1. Sapiente arte comica di Manzoni, che
rappresenta, nel cap. VIII (del matrimonio a sorpresa) un brano di
autentica commedia, con senso del ritmo, della suspence,
dell’umorismo.
2. Fa notare il Bonora come Manzoni volutamente tenga il ritmo
narrativo dell’azione al rallentatore negli attimi che precedono
l’apparizione dei due fidanzati; sia per conferire alla scena la sua
giusta andatura teatrale, sia per far sentire "quanto siano lunghi
quei pochi minuti anche per i due, fidanzati, ai quali il tempo
sembra essere segnato soltanto dal martellare del povero cuore di
Lucia."
3. Sapiente arte psicologica e moralistica del Manzoni
nell’analizzare il movente che spinge il sacrestano a sonar le
campane in piena notte: "…trovò su due piedi un espediente per dar
più aiuto di quello che gli si chiedeva, senza mettersi lui nel
tafferuglio". Così Bonora: lo scrittore, giudice implacabile delle
azioni dei suoi personaggi, ha ragione di cogliere il vero movente
di questo eccesso di zelo.
4. La Provvidenza e il cristianesimo: "...non avete fatto male a
nessuno; ma Dio vuol così. E’ una prova, figlioli: sopportatela con
pazienza con fiducia, senza odio, e siate sicuri che verrà un tempo
in cui vi troverete contenti di ciò che ora accade", oppure "Prima
che partiate, preghiamo tutti insieme il Signore, perché sia con
voi, in codesto viaggio, e sempre; e sopra tutto vi dia forza, vi
dia amore di volere ciò ch’Egli ha voluto."
5. "Non tirava un alito di vento..." (c.VIII) Così Bonora: - la nota
è tutta interessante anche per le osservazioni stilistiche per le
quali Manzoni appare anticipatore di esperienze della prosa moderna
- il gusto realistico del Manzoni si impone anche qui: l’occhio è
attento a osservare, l’orecchio è pronto a percepire... E’ una prosa
nutrita di verità e vibrante di intimo lirismo.
6. La conclusione dell’Addio: nell’intonazione corale di questa
pagina stupenda il pensiero del Dio di bontà che "non turba mai
ecc." suona dunque, più che come un’affermazione del poeta, come una
grande e impersonale verità... è come se la presenza di Dio non ci
fosse più rivelata sotto la volta angusta di una chiesa, ma sotto
quella immensa del cielo (Bonora). Il commento di Bonora fa vedere
come il Dio Provvidenza non sia affermato da un frate, o in una
chiesa, o dall’autore esplicitamente, ma sia nelle cose e nelle
umane vicende con la stessa forza di verità e di autenticità della
nostalgia, del rimpianto, delle speranze turbate.
|