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Il Neo-Paganesimo Inglese dalXVII secolo alla fine del XVIII
da: Régis Blanchet, La Résurgence des Rites Forestiers, Les Éditions du Prieuré 1997
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La prima espressione realizzata di un neo-paganesimo è certamente quel DRUID ORDER fondato nel 1717 nella taverna "The Apple Tree" ( una delle quattro taverne eponime delle quattro Logge fondatrici della Gran Loggia di Londra n.d.t.).
Tuttavia, è ad Oxford, verso il 1650, sotto l'impulso dell'antiquario John Aubrey, che possiamo trovarne il germe nel misteriosissimo "boschetto" del Monte Haemus.
Tutto sembra girare intorno a questo simpatico archeologo il quale, verso la fine della sua vita, affermava volentieri che i suoi lavori avevano fatto di lui in qualche modo un druido moderno. Egli aveva la stima di tutti i membri della Royal Society e partecipava molto umilmente ai loro lavori. I suoi amici erano Ashmole, Plot, Wilkins, Llwydd, i fratelli Gale, Desmaiseaux.
Negli anni 1690, benché i lavori filologici sulle lingue celtiche di Wilkins fossero stati continuati da Llwydd, benché i fratelli Gale avessero riunito i frutti di tutte le ricerche nella Harleyan Library, benché i lavori di Aubrey avessero avuto un'ampia diffusione, l'"Antiquarism" tenuto sotto controllo dal 1660 aveva perduto un bel po' del suo spirito combattivo e contestatario. Sempre ad Oxford, un avvenimento si incaricò di modificare un tal dato di fatto.
Ne 1694 uno studente irlandese sta per completare i suoi studi e stringe un legame di amicizia col vecchio John Aubrey: il suo nome è John Toland, e da allora in poi costui potrà essere considerato l'erede spirituale del vecchio professore. John Aubrey si spengerà tranquillamente nel 1697.
Toland non è uno storico né un archeologo: è un filosofo molto impegnato e un polemista. Vicino al partito whig e alle sue tesi pre-repubblicane, cattolico, poi anglicano, poi panteista alla maniera di Giordano Bruno e di Spinoza, Toland va a soffiare nuovamente il vento della battaglia progressista riprendendo a sua volta il vecchio boschetto del Monte Haemus e diventandone il primo Grand Druido per il Druid Order per tutto il periodo dal 1717 al 1722, data della sua morte. Teniamo in mente che il boschetto del Monte Haemus si trova ancor oggi al cuore del Druid Order inglese, legando "tradizionalmente" quest'ultimo alla grande epoca dell'Invisible College degli anni 1650.
Nel suo testamento filosofico del 1720, il Pantheisticon, Toland propone un ritorno alla saggezza antica dei platonici su un fondamento di panteismo spinoziano, ed utilizza questa nuovissima e rivoluzionaria materia celtica come trave pedagogica. Il primo nemico è l'imperialismo religioso del Vaticano, causa di tanti massacri e di tante guerre. IL secondo nemico sono i cattivi re che utilizzano il dogma oppressivo per mantenere un potere ingiustificato. Il suo braccio destro, Pierre Desmaiseaux, secondo fondatore del Druid Order, ex segretario della Royal Society, agente letterario dell'editore Prévost di Londra, pubblica le opere di Pierre Bayle e collaziona quelle di Saint-Évremond. Il giovane William Stukeley, antiquario rinomato e terzo fondatore del Druid Order, rilancia tutte le ricerche sui mondi celtici. La squadra è al completo e si getta nelle molteplici e complesse contese culturali che oppongono il nord e il sude dell'Europa.
Il Neo-Druidismo cresce e si diversifica. Oggi, esso fa parte delle istituzioni inglesi alle quali partecipano i membri della famiglia reale. La regina Elisabetta e suo figlio Carlo, principe di Galles, ne fanno parte. Anche Winston Churchill ne fu membro.
Facciamo ora un accenno alle diversificazioni e scissioni druidiche inglesi e alle loro peculiarità significative
Nel 1792, a Primerose Hill, Edward Williams - il suo nome di Druido era Iolo Morganwg - crea per scissione la prima Gorsedd di Galles riprendendo i lavori molto paganizzanti dell'oxoniense John Wilkins (Invisible College del 1650) , e pubblica il Mabinogion. Thomas Payne fu suo amico e ne diffuse le tesi negli Stati Uniti; fece sottoscrivere a George Washington la prima edizione del Mabinogion. Payne partecipò a tutti i movimenti rivoluzionari di Francia e degli Stati Uniti.
Se noi ponessimo in prospettiva storica, al fine di trarne dei valori comuni, le personalità di Sir Cotton, John Selden, John Wilkins, John Aubrey, John Toland, Iolo Morganwg, Thomas Payne, Henry Hurle, cosa potremmo scorgere?
Essi tutti lavoranono sui valori del mondo celtico e forestale; propugnarono tutti i valori più progressisti e anti-imperialisti dei loro tempi; furono tutti rivoluzionari, di qualunque rivoluzione si trattasse, purché fosse prossima ai valori della democrazia; furono tutti adepti dei diritti dell'individuo; combatterono con il massimo fervoreogni forma ancora in attività di oscurantismo post-medievale.
Non sono forse questi i temi di fondo che ritroviamo fra i Carbonari del XIX secolo?
I Carbonari hanno tutte le caratteristiche della conservazione delle eredità celtiche ben fissate nell'inconscio collettivo europeo. Essi ripresero il simbolo del carbone come base federatrice della loro immagine. Si riunirono in seno al mondo rurale. Si opposero fermamente, quasi dogmaticamente, agli imperialismi religiosi (la Roma imperiale) e politici (i re di diritto divino); detto in altri termini, la FORESTA servì ancora una volta da luogo di resistenza e d'azione contro l'imperialismo urbano.
Essi conservarono i medesimi difetti delle loro sorgenti, peccando di mancanza di organizzazione, e di comunicazione, mentre non furono capaci di presentare delle alternative politiche percorribili.
Le loro azioni furono progressiste ed emancipatrici, spesso molto utopistiche, ciò che non impedì loro di vincere molte battaglie, anche se in generale fallirono nelle loro finalità ultime.
Il Carbonarismo è geneticamente a ridosso delle idee repubblicane e costituzionali e a tutte le espressioni liberali del XIX secolo.
(ALC 2001)
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