CRITICA: GIUSEPPE PARINI

 IL PARINI POETA GALANTE

 AUTORE: Domenico Petrini    TRATTO DA: Dal Barocco al Decadentismo

 

In questo mondo del piacere è assente l'amore: un capriccio, un complimento, un brindisi, una bocca fresca di donna, un passaggio di cocchi, oro e luce, nelle tenebre, una corsa di sale splendenti, ma mai un'anima che umanamente goda o dolori.
Negli eroi di Metastasio, vestiti settecentescamente all'antica, incontrate la dolcezza musicale dell'idillio, che invano vuol salire ad eroico: ma il breve motivo sa essere umano, se non profondo. In Parini, in questo minore Parini, il motivo umano appena s'accenna che il colore lo travolge: la scena sopraffà gli attori.
Eppure è questo Parini che potrà creare la sua maggiore poesia: lasciate che su questo mondo di grazia femminile passi l'eco di una passione e lo vedrete umanamente muoversi e artisticamente svolgersi.
Il Parini maggiore è il Parini che in questo mondo di eleganza cala la sua più vera passione umana, quella che in lui artisticamente era più profonda della polemica egualitaria e dell'entusiasmo rinnovatore; la passione d'amore, d'un amore di donna che venisse incontro al suo desiderio raccolto di affetti e di gioie, che si purificassero e nobilitassero di una vita nuova, in cui la voluttà fosse consacrata dall'amore...

Un poeta d'amore Giuseppe Parini, poeta di un amore che è fatto di sogno, di voluttà, e di stanchezza di desiderio, con sempre un sereno sentimento della vita che non permette abbandoni, trattiene il movimento dell'anima in una fermezza di visione che è il limite ma insieme la più intima vita di questo mondo.
Un poeta d'amore del suo secolo, voluttuoso e ragionatore, languido e piccante, ma insieme negatore di ogni sentimentalità sotto l'ordine della ragione: sono lontane ancora le accorate passioni romantiche. Ci rinascono dalla poesia pariniana le soavi figure di donna, quelle più veramente nate all'arte: un trepido desiderio di carne femminile, ma insieme un senso di intima castità che lo domina; una giovane maritata che si alza, un po' disfatta, dal letto, una donna colta nel momento che col ginocchio sale sul letto maritale, la contessa di Castelbarco, bella le membra e lo spirito, dinanzi alla solitudine stanca del poeta...
Momenti di poesia, in cui l'arte si libera dall'incombere della polemica e del moralismo: sì, grandi, nella storia civile e morale del secolo e le odi, col loro entusiasmo per la virtù e per l'educazione, grande il Giorno con la sua polemica attenta contro la nobiltà che si va disfacendo; ma quel che fa poeta il letterato Parini, quello che gli dà un posto nella storia della poesia italiana è questa sua poesia minore di toni e di forme, in cui la sevérità del suo canto si rasserena, si purifica, si fa musica.
Poesia minore, in cui si riconosce intera la personalità pariniana: l'artista educato nelle prove di Ripano Eupilino al vigile senso della tradizione che non è più imitazione, ma tecnica viva; l'entusiasta della morale illuministica, democratica ed egualitaria, non più con il suo fervore etico, e con la sua oratoria satirica, ma con la sua serietà interiore; il settecentista elegante e innamorato della ornata linea del rococò, non più con la sua fine galanteria, ma con una sua commossa passione umana.

 

Aggiornamenti 2002 - Luigi De Bellis