Numerose sono le opere del Petrarca, tutte scritte in
latino ad eccezione dei "Trionfi" e dell'opera maggiore, il
"Canzoniere".
Interessante, per conoscere a fondo il Petrarca, è
l' "Epistolario" costituito da circa 630 epistola
distribuite in varie raccolte: "Rerum familiarium",
"Rerum seniliur .", "Sine nomine", "Variae",
"Epistolae metricae" (in versi esametri) e, la più importante
di tutte, "Ad Posteros" (o "Posteritati"),
incompiuta, in cui il Poeta traccia un profilo della sua personalità da
tramandare ai posteri. Le lettere non trattano quasi mai problemi
personali, ma argomenti di elevata cultura (religiona, filosofica,
politica, letteraria) e sono indirizzate o a grandi personalità
contemporanee (papi, imperatori, signori, dotti) o ad uomini illustri
del passato (Cicerone, Orazio, Virgilio, Seneca, ecc.). Sono perciò in
uno stile abbastanza ricercato, più volte ritoccato dall'autore.
Alcune opere esaltano la vita solitaria (ma non
oziosa) che dà pace all'anima e dispone l'intelletto alla meditazione:
"De vita solitaria" e "De ocio religiosorum"; altre
sono di natura storica e tracciano la biografia di uomini illustri di
Roma (da Romolo a Catone il Censore) o illustrano detti e fatti
memorabili: "De viris illustribus" e "Rerum memorandarum
libri"; altre sono di natura poetica, come il "Bucolicum
carmen" (12 ecloghe di imitazione virgiliana) ed il poema epico
"Africa", interrotto al nono libro, in cui il Poeta esalta la
superiorità della civiltà occidentale su quella orientale, attraverso
la descrizione della seconda guerra punica che vide Scipione l'Africano
trionfatore su Annibale. Questa opera, cui il Poeta maggiormente teneva,
è fiacca dal punto di vista epico e di pregevole presenta solo qualche
passo di intonazione lirica (come il lamento del giovane Magone morente
sulla nave che lo riporta in Africa).
Indubbiamente più interessante è il "Secretum",
scritto a Valchiusa tra il 1342 e il 1343, in cui l 'Autore analizza con
molto acume il suo dissidio interiore. E' formato da tre dialoghi che si
svolgono tra il Poeta e Sant'Agostino, alla presenza della Verità, in
tre giorni. Nel primo S. Agostino ammonisce Francesco che gli uomini
sono infelici perché non sanno scegliere con determinazione tra il bene
e il male e spesso si convincono di "non potere" per non dover
riconoscere di "non volere"; nel secondo dialogo il Santo
enumera a Francesco i suoi maggiori difetti, veri e propri ''vizi"
(sete di gloria e di ricchezza, ambizione, ira, lussuria), tra i quali
primeggia l'accidia, cioè quella inspiegabile irrequietudine che senza
un motivo reale rende il Poeta permanentemente annoiato e malinconico;
nel terzo il Petrarca cerca di giustificare la sua condotta e il suo
stato psicologico e soprattutto difende il suo amore per Laura, ma
S.Agostino gli fa osservare che egli è attratto tanto da Laura, da
amare il Creatore "solo" in quanto ha creato Laura, e
perciò,
se vuole salvarsi, deve allontanare da sé il pensiero ossessivo della
donna.
- I "Trionfi", l'unica opera minore del Petrarca in
volgare, ad imitazione della "Divina Commedia" (ma ben
lontani dalla poesia dantesca), sono un poema in terzine in cui il Poeta
descrive una visione, che immagina di aver avuto in Valchiusa. Iniziata
nel 13 52 , l' opera occupò il Poeta fino alla fine della sua vita:
Amore cattura una schiera di celebri amanti, fra cui il Poeta stesso,
che conduce nell'isola di Cipro (Trionfo dell'Amore, da dove questi
vengono liberati da Laura e da altre donne pudiche (Trionfo della
Pudicizia); Laura, tornata in Provenza, è ghermita dalla Morte (Trionfo
della Morte), che però è costretta a fuggire per il sopraggiungere
della Fama (Trionfo della Fama), la quale a sua volta è debellata dal
Tempo (Trionfo del Tempo); alla fine il Poeta, convinto che la vita è
un susseguirsi di errori, si rivolge pentito a Dio, che lo accoglie nel
Regno dei Cieli, ove egli ritrova Laura divenuta immortale (Trionfo
dell'Eternità). Il poema ha un significato allegorico: rappresenta il
viaggio dell'umanità dal peccato alla beatitudine celeste.