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RIASSUNTO CAPITOLO 37
All'inizio del capitolo il Manzoni sottolinea la corrispondenza tra il «risolvimento della natura», quello del destino di Renzo e dell'intera collettività.
Sotto un gran temporale Renzo cammina felice pensando che ha trovato Lucia, che è guarita, che non è più legata dal voto. Non si ferma neppure la notte e all'alba arriva al paese, accolto dall'amico al quale racconta l'esito fortunato del viaggio. L'indomani si reca a portare le buone notizie ad Agnese. Dopo pochi giorni trascorsi nel Bergamasco - dove la vita e le attività stanno riprendendo - torna al paese ad aspettare con Agnese che Lucia arrivi da Milano in compagnia della mercantessa che la ospita per il periodo della quarantena. Qui Lucia viene a conoscenza con «dolorosa e paurosa meraviglia» dei misfatti della monaca di Monza, del suo arresto, del successivo pentimento e del «supplizio volontario» (la completa segregazione) a cui si è sottoposta. Viene altresì a sapere «con più dolore che maraviglia» che padre Cristoforo è morto. Sono morti anche donna Prassede («quando si dice ch'era morta, è detto tutto») e don Ferrante che aveva fino in fondo negato, in base alla sua filosofia, la possibilità del contagio, e pertanto è morto «prendendosela con le stelle.
E quella sua famosa libreria? È forse ancora dispersa su per i muriccioli».
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