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CARAVAGGIO (1571-1610) Michelangelo Merisi da Caravaggio nacque a Milano il 29 settembre 1571. Nel 1577 Milano fu colpita dalla peste, e la famiglia Merisi si trasferì a Caravaggio; ma nello stesso anno morì il padre. Nel 1584 Michelangelo entrò nella bottega di Simone Peterzano, a Milano, e vi restò per quattro anni, allo scadere dei quali tornò a Caravaggio. Nel 1592, due anni dopo la morte della madre, partì per Roma. Nel 1593 entrò nella bottega del Cavalier D'Arpino ma si ammalò gravemente e fu ricoverato all'Ospedale della consolazione. Si può far risalire a questo periodo la tela "Bacchino malato". I primi capolavori di Caravaggio furono "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "San Giovannino", "Maddalena penitente" e "Canestro di frutta". Nel 1599 gli fu commissionata la decorazione della Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. Le tre tele che Caravaggio realizzò per la chiesa furono la "Vocazione di San Matteo", il "Martirio di San Matteo" e "San Matteo e l'angelo". Le opere costituirono la prima manifestazione del luminismo caravaggesco. |
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Il quadro "San Matteo
e l'angelo", però fu rifiutato in quanto ritenuto scandaloso e
Caravaggio seppur con rammarico fu costretto ad eseguirne una nuova
versione ripulita ed adattata secondo i gusti del tempo. La prima versione
dell'opera fu in seguito distrutta dai bombardamenti di Berlino. Nel 1600
Caravaggio ricevette una seconda committenza dalla Cappella Cerasi in
Santa Maria del Popolo. I due quadri realizzati per la chiesa
rappresentavano la "Conversione
di San Paolo" e la "Crocifissione
di San Pietro". Anche stavolta uno dei lavori, la "Conversione
di San Paolo" fu rifiutato e Caravaggio fu nuovamente costretto a
dipingere una nuova versione. Le
ultime opere dipinte nel periodo romano, la "Madonna del serpe",
la "Madonna di Loreto", la "Cena in Emmaus"
e la "Morte
della Madonna", caratterizzate da un crudo realismo tipico dello
stile di Caravaggio, furono duramente criticate. Gli anni che vanno dal 1603 al 1606 furono per Caravaggio molto tormentati. Subì diverse citazioni ed accuse, e nel 1605 venne arrestato per porto d'armi abusivo. Nel 1606 Caravaggio fu condannato per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni da Terni e si rifugiò a Napoli. Qui realizzò opere famosissime come la "Madonna del Rosario", le "Sette opere di misericordia" e "Giuditta e Oloferne". Sentendosi continuamente minacciato, intorno al 1608 si rifugiò a Malta presso i Cavalieri dell'ordine, di cui entrò a far parte. In seguito ad una lite avvenuta con un cavaliere di giustizia fu imprigionato, ma ,dopo pochi giorni, scappò rifugiandosi in Sicilia. Nel 1609 tornò a Napoli in attesa che venisse accolta la domanda di grazia che nel frattempo era stata presentata al tribunale papale. Durante il soggiorno nella città di Napoli fu raggiunto dai sicari del cavaliere che per poco non lo uccisero. Caravaggio cercò allora di raggiungere Roma via mare dato che la grazia era imminente, ma nei pressi di Grosseto, venne fermato dalla polizia per un controllo e perse la nave. Caravaggiò morì, colto da malaria sulla spiaggia di Porto Ercole la notte del 18 luglio del 1610. La grazia arrivò crudele e bastarda in ritardo. |
-Narciso-
-Giuditta taglia la testa a Oloferne-
-La deposizione nel sepolcro-
-Morte della Madonna-
La notte del primo gennaio del 1599,
mentre si trovava nel letto di una prostituta, Michelangelo Merisi, detto
il Caravaggio, pittore e uomo iracondo, sognò che Dio lo visitava. Dio lo
visitava attraverso il Cristo, e puntava il dito su di lui. Michelangelo
era in una taverna, e stava giocando di denaro. I suoi compagni erano dei
furfanti, e qualcuno era ubriaco. E lui, lui non era Michelangelo Merisi,
il pittore celebre, ma un avventore qualsiasi, un malandrino. Quando Dio
lo visitò stava bestemmiando il nome di Cristo, e rideva. Tu, disse senza
dire il dito del Cristo. Io? chiese con stupore Michelangelo Merisi, io non sono un santo per vocazione, sono solo un peccatore, non posso essere scelto. Ma il volto del Cristo era inflessibile, senza scampo. E la sua mano tesa non lasciava spazio a nessun dubbio. Michelangelo Merisi abbassò la testa e guardò il denaro sul tavolo. Ho stuprato, disse, ho ucciso, sono un uomo con le mani lorde di sangue. Il garzone dell'osteria arrivò portando fagioli e vino. Michelangelo Merisi si mise a mangiare e a bere. Tutti erano immobili, vicino a lui, solo lui muoveva le mani e la bocca come un fantasma. Anche il Cristo era immobile e tendeva la sua mano immobile col dito puntato. Michelangelo. Merisi si alzò e lo seguì. Sbucarono in un vicolo sudicio, e Michelangelo Merisi si mise a orinare in un canto tutto il vino che aveva bevuto quella sera. Dio, perché mi cerchi?, chiese Michelangelo Merisi al Cristo. Il figlio dell'uomo lo guardò senza rispondere. Passeggiarono lungo il vicolo e sbucarono su una piazza. La piazza era deserta. Sono triste, disse Michelangelo Merisi. Il Cristo lo guardò e non rispose. Si sedette su una panchina di pietra e si tolse i sandali. Si massaggiò i piedi e disse: sono stanco, sono venuto a piedi dalla Palestina per cercarti. Michelangelo Merisi stava vomitando appoggiato al muro di un cantone. Ma io sono un peccatore, gridò, non devi cercarmi. Il Cristo si avvicinò e gli toccò un braccio. Io ti ho fatto pittore, disse, e da te voglio un dipinto, dopo puoi seguire la strada del tuo destino. Michelangelo Merisi si pulì la bocca e chiese: quale dipinto? La visita che ti ho fatto stasera nella taverna, solo che tu sarai Matteo. D'accordo, disse Michelangelo Merisi, lo farò. E si girò nel letto. E in quel momento la prostituta lo abbracciò russando. |
(Antonio Tabucchi, Sogni di sogni) |
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