I Malavoglia volevano essere uno studio sincero e
appassionato, come avvertiva nella prefazione l'autore, del
nascere e dello svilupparsi delle prime irrequietudini per il
benessere nell'anima della povera gente. La vaga bramosia
dell'ignoto, l'insoddisfazione delle proprie umili condizioni,
doveva trascinare una casa patriarcale di pescatori alla
rovina il dramma oscuro del desiderio si svolgerà nell'anima
di 'Ntoni, che è stato a fare il soldato e ha conosciuto il
mondo, il quale, fuorivia, è più bello che non sia ad
Acitrezza; ma il patimento delle fantasticherie del giovane si
allarga su tutti i consanguinei, e l'errore di un solo segna
la catastrofe di tutta una famiglia. Questo senso di fatalità
che c'è in tutto il racconto, non insinuato per tesi dallo
scrittore, ma direttamente sentito dai protagonisti
dell'azione, dà al romanzo una intonazione tragica che, per
essere intessuto di svariati episodi umoristici che
coloriscono tutta la vita di un villaggio, non perde mai però
quel suo ritmo di perduto dolore e della sua unità
d'ispirazione. «A ogni uccello il suo nido è bello», avevano
detto gli antichi: 'Ntoni Malavoglia si è scordato di questo
motto di saggezza; ed egli precipita nel vizio e con lui si
abbatte tutta la casa dei Malavoglia.
Tragedia, dove gli uomini non si atteggiano ad eroi, e sono
eroi; silenziosi eroi del dovere, eroi dell'onore domestico,
del lavoro e della fedeltà. Possiamo dire appunto che questo è
il romanzo della fedeltà, nel senso religioso, alla vita, alle
costumanze antiche e severe, agli affetti semplici e
patriarcali. Dove questo patto è rotto, ivi sorgono gli
elementi della futura catastrofe, e la catastrofe è lì a
riaffermare, col dolore muto delle lagrime dei superstiti, la
santità dell'ideale e della saggezza antica disconosciuta.
Padron 'Ntoni è il custode tenace di queste leggi invisibili
della casa; egli è un semplice pescatore, ma si drizza,
davanti alla nostra fantasia, rude e triste, nell'austerità e
naturale grandezza della sua anima all'antica, senza che
l'artista abbia voluto farcene di proposito la prosopopea, per
tirarci al consenso e all'ammirazione. Ché anzi la luce piove
uguale sulla folla dei personaggi di questo romanzo, e padron
'Ntoni acquista via via un rilievo, per la vicenda tragica
delle cose in cui è coinvolta la sua anima e la sua casa. La
tragedia delle cose, mentre distrugge gli uomini, ingrandisce
di sé i principi e le sue vittime. L'eroismo di padron 'Ntoni
è rozzo e, direi, istintivo, poggiato su due o tre massime,
respirate fin dalla nascita, e che non si possono discutere,
perché il motto dell'antico mai mentì. Ha fatto egli un debito
con zio Crocifisso: deve pagarlo. Ha perduto la casa del
Nespolo: deve riscattarla. La famiglia minaccia di
disperdersi: bisogna ricostituirla. Il debito, la casa, la
famiglia, sono idee radicali di quest'uomo, e i suoi aforismi
costituiscono la sua filosofia quadrata fuori della quale non
c'è salute. Aforismi, parole trite e comuni, ma che prendono
un accento di pathos sulla sua bocca. E non si tratta poi di
massime verbali, ma di massime vissute. L'eroismo di padron
'Ntoni non pare l'eroismo di un individuo, ma l'eroismo di una
saggezza secolare fatta persona. In certi momenti, come
nell'episodio della tempesta, l'uomo è fatto superiore alla
stessa furia degli elementi, e, se cade, alla fine,
tramortito, egli poi sa risorgere ancora una volta per
combattere, quasi simbolo primitivo dell'umanità millenaria,
che pare opponga l'unità della sua pur rozza fede interiore
alle forze disordinate e divise della natura.
E anche il suo proverbiare frequente è pur una necessità
ideale: padron 'Ntoni è, non soltanto il patriarca del
santuario, ma anche l'umile salmista di quella sua religione
della casa e della famiglia. Bastianazzo s'imbarca con la
Provvidenza, e padron 'Ntoni eccolo lì a guardare la montagna
tutta nera di nubi: «scirocco chiaro e tramontana scura,
mettiti in mare senza paura». C'è l'accento asciutto del
vecchio lupo di mare, ma con l'oscura trepidazione, nel suo
cuore, di padre e di padrone. - Muore Bastianazzo, ed è quella
una spina per il povero vecchio, ma egli lo sa che «il mare è
amaro e il marinaio muore in mare»; è la rassegnazione
fatalistica che è religioso rispetto per la logica crudele
della nostra vita. - La casa del Nespolo fa acqua da tutte le
parti «il buon pilota si prova alle burrasche» commenta, nella
disperazione, padron 'Ntoni. - La casa dei Malavoglia è
distrutta: «chi cade nell'acqua è forza che si bagni», «ad
albero caduto, accetta, accetta», va ripetendo adesso il
vecchio, malato e triste come un uccellaccio di camposanto, e
quel suo secco proverbiare, così muto d'ogni luce, ci rende il
senso della tragica impassibilità di quell'anima. - Languisce
solo nell'ospedale, in una gran corsia tutta bianca, ma i suoi
occhi son sempre alla porta, sebbene non ci vedesse quasi,
aspettando sempre qualcuno come un'anima nel purgatorio,
poiché la sua casuccia non è là, e «ad ogni uccello il suo
nido è bello».
E il suo senso religioso della vita si allarga nell'anima
della famiglia i Malavoglia nel lavoro sono una mano sola,
nelle disgrazie sono un cuore solo, nelle decisioni una
volontà sola, proprio come le dita della mano, e prima veniva
lui, padron 'Ntoni, «il dito grosso, che comandava le feste e
le quarantore». Noi già li vediamo, in iscorcio, fin dalle
prime pagine del romanzo; per ognuno che parli, nelle sue
parole c'è l'animo, la voce, il gesto, dell'altro. Anche il
racconto è così condotto che non par di ascoltarlo dalla bocca
dell'artista, ma a volta in volta dai singoli protagonisti, i
quali rievocano sé e gli altri familiari nella sintesi calda
del sentimento. Padron 'Ntoni è la sua famiglia, la famiglia è
il suo cuore, e tutti insieme sono la vita e il cuore del
villaggio. E per questo non si può dire che campeggi un
protagonista nel romanzo, ma protagonista è tutto il paese, e
lo scrittore è mirabile nel rievocare in ogni persona, ad ogni
passo, quella vita collettiva e la storia totale di tutto il
romanzo: e questo è segno di arte grande. Davvero la fatica
artistica sarebbe infruttuosa, se lo scrittore pedanteggiasse
dietro a ciascun personaggio, per sbozzarne la figura morale o
fisica, con particolari finiti, come se ognuno vivesse in sé e
per sé: il Verga non è un ritrattista del singolo, ma il
rievocatore di grandi scene affollate, dove i personaggi
numerosi sono fusi in una vigorosa sintesi dinamica, che ce li
fa vivere tutti, ad ogni istante, nelle parole, gesti, azioni
di ogni singolo interlocutore. La doglia di padron 'Ntoni è
doglia di tutti i Malavoglia; la sua onestà è ancora la fede
caparbia di tutti i suoi; ai suoi disegni economici
partecipano anche i piccoli, col loro silenzio attonito e
pensoso. E il senso religioso e solenne, che si leva dal
racconto, è precisamente commesso a questa solida unità morale
di sentimenti del capo e della sua famiglia.
Ma non si può dire neanche dove finisca la vita malavogliesca
che si svolge tra le pareti della casa del Nespolo, e dove
incominci quella del villaggio. Nel romanzo è sempre presente
la funzione di un coro vero e proprio, che viene
compassionando o contrastando alle pene dei protagonisti. Alle
sventure dei poveri Malavoglia partecipano tutti quelli del
paese, con spirito di compassione o di antitesi, e non di rado
con la crudele compassione, che i poveri diavoli sanno mettere
nel compianto delle disgrazie dei loro simili, e con quello
spirito di antitesi che ci avverte della miseria di quelli
stessi che, forti oggi, domani anche loro forse saranno dei
vinti, e miserabili come le altre povere vittime. È stata
ripescata la Provvidenza? ed ecco il commento dei compari e
delle comari: «Adesso colla Provvidenza i Malavoglia potranno
tirarsi su un'altra volta, e la Mena sarà di nuovo un bel
partito». Oppure: «Ora, se la ruota non gira pei Malavoglia,
la casa del Nespolo se la piglia Piedipapera; e la Provvidenza
torna da compare Bastiano». Zio Crocifisso ha mandato
l'usciere in casa Malavoglia? Ebbene anche i ragazzetti si
mescolano nella politica delle loro famiglie, e ad Alessi, che
è uno dei piccoli Malavoglia, i suoi coetanei che giuocavano a
nocciuoli, dicevano: «...Tu vattene, se non hai nocciuoli per
giocare. Ora vi pigliano la casa». È la logica della povera
gente che incrudelisce fatalmente sull'altra povera gente che
è più povera, logica che è trasmigrata fin nell'animo dei
piccoli, quasi insegnamento ereditato con la nascita. |