PATTI IN APPARENZA ALEATORI

 

Il grande filosofo Marsilio Ficino(1433-1499),il maggior rappresentante del platonismo rinascimentale,aveva promesso all'amico Michele Mercati, (che era scettico), di apparirgli post mortem, per dargli la prova dell'immortalità dell'anima.
Nella notte tra l'1 e il 2 agosto 1499, mentre stava lavorando a un testo greco,il Mercati udì improvvisamente fermarsi sotto la sua finestra il galoppo di un cavallo. Si affacciò e vide su di un cavallo bianco l'amico Ficino che,dopo avergli gridato:"Michele! C'è,c'è un'altra vita", si allontanò. Il Ficino era morto un'ora prima nella sua villa di Careggi.
Ci sono molti esempi classici (incredibili ma veri) e uno dei più noti è quello di Don Giovanni Bosco. Egli aveva fatto un patto,che nelle sue memorie biografiche definisce temerario, con un suo compagno di studi,Luigi Comollo Giovanni e Luigi avevano letto insieme un brano della biografia di un santo, e Giovanni aveva commentato:

- Sarebbe bello che il primo tra noi due che muore, venisse a portare all'altro notizie del suo Aldilà.Luigi è colpito dall'idea, e dice con intensità

-Allora facciamo un patto. Il primo che muore, se Dio lo permette, verrà a dire all'altro se è in Paradiso. D'accordo?

Si stringono la mano. Il Comollo morì all'alba del 2 aprile 1839. Non aveva ancora compiuto 22 anni. Ed ecco il fatto stranissimo che si verificò nelle seguenti quarantotto ore, com'è riferito dalle parole di Don Bosco: "Nella notte tra il 3 e il 4 aprile ero a letto in un dormitorio di circa venti seminaristi. Verso le undici e mezzo, un cupo rumore si fa sentire nei corridoi. Sembrava che un grosso carro tirato da molti cavalli si andasse avvicinando alla porta del dormitorio.
I seminaristi si svegliano, ma nessuno parla. Io ero impietrito dal terrore. Il rumore si avanza ancora. Si apre violentemente la porta. Fu allora che si udì la chiara voce del Comollo dire tre volte: << Bosco, io sono salvo ! >> Poi il rumore cessò. I miei compagni erano balzati dal letto, alcuni si stringevano attorno al prefetto della camerata Don Giuseppe Fiorito di Rivoli.
Fu la prima volta che mi ricordo di avere avuto paura. Uno spavento tale che in quel momento avrei preferito morire. Quello spavento mi causò una grave malattia che mi portò vicino la tomba>>.
Don Lemojne, che visse all'oratorio accanto a Don Bosco, dal 1883 al 1888, afferma: <<Don Fiorito Giuseppe raccontò molte volte quell' apparizione ai superiori dell'oratorio>>.
Abbiamo poi due esempi contemporanei estremamente tipici di un rapporto con le anime del Purgatorio che, in fondo, non ha che uno scopo: darci, Aldilà dei nostri dubbi, una certezza dell'esistenza dell'Aldilà. Il primo caso è quello di Maria Zimma, una contadina tedesca molto semplice, dotata del carisma di avere un dialogo pressappoco ogni notte con le anime del Purgatorio. Le si presentano e chiedono preghiere e suffragi durante il mese di Novembre, tradizionalmente consacrato dalla liturgia al culto dei morti. E narra Maria Zimma, ( che non è considerata una visionaria ma una veggente ed è molto stimata dagli ambienti ecclesiastici e persino dagli ambienti vescovili della Germania e dell'Austria ), che riceve soprattutto anime di sacerdoti; sacerdoti iniziati secondo la fede, consacrati a Dio; ma essi confessano grandi peccati, e soprattutto il clero morto recentemente appare come un clero dubbioso, un clero che ha peccato nel non portare il santo abito, nel volersi mimetizzare, nel vendere i beni della Chiesa, nell'abolire ( col pretesto del Concilio, che non ha mai detto questo ) le balaustre e certe parti della Chiesa, nell'allontanare le statue della Vergine, nel confinare il Santissimo in qualche posto remoto come la sacrestia, anzichè farne il centro del culto.
Dicono i teologi tedeschi che di quanto rivelato in questi colloqui, tutto è perfettamente conforme alla più stretta ortodossia e alla teologia più sana della Chiesa e ai dettami dei Vescovi e delle Conferenze Episcopali.
Il secondo caso è quello del famoso ragioniere Pontiglio di cui hanno parlato quotidiani, settimanali e riviste specializzate. Egli non era solo ateo ma anticlericale e blasfemo. Un giorno aprendo la porta della sua casa vi trovò una suora che prima non c'era, una fondatrice d'Ordine, Madre Margherita Lazzari che recentemente aveva fondato la Congregazione delle Suore Missionarie della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Naturalmente il fatto di trovare questa persona in casa e di accorgersi, ad un certo punto, che non era di carne ed ossa, ma una presenza dell'Aldilà sconvolse l'animo di questo onest'uomo e lo portò a rivedere tutte le sue opinioni in fatto di religione in modo che divenne un fervoroso credente.
Anche Pontiglio, che non conosce la Zimma, è un caso di carisma particolare che permette questo dialogo costante con le anime dell'Aldilà.
Pontiglio svolgeva ( è morto una decina di anni fa ) una particolare opera di carità nel consolare, avendo contatti spontanei, mai frutto di evocazione, con le anime di quei figli che erano mancati improvvisamente ad una famiglia, ad una madre, ad un padre. E ha avuto molte rivelazioni: e ci sono prove, nel senso che si rivolgevano a lui persone che non aveva mai conosciuto ed egli sapeva descrivere con estrema precisione la figura fisica del defunto che si manifestava per consolare i propri cari e dire loro che era salvo, che la sua vita era invidiabile.
La Chiesa Cattolica, richiamandosi al dettato biblico, giustamente condanna l'evocazione in quanto comporta il pericolo di infiltrazioni demoniache, purtuttavia ritiene eccezionalmente possibile un contatto tra la nostra dimensione e una dimensione parallela che è quella delle anime purganti e delle anime salve e gloriose del Paradiso.

Prof. Domenico Buccafusca