Cose che in lui lodar si debbano, veggio io tante e tante, che
alcuna non ce n'è che d'essere infinitamente esaltata non
meriti. Et tra l'altre questa da tacere non è, ch'egli tanto
leggiadramente ha saputo con le gravi cose le piacevoli
mescolare; e con le travagliate le quiete; e con le affettuose
quelle che nell'azione consistono; che con meraviglioso
stupore dà diletto incredibile a chi il legge. La ove molti
sono che o in doglianze, o in feste; o in guerra, o in pace; o
in ire, o in amori con noia di ciascuno infinita sopra una
sola parte di queste troppo si trattengono: e niente avveduti
sono nel temperare l'una con l'altra. Sono le digressioni di
questo poema e molte e diverse, si come l'uso e la ragione
comporta: ma sono nientedimeno con il corpo della Francia
assai conformi. Alla quale i nostri per lo più i loro
avvenimenti ridotti hanno: come gli altri del già trascorso
tempo alla Grecia i rapportavano. Quasi che questo
distantissimo intervallo che tra Levante e Ponente si trova,
conoscer ne faccia quanto diversa sia l'Heroica composizione
dalla Romanzevole. Sono tuttavia esse digressioni insieme
concatenate tanto, che alla fine ogni cosa con vaga unità per
quanto questa poesia patisce, è debitamente guidata.
Accompagnasi con gli Episodi] l'energia: la quale se in alcuno
scrittore apparente si vede; vedesi ella massimamente in
questa opera. Perciocché versando ella nelle descrizioni,
molte vi n'abbiamo espresse sì, che ogni minuta cosa che con
decoro dir si possa, chiarissimamente vi si vede. Si come è
quella di Parigi e di Damasco: quella della casa del sonno, e
della fabbrica fornita di statue: quella della fontana a
figure intagliata...
E oltre a fortezze e a porti, e mari e fiumi e valli e
laghetti e alpi e monti e colline e piagge nel cospetto ci
pone più volte e più. Et ove soffiar vento bisogna, o tonare,
o discender acqua dal cielo, o lampeggiare, è benissimo a
tutto ciò apparecchiato. All'ordine parimenti si trova in
metterci in disegno i segni del Zodiaco secondo il tempo
ch'alcuno d'essi ricerca. Indi in vari modi la Primavera e
l'Autunno veggiamo: e l'Estate e il Verno: e il Giorno
tuttavia e la Notte; e quando sono in colmo; e quando
cominciano; e quando finiscono.
Le bellezze d'Olimpia sono con maggior vivacità dipinte che se
con colori lineate fossero, e sono larghissimamente trattate.
Benché prima su quelle d'Alcina assai disteso si sia il
parlare, e ambi questi due luoghi c'hanno un istesso soggetto
son molto vicini, e tanto l'uno alla perfezione riguarda,
quanto l'altro. E quello ch'è stupendo, è diversità
grandissima nell'uno e nell'altro. Né si smarrì il Poeta
nell'esporre questa medesima Olimpia all'Orca, quantunque poco
dianzi legata fosse al sasso Angelica, pur per l'effetto
medesimo. Le quali due somiglianze sono notabilmente
dissimili. Et altre volte altresì ha due cose d'una istessa
materia con gran diversità e con grande ampiezza trattato:
come due naufragi, due cataloghi di gente da guerra, e due
assalti di due terre, e altre imprese. E non pur tre o quattro
volte; ma ancora più: come Duelli a piè, e a cavallo: e
particolari abbattimenti succeduti a caso. E poi generali
battaglie, e fatti d'arme: e giostre ancora e feste e trionfi
e nozze e essequie e presure e incendi e uccisioni quanto il
bastevole comporta. E l'impacciarsi in somiglianti cose bene
spesso o toccate, o maneggiate non gli lieva l'ardire. Né è
men bello e compiuto in un lato che in un altro. Né una
giovane da una vecchia il disgiugne: né una vaga donna da una
sozza: né un uomo gentile e bello da uno robusto e fiero. Né
fiere ch'egli si pigli o monstri overo creature umane o divine
gli togliono quelle cose che d'intelletto mancano e di senso.
Né dalla penna gli esce qualche parte che strettissima debba
essere, se ben egli in qualche lunga tirata prima s'è
compiaciuto. Ma che dirò delle Comparazioni, che tutte ad una
ad una divinissime sono Chi meglio le usate in altra lingua in
Volgar verso riduce? Chi meglio formane da se stesso di nuove?
Chi più a tempo di loro si serve? Chi più con esse ogni
qualità altera, e in accrescere e in diminuire, e in far
leggere le cose gravi, e in far alte le basse, e in recare
ornamento e a queste e a quelle? E mestiero in lui solo
talmente a perfezione ridotto, ch'a volere una magnifica cosa
comprendere in proverbio s'è tratto: le comparzioni
dell'Ariosto. Quasi che come ciascuno de' sette miracoli del
mondo nella regione in che è, è tanto nominato, che tacesi
d'ogni altra macchina che vi sia; che così queste in costui
tutte l'altre grandezze occupando, elle sole il titolo portino
d'ogni eccellenza. |