FRANZ KAFKA : METAMORFOSI

 

Luigi De Bellis

 
 
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Nel più importante racconto kafkiano, La metamorfosi, l'incomparabile distanza dalla realtà contrassegna il protagonista fin nell'aspetto fisico, quello di un orribile insetto, di uno scarafaggio, vero e proprio marchio di infamia che lo pone al bando dalla comunità degli uomini. Centrale è il ruolo dell'antagonista, qui rappresentato dalla figura paterna, autentico elemento cardine del nucleo familiare, autorità indiscussa, nei confronti della quale il figlio Gregor si sente colpevole, reo di non saperne imitare, nella grigia monotonia della sua esistenza, l'impegno e l'applicazione nel lavoro. La perdita delle fattezze umane, giusta punizione per la sua indolenza, costituisce dunque, in questo senso, un evento quasi naturale e Gregor cerca di adeguarvisi alla meglio. Anzi, preso atto della situazione, capisce di doversi nascondere per non esporre la famiglia alla vergogna. Nel più totale isolamento, solo nella sua stanza, in quella stanza che pare spesso simile a una camera di tortura, finisce per ritagliarsi uno spazio del tutto particolare, un ambito specifico di cui, con studiata precisione, vengono considerati persino gli aspetti più trascurabili. Per la precisione e la minuzia della descrizione, spasmodicamente realistica, l'assurdo stesso, motivo tipico della narrativa kafkiana, sembra divenire accettabile e acquisire una dimensione di realtà oggettiva e "normale". In realtà, benché inizialmente tollerato, Gregor non può sfuggire in alcun modo alla condanna. La sua colpa è quella di chi si è comunque opposto a un ordine immutabile e, senza più il diritto di conservare la forma umana, deve infine essere eliminato dal mondo dei giusti. Soltanto il realizzarsi di questo esito annunciato, di cui è testimone la serva, unico personaggio a considerarlo davvero un animale, consente alla famiglia i1 ripristino delle normali abitudini.

La storia

Il rappresentante di commercio Gregor Samsa vive un'esistenza grigia e monotona all'interno del proprio nucleo familiare, dominato dall'autoritaria figura del padre. Una mattina, svegliandosi, scopre di essere stato trasformato in un orribile insetto e, dopo l'iniziale smarrimento, si tiene nascosto per evitare ogni scandalo. Del tutto isolato, solo nella sua stanza, impara a conoscere un mondo assolutamente diverso, costituito da regole e consuetudini ignote al genere umano. Fuori, intanto, al di là delle mura che lo circondano, la vita sembra procedere quasi come se nulla fosse accaduto e ciò contribuisce ad aumentare il profondo senso dì colpa che lo turba. Gli altri membri della famiglia, comunque, tollerano la sua presenza, che con il trascorrere dei giorni desta sempre meno preoccupazione, oppure, specie nel caso del padre, assumono nei suoi riguardi un atteggiamento aggressivo e di sfida. È proprio quest'ultimo che finisce poi per ucciderlo colpendolo con una mela. Morto Gregor, la famiglia riprende i propri ritmi regolari e il padre può finalmente pensare al matrimonio della figlia.

Coscienza di una trasformazione

La distanza che separa l'individuo dalla vita è l'angosciosa realtà con cui si devono sempre misurare i personaggi della narrativa kafkiana.
È molto importante sottolineare come il tema dell'isolamento e dell'esclusione assuma una cruda evidenza per il fatto che la diversità dell'individuo non è soltanto sentita interiormente, ma si manifesta anche visivamente, attraverso l'orribile, mostruosa trasformazione del protagonista, Gregor, in uno scarafaggio.
Il racconto La metamorfosi è la narrazione della presa di coscienza di una alterità, di una diversità che distingue e isola l'individuo dalla realtà circostante. Chi è dunque Gregor Samsa? Quale significato ha la sua trasformazione in scarafaggio? Può essere utile vedere quanto ha scritto in proposito il germanista Ladislao Mittner.

Certo, Gregor Samsa si considera parassita e vergogna della famiglia; perciò non si meraviglia affatto, quando, svegliandosi di mattina, si vede trasformato in un enorme scarafaggio: pensa anzi che potrebbe ancora dormire un poco e mandare al diavolo i suoi doveri di ufficio. Lo scarafaggio resta però un uomo - figlio ed impiegato - ed ha i suoi doveri umani: quello, ora, di tenersi nascosto. Il suo isolamento nella stanza (sempre la stanza-prigione di Kafka!) acquista con ciò una spaventosa giustificazione narrativa. Alla fine lo scarafaggio è o sembra ucciso dal padre, che gli getta addosso una mela, quando egli tenta di uscire dalla stanza; in realtà Samsa è un suicida che non fa nulla per guarire dalla sua ferita e alla fine si astiene ostinatamente da ogni cibo. Il valore vero della novella è nella sinistra precisione, oggettività e naturalezza con cui l'uomo divenuto bestia immonda parla delle sue nuove abitudini e necessità di vita bestiale, persino dei piaceri della vita bestiale ignoti agli uomini. L'assurdo ed il mostruoso non acquisteranno più in Kafka un'evidenza tanto immediata ed irrefutabile: la novella è agghiacciante, perché proprio dove vi è la più tremenda scissura non sembra essere scissura alcuna.
Certo, Gregor Samsa si considera parassita e vergogna della famiglia; perciò non si meraviglia affatto, quando, svegliandosi di mattina, si vede trasformato in un enorme scarafaggio: pensa anzi che potrebbe ancora dormire un poco e mandare al diavolo i suoi doveri di ufficio. Lo scarafaggio resta però un uomo - figlio ed impiegato - ed ha i suoi doveri umani: quello, ora, di tenersi nascosto. II suo isolamento nella stanza (sempre la stanza-prigione di Kafka!) acquista con ciò una spaventosa giustificazione narrativa. Alla fine lo scarafaggio è o sembra ucciso dal padre, che gli getta addosso una mela, quando egli tenta di uscire dalla stanza; in realtà Samsa è un suicida che non fa nulla per guarire dalla sua ferita e alla fine si astiene ostinatamente da ogni cibo. Il valore vero della novella è nella sinistra precisione, oggettività e naturalezza con cui l'uomo divenuto bestia immonda parla delle sue nuove abitudini e necessità di vita bestiale, persino dei piaceri della vita bestiale ignoti agli uomini. L'assurdo ed il mostruoso non acquisteranno più in Kafka un'evidenza tanto immediata ed irrefutabile: la novella è agghiacciante, perché proprio dove vi è la più tremenda scissura non sembra essere scissura alcuna.

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2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it