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RIASSUNTO CAPITOLO 32
Anche il nuovo governatore, Ambrogio Spinola, è
più interessato alla guerra che alla salute
pubblica, per cui rimane indifferente alle
richieste di aiuto delle autorità cittadine.
Continua a diffondersi la credenza negli untori:
un vecchio, scambiato per un untore, viene
linciato; tre giovani francesi sono accusati dallo
stesso misfatto; insomma la «frenesia»
si propaga come il contagio.
Su richiesta dei decurioni, il cardinale, dopo
aver rifiutato una prima volta, acconsente a che
venga portata in processione la cassa con le
reliquie di san Carlo. La processione, macabra e
sfarzosa, fa aumentare terribilmente il contagio,
quindi la popolazione del lazzaretto e la
necessità di arruolare «monatti» incaricati di
portar via i malati e i morti e di bruciare la
roba infetta. Gli ecclesiastici, sia nel
lazzaretto che fuori, dimostrano «pronta
e costante fedeltà ai doveri»
su «esempio
ed incitamento»
del cardinale. Aumenta però anche la «perversità»
(soprattutto dei monatti) e la «pazzia»,
il «delirio
delle unzioni»
che porta ad immaginare trame diaboliche. Gli
stessi medici e perfino il cardinale credono nelle
unzioni: i presunti untori vengono perseguitati,
processati, torturati giustiziati.
Il Manzoni dichiara infine di voler raccontare
queste vicende in un altro scritto (la Storia
della Colonna Infame) e di voler tornare «a'
nostri personaggi».
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