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Il Rito Forestale del Cavaliere di Beauchesne
da: Régis Blanchet, La Résurgence des Rites Forestiers, Les Éditions du Prieuré 1997
traduzione di A...L...C...
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Non dispiaccia a qualche storico di grido, noi crediamo che le tendenze neo-druidiche Oltre Manica - l'eredità panteista di Toland in particolare - parteciparono al deismo inglese così peculiare della prima metà del XVIII secolo, e che questo movimento si trasferì in Francia nel corso dell'impiantarsi più tardivo (1725) della Massoneria continentale.
Evochiamo come prova di tale realtà un'operetta scritta in francese, La Relation apologique de l'histoire des Francs-Maçons, stampata a Londra e a Dublino nel 1738, che non è altro che un plagio in extenso Pantheisticon di Toland. Senza alcun dubbio, la sua vocazione fu quella di toccare i lettori Massoni francesi dell'epoca, e il fatto che sia stata stampata a Londra e a Dublino da Prévost e Desmaiseaux appoggia questa tesi.
La conferma di questa penetrazione feconda ci è data dalla creazione in Francia, verso il 1747, di un Rito Forestale misto - anche il Druid Order lo fu fin dalla nascita: una particolarità notevole per l'epoca - : quello dei Fendeurs e delle Fendeuses (i Taglialegna, in italiano, dove il termine non è connotabile sessualmente n.d.t.). I Rituali sono estremamente paganizzanti e non contengono alcuna connotazione giudaico-cristiana. L'invocazione si fa al Profeta delle Foreste; le riunioni avevano luogo "al centro della foresta del re". Senza alcun dubbio, possiamo assimilare questo Rito a un alter ego francese del Druid Order inglese, nel quale troviamo le tracce del Pantheisticon di Toland: "Il Cielo è mio padre, la Terra è mia madre" eccetera.
Tuttavia, il signor di Beauchesne non è l'esempio migliore di Massone filosofo e idealista. Egli è ricordato per il suo mercantilismo; vendette al miglior offerente patenti e gradi inventati da lui stesso, e nessuna delle sue invenzioni ebbe la possibilità di sopravvivergli dopo il 1773 (nascita del Grande Oriente di Francia) come invece accadde al Rito Forestale.
Quest'ultimo del resto non fu inventato da Beauchesne, ma solamente da lui "captato" in virtù di una trasmissione effettuata dal responsabile delle Acque e Foreste della contea di Eu. I Rituali di questo Rito vengono da tradizioni ancestrali delle foreste situate fra Caen e Rouen, nella zona di Eu., Là si trovava la vetreria Courval, che impiegava un gran numero di forestali per alimentare i forni, ma anche per procurarsi la felce da bruciare, indispensabile per la fabbricazione del vetro. Nella regione di Fougères (le Felci, in italiano n.d.t.) un'analoga attività durò per secoli.
Anche se questo Rito "rurale" ebbe un qualche successo, e si diffuse rapidamente in diverse regioni di Francia, non sappiamo gran che sui suoi membri, i lavori, gli orientamenti filosofici e magari politici. In ogni caso, esso può essere assimilato ad una delle forme di libertinaggio del tempo, dato che infrangeva d'impeto i tabù sulle associazioni miste... anche se ciò non vuol dire che fosse un club d'appuntamenti assimilabile all'estremamente "hot" Hell Fire Club inglese del duca di Wharton (che fu anche Gran Maestro della Gran Loggia di Londra).
Sottolineiamo infine che questa ripresa etica paganeggiante non poteva che far fremere d'orrore tutti i Cattolici, fossero Gallicani o Romani non importa. Questo Rito Forestale fu certamente incluso nelle motivazioni segrete della seconda scomunica, Providas 1751. In effetti, esso lasciava sottintendere un rifiuto totale della teologia del "peccato originale" sulla quale si fondava tutta la dogmatica cristiana. In questo senso, il piccolo Rito Forestale si riuniva al vasto movimento di contestazione libertaria emerso dalla generazione dei Moderni inglesi, e la strizzatina d'occhio a John Toland è abbastanza evidente.
Notiamo tuttavia che questa "Massoneria del Legno" , così particolare, porta tutti i segni di una trasmissione dal "mestiere" avvenuta molto avanti nel tempo, e perciò più limpida di altre. Essa si metteva sotto la protezione dell'eredità di Francesco I, sul quale si racconta le leggenda seguente:
"Il Re di Francia, Francesco I, cacciando nella foresta di Val de Loire, si ritrova inopinatamente nel mezzo di una riunione rituale dei Carbonari. Domanda di subire le prove, ciò che gli è immediatamente accordato."
"Il Re, essendosi inavvertitamente seduto su ceppo che serviva da trono al Padre-Maestro, ne fu allontanato da quest'ultimo che gli indirizzò la frase passata a proverbio: - Il Carbonaro a casa sua è padrone! - "
"Si dice spesso che, a partire da quell'occasione, Francesco I prese l'abitudine di chiamare i suoi intimi "Mio Buon Cugino" o "Mia Buona Cugina"."(ALC 2001)
Rituale della Società dei Tagliatori del Cavaliere di Beauchaine (1747 circa)
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