STORIELLE
LA VERA STORIA DI CAPPUCCETTO ROSSO IN INGLESE, SCRITTA SOPRATTUTTO PER CHI NON CAPISCE... UN'ACCA DI INGLESE!
Tant ma tant temp ago, ce stava 'na little Cappucciett Red.
One mattin her mamma dissed: "Dear Cappucciett, take this cest to the
nonn but warning to the lup that is very ma very kattiv! And torn prest! Good
luck! And in boc at the lup!".
Cappucciett didn't capl very well this ultim thing but went away, da sol,
with the cest.
Cammining cammining, in the cuor of the forest, at a cert punt she incontered
the lup, who dissed: "Hi! Piccula piezz'e girl! 'Ndove do you go?".
"To the nonn with this little cest,which is little but it is full of
a sacc of chocolate and biscots and panetons and more, more, more and mirtills"
she dissed: "Ah, mannagg 'a maruschella (maybe an expression com: what
a cul that I
had)" dissed the lup, with a fium of saliv out of the bocc. And so the
lup dissed: "Beh, now I dev andar because the telephonin is squilling,
sorry." And the lup went away, but not very away, but to the nonn's house.
Cappucciett Red, who was very ma very lent, lent un casin, continued for her
sentier in the forest.
The lup arrived at the house, suoned the campanel, entered, and, after saluting
the nonn, magned her in a boccon. Then, after sputing the dentier, he indossed
the ridicol night berret and fikked himself in the let.
When Cappucciett Red came to the fint nonn's house, suoned and entered. But
when the little and a bit stupid girl saw the nonn (non was the nonn, but
the lup, ricord!) dissed: "But nonn, why do you stay in let?". And
the nonn-lup: "Oh, I've stort my cavigl doing aerobics!".
"Oh, poor nonn!", said Cappucciett (she was more than a bit stupid,
I think, wasn't she?). Then she dissed: "But... what big okks do you
have? Do you bisogn some collir?". "Oh, no! It's for see you better,
my dear stupid little girl" dissed the nonn-lup. Then Cappucciett, who
was more dur than a block of marm: "But what big oreks do you have, do
you have the orekkions?"..
And the nonn-lup: "Oh, no! It is to ascolt you better".
And Cappucciett (that I think was now really rincoglionited) said: "But
what big dents do you have!". And the lup, that at this point wanted
to dir: "Cossi ti mai?" (maybe an expression com: to buy to you
the little machine, never?)dissed: it is to magn you better! And magned really
tutt quant the poor little red girl.
But (ta dah!) out of the house a simpatic, curious and innocent cacciator
of frodo (maybe a city near there) sented all and dissed: "Accident!
A lup! Its pellicc vals a sac of solds. And so, spinted only for the compassion
for the little girl, butted a terr the kils of volps, fringuells and conigls
that he had ammazzed till that moment, imbracced the fucil, entered in the
stanz and killed the lup. Then quarced his panz (being attent not to rovin
the pellicc) and tired fora the nonn (still viv) and Cappucciett (still rincoglionited).
And so, at the end, the cacciator of frodo vended the pellicc and guadagned
(Honestly) a sacc of solds.
The nonn magned tutt the leccornies in the cest. Cappucciett red... beh!,
let her stay, because she had capit. And so, everybody lived felix and content
(maybe not the lup!).
SPACCIANEVE E I 7 NASI (By F.lli Kammarata)
Spaccianeve viveva ai margini del bosco fatato, un monolocale
fuori equo-canone semi arredato, e si guadagnava da vivere non vendendo rose,
bensì campava smerciando la dose. Con lei abitavano i sette Nasi contenti
che poi erano i suoi migliori clienti: c'erano Spinolo, Passalo, Scaldalo,
Pillolo, Trippolo e Rollo, e infine Sniffolo, che era di tutti il rampollo,
si alzavan di mattina a un'ora molto presta e prendevano la pista attraverso
la foresta, era una pista lunga e polverosa che conduceva a una radura erbosa,
dove i Nasi lavoravano tutta la settimana coltivando papaveri e canapa indiana.
"Andiam (sniff-sniff) andiam (sniff-sniff), andiamo a coltivar tanti
bei papaveri da raffinar, e noi vogliam (sniff-sniff) vogliam (sniff-sniff),
vogliamo respirar la polverina che ci darà la felicità!"
Ma Spaccianeve dirigeva la piantagione e suggeriva moderazione: "Portate
pazienza miei giovani amici, mettete un freno alle vostre narici, soltanto
se i raccolti saranno buoni verranno soddisfatte le vostre aspirazioni".
Intanto la malvagia Regina nel suo superattico con piscina stava armeggiando
senza fretta con uno specchio e una lametta, ah, no, scusate, mi son sbagliato,
con uno specchio sì, ma fatato. "Specchio, specchio delle mie
brame chi ha la roba più buona del reame?" "Regina, una volta
l'avevi tu, ma ora Spaccianeve ne ha più buona e molta di più!"
"Ah, sciagurata! Come osa ostacolarmi? Dimmi dov'è, sicché
io possa vendicarmi!" "Ai bordi del bosco valla a cercare e questo
strano frutto in regalo le dovrai portare." Così la Regina partì
un bel mattino sotto mentite spoglie di un pusher marocchino e giunse poco
dopo alla casina portando in tasca una siringa piena di stricnina. "Benvenuto
amico mio, posso darti una mano?" disse Spaccianeve quando vide l'Africano,
gradisci un chilom, un trip, un caffè con la panna?" aggiunse
poi, rollandosi una canna. "Gara Sbaggianeve, di ringrazio dell'invido
e g'hai gulo ghe sdasera sono brobrio ben fornido! Gosa ne digi di farmi entrare
gosì questa bella bera gi bossiamo sbarare?" Spaccianeve accettò
volentieri la proposta, senza neanche immaginare la malvagità nascosta,
ma poco dopo cadde riversa sulla schiena con l'ago ancora piantato nella vena.
Ora la Regina, tornata normale, quella sventurata si mise a sbeffeggiare:
"Guardati, Spaccianeve, sei ridotta ad uno straccio, ed ho di nuovo io
il monopolio dello spaccio! Vedi cosa succede alle persone golose? Chi troppo
vuole alla fine si ritrova in overdose!" Immaginate voi lo strazio e
la disperazione che colse i nasetti di ritorno dalla piantagione, il primo
di essi aprendo la porta la vide distesa che sembrava morta: "Oh, Spaccianeve,
dicci chi è stata chi ti ha venduto roba tagliata! Come faremo noi
la mattina senza la magica polverina?" E rimasero a fissare quel corpo
inerte che aveva le gambe tutte scoperte: "Certo però che è
proprio carina!" sussurrò Sniffolo con la sua vocina, rispose
Rollo "Che vuoi che ti dica, è sempre stata un gran pezzo di fica,
ma adesso che è in coma non sente niente, potremmo farcela tranquillamente!"
Così si disposero in fila indiana davanti all'ingresso di quella tana,
entrando a turno per pochi minuti, finché tutti quanti non furon venuti.,
quindi riposero quel corpo giallo dentro una bara di puro cristallo e dopo
un viaggio di pochi minuti la scaricarono in mezzo ai rifiuti. Da quel dì
vissero nella disperazione trascurando persino la piantagione, e diedero fondo
con ritmi indecenti alle riserve di stupefacenti. Era da tempo finita la scorta
quando qualcuno bussò alla porta, e di chi era quel tocco lieve? Ma
che domande, di Spaccianeve! L'accolsero tutti con entusiasmo, addirittura
quasi sfiorando l'orgasmo, quindi le chiesero come si chiamava quel tipo strano
che l'accompagnava. "Cari Nasetti, prestate attenzione, è a lui
che devo la resurrezione, è dolce come il miele, tenero come il burro
ed il suo nome è Principe Buzzurro!" Costui era un tipo un casino
alternativo, capelli lunghi, la barba, lo sguardo primitivo, i jeans unti
e strappati, portava un grosso anello, gli puzzavan le ascelle, fumava lo
spinello, e quando i sette Nasi gli chiesero una spiegazione lui rispose così,
grattandosi il panzone: "A nasè, cioè, io stavo a rovistà
n'a mondezza quando d'un tratto te vedo 'sta bellezza, stava ferma, distesa,
tutta sbracata, e che dovevo fà, io m'a sò chiavata!" "E
lei - chiesero stupiti i Nasi - si è svegliata?" "No, però
la voja mica m'era passata, e lei stava sempre la, dentro 'sta scatola de
vetro, aho, io l'ho ggirata, m'a so' fatta pure dietro!" "Ed a a
quel punto - insistettero i Nasi - che lei si è risvegliata?"
"Manco pe' gnente, però la voja io me l'era levata. Me ne stavo
a annà, abbonandome i carzoni quando questa caccia n'urlo - mi cojoni!
'A moré - me dice - pe' tutta 'sta trafila vedi un po' de calà
na bbella centomila!" E siccome che 'sta cifra nu je la potevo dà
m'ha chiesto de seguirla, ed ora eccoce qua!" E da quel giorno vissero
ai margini del bosco Spaccianeve, i sette Nasi, con in più quel tipo
losco, ripresero a coltivare, e tutto andava bene anche perché avevano
le narici sempre piene, mentre invece la Regina, travolta dall'egoismo si
era data addirittura all'alcoolismo. "Tutto è bene ciò
che ti fa star bene", dice il saggio e a volte ne basta appena un assaggio.
Ma... lunga la pista, stretta la via, occhio che arriva la Polizia!!!
IL CONIGLIO E IL CORVO
Un coniglio, camminando nella foresta, vede un corvo appollaiato
su un
ramo a non fare nulla.
Si avvicina e gli fa: "E' divertente stare seduti senza far niente? "
"Certo ", risponde il corvo, " prova anche tu ".
E cosi', il coniglio si mette a sedere sotto lo stesso albero.
Improvvisamente, sopraggiunge una volpe e,
senza pensarci un attimo, mangia il coniglio.
Morale: Per stare tutto il giorno seduti senza fare niente, bisogna
essere seduti molto, ma molto in alto...
LA NONNINA E IL BANCHIERE
Una piccola vecchia signora un giorno ando' alla Banca del Canada
portando con se' una borsa piena di denaro. Insistette che doveva parlare
con il presidente della banca per aprire un conto perche' "E' un sacco
di denaro!". Dopo un po' di ripensamenti, gli impiegati la portarono
nell'ufficio del presidente (il cliente ha sempre ragione!). Il presidente
della banca le chiese quindi quanto voleva versare e lei disse "165.000
dollari" e butto' la borsa sulla sua scrivania. Il presidente fu, chiaramente,
curioso di sapere come aveva fatto ad ottenere tutto quel contante, cosi'
glielo chiese: "Signora, sono sorpreso di vedere che Lei ha
così tanti soldi" Come ha fatto ad ottenerlo?". La vecchia
signora rispose: "Ho fatto delle scommesse!" e il direttore: "Che
tipo di scommesse?" La vecchia signora rispose: "Per esempio, scommetto
25.000 dollari che le sue palle sono quadrate". "Ha!" rise
il presidente "E' una scommessa stupida. Lei non potra' mai vincere una
scommessa di questo genere!" La vecchia signora lo sfido': "Allora,
accetta la mia scommessa?". "Certo" disse il presidente "Scommetto
25.000 dollari che le mie palle non sono quadrate!" . Allora la vecchia
signora disse: "Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare
con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?". "Certo!"
disse il fiducioso presidente.
Quella notte, il presidente era veramente nervoso a causa della scommessa
e passo' un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle,
girandosi a destra e a sinistra continuamente. Le controllo' con attenzione
finche' non fu sicuro che non era assolutamente possibile che le sue palle
fossero quadrate e che avrebbe vinto la scommessa. Il mattino dopo alle 10
precise, la vecchia signora fece la sua comparsa con il suo avvocato nell'ufficio
del presidente. Presento' l'avvocato al presidente e ripete' la scommessa:
25.000 dollari che le palle del presidente sono quadrate!" Il presidente
accetto' di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiese di abbassare
i pantaloni, cosi' ti avrebbero potuto vedere. Il presidente accetto'. La
vecchia signora miró attentamente le palle e poi gli chiese se poteva
toccarle."Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi
credo che Lei debba essere assolutamente sicura." In quel momento, egli
noto' che l'avvocato stava silenziosamente sbattendo la testa contro il muro.
Il presidente chiese alla signora: "Che diavolo ha il suo avvocato?"
Ella disse: "Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000
dollari che alle 10 di stamattina avrei avuto nelle mie mani le palle del
Presidente della Banca del Canada".
LA STORIA DELL'UCCELLO DELLA PACE
CONDOM E 113
San Valentino: lui rifiuta di utilizzare il preservativo, lei chiama la polizia.
Doveva essere una romantica serata di San Valentino, e' finita con una lite
furibonda davanti ai poliziotti. Protagonisti due giovani di Rovigo, che si
sono incontrati proprio il 14 febbraio e hanno deciso di festeggiare il colpo
di fulmine facendo l'amore in macchina. Ma lui di indossare il condom non ha
voluto saperne e lei col cellulare ha chiamato il 113. Alla questura di Rovigo
hanno pensato a un caso di violenza sessuale e si sono precipitati sul posto.
Per scoprire che si trattava di una divergenza di opinioni... sessuali.
NAUFRAGIO
Un giovane durante una crociera naufraga su di un'isola deserta. Nessun abitante
e per cibo solo banane e noci di cocco. Dopo alcuni mesi, mentre e' disteso
sulla spiaggia, stanco e disperato, vede avvicinarsi una canoa con a bordo una
donna bellissima e sensuale.
Incredulo il ragazzo le chiede da dove arrivi e come abbia fatto ad arrivare
fino a li'. "Vengo da un'isola vicina dove sono naufragata alcuni mesi
fa". "Sei stata veramente fortunata a trovare una barca" le dice
il ragazzo. E la donna: "Oh questa? L'ho fatta con materiali che ho trovato
sull'isola: i remi sono i rami dell'albero della gomma, ho intrecciato la parte
inferiore con i rami delle palme, ed i lati e la chiglia li ho fatti da un albero
di eucalipto". "Ma e' impossibile" balbetta lui "non avevi
attrezzi a disposizione". "Oh, quello non era un problema. Sull'isola
ho trovato uno strato di roccia ricco di ferro. Ho scoperto che dandogli fuoco
e portandolo ad una certa temperatura, si trasforma in duttile ferro forgiabile.
Ho usato quello per costruire gli
attrezzi, e gli attrezzi per procurarmi il materiale per la barca".
Il ragazzo e' sbalordito. "Remiamo fino al mio posto" dice la donna.
Cosi', dopo pochi minuti, attraccano ad un piccolo molo, e, con fare da marinaio
esperto, la donna lega la barca con una corda di canapa intrecciata, mentre
il ragazzo a momenti non cade in acqua dallo stupore. Infatti, oltre al molo,
di fronte a lui c'e' un sentiero in pietra che porta ad un delizioso bungalow
dipinto in blu e bianco.
Una volta entrati, la donna dice con malizia: "Non e' molto, ma io la chiamo
casa. Perche' non ci sediamo e prendiamo un drink?" "Oh no, grazie
-risponde stizzito- non ne posso assolutamente piu' di altro latte di cocco".
"Ma non e' cocco. Ho un alambicco con cui preparo dei liquori! Cosa ne
dici di una pina-colada?". Provando a nascondere il sempre maggiore stupore
ed imbarazzo, l'uomo accetta di buon grado.
Quindi iniziano a parlare, ed una volta che si sono raccontati le loro storie
la donna annuncia provocante: "Vado a mettermi qualcosa di piu' comodo.
Perche' non vai di la' a farti una doccia ed a raderti? C'e' un rasoio nell'armadietto".
Senza fare altre domande, l'uomo si reca nel bagno, dove oltre ad una doccia,
trova anche il rasoio, fatto con un manico in osso e un pettine artigianale
ma funzionante. "Questa donna e' incredibile, meravigliosa. Chissa' quale
sara' la prossima sorpresa!".
Quando ritorna, la donna e' stesa sul letto, praticamente nuda e coperta solo
di fiori profumati. Lei lo invita a sederle accanto: "Dimmi, siamo stati
qui in isole deserte per molto tempo. Tu sei stato solo, io sono stata sola.
Sono sicura che c'e' qualcosa che vorresti fare adesso, e che non hai potuto
fare per tutti questi mesi. Adesso puoi..." ed una luce brilla nei suoi
occhi.
Il ragazzo non puo' credere a quello che sta sentendo.Il suo cuore incomincia
a battere forte, si sente veramente
fortunato:
"Vuoi...vuoi dire che... dopo tutto questo tempo... vuoi dire che posso........
posso........ realmente controllare la mia e-mail da qui???"