La vita fuori dal sistema solare



E' assolutamente necessario affrontare il problema dell'esobiologia, ovvero della possibile esistenza di vita al di fuori del nostro pianeta, in maniera scientifica. Troppo spesso infatti se ne parla senza alcuna base razionale, ed è bene chiarire un po' le idee su queste teorie da un punto di vista rigorosamente logico, che ovviamente non ha nulla a che fare con gli UFO, ritenuti dalla comunità scientifica e dalla NASA privi di interesse.
Innanzitutto è bene sapere in quali condizioni un pianeta possa essere adatto allo sviluppo della vita. Se ne individuano almeno 5:


  • Deve trovarsi in un sistema solare idoneo, escludendo quei tipi di stelle di cui si dirà più avanti.

  • Non deve avere un movimento di rotazione su se stesso (momento angolare) troppo lento, giacchè sarebbe difficile il mantenimento di una certa omogeneità climatica.

  • Non deve essere inoltre nè troppo grande, per non essere avvolto dai gas, nè troppo piccolo, per non perdere l'atmosfera.

  • Non deve essere nè troppo vicino al sole, per evitare l'evaporazione degli oceani, nè troppo lontano, per evitare il congelamento.

  • Infine deve disporre di acqua liquida in superficie.


  • Detto questo il primo passo è chiedersi quanti pianeti possano pressappoco essersi formati nell'universo e quanti potrebbero in teoria ospitarne la vita. Restringendo il campo per praticità alla nostra galassia, troveremo che essa racchiude in sè almeno 100 miliardi di stelle. Da queste bisognerà per forza escludere le stelle doppie perchè gli eventuali pianeti verrebbero disturbati dall'attrazione gravitazionale dei due soli, le stelle troppo grandi, che hanno un'esistenza relativamente breve e probabilmente non sufficiente per dar tempo alla vita di evolversi, e ovviamente quelle troppo piccole. Il sistema solare in cui sarà inserito il pianeta capace in potenza di ospitare la vita dovrà quindi essere simile al nostro, in cui la vita media di una stella deve essere abbastanza lunga per l'evoluzione della vita. E il campo si restringe a 100 milioni.
    Un ulteriore passo è compiuto quando si escludono quei pianeti che non hanno una posizione e un orbita "giusta", ovvero che, a differenza della Terra, sono o troppo caldi o troppo freddi. In questo modo la probabilità di vita si estende su soli 10 milioni di stelle.

    A questo punto bisogna considerare quante probabilità ha in realtà la vita di evolversi, cioè di passare da semplici molecole organiche a forme di vita di tipo batterico.
    E' veramente molto difficile stabilirlo, e per questo motivo la scienza sostiene che esiste una probabilità su 10000 che questo avvenga. Il numero dei pianeti adatti alla vita su cui può essersi sviluppata una forma di tipo batterico cala adesso a 1000. Volendo restringere ulteriormente il campo, si potrebbe anche ipotizzare che solamente nel 5% dei casi, si passa da una forma di vita batterica a un organismo complesso, per cui il numero dei pianeti scende a 50.

    Ora, c'è da stabilire lo sviluppo di forme intelligenti prima (e il numero scenderebbe a 1 soltanto) e il passaggio a forme di vita sociale, con sviluppo di tecnologia poi (e si scenderebbe ancora addirittura a 0,05). Giunti sin qui, subentra un altro punto molto interessante. Perchè un'altra civiltà sia interessata a un contatto con la nostra, è necessario che essa sia contemporanea a quella terrestre.
    Il problema è dunque stabilire quanto dura una civiltà tecnologica (più lungo sarà il periodo, maggiori saranno le possibilità che le nostre esistenze si incrocino). In un'ipotesi pessimistica si potrebbe dire che essa duri solo 2000 anni, dopodichè si autodistrugge e non riappare mai più. Il numero dei pianeti sui quali esiste attualmente una civiltà tecnologica si abbasserebbe perciò a 0,0000001. In una ipotesi più ottimistica però si può pensare che la durata della civiltà possa salire anche a 20000 anni e che, sullo stesso pianeta, possano riemergere in seguito altre civiltà. In questa maniera il numero dei pianeti salirebbe a 50.
    Ma in realtà queste cifre si riferiscono soltanto alla nostra galassia, mentre in tutto l'Universo esistono circa 100 miliardi di stelle. Moltiplicando quindi le cifre prima ottenute, con quella appena esposta, si ottiene un numero compreso fra 10000 e 5000 miliardi di pianeti ospitanti civiltà tecnologicamente avanzate.
    Ammesso dunque che la vita intelligente esista, l'ulteriore problema consite nel contattare queste forme di vita, e l'unico modo è quello di cercare di captare segnali radio, perchè viaggiano alla velocità della luce, sono economici e possono trasportare molte informazioni. Dopo tutto ciò è facile constatare come non sia affatto scontata l'esistenza di altre forme di vita oltre la nostra, nè tantomeno che sia così semplice il contatto con altre civiltà, ma se anche il nostro pianeta fosse l'unico di questo genere, ciò darebbe un grandissimo significato al valore della nostra vita.