LETTERATURA ITALIANA: PETRARCA

 

Luigi De Bellis

 


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Francesco Petrarca


Il Canzoniere

Lo stesso Petrarca raccolse in un "Canzoniere" tutte le liriche da lui scritte in volgare, complessivamente 366 (317 sonetti, 4 madrigali, 7 ballate, 9 sestine, 29 canzoni), di cui solo una trentina non riguardano il suo amore per Laura e sono ispirate a motivi religiosi ("Vergine bella"), politici ("Italia mia" e "Spirto gentil"), polemici (contro la curia avignonese), per cui i titoli delle due parti in cui è divisa l'opera sono:"Rime in vita di Madonna Laura" e "Rime in morte di Madonna Laura". Laura però non rappresenta solo la donna amata dal Poeta, ma l'insieme degli interessi terreni che attrassero il Petrarca assai spesso allontanandolo dal pensiero della vita eterna e dall'amore dovuto a Dio. I quali tornano ripetutamente alla coscienza del Poeta e lo inducono a pentirsi amaramente delle sue deviazioni mondane. Ma non per questo l'attrazione dei piaceri terreni cessa dall'esercitare la propria influenza sulla debole coscienza dell'uomo. Tutte le liriche registrano, quindi, l'incessante e conflittuale alternarsi nell'animo del Poeta di atteggiamenti lascivi e di sinceri pentimenti. Esse rappresentano dunque una sorta di "diario" dell'intera vicenda esistenziale del Petrarca, la cui anima appare sospesa tra "cielo" e "terra". Di questa posizione lo stesso Poeta avvertì il disagio psicologico e si vergognò di averla minutamente ed insistentemente rappresentata nelle sue poesie, tanto da scrivere un sonetto di introduzione nel quale chiede perdono ai lettori e assicura di essere ormai altro uomo da quello che era e di aver finalmente capito che tutto ciò che piace al mondo è breve sogno.

Protagonista del "Canzoniere" è quindi il Petrarca stesso (e non Laura) con il suo dissidio interiore. E per questo motivo, pur considerando egli - intellettualisticamente - queste poesie non più che delle "nugae" (cioè "cosucce da poco"), in effetti le amò tanto da dedicare loro il meglio della sua perizia stilistica.

Il "Canzoniere" è forse l'opera lirica più ragguardevole della letteratura italiana e per secoli svolse il ruolo di modello esemplare per tanti poeti, fino ad essere assunto ufficialmente dai retori del Cinquecento come punto di riferimento per il genere lirico (ebbe inizio il cosiddetto "petrarchismo".

 
2000 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it