(Verona 1812-1878), poeta italiano. Di nobile famiglia, studiò legge a Padova, dove fu amico e compagno di Giovanni Prati, e con questi partecipò alle manifestazioni antiaustriache organizzate dagli studenti. Entrato in contatto con Niccolò Tommaseo e Daniele Manin, prese parte ai moti del 1848 e venne incarcerato due volte, nel 1852 e nel 1859.
L'Italia unita lo celebrò come uno dei suoi poeti risorgimentali, oltre che come interprete dei suoi valori estetici. I temi da lui trattati erano quelli degli ideali patriottici e dei buoni sentimenti familiari, che espresse con grande attenzione metrica nella forma dell'endecasillabo. Nel percorso creativo che va dal poemetto Lettere a Maria (1846) al corpus dei Canti (1864), si fecero però più evidenti una vena di malinconia e una sorta di sfiducia nella realizzazione dei grandi progetti sociali e civili. Ciò determinò il declino della sua fortuna critica. Più recentemente, specie nelle fantasie poetiche della storia e della preistoria (Il Monte Circello, Le prime storie ecc.) si è voluto vedere una sorta di anticipazione della poesia decadente.
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