CRITICA: SCAPIGLIATURA E VERISMO

 CORALITA' DEI MALAVOGLIA

 AUTORE: Luigi Russo         TRATTO DA: Giovanni Verga

 

I Malavoglia volevano essere uno studio sincero e appassionato, come avvertiva nella prefazione l'autore, del nascere e dello svilupparsi delle prime irrequietudini per il benessere nell'anima della povera gente. La vaga bramosia dell'ignoto, l'insoddisfazione delle proprie umili condizioni, doveva trascinare una casa patriarcale di pescatori alla rovina il dramma oscuro del desiderio si svolgerà nell'anima di 'Ntoni, che è stato a fare il soldato e ha conosciuto il mondo, il quale, fuorivia, è più bello che non sia ad Acitrezza; ma il patimento delle fantasticherie del giovane si allarga su tutti i consanguinei, e l'errore di un solo segna la catastrofe di tutta una famiglia. Questo senso di fatalità che c'è in tutto il racconto, non insinuato per tesi dallo scrittore, ma direttamente sentito dai protagonisti dell'azione, dà al romanzo una intonazione tragica che, per essere intessuto di svariati episodi umoristici che coloriscono tutta la vita di un villaggio, non perde mai però quel suo ritmo di perduto dolore e della sua unità d'ispirazione. «A ogni uccello il suo nido è bello», avevano detto gli antichi: 'Ntoni Malavoglia si è scordato di questo motto di saggezza; ed egli precipita nel vizio e con lui si abbatte tutta la casa dei Malavoglia.
Tragedia, dove gli uomini non si atteggiano ad eroi, e sono eroi; silenziosi eroi del dovere, eroi dell'onore domestico, del lavoro e della fedeltà. Possiamo dire appunto che questo è il romanzo della fedeltà, nel senso religioso, alla vita, alle costumanze antiche e severe, agli affetti semplici e patriarcali. Dove questo patto è rotto, ivi sorgono gli elementi della futura catastrofe, e la catastrofe è lì a riaffermare, col dolore muto delle lagrime dei superstiti, la santità dell'ideale e della saggezza antica disconosciuta.

Padron 'Ntoni è il custode tenace di queste leggi invisibili della casa; egli è un semplice pescatore, ma si drizza, davanti alla nostra fantasia, rude e triste, nell'austerità e naturale grandezza della sua anima all'antica, senza che l'artista abbia voluto farcene di proposito la prosopopea, per tirarci al consenso e all'ammirazione. Ché anzi la luce piove uguale sulla folla dei personaggi di questo romanzo, e padron 'Ntoni acquista via via un rilievo, per la vicenda tragica delle cose in cui è coinvolta la sua anima e la sua casa. La tragedia delle cose, mentre distrugge gli uomini, ingrandisce di sé i principi e le sue vittime. L'eroismo di padron 'Ntoni è rozzo e, direi, istintivo, poggiato su due o tre massime, respirate fin dalla nascita, e che non si possono discutere, perché il motto dell'antico mai mentì. Ha fatto egli un debito con zio Crocifisso: deve pagarlo. Ha perduto la casa del Nespolo: deve riscattarla. La famiglia minaccia di disperdersi: bisogna ricostituirla. Il debito, la casa, la famiglia, sono idee radicali di quest'uomo, e i suoi aforismi costituiscono la sua filosofia quadrata fuori della quale non c'è salute. Aforismi, parole trite e comuni, ma che prendono un accento di pathos sulla sua bocca. E non si tratta poi di massime verbali, ma di massime vissute. L'eroismo di padron 'Ntoni non pare l'eroismo di un individuo, ma l'eroismo di una saggezza secolare fatta persona. In certi momenti, come nell'episodio della tempesta, l'uomo è fatto superiore alla stessa furia degli elementi, e, se cade, alla fine, tramortito, egli poi sa risorgere ancora una volta per combattere, quasi simbolo primitivo dell'umanità millenaria, che pare opponga l'unità della sua pur rozza fede interiore alle forze disordinate e divise della natura.
E anche il suo proverbiare frequente è pur una necessità ideale: padron 'Ntoni è, non soltanto il patriarca del santuario, ma anche l'umile salmista di quella sua religione della casa e della famiglia. Bastianazzo s'imbarca con la Provvidenza, e padron 'Ntoni eccolo lì a guardare la montagna tutta nera di nubi: «scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura». C'è l'accento asciutto del vecchio lupo di mare, ma con l'oscura trepidazione, nel suo cuore, di padre e di padrone. - Muore Bastianazzo, ed è quella una spina per il povero vecchio, ma egli lo sa che «il mare è amaro e il marinaio muore in mare»; è la rassegnazione fatalistica che è religioso rispetto per la logica crudele della nostra vita. - La casa del Nespolo fa acqua da tutte le parti «il buon pilota si prova alle burrasche» commenta, nella disperazione, padron 'Ntoni. - La casa dei Malavoglia è distrutta: «chi cade nell'acqua è forza che si bagni», «ad albero caduto, accetta, accetta», va ripetendo adesso il vecchio, malato e triste come un uccellaccio di camposanto, e quel suo secco proverbiare, così muto d'ogni luce, ci rende il senso della tragica impassibilità di quell'anima. - Languisce solo nell'ospedale, in una gran corsia tutta bianca, ma i suoi occhi son sempre alla porta, sebbene non ci vedesse quasi, aspettando sempre qualcuno come un'anima nel purgatorio, poiché la sua casuccia non è là, e «ad ogni uccello il suo nido è bello».

E il suo senso religioso della vita si allarga nell'anima della famiglia i Malavoglia nel lavoro sono una mano sola, nelle disgrazie sono un cuore solo, nelle decisioni una volontà sola, proprio come le dita della mano, e prima veniva lui, padron 'Ntoni, «il dito grosso, che comandava le feste e le quarantore». Noi già li vediamo, in iscorcio, fin dalle prime pagine del romanzo; per ognuno che parli, nelle sue parole c'è l'animo, la voce, il gesto, dell'altro. Anche il racconto è così condotto che non par di ascoltarlo dalla bocca dell'artista, ma a volta in volta dai singoli protagonisti, i quali rievocano sé e gli altri familiari nella sintesi calda del sentimento. Padron 'Ntoni è la sua famiglia, la famiglia è il suo cuore, e tutti insieme sono la vita e il cuore del villaggio. E per questo non si può dire che campeggi un protagonista nel romanzo, ma protagonista è tutto il paese, e lo scrittore è mirabile nel rievocare in ogni persona, ad ogni passo, quella vita collettiva e la storia totale di tutto il romanzo: e questo è segno di arte grande. Davvero la fatica artistica sarebbe infruttuosa, se lo scrittore pedanteggiasse dietro a ciascun personaggio, per sbozzarne la figura morale o fisica, con particolari finiti, come se ognuno vivesse in sé e per sé: il Verga non è un ritrattista del singolo, ma il rievocatore di grandi scene affollate, dove i personaggi numerosi sono fusi in una vigorosa sintesi dinamica, che ce li fa vivere tutti, ad ogni istante, nelle parole, gesti, azioni di ogni singolo interlocutore. La doglia di padron 'Ntoni è doglia di tutti i Malavoglia; la sua onestà è ancora la fede caparbia di tutti i suoi; ai suoi disegni economici partecipano anche i piccoli, col loro silenzio attonito e pensoso. E il senso religioso e solenne, che si leva dal racconto, è precisamente commesso a questa solida unità morale di sentimenti del capo e della sua famiglia.

Ma non si può dire neanche dove finisca la vita malavogliesca che si svolge tra le pareti della casa del Nespolo, e dove incominci quella del villaggio. Nel romanzo è sempre presente la funzione di un coro vero e proprio, che viene compassionando o contrastando alle pene dei protagonisti. Alle sventure dei poveri Malavoglia partecipano tutti quelli del paese, con spirito di compassione o di antitesi, e non di rado con la crudele compassione, che i poveri diavoli sanno mettere nel compianto delle disgrazie dei loro simili, e con quello spirito di antitesi che ci avverte della miseria di quelli stessi che, forti oggi, domani anche loro forse saranno dei vinti, e miserabili come le altre povere vittime. È stata ripescata la Provvidenza? ed ecco il commento dei compari e delle comari: «Adesso colla Provvidenza i Malavoglia potranno tirarsi su un'altra volta, e la Mena sarà di nuovo un bel partito». Oppure: «Ora, se la ruota non gira pei Malavoglia, la casa del Nespolo se la piglia Piedipapera; e la Provvidenza torna da compare Bastiano». Zio Crocifisso ha mandato l'usciere in casa Malavoglia? Ebbene anche i ragazzetti si mescolano nella politica delle loro famiglie, e ad Alessi, che è uno dei piccoli Malavoglia, i suoi coetanei che giuocavano a nocciuoli, dicevano: «...Tu vattene, se non hai nocciuoli per giocare. Ora vi pigliano la casa». È la logica della povera gente che incrudelisce fatalmente sull'altra povera gente che è più povera, logica che è trasmigrata fin nell'animo dei piccoli, quasi insegnamento ereditato con la nascita.

 

Aggiornamenti 2002 - Luigi De Bellis