LETTERATURA ITALIANA: PROMESSI SPOSI

 

Luigi De Bellis

 


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RIASSUNTO
PROMESSI SPOSI






RIASSUNTO CAPITOLO 38

Finalmente, una mattina, arrivano Lucia e la mercantessa. Don Abbondio continua a trovare scuse per non celebrare il matrimonio, finché non viene a sapere che don Rodrigo è morto e che è arrivato il marchese suo erede, «un bravissimo uomo». È in questa occasione che don Abbondio, finalmente liberato dalla paura, pronuncia il suo discorso più lungo a voce alta, esternando la consueta logica egoistica dei suoi indimenticabili soliloqui; anche la dichiarata fede nella Provvidenza, che sembra echeggiare certe affermazioni di Renzo, Lucia e Agnese, si rivela interessata: don Rodrigo è morto e non manderà più «quell'imbasciate ai galantuomini».
Il marchese rende visita a don Abbondio e dichiara la sua volontà di aiutare i due giovani: il curato può così consigliargli di comprare la casa e il podere che Renzo vuole vendere e di fargli togliere il bando. Arriva il «benedetto giorno» delle nozze e gli sposi, con Agnese e la mercantessa, si recano addirittura a pranzo al «palazzotto» che fu di don Rodrigo.
Si trasferiscono quindi, come hanno deciso da tempo, nel Bergamasco, ma in paese tutti criticano l'aspetto di Lucia, inferiore alle attese. Renzo si offende, si isola e diviene sgarbato. Per fortuna gli viene offerto di comprare, con Bortolo, un filatoio in un altro paese: questo risolve, tra l'altro, i suoi «dubbi economici» circa l'investimento del denaro. Qui la vita scorre tranquilla: nascono molti bambini «tutti ben inclinati» e che impareranno a «leggere e scrivere». Renzo racconta spesso le sue avventure, sottolineando che da queste ha imparato a non andare a cercare guai finché Lucia ribatte: «Io non sono andata a cercare i guai [...]. Quando non voleste dire [...] che il mio sproposito sia stato quello di volervi bene [...]». Concludono allora insieme che «i guai vengono bensì spesso» e «quando vengono, per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore»
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2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it