COLONNA "AGOSTINI"
Coorte Forestale Volontaria

Il Luogotenente Generale Augusto Agostini, dopo aver comandato il sottosettore di Uegit, assumeva il comando delle forze destinate prima a difendere il territorio da Malca Rie a Dolo dalla minacciata invasione dell'esercito di Ras Destà, e poi ad avanzare nel territorio abissino, seguendo l'aspra e sconosciuta zona del Daua Parma.
Faceva parte della Colonna "Agostini" la Coorte della Milizia Forestale imbarcatasi con lo stesso Generale, l' 8 ottobre 1935 - XIII. Nei primissimi di Dicembre la Coorte raggiunse la prima linea sulla fronte compresa tra Dolo e Malca Rie, dopo aver fatto traghettare nottetempo i suoi numerosi automezzi oltre il Giuba; una Centuria proseguiva sino al Daua, il cui sistema difensivo veniva affidato, oltre che ai Forestali, al 4° Reggimento Fanteria e al 14° Battaglione Mitraglieri Arabo-Somali, ad Artiglieri, a sezioni di autoblindate e di lanciafiamme ed a Bande di Dubat.
Il comando di questi reparti, che erano dislocati su tutta la zona compresa tra Dolo ed il confine inglese del Kenia, fu affidato al Luogotenente Generale Agostini.
Poichè le informazioni davano come imminente l'attacco dell'esercito di ras Destà, che voleva tentare di sfondare in quel delicatissimo settore, vennero intrapresi rapidamente lavori di consolidamento della linea difensiva. Furono così innalzati nella intricata boscaglia vari ordini di reticolati, scavate trincee, costruiti appostamenti per le mitragliatrici e strade di arroccamento. Di notte squadre forestali protette da nuclei di Dubat, guadavano il fiume provvedendo a sgombrare il campo di tiro delle nostre mitragliatrici, distruggendo il sottobosco nella zona che il nemico avrebbe dovuto necessariamente attraversare. Dopo alcuni giorni le opere apprestate furono tali, che ogni tentativo nemico potè essere destinato al fallimento.
Il 29 Dicembre, S.E. Graziani, che il giorno prima aveva minutamente visitato il settore, così telegrafava al Luogotenente Generale Agostini :
" Sia il motto rinnovellato del Piave il nostro crisma battesimale - Qui non si passa - scrivetelo a lettere cubitali al limite occidentale ed a quello nord. Spingete i tentacoli sempre più ferrigni verso il covo nemico. Addentatelo".
Poichè intanto le truppe di ras Destà risultavano accampate nei pressi di Ganale Doria e le truppe di Mussa saba, marcianti sul Daua Parma erano ferme a Sadei, il Maresciallo Graziani ordinò che una colonna composta dalla Coorte Forestale rafforzata con sezioni di autoblinde e con reparti di Dubat, muovesse verso il territorio nemico, puntando decisamente su Sadei.
L'avanzata della Colonna ebbe inizio il 12 gennaio. La Coorte Forestale lasciò Unsi su 57 automezzi ed iniziò il lavoro di traghettamento a Malca Rie.
Il Daua Parma si era improvvisamente ingrossato, attraverso enormi sforzi riuscì in poco tempo a far passare sull'altre sponda gli autocarri. Intanto, nei giorni precedenti, ardimentose pattuglie di CC.NN. e di Dubat avevano creato una pista camionabile. Su questa pista si lanciarono i forestali che in serata si attestarono all'Uadi di Figou, da dove ripresero nottetempo la marcia, per raggiungere l'Uadi Bou Bou e il giorno seguente Lebidei.
Il nemico si era frattanto frettolosamente spostato col grosso da Sadei, dove però ancora si attardavano le retroguardie.
Con una fulminea manovra la Coorte Forestale, superato ogni tentativo nemico di resistenza, alle ore 8 del 15 gennaio occupava Sadei. La Coorte, che marciava in testa alla Colonna, riprese subito l'avanzata allo scopo di raggiungere il nemico che si ritirava o almeno di catturare le scorte di bestiame che seguivano gli armati; superata Callegia 1^, occupò Callegia 2^ e , data la materiale impossibilità di proseguire con gli autocarri per l'asprezza del terreno, tutto coperto di vegetazione fittissima, distaccò reparti appiedati e li lanciò all'inseguimento del nemico.
Alcune pattuglie abissine furono subito agganciate. Si svolsero rapidi, violenti combattimenti: il nemico lasciò sul terreno numerosi morti e feriti. Fu inoltre catturato con le armi in pugno il Sultano dei Digodia.
Con l'occupazione di Callegia 1^ e di Callegia 2^ erano stati raggiunti alcuni importanti obiettivi, tra i quali notevole l'isolamento di gran parte del territorio confinante con il Kenia; ciò con sforzi inauditi, perchè si dovette avanzare per ben 130 km. in territorio in gran parte non rilevato o non riportato sulle carte, superando le insidie e gli attacchi del nemico che infestava la zona.
A mezzogiorno del 18 la Colonna si avviò verso Malca Ghersi, nella cui zona erano stati segnalati importanti reparti abissini, il terreno era così aspro che le stesse autoblinde non poterono assolutamente proseguire.
Furono lanciate due Centurie Forestali e i Dubat contro il nemico accampato a Malca Ghersi; si contava sull'opportunità di piombare di sorpresa su di esso. Nuclei abissini sparsi in tutta la zona, tentarono di infiltrarsi oltre il nostro schieramento che ormai occupava una vasta linea frontale, ma le CC.NN. Forestali con gli altri reparti della Colonna, in furiosi corpo a corpo, riuscirono dovunque a decimare e a disperdere il nemico.
Frattanto Ras Destà, con forze ingenti, tentava di sfuggire alla morsa delle nostre truppe, che sotto il diretto comando di S.E. Graziani operavano nella zona di Neghelli. 
La Colonna "Agostini" con mossa tempestiva, lasciò il fiume e mosse incontro agli abissini, addentrandosi tra i monti e agendo in un terreno asperissimo.
Improvvisamente nutrite scariche di fucileria manifestarono la presenza del nemico nella valle, detta poi "della morte".
Rapida, decisiva si svolge allora l'azione della CC.NN., che individuano il nemico dalla fiamma dei fucili e si lanciano con le bombe e coi pugnali. La mischia è furibonda, ma all'alba il nemico volge in fuga, cercando un varco presso il fiume.
Il 21 gennaio la Colonna, dopo aver provveduto alla costruzione di parecchi chilometri di camionabile, riprese la marcia e vincendo sempre la resistenza di nuclei nemici giunse il 23 a Malca Libai.
Nei giorni 6 e 7 febbraio la Colonna "Agostini", terminata la costruzione della strada e il traghetto del Daua, seguitava a delimitare il confine col Kenia per oltre 50 km. da Malca Murri verso Mega. - percorso della Colonna lungo il Daua Parma - 
Le truppe fra il più vibrante entusiasmo innalzavano un cippo in pietra con la dicitura :
"La Colonna Agostini qui giunse aprendosi col fuoco e col piccone la strada".
Dopo il brillantissimo esito delle operazioni della Colonna, S.E. Graziani inviò il seguente messaggio al Luogotenente Generale Agostini:
"Nel momento in cui V.S. con Coorte Milizia Forestale lascia codesto settore ove ha prodigato opera ammirevole per slancio, ardire e decisione, che in qualche momento ha avuto spunti veramente epici, mi è grato tributare a V.S. ed ai Militi mio vivo compiacimento e riconoscenza concorso dato all'azione generale. Riprenderemo presto il cammino costà o altrove".
Infatti, verso la fine di marzo, avendo il Luogotenente Generale Agostini ricevuto l'ordine di costituire una seconda colonna per occupare Curati, Gunù Gadù, Bullaleh e Dagabur, avrebbe dovuto marciare per 300 km. in zone prive di strade, la Coorte Forestale, superando oltre 1000 km. si portò a Uardere, ove si riunì agli altri reparti della formazione bellica, destinata a concorrere alla occupazione dell'alto Ogaden.
Facevano parte della Colonna 1000 Carabinieri, reparti del Genio, 2 batterie di Artiglieria ed oltre 3000 Dubat.
L'avanzata nell'alto Ogaden presentava notevolissime difficoltà, sia per gli ostacoli opposti dal terreno, sia per le difese che erano state da lungo tempo apprestate da Weib Pascià e da Ras Nasibù, con criteri moderni.
Niente è stato trascurato dal nemico per rendere ardua l'espugnazione del vasto campo trincerato, nei punti più impensati tra la vegetazione fittissima, lungo le sponde del torrente Giarer, dovunque il terreno si sollevi in piccole e irregolari ondulazioni, sono state scavate buche comunicanti, entro le quali, dietro coperture mimetiche, si celavano fucili e mitragliatrici.
Le feritoie sono così sottili e così basse che sfuggono alla osservazione degli aerei e delle truppe attaccanti. le armi automatiche spostate in modo da potersi reciprocamente difendere col fuoco incrociato.
In zone direttamente non presidiate da armati, ma situate sotto il tiro delle mitragliatrici nemiche, sono state elevate zeribe e scavate trincee, che hanno funzione di ingannare le truppe che si avventureranno all'assalto.
Dopo aver resa camionabile la pista che conduce a Curati, col resto della Colonna, raggiunge le posizioni fortificate di Gunù Gadù; è il 24 aprile.
Il Luogotenente Generale Agostini ordina di attaccare decisamente le posizioni: la battaglia è aspra, perchè gli abissini, difesi dalle caverne, resistono, con inaudita tenacia.
I Carabinieri e i Dubat, che per primi si trovano a contatto col nemico, danno prova di di un sublime eroismo e di un altissimo spirito di sacrificio.
Bisogna espugnare ad una ad una tutte le caverne, puntare i cannoni a 40 o 50 metri dal bersaglio, infilare le bombe a mano nelle feritoie, incendiare gli appostamenti di mitragliatrici con getti di benzina; ma infine il nemico viene completamente annientato.
Ripresa la marcia, la Coorte Forestale e gli altri reparti della Colonna, a cui si erano aggiunti il Battaglione CC.NN. Universitario "Curtatone e Montanara" ed una sezione di autoblinde, dopo scontri al bivio di Sassabaneh entrarono alle ore 9,30 del 30 aprile, in Dagabur, nei cui pressi, il giorno seguente, le CC.NN. recuperarono i gloriosi resti dell'apparecchio di Minniti.

Il percorso della 1^ e 2^ Colonna Agostini

 

UNIFORME SOTTUFFICIALE COORTE FORESTALE

ALBO DELLA GLORIA


FOTOGRAFIE DELLA COLONNA