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RIASSUNTO CAPITOLO 23
Nonostante il cappellano lo sconsigli e lo metta in guardia, il cardinale accoglie con affetto l'innominato che, di fronte a tanta bontà e serenità, dichiara piangendo il suo rimorso, il suo pentimento e la volontà di riparare ai misfatti commessi. Gli narra così la vicenda di Lucia. Il cardinale manda a chiamare don Abbondio, presente tra i curati convenuti per la visita pastorale, e lo invia, recalcitrante, con una buona donna del villaggio, a prendere Lucia insieme all'innominato, la cui conversione ha commosso e meravigliato tutto il paese. Durante il percorso, compiuto su una mula, don Abbondio, disturbato nella sua quiete e timoroso della vicinanza dell'innominato, si lamenta tra sé e sé dei «santi e dei birboni»: don Rodrigo, l'innominato, il cardinale. Finalmente giungono al castello.
Il capitolo consta di due parti di tono profondamente diverso: nella prima assistiamo all'incontro tra questi due grandi, il cardinale e l'innominato, culminante nella conversione. La scena può riassumersi nell'immagine, drammatica e patetica, dell'abbraccio: «Le sue lacrime ardenti cadevano sulla porpora incontaminata di Federigo».
Il ritorno in scena di un personaggio da tempo abbandonato, don Abbondio, con il consueto carico di egoismo e viltà, riconduce il tono al comico: dalla sua ottica, espressa in uno dei celebri soliloqui, «santi e birboni» son tutti uguali, tutti coalizzati per turbare la sua
pace.
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