ANALISI TESTUALE: RUSTICO FILIPPI

 

Luigi De Bellis

 
 

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Una bestiuola ho visto molto fera 






Spesso i sonetti comico-politici di Rustico sono dei ritratti caricaturali di un avversario. È il caso di questo sonetto, nel quale viene tracciata la caricatura di un guerriero fanfarone (forse un certo Paníccia).

Il poeta distanzia il suo personaggio: all'inizio lo presenta da lontano, come uno strano essere visto per caso, una bestiuola - dice con un diminutivo già esso parodistico. Poi piano piano gli si avvicina (come in uno zoom cinematografico), accumulando particolari grotteschi e accentuando i toni della caricatura: la figura intera, la testa con l'elmo, la faccia sorretta dalla gorgiera, il viso, l'espressione della bocca, gli occhi, sino allo scoppio della battuta paradossale nell'ultimo verso (gli avversari muoiono, non solo a vederlo, ma a pensarlo).

Da notare la presenza di vocaboli e frasi decisamente « comici », cioè del linguaggio parlato (burla, torrebbe il tinto), quella di rime messe in forte rilievo (e legate fra loro da assonanze nelle quartine), quella di termini assunti dal linguaggio alto, per volontà parodistica (paventi e dotta, cera, pensagione, ecc.), quella di termini tecnici molto precisi, riguardanti l'armatura militare del cavaliere.

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it