VOLUME I

PREGHIERA IN GENNAIO

Lascia che sia fiorito

Signore, il suo sentiero

quando a te la sua anima

e al mondo la sua pelle

dovrà riconsegnare

quando verrà al tuo cielo

là dove in pieno giorno

risplendono le stelle.

Quando attraverserà

l'ultimo vecchio ponte

ai suicidi dirà

baciandoli alla fronte

venite in Paradiso

là dove vado anch'io

perché non c'è l'inferno

nel mondo del buon Dio.

Fate che giunga a Voi

con le sue ossa stanche

seguito da migliaia

di quelle facce bianche

fate che a voi ritorni

fra i morti per oltraggio

che al cielo ed alla terra

mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti

spero non vi dispiaccia

se in cielo, in mezzo ai Santi

Dio, fra le sue braccia

soffocherà il singhiozzo

di quelle labbra smorte

che all'odio e all'ignoranza

preferirono la morte.

Dio di misericordia

il tuo bel Paradiso

lo hai fatto soprattutto

per chi non ha sorriso

per quelli che han vissuto

con la coscienza pura

l'inferno esiste solo

per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno

mai ti potrà indicare

gli errori di noi tutti

che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce

che ormai canta nel vento

Dio di misericordia

vedrai, sarai contento.

Dio di misericordia

vedrai, sarai contento.

 

MARCIA NUZIALE

Matrimoni per amore, matrimoni per forza

ne ho visti di ogni tipo, di gente d'ogni sorta

di poveri straccioni e di grandi signori

di pretesi notai e di falsi professori

ma pure se vivrò fino alla fine del tempo

io sempre serberò il ricordo contento

delle povere nozze di mio padre e mia madre

decisi a regolare il loro amore sull'altare.

Fu su un carro da buoi se si vuole essere franchi

tirato dagli amici e spinto dai parenti

che andarono a sposarsi dopo un fidanzamento

durato tanti anni da chiamarsi ormai d'argento.

Cerimonia originale, strano tipo di festa,

la folla ci guardava gli occhi fuori dalla testa

eravamo osservati dalla gente civile

che mai aveva visto matrimoni in quello stile.

Ed ecco soffia il vento e si porta lontano

il cappello che mio padre tormentava in una mano

ecco cade la pioggia da un cielo mal disposto

deciso ad impedire le nozze ad ogni costo.

Ed io non scorderò mai la sposa in pianto

cullava come un bimbo i suoi fiori di campo

ed io per consolarla, io con la gola tesa

suonavo la mia armonica come un organo da chiesa.

Mostrando i pugni nudi gli amici tutti quanti

gridarono "per Giove, le nozze vanno avanti"

per la gente bagnata, per gli dei dispettosi

le nozze vanno avanti, viva viva gli sposi.

 

SPIRITUAL

Dio del cielo se mi vorrai

in mezzo agli altri uomini mi cercherai

e Dio se mi cercherai

nei campi di granturco mi troverai.

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare.

La chiave del cielo non ti voglio rubare

ma un attimo di gioia me lo puoi regalare

la chiave del cielo non ti voglio rubare

ma un attimo di gioia me lo puoi regalare.

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare.

Senza di te non so più dove andare

come una mosca cieca che non può più volare

senza di te non so più dove andare

come una mosca cieca che non può più volare.

e se ci hai regalato il pianto ed il riso

noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso

e se ci hai regalato il pianto ed il riso

noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso.

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a salvare

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a salvare.

Dio del cielo se mi vorrai

in mezzo agli altri uomini mi cercherai

e Dio del cielo se mi cercherai

nei campi di granturco mi troverai.

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare

Dio del cielo se, mi vorrai amare

scendi dalle stelle e vienimi a cercare.

Dio del cielo io ti aspetterò

nel cielo e sulla terra io ti cercherò.

 

SI CHIAMAVA GESU'

Venuto da molto lontano

a convertire bestie e gente

non si può dire non sia servito a niente

perché prese la terra per mano

vestito di sabbia e di bianco

alcuni lo dissero santo

per altri ebbe meno virtù

si faceva chiamare Gesù.

Non intendo cantare la gloria

né invocare la grazia e il perdono

di chi penso non fu altri che un uomo

come Dio passato alla storia

ma inumano è pur sempre l'amore

di chi rantola senza rancore

perdonando con l'ultima voce

chi lo uccide fra le braccia di una croce.

E per quelli che l'ebbero odiato

nel getzemani pianse l'addio

come per chi l'adorò come Dio

che gli disse sia sempre lodato,

per chi gli portò in dono alla fine

una lacrima o una treccia di spine,

accettando ad estremo saluto

la preghiera l'insulto e lo sputo.

E morì come tutti si muore

come tutti cambiando colore

non si può dire non sia servito a molto

perché il male dalla terra non fu tolto

Ebbe forse un po' troppe virtù,

ebbe un nome ed un volto: Gesù.

Di Maria dicono fosse il figlio

sulla croce sbiancò come un giglio.

 

BARBARA

Chi cerca una bocca infedele

che sappia di fragola e miele

in lei la troverà

Barbara

in lei la bacerà

Barbara.

Lei sa che ogni letto di sposa

è fatto di ortiche e mimosa

per questo ad un'alta età

Barbara

l'amore vero rimanderà

Barbara.

E intanto lei gioca all'amore

scherzando con gli occhi ed il cuore

di chi forse la odierà

Barbara

ma poi la perdonerà

Barbara.

E il vento di sera la invita

a sfogliare la sua margherita

per ogni amore che se ne va

lei lo sa

un altro petalo fiorirà

per Barbara.

 

VIA DEL CAMPO

Via del Campo c'è una graziosa

gli occhi grandi color di foglia

tutta notte sta sulla soglia

vende a tutti la stessa rosa.

Via del Campo c'è una bambina

con le labbra color rugiada

gli occhi grigi come la strada

nascon fiori dove cammina.

Via del Campo c'è una puttana

gli occhi grandi color di foglia

se di amarla ti vien la voglia

basta prenderla per la mano

e ti sembra di andar lontano

lei ti guarda con un sorriso

non credevi che il paradiso

fosse solo lì al primo piano.

Via del Campo ci va un illuso

a pregarla di maritare

a vederla salir le scale

fino a quando il balcone ha chiuso.

Ama e ridi se amor risponde

piangi forte se non ti sente

dai diamanti non nasce niente

dal letame nascono i fior

dai diamanti non nasce niente

dal letame nascono i fior.

 

CARO AMORE

Caro amore

nei tramonti d'aprile

caro amore

quando il sole si uccide

oltre le onde

puoi sentire piangere e gridare

anche il vento ed il mare.

Caro amore

così un uomo piange

caro amore

al sole, al vento e ai verdi anni

che cantando se ne vanno

dopo il mattino di maggio

quando sono venuti

e quando scalzi

e con gli occhi ridenti

sulla sabbia scrivevamo contenti

le più ingenue parole.

Caro amore

i fiori dell'altr'anno

caro amore

sono sfioriti e mai più

rifioriranno

e nei giardini ad ogni inverno

ben più tristi sono le foglie.

Caro amore

così un uomo vive

caro amore

e il sole e il vento e i verdi anni

si rincorrono cantando

verso il novembre a cui

ci vanno portando

e dove un giorno con un triste sorriso

ci diremo tra le labbra ormai stanche

"eri il mio caro amore".

 

LA MORTE

La morte verrà all'improvviso

avrà le tue labbra e i tuoi occhi

ti coprirà di un velo bianco

addormentandosi al tuo fianco

nell'ozio, nel sonno, in battaglia

verrà senza darti avvisaglia

la morte va a colpo sicuro

non suona il corno né il tamburo.

Madonna che in limpida fonte

ristori le membra stupende

la morte no ti vedrà in faccia

avrà il tuo seno e le tue braccia.

Prelati, notabili e conti

sull'uscio piangeste ben forte

chi ben condusse sua vita

male sopporterà sua morte.

Straccioni che senza vergogna

portaste il cilicio o la gogna

partirvene non fu fatica

perché la morte vi fu amica.

Guerrieri che in punto di lancia

dal suol d'Oriente alla Francia

di strage menaste gran vanto

e fra i nemici il lutto e il pianto

davanti all'estrema nemica

non serve coraggio o fatica

non serve colpirla nel cuore

perché la morte mai non muore.

 

BOCCA DI ROSA

La chiamavano bocca di rosa

metteva l'amore, metteva l'amore,

la chiamavano bocca di rosa

metteva l'amore sopra ogni cosa.

Appena scese alla stazione

nel paesino di San Vicario

tutti si accorsero con uno sguardo

che non si trattava di un missionario.

C'è chi l'amore lo fa per noia

chi se lo sceglie per professione

bocca di rosa né l'uno né l'altro

lei lo faceva per passione.

Ma la passione spesso conduce

a soddisfare le proprie voglie

senza indagare se il concupito

ha il cuore libero oppure ha moglie.

E fu così che da un giorno all'altro

bocca di rosa si tirò addosso

l'ira funesta delle cagnette

a cui aveva sottratto l'osso.

Ma le comari di un paesino

non brillano certo in iniziativa

le contromisure fino a quel punto

si limitavano all'invettiva.

Si sa che la gente dà buoni consigli

sentendosi come Gesù nel tempio,

si sa che la gente dà buoni consigli

se non può più dare cattivo esempio.

Così una vecchia mai stata moglie

senza mai figli, senza più voglie,

si prese la briga e di certo il gusto

di dare a tutte il consiglio giusto.

E rivolgendosi alle cornute

le apostrofò con parole argute:

"il furto d'amore sarà punito-

disse- dall'ordine costituito".

E quelle andarono dal commissario

e dissero senza parafrasare:

"quella schifosa ha già troppi clienti

più di un consorzio alimentare".

E arrivarono quattro gendarmi

con i pennacchi con i pennacchi

e arrivarono quattro gendarmi

con i pennacchi e con le armi.

Il cuore tenero non è una dote

di cui sian colmi i carabinieri

ma quella volta a prendere il treno

l'accompagnarono malvolentieri.

Alla stazione c'erano tutti

dal commissario al sagrestano

alla stazione c'erano tutti

con gli occhi rossi e il cappello in mano,

a salutare chi per un poco

senza pretese, senza pretese,

a salutare chi per un poco

portò l'amore nel paese.

C'era un cartello giallo

con una scritta nera

diceva "Addio bocca di rosa

con te se ne parte la primavera".

Ma una notizia un po' originale

non ha bisogno di alcun giornale

come una freccia dall'arco scocca

vola veloce di bocca in bocca.

E alla stazione successiva

molta più gente di quando partiva

chi mandò un bacio, chi gettò un fiore

chi si prenota per due ore.

Persino il parroco che non disprezza

fra un miserere e un'estrema unzione

il bene effimero della bellezza

la vuole accanto in processione.

E con la Vergine in prima fila

e bocca di rosa poco lontano

si porta a spasso per il paese

l'amore sacro e l'amor profano.

 

CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d'allor

al sol della calda primavera

lampeggia l'armatura

del sire vincitor

il sangue del principe del Moro

arrossano il ciniero

d'identico color

ma più che del corpo le ferite

da Carlo son sentite

le bramosie d'amor

"se ansia di gloria e sete d'onore

spegne la guerra al vincitore

non ti concede un momento per fare all'amore

chi poi impone alla sposa soave di castità

la cintura in me grave

in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"

così si lamenta il Re cristiano

s'inchina intorno il grano

gli son corona i fior

lo specchi di chiara fontanella

riflette fiero in sella

dei Mori il vincitor

Quand'ecco nell'acqua si compone

mirabile visione

il simbolo d'amor

nel folto di lunghe trecce bionde

il seno si confonde

ignudo in pieno sol

"Mai non fu vista cosa più bella

mai io non colsi siffatta pulzella"

disse Re Carlo scendendo veloce di sella

"De' cavaliere non v'accostate

già d'altri è gaudio quel che cercate

ad altra più facile fonte la sete calmate"

Sorpreso da un dire sì deciso

sentendosi deriso

Re Carlo s'arrestò

ma più dell'onor potè il digiuno

fremente l'elmo bruno

il sire si levò

codesta era l'arma sua segreta

da Carlo spesso usata

in gran difficoltà

alla donna apparve un gran nasone

e un volto da caprone

ma era sua maestà

"Se voi non foste il mio sovrano"

Carlo si sfila il pesante spadone

"non celerei il disio di fuggirvi lontano,

ma poiché siete il mio signore"

Carlo si toglie l'intero gabbione

"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"

Cavaliere egli era assai valente

ed anche in quel frangente

d'onor si ricoprì

e giunto alla fin della tenzone

incerto sull'arcione

tentò di risalir

veloce lo arpiona la pulzella

repente la parcella

presenta al suo signor

"Beh proprio perché voi siete il sire

fan cinquemila lire

è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane

che le avventure in codesto reame

debban risolversi tutte con grandi puttane,

anche sul prezzo c'è poi da ridire

ben mi ricordo che pria di partire

v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

Ciò detto agì da gran cialtrone

con balzo da leone

in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco

fra i glicini e il sambuco

il Re si dileguò

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d'allor

al sol della calda primavera

lampeggia l'armatura

del sire vincitor

 

 

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