Sigmund Freud
nacque a Freiberg, in Moravia, nel 1856. Di famiglia ebraica,
studiò medicina e neuropsichiatria. Nel 1885 si recò a Parigi per
studiare con Charcot, il quale sosteneva che l'isteria, e in
generale le nevrosi, sono malattie psichiche alle quali non
corrisponde alcuna lesione organica. Charcot fondava la sua ricerca
sull'ipnosi, tecnica che anche Freud utilizzò per qualche tempo,
associandosi in queste ricerche al medico viennese Breuer. Sotto
ipnosi i pazienti rievocavano episodi dimenticati della loro vita,
di intenso contenuto emotivo. A questa rievocazione seguiva, in
stato di veglia, l'attenuazione e anche la scomparsa dei sintomi
patologici, L'efficacia dell'ipnosi era tuttavia diseguale e per lo
più temporanea, sicché alla lunga i sintomi si ripresentavano.
Attraverso queste esperienze Freud venne elaborando i capisaldi
della sua psicoanalisi. Anzitutto la distinzione di tre strati della
vita psichica: la coscienza, il preconscio e l'inconscio. I fenomeni
latenti del preconscio possono facilmente essere riportati alla
coscienza, mentre i fenomeni dell'inconscio sono soggetti a una
rimozione che li rende inattingibili, a meno che non si riesca a
chiarire il motivo che li ha rimossi. Questo motivo Freud ravvisò
in una "censura" psichica nei confronti di impulsi e
desideri istintuali molto primitivi che entrano in conflitto con le
istanze della coscienza morale. II conflitto genera angoscia e,
nelle degenerazioni patologiche, l'insorgere di sintomi
psiconevrotici. Il conflitto stesso, infine, ha prevalentemente
origine da desideri di carattere sessuale o più in generale
erotico. Suscitando forti critiche e opposizioni, Freud sostenne per
primo l'esistenza di bisogni sessuali (sebbene non ancora
localizzati nella sfera genitale) nell'infanzia. Il bambino é
attratto dal genitore di sesso opposto e sviluppa sentimenti
ambivalenti di amore e odio, nonché sentimenti di colpa, nei
confronti del genitore del suo stesso sesso (complesso di Edipo).
Su queste basi teoriche Freud mise a punto una nuova tecnica
terapeutica, consistente nell'analisi dei sogni e delle libere
associazioni che i pazienti sviluppavano nel colloquio analitico col
medito. Nel sogno e nelle associazioni spontanee, infatti, la
censura che impedisce l'accesso all'inconscio si allenta e gli
elementi rimossi possono essere un po' alla volta ricostruiti. Nel
corso dei colloqui il paziente trasferisce sull'analista le sue
fantasie e i suoi complessi ("transfert"); in tal modo
può prenderne coscienza e liberarsene.
Freud espose le sue teorie e il suo metodo in varie opere
fondamentali: Studi sull'isteria (in
collaborazione con Breuer, 1895); L'interpretazione
dei sogni (1900); Psicopatologia della
vita quotidiana (1901); Tre saggi sulla
teoria della sessualità (19(15); Totem
e tabù (1913); L'lo e l'Es
(1923); Inibizione, sintomo e angoscia
(1926); L'avvenire di un'illusione
(1927); Il disagio della civiltà
(1930).
Dal 1902 Freud tenne anche un insegnamento presso l'università di
Vienna e raccolse attorno a sé numerosi discepoli, con i quali
fondò la Società psicoanalitica internazionale. Gli inizi della
psicoanalisi furono molto tempestosi. Le teorie di Freud provocarono
scandalo e il suo metodo di cura puramente verbale venne giudicato
non scientifico. Alcuni degli stessi esponenti principali della
Società psicoanalitica presero direzioni divergenti, staccandosi
dal maestro ed entrando in polemica con loro. Anche l'orizzonte
attuale della psicoanalisi si presenta di conseguenza diviso in una
molteplicità di scuole e di indirizzi.
Nel 1938 Freud abbandonò Vienna, in seguito alle persecuzioni dei
nazisti contro gli ebrei. Si rifugiò a Londra, ove morì nel 1939.
L'io, l'Es e il Super-lo
Nel Compendio di psicoanalisi Freud espone sinteticamente i
concetti di Io, Es e Super-Io. Questi concetti analizzano lo spazio
complessivo della realtà psichica (la "topologia"
dell'anima secondo la psicoanalisi) e ne caratterizzano la funzione
nei confronti della realtà biologica del corpo e della realtà
naturale e sociale del mondo esterno alla coscienza.
Partendo dallo studio dei fenomeni isterici (patologie fisiche -
per es. dolori in una parte del corpo - che non trovano alcuna causa
o giustificazione sul piano organico) Freud è arrivato a scoprire
uno strato del soggetto che non perviene alla coscienza e che
chiamò "inconscio". Non tutta la vita psichica coincide
dunque con la coscienza; vi sono attività psichiche che agiscono
nel soggetto inavvertite. Come trova giustificazione una così
rivoluzionaria maniera di intendere la psichicità? Freud disegnò
al riguardo una nuova mappa della soggettività psichica con la
quale intendeva spiegare sia la vita spirituale degli individui
cosiddetti normali, sia le patologie psiconevrotiche che talora
colpiscono il soggetto. In realtà egli mostrava per primo la
continuità tra vita psichica normale e patologica. Anche
l'individuo normale ha in sé nuclei nevrotici patogeni e il
soggetto patologico ha in sé istanze di normalizzazione sulle quali
la cura psicoanalitica fa leva per arrivare all'eliminazione dei
sintomi e della sofferenza psichica.
Il quadro generale della vita psichica può essere così
sinteticamente descritto. L'individuo ha in sé istinti, pulsioni,
che lo volgono al piacere e lo distolgono dal dolore. Queste istanze
sono totalmente egoistiche e in diretta connessione con i bisogni
elementari del corpo psichicamente avvertiti. Esse costituiscono la
sfera dell'eros primigenio, per es. il bisogno dell'infante di cibo,
calore, affettività corporea, protezione. Di qui il forte impulso
erotico del bambino nei confronti della madre. Tali istanze (che
tutte insieme costituiscono I'Es, il soggetto anonimo) devono però
fare i conti con la realtà. Qui interviene l'io con la sua
capacità di dare ordine ai movimenti del corpo per attingere la
soddisfazione dei bisogni.
Di fronte alla inevitabile frustrazione di talune istanze
istintuali, di fronte alla necessità di trattenere gli impulsi, di
procrastinarli, ecc., l'io sperimenta sofferenza e angoscia. Tale
angoscia si accresce ulteriormente per le proibizioni educative che
i genitori oppongono alle pretese edonistiche del bambino. L'io si
trova allora preso tra i suoi impulsi vitali egoistici e una sfera
di doveri che egli interiorizza come Super-lo. Sperimenta inoltre
un'angosciosa ambivalenza nei confronti dei suoi stessi oggetti
d'amore, poiché la madre e il padre, che lo nutrono e lo
proteggono, nel contempo ostacolano e proibiscono il suo desiderio
egoistico. Attraverso questa dinamica gli impulsi dell'Es,
contrastati dal Super-lo, vengono rimossi dalla coscienza e vanno a
formare l'inconscio. Per agire essi devono superare o aggirare la
censura dell'lo. Quando l'integrazione fra questi tre strati dello
psichico (tutti e tre necessari alla vita dell'individuo umano) non
trova una sua armonica realizzazione, allora insorgono i
"complessi", i sintomi e i comportamenti nevrotici. |