Le
novelle delle Fresche Frasche prendono spunto dalle tante storie e
leggende della Toscana. Vi sono così storie di tutti i tipi e per tutti i
gusti.
Come
è tradizione infatti della nostra terra - maledetti toscani! - alcune
novelle prendono in giro il potere che in epoca medievale era
rappresentato spesso e volentieri dalla Chiesa. Altre invece, più
intriganti e maliziose, scherzano sui rapporti uomo-donna. Altre ancora
sono semplicemente il resoconto di qualche strano evento accaduto tanto
tempo fa.
La
leggenda di S. Ubaldo narra di un astuto sagrestano che indossando le
vesti del Santo spera di aggirare una devota e di averne vantaggi
personali: "Vediamo se la devozione di questa donna riuscirà a porre
rimedio alla solitudine delle mie notti!" esclama il sagrestano
Laudomio mentre si cambia d'abito. Ma come vuole il proverbio, scherza coi
fanti e lascia stare i Santi, il suo tentativo finirà a mal partito.
La
storia di Usilia de' Buonconti è la cruda cronaca - si fa per dire
- della resistenza di Poggiobonizio (oggi Poggibonsi, in provincia di
Siena) contro l'assedio da parte delle truppe francesi capitanate da Re
Carlo d'Angiò. Si narra infatti che la città fosse ormai pronta alle
resa, stremata dalla fame e dall'isolamento, quando l'eroina Usilia guidò
un manipolo di audaci nel tentativo estremo di riconquistare la libertà
del proprio popolo. Tutto fu inutile ma il Re nemico concesse almeno
l'onore delle armi.
Manaccione
delle Fate è la leggenda di un grosso brigante che, preso
dall'eccitazione, si rese colpevole di un efferato omicidio: roteando la
sua spada tolse la vita a due giovani amanti che si erano dati
appuntamento presso la Fonte delle Fate la cui acqua, colpita da
maledizione, diventò all'istante avvelenata.
Vi
siete mai chiesti perché sulle bottiglie di vino provenienti dalla zona
del Chianti vi sia impresso un gallo nero? La leggenda vuole che all'epoca
della guerra tra Siena e Firenze si decise di porre fine ai conflitti con
una sfida tra cavalieri. Uno sarebbe partito da Siena, l'altro da Firenze
e il loro punto d'incontro lungo la chiantigiana, la strada che
anticamente collegava le due città, avrebbe stabilito la nuova linea di
confine. Ma come far partire i due cavalieri nello stesso istante?
Semplice, al canto del gallo. Per sapere come andò a finire sarà
sufficiente assistere alla storia del Gallo del Chianti.
L'allegro
personaggio protagonista di questa novella è Tobia. Egli "crebbe tra
racconti di Santi e di Puttane" e decise in preda ad un momento di
sconvolgimento mistico di farsi frate diventando appunto Fra Tobia.
Da allora, approfittando del suo ruolo di frate cercatore, si reca di casa
in casa e gode della "generosa" ospitalità delle donne del
paese. Ma un giorno viene scoperto proprio durante uno dei suoi incontri
amorosi e viene chiuso in convento mentre la sua concubina diventa
pazza per la disperazione e la vergogna.
La
storia di Maristella narra del fugace amore tra lei e un giovane artista
di nome Salvatore, poeta napoletano, che dopo averla sedotta l'abbandona
al proprio destino. Solo l'intervento della madre della ragazza riuscirà
ad inchiodare Salvatore alle sue responsabilità. Ma è troppo tardI. La
bella Maristella si è già tolta la vita per il dolore.
L'ultima
delle novelle presentate è quella dell' Elisir di S. Silviano un
magico unguento che non promette alcun cambiamento. L'artefice di questa
possente ricetta alchemica è Frate Pulcione, truffatore e millantatore di
storie mai accadute, coadiuvato dal fedele servo Donato e da un compare
abile nel camuffamento e nella trasformazione.
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