Claude Levi-Strauss, il fondatore dell'etnologia strutturale, si colloca nella stessa area intellettuale di Saussurre, Trubeckoj, Jakobson, Benveniste, Dumezil. Saussurre aveva rigorosamente distinto il parlare individuale (parole) dalla lingua stessa (langue). Quest'ultima veniva considerata dal Saussure <<vincolo sociale>>, <<sistema grammaticale>> assolutamente oggettivo, esistente virtualmente in ogni cervello. Il linguaggio non è una funzione della persona che parla; esso è un prodotto che l'individuo non deve far altro che registrare; esso non presuppone mai una precedente riflessione, e la riflessione vi partecipa soltanto in quanto effettua la collocazione e l'associazione.
C'è dunque la preminenza di un pensare statico-descrittivo, <<sincronico>> che svaluta la considerazione <<diacronica>> cioè storica del linguaggio.
Da qui al rifiuto della storia, tout court, non c'è che un passo.
Per Claude Levi-Strauss l'analogia tra la lingua e i fenomeni socio-culturali è evidente. Essi sono indipendenti dal loro contesto economico-politico. Sono un <<sistema>>, una <<struttura>> i cui singoli elementi non hanno nessun senso in sè ne assumono uno soltanto se inseriti in una rete di relazioni logico-formali. (cfr. La scuola fonologica praghese).
Questo antistoricismo, che finisce per ripudiare ogni dialettica, è stato duramente attaccato negli ultimi tempi da parte marxista, specialmente in Francia.
Sartre sottolinea - nella Critica della ragione dialettica - che vi è una <<permanente contraddizione tra la struttura pratico-inerte e l'uomo che scopre di essere da questa condizionato. Ogni generazione prende da queste strutture una diversa distanza, la quale...consente la trasformazione stessa delle strutture. Si tratta di pensare pro o contro la storia>>.
Bisogna dire che a monte dello strutturalismo c'è la teoria dei gruppi e dei campi (cfr. Evariste Galois 1811-32, matematico francese) e la teoria holistica secondo cui il tutto precede le parti. Dice infatti Levi-Strauss:<<Se le scienze sociali devono divenire veramente delle scienze, è indispensabile che i suoi giovani specialisti acquisiscano una solida e moderna formazione matematica, senza di che saranno spazzati via dalla scena scientifica>>.
Si darà all'analisi strutturale un aspetto di credibilità e di realtà se applicata alla linguistica (cfr. De Saussure e Chomskj), stante il carattere convenzionale del rapporto significante-significato, non già alla istituzione politico-sociale nella quale il rapporto tra il valore di un elemento qualsiasi e la realtà non è assolutamente convenzionale. L'uomo non si assimila a un'espressione matematica o a un'equazione abeliana!
Bisogna parimenti sottolineare che la metodologia strutturalistica ha rivoluzionato l'antropologia culturale, la critica letteraria, la psicanalisi (Lacan), l'esegesi marxista (Althusser) e la filosofia della cultura (Foucalt).
Grazie ai lavori di Claude Levi-Struss, gli storici hanno compreso l'interesse dei fatti minuti della vita quotidiana da cui l'etnologia trae la propria sostanza. E' il più grande studioso del mito amerindio.
L'analisi delle strutture elementari della parentela gli consente di elaborare una esegesi suggestiva della universale proibizione dell'incesto.
<<La proibizione dell'incesto - scrive - non è tanto una regola che vieta di sposare la madre, la sorella o la figlia, quanto invece una regola che obbliga a dare ad altri la madre, la sorella, la figlia. E se la proibizione dell'incesto e l'esogamia hanno una funzione essenzialmente positiva, se la ragion d'essere è quella di stabilire tra gli uomini un legame senza il quale essi non potrebbero sollevarsi al di sopra dell'organizzazione biologica per raggiungere quella sociale, allora bisogna riconoscere che linguisti e sociologi non soltanto impiegano gli stessi metodi ma si applicano allo studio del medesimo oggetto. Da questo punto di vista, in effetti, esogamia e linguaggio hanno la stessa funzione fondamentale: la comunicazione con gli altri e l'integrazione del gruppo>>. Il che significa che nei <<primitivi>> l'esogamia ha la finalità di evitare l'isolamento e la guerra.
Agli etnologi che sostengono che la proibizione dell'incesto avrebbe le sue radici nella natura, Levi-Strauss obietta che se la proibizione dell'incesto avesse un fondamento naturale non si capirebbe come mai le società umane ne siano state ossessionate e si siano dedicate con attenzione maniacale a farne una legge.
I titoli dei volumi di Claude Levi-Strauss sono diventati celebri:
<<Il pensiero selvaggio>>, <<Le strutture elementari della parentela>>, <<Il crudo e il cotto>>, <<Dal miele alle ceneri>>, <<L'origine delle buone maniere a tavola>>.
Il pensiero selvaggio è la riabilitazione del pensiero mitico (suggestivo l'accostamento tra bricolage e pensiero mitico). Ne il crudo e il cotto l'analisi si stabilisce in America del Sud e soprattutto nel Brasile centrale e orientale. <<Dal miele alle ceneri>> allarga il campo dell'indagine, tanto verso il sud che verso il nord, ma resta ancora sudamericano. Con l'origine delle buone maniere a tavola, si ricomincia l'analisi a partire da un mito sempre sudamericano ma più settentrionale, che tratta il medesimo problema per mezzo di un immaginario differente, meglio illustrato da certi miti dell'America del Nord.
Illustrano chiaramente il tentativo d'insieme: mostrare il passaggio dalla natura alla cultura.
<<Ho detto una volta negli Stati Uniti - racconta - era il 1952, al congresso degli antropologi, che noi eravamo gli straccivendoli della storia e che cercavamo la nostra roba nelle sue pattumiere: ciò provocò diverse reazioni: i miei colleghi non gradivano l'accostamento>>.
<<Le donne nambikwara mi sono generalmente apparse più belle degli uomini; il contrario presso i Bororo>>.
<<Senza essere una filosofia del soggetto - prosegue - nè tantomeno una filosofia in senso stretto, lo strutturalismo propone di fondare i diritti dell'uomo non sul carattere unico e privilegiato di una specie vivente, come si fa a partire dall'Indipendenza americana e dalla Rivoluzione francese, ma al contrario di vedere in tale carattere un caso particolare dei diritti riconosciuti a tutte le specie. Procedendo in questa direzione, ci metteremo nella condizione di ottenere un più largo consenso di quanto non possa fare una concezione ristretta dei diritti dell'uomo, perchè raggiungeremmo nel tempo la filosofia stoica, e nello spazio quella dell'Estremo Oriente>>.
<<In fondo - dice tra il serio e il faceto - io sono un kantiano volgare e nello stesso tempo, forse, strutturalista dalla nascita. Mia madre mi ha raccontato che, ancora incapace di camminare e molto prima di saper leggere, un giorno ho gridato dal fondo della mia carrozzella che le prime tre lettere delle insegne del macellaio (boucher) e del panettiere (boulanger) dovevano significare (bou) perchè erano le stesse in tutt'è due i casi...
A quell'età già cercavo delle invarianti>>.
Ma in Claude Levi-Strauss, la cui ascendenza marxiana è fuori discussione, c'è il grande richiamo della trascendenza. Dice infatti:<<Non siamo neppure sicuri che la conoscenza che ci rivela la nostra nullità abbia una qualche validità. Sappiamo che non siamo niente, o granchè, e, sapendolo, non sappiamo neanche più se questo sapere sia tale. Pensare l'universo come incommensurabile al pensiero costringe a mettere in dubbio il pensiero stesso>>.
Prof. Domenico Buccafusca |