Stando alle dichiarazioni dell'antropologo Brunetto Chiarelli, sarebbero in atto esperimenti di ibridazione tra l'uomo e lo scimpanzè. Nei giorni scorsi è scesa in campo la scienza ufficiale. Il senato accademico dell'Università di Firenze, ha approvato una mozione nella quale definisce, <<affermazioni superficiali, inaccettabili sul piano etico-scientifico, lesive della serietà metodologica della ricerca>> le dichiarazioni del Professor Chiarelli. Il Professor Borsatti, direttore dell'Istituto di antropologia dell'Università di Firenze, dice: "Pur non potendo escludere che ove avesse avuto sufficiente perizia tecnica, Chiarelli non avrebbe esitato a tentare simili esperimenti, per motivi più di carattere promozionale che garanti di attività scientifica, i membri dell'istituto riconoscono che non hanno mai avuto sentore che esperimenti o studi di questo genere fossero stati condotti o siano tuttora in corso". Ciò vuol dire che l'uomo scimmia non c'è e non ci può essere, come d'altronde avevano detto uomini di eccezionale levatura quali Renato Dulbecco, Salvator Luria e Luca Cavalli Sforza. L'ibrido uomo-scimmia non potrebbe mai nascere. <<Prima di tutto perchè i recettori specifici dell'ovocita della scimmia non sono necessariamente uguali a quelli della donna>> - dice Vittorio Sgaramella, docente di genetica dell'Università di Pavia. <<Geneticamente uomo e scimpanzè sono simili (hanno solo un paio di cromosomi di differenza) ma non è detto che una volta messi assieme i loro cromosomi riescano a coordinarsi e a funzionare>> conclude - <<E poi, anche ammettendo che sia possibile ottenere la fecondazione - dice Sergio Ottolenghi, docente di genetica all'Università di Milano - il processo di suddivisione cellulare si fermerebbe quasi subito. Nella migliore delle ipotesi si potrebbe arrivare fino a creare embrioni di qualche centinaia di cellule. Dopo di che le diverse sequenze di geni comincerebbero a mandare messaggi contraddittori, tra di loro incompatibili, che renderebbero incomprensibile la creazione di organismi più complessi>>. Bisogna dire che i geni sono una sorta di granulazioni, contenute nell'interno dei cromosomi, nelle quali sono localizzati i caratteri ereditari. Mentre il numero dei cromosomi è stato calcolato ed è fisso per tutti gli individui della stessa specie, quello dei geni è ben lungi dall'essere stato verificato.
Gli acidi nucleici invece sono macromolecole formatesi per polimerizzazione lineare di sostanze, chiamate nucleotidi, le quali risultano costituite dall'associazione di uno zucchero ad una base azotata, da un lato, e a un raggruppamento fosforico, dall'altro. Nel DNA sono presenti quattro nucleotidi diversi per la struttura della loro base azotata. Le quattro basi, chiamate adenina, guanina, citosina e timina, sono in genere rappresentate dalla lettera A, G, C e T. Sono queste le quattro lettere dell'alfabeto genetico.
Per ragioni steriche, nel DNA, l'adenina tende a formare un'associazione con la timina, mentre la guanina si associa alla citosina.
Nella doppia elica la A di un filamento si associa alla T dell'altro; la G alla C, la T alla A e la C alla G. A volte la capacità di appaiamento specifico della base è invertita, ad esempio la base C si appaia con A e non con G.
Sono noti agenti chimici che fanno aumentare considerevolmente la probabilità di questi appaiamenti "illeciti". Essi sono potenti mutageni.
Altri agenti chimici, capaci di inserirsi tra i nucleotidi che costituiscono il filamento del DNA, lo deformano, favorendo così incidenti quale la delezione o l'addizione di uno o parecchi nucleotidi. Infine le radiazioni ionizzanti (raggi X e raggi cosmici) provocano diversi tipi di delezione o di "refuso".
Se nel DNA della scimmia i geni che danno istruzione per la formazione del cuore o di qualsiasi altro organo occupano una posizione anche solo leggermente diversa rispetto a quelli corrispondenti dell'uomo l'embriogenesi è compromessa. E questo è molto facile che succeda: i geni, nella specie umana, sono almeno trentamila e i nucleotidi tre miliardi, per cui le possibili combinazioni di sequenza sono quasi infinite. Il sogno del Premio Nobel Renato Dulbecco (calabrese), è, per l'appunto, quello di realizzare la "mappatura" del genoma (identificare come sono distribuiti i tre miliardi di nucleotidi), che consentirebbe per altro la comprensione del "differenziamento" ossia la ragione per la quale siamo diversi e non siamo per esempio come un banco di coralli.
Per essere certi che l'ibridazione è possibile basterebbe tenere presente che nell'ambito della specie umana il 50% degli aborti comporta anomalie cromosomiche; figurarsi in un ibrido tra specie così diverse come l'uomo e lo scimpanzè!!!
"Certamente non esiste nessuna probabilità di creare un individuo ibrido tra specie così diverse come l'uomo e lo scimpanzè, ma è da molto tempo che si fanno esperimenti di ibridazione di cellule somatiche, (della pelle, del sangue, del fegato) tra specie diverse, che crescono in coltura. Sono molto utili per studiare problemi di biologia dello sviluppo, ma non sono ovviamente organismi e mai sarebbero capaci di vita autonoma" dice Marcello Siniscalco del centro di ricerche genetiche dello Sloan Kettering Institute di New York.
Intanto anche gli esperti di etica hanno espresso pareri assolutamente contrari all'ipotesi di ottenere in vitro l'uomo scimmia. Monsignor Dionigi Tettamanzi - docente di teologia morale - dice: "Sotto il profilo etico è una grave illecità, perchè non verrebbe rispettato il seme umano che ha la precisa destinazione di essere sorgente di una nuova vita umana e personale. Il nodo della illeceità, non è legato tanto all'ipotesi di dare vita ad esseri subumani, quanto al fatto che, in tal modo, si tratterebbe il seme umano come una cosa". Anche la morale "laica" vieta simili esperimenti: la dichiarazione 1046 del 24 settembre 1986 del Consiglio d'Europa proibisce infatti le forme di fecondazione ibrida fra uomo e animale.
Alle soglie del terzo millennio è mai possibile che si abbia in progetto l'uomo-scimmia da adibire a schiavo? Nonostante ciò ripugni alla coscienza dell'uomo che sia uomo, bisogna dire che questo è il meno che uno si possa attendere, in una società basata su un sistema di avere invece che su un sistema di essere!!!
Prof. Domenico Buccafusca
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