La
commedia dell'arte
La
"Commedia dell'arte" è un genere di
spettacolo teatrale che non riguarda affatto la
letteratura perché non si fonda su un'opera
scritta. Essa si fonda invece su un
"canovaccio" che indica le linee di
svolgimento dell'azione scenica personaggi con i
loro peculiari caratteri, lasciando agli
interpreti - che per la prima volta in Italia
sono dei veri e propri professionisti - dì
improvvisare il dialogo, le battute, di volta in
volta e a seconda del pubblico che hanno di
fronte. Naturalmente gli attori si
specializzavano in ruoli particolari ed ognuno,
col tempo e col mestiere, finiva col conoscere a
memoria un'infinità di battute già collaudate
di cui si serviva all'occorrenza.
La "Commedia dell'arte" fu dunque
detta anche ''a soggetto" (perché il
canovaccio definiva solo il soggetto) o
"improvvisa" (perché condotta con
l'improvvisazione degli attori).
In essa era essenziale la cosiddetta "vis
comica" di plautina memoria, cioè la
capacità dell'attore di suscitare continuamente
il riso degli spettatori.
Il fatto che ogni attore si specializzasse in un
certo "tipo" di personaggio, portò
alla creazione delle "maschere", dal
"Dottore" bolognese (ignorante e
presuntuoso) al "Pantalone" veneziano.
Le maschere di maggior successo furono però
quelle dei "servi": Brighella
(imbroglione matricolato), Meneghino (lo sciocco
per eccellenza) Arlecchino (un vero artista
nelle bugie); e delle "serve":
Corallina, Colombina, Ricciolina, ecc.
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