Le rime dell'Angiolieri e
di Folgore e di quegli altri che ora ci accadrà di nominare non soltanto
rimangono estranee all'atmosfera del dolce stile, ma non di rado anche ad
esso si contrappongono direttamente nello spirito e nelle forme. È
un'opposizione in parte inconsapevole, dovuta alla diversa educazione, al
minor grado di cultura, all'origine talora popolana o borghese, ovvero
alla condizione di vita dissipata o giullaresca di quei rimatori, i quali
continuano, in un ambiente nuovo e con forme in parte rinnovate, i modi
della poesia popolare e popolareggiante del medioevo. Ma è pure per un
altro verso opposizione voluta e conscia del proprio carattere, pronta ad
atteggiarsi, se occorre, in veste di polemica, di satira o di parodia.
Accade talora che qualcuno di questi poeti s'accosti dapprima allo «stil
novo», o a tutta la vecchia tradizione dell'amor cortese, con propositi
d'imitazione: se non che riesce soltanto a deformarne grossolanamente o
comicamente i concetti e lo stile. Così Cecco Angiolieri, in due sonetti,
esalta la forza purificatrice d'amore, il quale
è
si nobile cosa,
che selli entrasse 'n colui de lo inferno,
che non ebb'anch'e non de' aver posa,
pena non sentirebbe'n sempiterno:
la vita sua sarìa più gioiosa,
che non rubaldo a l'uscita del verno. |
Male idee guinicelliane, nel senese si spogliano della lor veste rarefatta
e lieve, per assumere una forma greve e corporea. Se, per gli stilnovisti,
chi non prova amore non ha cuor gentile, per Cecco senz'altro « chi non
ama sia morto e distrutto », e come l'usuraio, non sia sepolto in luogo
consacrato. Secondo quelli, l'amore eleva l'animo dell'uomo; secondo
l'Angiolieri, ne modifica pur l'aspetto fisico:
ch'e' nol trova si brutto
che per lui non si adorni a mantinente,
e non par esso poi, sì 'l muta tutto... |
Anche se prendiamo ad osservare le loro rime politiche, il contrasto fra
questo gruppo di rimatori e gli stilnovisti non ci appare meno forte e
reciso. Non già che essi non prendan parte talora con vivace interesse
alle lotte politiche, e anzi l'accento civile e partigiano è, nelle loro
rime, più frequente che non nei canzonieri del dolce stile; se non che la
visione di siffatti contrasti, com'è naturale in persone di minor coltura
e di più limitata esperienza, si fa in essi meno ampia e vigorosa, se pur
chiassosa e violenta, chiusa ne' confini d'una città, conforme alle
opinioni, ai gusti e alle antipatie d'un piccolo ambiente borghese. Il che
non vuol dire che non possa apparire, in certi casi almeno, meno
utopistica e più concreta...
Infine all'atmosfera stilistica rarefatta e preziosa, agli aerei disegni
dei poeti d'Amore, si contrappone una maniera robusta plastica e colorita:
ai delicati colloqui con le donne gentili e le forosette, i vivaci e
rapidi dialoghi a botta e risposta; alle tenui figurazioni d'un mondo
irreale, le scene immediatamente ritratte della vita popolana e dialettale
ovvero della ricca vita borghese. Sarebbe errato per altro intendere
cotesta opposizione fra «stil novo» e letteratura realistica, secondo lo
schema consueto della distinzione fra poesia popolare e poesia d'arte. Se
al concetto di poesia popolare » s'attribuisce, secondo una recente
definizione del Croce, il significato di poesia cresciuta in un orizzonte
angusto, chiuso in una cerchia di sentimenti poveri elementari e
superficiali: allora quell'etichetta potrà esser sì attribuita con qualche
giustizia anche a' nostri realisti, come appare anche dalla descrizione or
ora tentata della loro misera e gretta o comunque semplice materia
sentimentale. Ché se invece si pensa ad una sorta d'espressione immediata
e schietta, rozza ed incolta, occorre reagire contro cotesta ingenua fede.
Anche la poesia realistica è letteratura, con i suoi mezzi retorici e i
suoi artifici (sebbene di solito assai più grossolani che non fossero
quelli degli stilnovisti), con i suoi schemi, con la sua materia su per
giù fissa e obbligata; con proposito infine, non già di confessione e di
sfogo, bensì di raggiunger determinati effetti d'eloquenza, d'arguzia o di
parodia. Chi vi cerca la rappresentazione umanamente sincera d'un intimo
dramma (e sia pure di crapula e di abiette passioni), s'illude. Ché se
talora, sebbene di rado, un fiore di poesia sorge fra tanta letteratura,
non vuol esser cercato in quella direzione. Lasciando dunque il binomio
poesia popolare - poesia d'arte, per i fraintendimenti a cui potrebbe
condurre, stabiliremo più chiaramente l'elemento distintivo fra lo « stil
novo » e la letteratura realistica nella differenza fra una poesia d'arte
più complessa e una meno complessa, una letteratura sorretta da un
fondamento di vasta e profonda cultura e pronta a perseguire alte e ideali
concezioni, e una letteratura con poveri e frammentari sostegni culturali
e perciò condannata a' voli bassi e brevi. Né d'altronde coloro che
perseguono cotesto ideale d'arte minore posson dirsi popolani per il ceto
sociale cui appartengono: notai, giudici, giuristi, chiamati ad occupare
cariche pubbliche nelle loro città, talora discendenti, sia pure
degenerati, di nobili famiglie. Ché se nell'uso della lingua e nei loro
concetti poetici non di rado s'accostano alla rozzezza plebea; e
riprendono vivacemente i modi e le frasi dialettali : a bene osservare per
altro, si vedrà ch'essi accettano quel linguaggio e quello stile con un
senso, se non d'ironia superiore, almeno di compiacente esagerazione, di
faceta parodia, di virtuosismo verbale, e insomma non senza distacco.
Certo al popolo li conduce, assai più che non l'origine umile o la scarsa
educazione, una sorta di simpatia artistica. Cosicché, al tempo stesso che
riaffermiamo la loro netta e spesso consapevole contrapposizione allo
spirito raffinato ed estetizzante degli stilnovisti; non dobbiamo tuttavia
dimenticare che, accanto all'artificio letterario, al dilettantismo dello
scrittore dotto e delicato, esistono attitudini analoghe, in un più basso
piano, proprie dell'artista borghese e di mediocre cultura: e di
quest'ultimo appunto sono il compiacersi dell'esagerazione verbale de'
propri sentimenti, l'esprimere in parole grosse e calde affetti tenui e
moti d'animo poco profondi, la ricerca di un forte e un po' caricato
colorito plebeo.
|