LA POESIA DI PABLO NERUDA
Nell'area
poetica Neruda arriva già con un buon bagaglio letterario, Leo spitzer scrisse
di lui "Neruda è in realtà una somma di Quevedo, Whitman e Rimbaud"
, e vi entra con l'impeto del suo istinto sfrenato e barbaro e viene definito da
Lorca un poeta più vicino al sangue che all'inchiostro . Fin dall'inizio la sua
azione letteraria, sebbene alcuni mezzi impiegati possono trarre in inganno,
appare condotta contro la roccaforte modernista, contro le forme placate o
addirittura immobili dei modernisti, contro il conformismo letterario di quella
scuola. Egli scrive Ho un concetto drammatico della vita e romantico; non mi
riguarda ciò che non giunge profondamente alla mia sensibilità.Quest'allegria
di bastare a se stessi non la possono conoscere gli imbecilli che compongono una
parte della nostra vita letteraria.Come cittadino sono un uomo tranquillo,
nemico delle leggi, dei governi, e delle istituzioni stabilite. Ho repulsione
per il borghese, e mi piace la vita della gente inquieta e insoddisfatta.
L'attacco alle convenzioni alle banalità della vita moderna ai sentimenti
codificati, all'ordine costituito si sviluppa aperto o nascosto per tutto l'arco
della produzione poetica di Neruda
Ma forte e costante è anche la sua opposizione alla purezza e alla freddezza
formale delle poesie moderniste.Così scrive il poeta stesso delle poesie pure:
Chi sfugge al cattivo gusto cade nel gelo
La poesia di Neruda è stata definita neoromantica, il poeta si pone di fronte
alla realtà e se ne autoproclama interprete completo e assoluto. Per lui anche
quando negata la realtà darà segni della sua presenza; anche quando respinta
lascerà tracce della sua tiranni occulta o palese. La realtà sarà così
sempre presente o sotto l'aspetto di una malinconica rinuncia, di un bene non più
afferrabile forse definitivamente perduto, o nella constatazione della eterna
rovina, dell'infinita disgregazione e della continua morte che reggono il mondo
e la vita agli occhi del poeta, o nella rappresentazione realistica dell'unità
tra uomo e natura, tra vita e storia, tra essere e divenire. Il poeta trova
consolazione nella poesia, considerata l'unica possibilità di acquisizione
della realtà, l'unica vita momentanea nella lenta e incessante morte. Ma con la
cosiddetta conversione alla poesia sociale avviene il salto: il poeta ha
raggiunto il punto estremo della creazione dei veleni, e ha bevuto fino in fondo
la coppa del suo disincantato materialismo . Le sue poesie diventano un inno
alla morte :"E per chi ho cercato questo polso freddo se non per una
morte?" . Ma su un piano assoluto di risultati e di atteggiamenti un inno
alla morte è assai vicino all'inno alla vita.Soltanto tenendo conto di questo
momento dialettico, di questo contrasto di luce e ombra, di vita e morte, si
potrà comprendere la frase di Lautrèmont tanto cara al poeta: "non si può
giudicare la bellezza della vita che attraverso la morte"
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