*  Le canne sotto l'ordito: I LICCETTI

La tessitura secondo la tecnica dei "liccetti", risalente al '300 e rivoluzionaria all'epoca in quanto antesignana della riproduzione seriale di un disegno, si sviluppa principalmente nell'Appennino umbro-marchigiano e viene praticata soprattutto nei conventi per la produzione di tovaglie. Ricordiamo l'affresco di Giotto nella Basilica superiore di Assisi, che illustra la profezia al Cavaliere Celano, dove č rappresentata una tovaglia con due liste di raffigurazioni in colore turchino.

Viene recuperata, agli inizi del '900, dalle sorelle Maraviglia di Caldarola, e poi ripreso da Maria Ciccotti di Pievebovigliana che, grazie alla sua scuola, ne ha garantito la diffusione,

Uno dei laboratori attivi č "la Tela" di Macerata (membro dell'Associazione Arti e Mestieri) dove si ricrea un tipo di tessuto popolare secondo l'antica e ingegnosa tecnica. L'iconografia di tale genere di manifattura presenta nelle liste decorative elementi d'ispirazione naturalistica, documentati a lungo per tutto il '300 e il '400 nelle stoffe rustiche dell'Italia centrale. Draghi, leoni, aquile, grifoni, pavoni e altre figurazioni tra verismo e fantasia impreziosiscono parte della produzione del laboratorio.   

Un esempio molto significativo possiamo trovarlo nella famosissima "CENA" leonardesca (Milano, S. Maria delle Grazie), ai due lati della tovaglia.        

        

Leonardo Da Vinci, CENA

 

    Particolare 

del motivo a liccetti

 

 

 

Liste decorative "a liccetti" si trovano in altre celebri opere pittoriche, quali: 

- L'"Ultima Cena" di Duccio Boninsegna (Siena, Museo dell'Opera del Duomo) 

- Le "Nozze di Cana" di Giotto (Padova, Cappella degli Scrovegni)

- La "Nascita della Vergine" di P. Lorenzetti (Siena, Museo dell'Opera del Duomo)

- La "Lavanda dei piedi" di P. Lorenzetti (Assisi, chiesa inferiore di S. Francesco)

- La "Beata Umiltą" di P. Lorenzetti (Firenze, Uffizi)

- Il "Crocifisso" di A. Da Fabriano (Matelica, Museo Piersanti)

- L'"Ultima Cena" del Ghirlandaio (Firenze, Museo S. Marco)

- Il "Cenacolo" del Ghirlandaio (Firenze, Chiesa di Ognissanti)

- L'altro "Cenacolo" di Leonardo (Parigi, Louvre)

- L'"Ultima Cena" di A. Del Sarto (Firenze, S. Salvi)

- L'"Istituzione dell'Eucaristia" del Beato Angelico (Firenze, Museo S. Marco) 

*  Simbologia delle figure ornamentali tessute a liccetti

I primi disegni ornamentali su tessuto venivano eseguiti ai bordi delle tele, la cui altezza si adeguava alla larghezza dei tavoli lunghi e stretti tipici del medioevo, e - in particolare - venivano utilizzate come tovaglie per gli altari. I disegni venivano impostato, o programmati, sul telaio mediante una serie di liccetti, che avevano il compito di permettere l'abbassamento simultaneo di una serie di fili d'ordito corrispondenti al motivo decorativo da realizzare.

Le figure, che il laboratorio "la Tela" ha potuto recuperare studiando antichi tessuti e documenti, rappresentano aquile, leoni, pavoni, cervi, draghi, uccelletti e riproduzioni stilizzate di ispirazione naturalistica.

I "draghi", motivo fantastico dalla testa di sauro, zampe unghiate, ali e coda di serpente, tipico della cultura cinese, sono simbolo di prudenza e fedeltą: nell'araldica medioevale simbolo dei ghibellini; nella simbologia cristiana simbolo del male.

I "leoni" sono simbolo della tribł di Giuda.

I "pavoni" sono simbolo di maestą, ricchezza e lusso.

Nel tardo rinascimento si andarono perdendo i valori usati nel simbolo ornamentale e le raffigurazioni si fecero sempre pił descrittive, fino a lasciare il posto alla tessitura di damaschi e broccati di seta.

La tessitura a mano fu definitivamente messa ai margini con l'avvento dei telai Jacquard, lasciando a pochi appassionati l'opportunitą di riprodurre stoffe ormai tanto preziose e rare.

 

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