sempre… Là’s oìch… Giorno e notte… M’anam… La mia anima… Mo chroì… Il mio cuore… Siùl liom… Cammina con me… Fàn liom go Deo… Rimani con me fino alla fine dei tempi… Éirigh!…” Alzati! Al centro del cerchio, c’erano due figure distese, immobili: nessuno riuscì a vederne le facce, perché erano rivolte verso il pavimento, ma appena cominciarono a muoversi, non ebbero più dubbi: Buffy era tornata! Ed era riuscita nella sua missione di salvataggio…….Infatti, disteso accanto a lei, c’era Angel………….Ma il loro entusiasmo fu subito smorzato alla vista del loro amico. A parte la sua totale immobilità, un’ombra nera lo avviluppava dalla testa ai piedi…Un’ombra che stava lentamente attorcigliandosi al suo corpo, come un serpente intorno a un ramo… Buffy si rialzò finalmente a sedere, sbattendo più e più volte gli occhi, cercando di capire dove erano finiti…Appena si rese conto che si trovavano nella cantina di casa sua, sorrise, con tanta gioia ed enfasi che tutti tirarono un sospiro si sollievo. “Signor Giles, ragazzi…Non sapete quanto sia bello rivedervi!!!” Ma subito, tutto l‘entusiasmo che permeava la sua voce andò spegnendosi…Infatti., si era girata in direzione di Angel, per vedere se andava tutto bene, se anche lui era arrivato incolume fin lì, quando si accorse che non si era ancora riavuto…e non solo: c’era qualcosa, che lo stava ancora minacciando! “Angel!” Non riuscì a non gridare…scattò in piedi e i suoi amici le furono subito accanto: ormai non c’era più bisogno di tenere unito il cerchio. “Buffy, sii cauta: non sappiamo cosa sia…” Giles, come sempre, aveva optato per la cautela. Ma Buffy poco importava: non avrebbe sentito ragione, Angel non era ancora al sicuro e solo questo era importante…Doveva fare… Improvvisamente, ebbe un capogiro: si sentì mancare e quasi cadde, se non fosse stato per Willow che, essendole vicina, riuscì ad afferrarla un momento prima che le ginocchia le venissero a mancare del tutto. “Grazie…Io…io non so che mi è preso…” “Sei sicura di star bene? Hai una brutta cera…” L’amica era molto preoccupata: lo si poteva capire dal tono di voce e dallo sguardo che le aveva rivolto. La teneva ancora saldamente per un braccio, quando Buffy se ne liberò in maniera però molto delicata. “Sì, stai tranquilla…va tutto bene: dev’essere stato il viaggio attraverso le dimensioni a lasciarmi qualche ricordino poco piacevole!” Willow sembrava rincuorata da questa spiegazione che, a ben vedere, sembrava collimare perfettamente con gli eventi appena successi. Restò, tuttavia, accanto a lei, nel caso che il capogiro le facesse di nuovo perdere l’equilibrio. “Signor Giles…ma cosa può essere? Io credevo di aver completamente distrutto la Nube…Si è vaporizzata proprio davanti ai nostri occhi…Non può esser tornata con noi, non fin qui, e non dopo tutto questo tempo…” “Buffy, io non sono sicuro che sia la Nube…” Ma l’Osservatore aveva appena finito di pronunciare queste parole, quando l’ombra nera si separò violentemente dal corpo di Angel, facendolo sobbalzare a terra, ma restando del tutto incosciente. Si erse in tutta la sua lunghezza proprio davanti a Buffy e, lentamente, prese una forma umanoide...Le si gelò il sangue nelle vene, perché lei riconobbe subito quella forma, a lei così familiare…E ancor di più, le sembrò che il cuore le si fermò nel petto quando questa forma iniziò a parlare. “Tu!!!!!!!!!!! Ancora tu……..Sei la mia persecuzione……..Ma sei così carina che quasi ti porterei via con me!” Angelus. Non poteva certo scordarsi del demone che quasi aveva distrutto la sua vita, e ucciso i suoi amici. Ma come poteva essere lì, di fronte a lei, quando sapeva che era una parte imprenscindibile di Angel? Il demone che aveva torturato la sua anima per tutto questo tempo? Una cosa era certa: ora erano separati e forse era una conseguenza del cambiamento di Angel nell’altra dimensione… La testa di Buffy era accalcata di pensieri, nessuno dei quali sembrava essere plausibile o avere un certo senso. Decise di lasciarli per il momento da parte e concentrarsi sul nemico. Come ogni volta in passato, sperava che anche stavolta funzionasse. “Ma come sei gentile……Non vuoi lasciarmi sola, vero? Ma sai che ti dico? Io sto bene dove sto!” Detto questo, partì all’attacco, non pensando all’incorporeità del suo avversario, e si ritrovò stesa a terra, proprio al di là di esso. Una risata profonda e sonora risuonò per la stanza. “Buffy…Ma cosa significa?” Giles era riuscito finalmente ad esprimere la domanda che tutti avevano in mente ma che ancora non avevano osato fare. “Te lo spiego io, Osservatore……Sono tornato! Scommetto che hai sentito la mia mancanza, vero? Come senti quella della dolce professoressa…Ma sta tranquillo: la raggiungerai al più presto e ti prometto che non sentirai male……Beh, non troppo!” Aveva inclinato la testa un poco di lato, e poi proruppe in una risata, e continuò a ridere facendo accapponare la pelle a Giles….Aveva capito chi era, ma era quasi incredulo! Come poteva essere lì, quando, in teoria, doveva trovarsi all’interno di Angel? Non aveva mai sentito di un demone che era riuscito a liberarsi, a separarsi dalla sua controparte umana…In tutti questi secoli, il Consiglio aveva cercato un modo, ma senza successo…e ora, lui, era testimone di questo fatto, senza precedenti! Non sapeva se essere più terrorizzato all’idea che Angelus fosse ancora in circolazione, o galvanizzato dall’opportunità di poter studiare da vicino un fatto come quello… “Oh, non credo che ci riuscirai così facilmente…” Appena Giles pronunciò quelle parole, il demone ringhiò e si voltò di scatto verso di lui, facendolo arretrare di qualche passo. “Ah, davvero? E, dimmi: cosa te lo fa pensare?” “Te lo posso spiegare io...” Buffy gli era arrivata alle spalle e, appena il demone capì dove si trovava, non fece in tempo a girarsi che lei aveva già iniziato ad attaccarlo: aveva pensato che, se aveva funzionato con la Nube, poteva anche funzionare con il demone…In fondo, era allo stesso stato incorporeo in cui si trovava la Nube…Tanto valeva tentare… E fu ricompensata! Il demone iniziò ad urlare da quando Buffy iniziò a far roteare la collanina con l’anello claddagh appeso ad essa, e non solo…un denso fumo si alzò dal suo ‘corpo’ fino a consumarlo tutto… Appena vide cosa stava facendo, Willow decise di aiutare l’amica, castando un incantesimo di reclusione per il demone, nel caso avesse tentato di tornare. “Quo plus habent eo plus cupiunt Quanto più essi hanno, tanto più desiderano Post nubila, Phoebus Al di là delle nuvole nere, il sole splende ancora Tabhair dom do neartsa Dammi la forza Fada an oìcch’, gan ghruaim Sebbene la notte sia lunga, è pacifica Fada an là, go samh Il giorno è lungo ma tranquillo Turas mòr Un lungo viaggio Ochòn ‘s òchon ò Sconforto e dolore, oh Cà fhad è ò Quanto lontano bisogna andare? Quo plus habent eo plus cupiunt Quanto più essi hanno, tanto più desiderano Post nubila, Phoebus Al di là delle nuvole nere, il sole splende ancora Iternum Per sempre” Se l’ombra di Angelus sembrava aver mostrato qualche esitazione nello scomparire, appena Will finì di pronunciare l’incantesimo, proruppe in un grido esasperato e fortissimo, che spaventò tutti, per poi scomparire: al suo posto, era rimasta solamente una piccola sfera nera come la notte, che non riluceva di alcuna luce, e che incuteva timore a chi la osservava….Forse, perché sapevano cosa aveva rappresentato anni prima…e poteva sempre rappresentare. “Signor Giles…ma cosa significa? E’ tutto passato? Finito, per sempre?” Buffy quasi non osava crederci, era troppo bello anche solo pensarci… “Buffy…io veramente, non so darti una risposta esauriente, temo…Per…per tantissimi anni, il Consiglio ha provato a fare quello di cui ora siamo stati testimoni, ma senza successo. Quello che ti posso dire, con assoluta certezza, è che Angel è libero, per sempre. Vivrà e invecchierà, come tutti noi.” Allora, era vero. Le sue preghiere, alla fine, erano state ascoltate. Ed esaudite. Poteva restarle accanto, come avevano sempre desiderato…fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incrociati. Le sembrava che il cuore le dovesse scoppiare dalla gioia incontenibile che quella notizia le aveva trasmesso, quando…un altro capogiro questa volta più forte, la fece finire stesa per terra, spaventando tutti, che le erano andati vicino per assicurarsi della sua incolumità. “Ragazzi, tranquilli: sto bene…è solo che sono ancora un po’ spaesata dal viaggio…” “Sei sicura che sia così?” Tutto il suo essere sobbalzò nell’udire quella voce: Angel! Presi dal piccolo incidente accorso alla Cacciatrice, anche gli altri non si erano accorti che si era ripreso…Anche se ancora un po’ zoppicante e dolorante dai trascorsi extra-dimensionali, stava bene, e si era avvicinato anche lui a Buffy, ancora seduta per terra, per vedere se stava bene. Appena le fu a pochi centimetri di distanza, non poté fare a meno di gettargli le braccia al collo: una gioia infinita si era impadronita di lei…lui era vero, ed era lì con lei! Angel ricambiò il suo abbraccio con altrettanta gioia e felicità. Le parve quasi che fosse più gentile e affettuoso di prima, anche se riusciva ad esprimere un amore così profondo e una passione che quasi la travolse. “Buffy…sei sicura di non voler andare da un dottore? Stai davvero bene?” Il suo tono era così dolce e intenso che quasi si sciolse al solo sentirlo… Gli sorrise e si prese qualche secondo per osservarlo, prima di rispondergli: i suoi occhi neri, lucenti come la notte, risplendevano nel viso che era rivolto su di lei, illuminandolo…Tutto l’amore che lui provava per lei, era ora dipinto su di esso, in tutta l’ansia per la sua salute… Ma una cosa rasserenò Buffy più di altre: l’ombra di tristezza che lo aveva sempre accompagnato, si era dissolta! E lei fu certa che non l’avrebbe mai più vista… Oh, di questo era certa! Ci avrebbe pensato lei… Sempre sorridendogli, cercò di rassicurarlo. “No, davvero, sto bene…Sono sicura che non è niente. Vedrai, basterà che prenda una boccata d’aria fresca e tutto tornerà a posto!” Detto e fatto, si alzarono: mentre la gang raccoglieva le proprie cose, in modo da liberare la cantina, Angel accompagnò Buffy al piano di sopra, sperando che l’aria fresca della notte le avrebbe portato un po’ di ristoro. Willow, insieme agli altri, stava finalmente finendo di raccogliere le sue cose, quando da sopra la voce di Angel li fece tutti trasalire ed accorrere. Buffy era svenuta! Nero. Solo questo poteva percepire. Ma…era certa di essere tornata dal burrone in cui lei ed Angel si erano gettati, sperando che fosse la via di casa. Un momento…poteva sentire delle voci…ma sì, la stavano chiamando! E poteva riconoscerle tutte: il signor Giles, Willow, Xander…ed Angel! Il suo Angel! Lentamente, riaprì gli occhi, sbattendoli più volte per cercare di mettere a fuoco le immagini… Si ritrovò in camera sua, distesa sul letto: tutti i suoi amici le erano accanto, mentre Angel le era seduto vicino, e le teneva saldamente la mano. Poteva capire dal suo viso che era seriamente preoccupato per lei. “Ehi…ma cosa…?” “Buffy, sei svenuta. E ci hai fatto preoccupare da morire” Sforzò di ricordarsene, ma invano: l’unica cosa che riuscì a ricordarsi era di essere tornata a casa con Angel, e che lui era finalmente libero dal demone! “Svenuta? Ma come è possibile? Io…io non mi ricordo nulla…” Willow fece capolino. “Non ti preoccupare: credo sia normale. Comunque, fra pochi istanti, arriverà un’ambulanza che ti porterà all’ospedale per accertarsi che sia davvero tutto a posto. Angel ci ha raccontato della tua lotta con la Nube e non si può escludere che ti abbia ferito in maniera non visibile…Insomma, ora riposati, che al resto pensiamo noi!” Buffy sgranò gli occhi: l’ambulanza? L’ospedale? “Un momento, ragazzi, non credete di stare esagerando ora? In fondo, è stato solo…” “Uno svenimento. E non è da sottovalutare” Il tono della voce di Angel era serissimo e molto, molto preoccupato “Willow ha ragione: ora non pensarci e riposati. Io ti resterò accanto fino all’ospedale, non ti preoccupare” Detto questo, Angel la guardò: Buffy si perse nel suo sguardo. Un improvviso torpore prese il sopravvento su di lei. Prima che gli occhi le si chiudessero, fece in tempo a chiedere una cosa ad Angel. “Davvero resterai accanto a me?” Il suo sorriso e la sua risposta furono le ultime cose che poté vedere ed udire, prima di cadere tra le braccia di Morfeo. “Per sempre” L’ambulanza era arrivata presto come aveva promesso l’addetto del soccorso telefonico: mentre Angel era andato con lei, la gang aveva svegliato Joyce, per spiegarle l’accaduto, e con lei si erano diretti all’ospedale. Una volta arrivati, raggiunsero Angel nella sala d’aspetto: una volta lì, non gli avevano permesso di seguire Buffy, e con molta fatica, il dottore lo aveva tranquillizzato, promettendogli che, non appena avesse saputo cosa fosse successo, glielo avrebbe comunicato. Lo trovarono che camminava su e giù per la piccola saletta, con il viso così corrucciato e serio che si spaventarono un po’. “Angel, cosa è successo a Buffy? Dov’è ora?” Joyce gli si era avvicinata, mentre gli altri si erano seduti sui divanetti, permettendogli così di avere una conversazione un po’ più privata. “E’ dentro, con tutti dottori…Senta, Joyce, mi dispiace che Buffy abbia corso dei pericoli in più per venire a salvarmi: ma lei deve capire che Buffy non solo mi ha salvato oggi, ma sempre. Lei è stata l’unica che io abbia mai amato e mai amerò, e se solo potrò esserle d’aiuto in qualsiasi maniera, lei non deve che dirmelo…Buffy è tutto per me, e ora, che finalmente abbiamo la possibilità di vivere come persone normali, può star sicura che riuscirò a rendere sua figlia la ragazza più felice di questo mondo. E mai, mai, l’abbandonerò o la farò soffrire. Questo glielo prometto dal profondo del cuore” Joyce gli prese la mano, e gliela strinse. “Giles e gli altri mi hanno raccontato cos’è successo: non sei stato tu a far correre dei pericoli a mia figlia…L’amore che lei prova per te è stato l’unica cosa che le ha permesso di andare avanti per tanto di quel tempo, che ora sarebbe sciocco da parte mia anche solo pensare di ostacolarvi. Angel, Se Buffy ti ama con tutto il cuore, un motivo ci deve essere e ora l’ho capito anch’io…Sei un ragazzo fortunato, questo non dimenticarlo, però!” Poi, fece una cosa che spiazzò Angel: l’abbracciò, e tramite quell’abbraccio – che ricambiò con tutta la gentilezza di cui era capace – percepì l’ansia e il dolore di Joyce per la sua incapacità di aiutare la figlia. Avrebbe dato chissà che per poterle esserle di conforto. “Questo lo so, Joyce, e non me ne dimenticherò mai. Glielo giuro” Lei gli sorrise e quell’attimo di ritrovata serenità fu interrotto dall’arrivo del dottore. “Chi è il familiare più prossimo?” “Io, io sono la madre…Dottore, la prego, mi dica come sta Buffy” Il dottore la guardò un attimo, poi la richiamò lontano dagli sguardi dei suoi amici. Titubante, lo seguì. Angel e gli altri la videro ascoltare assorta quello che il dottore le comunicò: non seppero, però, interpretare il suo sguardo che si rabbuiò, per subito illuminarsi. Quando tornò indietro, prima di andare a parlare con Willow e gli altri, si fermò vicino ad Angel. “E’ meglio che tu vada a parlare con il dottore…” Gli fece un sorriso, lo abbracciò e poi lo lasciò solo, per affrontare quello che più lo spaventava. Come sembrava indifesa. Distesa nel letto, con attaccato al braccio il lungo tubicino della flebo…e accanto al letto, il piccolo video che monitorava il cuore… Tutto quello che riusciva a provare, era un forte senso di protezione nei suoi confronti. Voleva, ora più che mai, abbracciarla e difenderla da tutte le brutture della vita. Vita. Ancora non riusciva a crederci. Era vivo. Ed era con lei. Le si avvicinò, fino a sedersi vicino al suo letto, in modo da poterle prendere la mano e stringerla nelle sue, per scaldarla. Per sempre. Per molti attimi, stette semplicemente a guardarla dormire. Aveva avuto dal dottore uno speciale permesso di starle accanto fino a quando si sarebbe svegliata…Avrebbe avuto lui il compito di spiegarle. Di questo era astato immensamente grato al dottore, che aveva sorriso di fronte al suo entusiasmo e alla sua gioia. Non dovete aspettare poi molto… I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Buffy che, con qualche suono inarticolato, stava lentamente riprendendo coscienza. “Angel…” Le sorrise: di un sorriso che sembrò illuminare la oscura stanza d’ospedale di una luce pura e dolce che le infuse subito coraggio. “Uhm…mi sento come se mi avessero rigirata da capo a piedi! Ma si può sapere almeno perché sono svenuta?” Angel le si fece più vicino, quasi a toccarle la fronte con la sua. Bastò così un sussurro per dirle tutto. “Aspetti un bambino” Sentì che Buffy trattenne il respiro e, osservandola, capì che la cosa non le aveva neanche sfiorato la mente. In effetti, non l’aveva sfiorata neanche a lui: quando il dottore glielo aveva comunicato, la sorpresa fu tale che dovette essere sorretto per un istante, visto che venne un capogiro anche a lui! Ma si riprese subito, ed ebbe il viso così illuminato di gioia e di amore che il dottore non se la sentì di vietargli di stare accanto a Buffy. Anzi, fu felice per quei due giovani che si amavano così tanto da mettere al mondo una nuova vita. Stava ancora osservando Buffy che, in un attimo, ebbe gli occhi pieni di lacrime. Angel ne fu turbato: non sapeva come interpretare questa sua reazione…Pensava che, non avendolo programmato, non la rendesse felice come invece aveva reso lui…perché lui era felice, aveva il cuore traboccante di gioia! Non riusciva ad immaginare cosa più bella di avere un figlio da Buffy… Praticamente, i sogni stavano lentamente divenendo realtà. “Buffy…io…mi dispiace, forse avrei dovuto dirtelo diversamente, ma mentre ti osservavo dormire, non mi è venuto in mente altro modo se non questo. Mi dispiace, scusa…” Lei gli sorrise: si accorse che – in effetti – poteva avergli dato l’impressione sbagliata! “No, no…non ti devi scusare di niente, Angel….Sono io che lo devo fare: queste lacrime non sono di dolore, ma di gioia infinita e di amore….amore solo per te e per il nostro bambino! E’ un dono che mai avrei pensato di poter ricevere…” Ora le lacrime scendevano silenziose e copiose dai suoi occhi, ma Angel non ne fu più turbato. Tentò di asciugarle con la mano, ma quando le toccò il viso, tutto quello che riuscì a fare, fu a perdersi nel suo sguardo e in un suo bacio. Al sicuro da tutto e da tutti, furono certi che niente e nessuno avrebbe impedito loro di avere una vita finalmente felice, di crescere il loro bambino immersi in quella felicità che, dopo tutte le traversie in cui erano passati, credevano di essersi meritati. Furono interrotti dallo scricchiolio della porta, dietro la quale fecero capolino Joyce e tutti gli latri che, non potendo più resistere, andarono a congratularsi con loro! “Congratulazioni!!!” Willow corse ad abbracciare l’amica, ‘soffocandola’ in una stretta così affettuosa che Buffy si commosse…Giles e Xander erano andati a stringere la mano ad Angel, che aveva ricambiato la stretta e l’amicizia che gli veniva di nuovo offerta, in questa seconda possibilità che nessun demone avrebbe sciupato. Nella stanza volteggiavano numerosi palloncini che, appena saputa la notizia, Will e Xander erano andati di corsa a comprare…Fiori profumati erano ora accanto a Buffy, inebriandola con la loro presenza… Vedendo Angel guardare con tanto amore sua figlia, Joyce decise che quello che ci voleva per rendere perfetto quell’attimo, era una fotografia. Stupendo tutti, Willow tirò fuori dalla borsa una macchina usa e getta, comprata assieme ai palloncini… “Immaginavo potesse essercene bisogno!!!” “Su, mettetevi vicini….e fate un bel sorriso!” Joyce li esortò, anche se non ce ne era stato bisogno… Angel si era seduto vicino a Buffy, sul letto: le cingeva le spalle con un braccio e lei aveva dolcemente posato la testa sulle sue spalle… Mentre Will si posizionava, ebbe tempo per sussurrargli qualcosa. “Direi che non potrebbe esserci momento od occasione migliore per la nostra prima fotografia insieme…” Sentì che Angel la strinse ancora più forte, anche se sempre con infinita delicatezza… “Sono d’accordo…Non avrei mai pensato di poter essere così felice, Buffy….Grazie di essere quello che sei e di portare dentro di te nostro figlio.” Buffy gli prese la mano e gliela strinse forte, sperando di riuscire a comunicargli tutto l’amore e la gioia che provava in quel momento. “Nemmeno io, Angel…nemmeno io” CLICK!