LE VOSTRE RECENSIONI

Sono riportate nel seguito, raggruppate per categorie le vostre recensioni su prodotti di qualunque genere relativi al mondo della mountain bike. Lo scopo di questa sezione è di aiutare chi vuole fare un acquisto fornendo commenti ed esperienze che spesso sono più onesti e realistici delle varie pubblicità. Si tratta comunque di giudizi personali che riporto tali e quali (e sui quali non posso assumermi alcuna responsabilità ovviamente).
Per introdurre una nuova recensione andate alla pagina con le istruzioni relative.


MTB complete
Forcelle 
Trasmissione
Pedali
Freni
Ruote complete / Pneumatici
Selle e accessori
Manubri e accessori
Accessori
Abbigliamento



MOUNTAIN BIKE COMPLETE
LEE COUGAN HOT LAVA RT 
3 ottobre 2000
La bici sobbalza molto se non si riesce a trovare una pedalata molto fluida e senza strappi, si perde qualcosa in velocità e soprattutto negli allunghi sul piano, ma il confort di marcia è elevato. Il carro con l'ammortizzatore DNM e la forcella RST "ZETA EL" non sono il top della gamma ma sono discrete; molto valido per me il rapporto qualità/prezzo di questi componenti. Soprattutto la forcella, tarabile esternamente, offre un comfort molto buono (non è Manitou ma costa anche molto meno).
Il freno anteriore meccanico a disco della Formula è stata una piacevole sorpresa, tanto che avevo intenzione di sostituire il freno posteriore (Avid Arch 4.0) con un altro Formula a disco, anche perché la differenza tra i due freni è un pò fastidiosa (più modularità, meno corsa, miglior frenata con quello a disco) solo che pareri sul freno a disco della Formula che ho trovato in www.mtbr.comsono estremamente discordanti. I freni idraulici sono sicuramente meglio ma il rapporto costo/utilizzo è per me eccessivo. Il cambio Shimano a 9V con leve Deore, deragliatore ant. LX e  cambio XT, permette di trovare sempre il rapporto adatto per una miglior fluidità nella pedalata (importante per quanto citato all'inizio per la Full). Per chi non ha problemi agonistici dovrebbe essere sufficiente anche un 8V. Il giudizio finale è per il momento molto positivo (dovrò valutare la durata dei singoli componenti dato che per il momento ho percorso circa 700Km) e consiglio a quelli che non partecipano a competizioni ma, come me, usano la MTB per giri escursionistici, di usare una Full; si è rivelata molto più comoda e anche più sicura delle front e il rapporto Qualità/Prezzo della mia Lee Cougan Hot Lava RT (£ 2.500.000) è elevato. E', secondo me, una buona fun-bike. Spero di essere d'aiuto a qualcuno che come me è assillato da dubbi sulla scelta della MTB.

VOTO: 8,5 – AUTORE: GIANNI – E-MAIL: rewinder@libero.it - sommario


MERIDA COBRA FS '99
5 settembre 2000
Ritengo questa bicicletta un buon compromesso qualità/prezzo, upgradabile con poche lire messe da parte con pazienza. La mia adorata ha ormai compiuto un anno di onesto lavoro e posso essere soddisfatto dell'acquisto, ha una buona precisione di guida (migliore anche di bici ben più costose di cui ometto il nome per ragioni di educazione ) ed unretro sensibile e mai scorbutico, a patto di perderci un pò di tempo nella taratura. Non pretendete di scendere come Herin o di scattare come Martinez e saprete apprezzare il buon equilibrio di questo rampichino (perchè nessuno lo chiama più così?...mah!). Come ogni cosa, ha un rovescio della medaglia, e così l'ammortizzatore un mese fa mi ha mollato; e qui scatta l'upgrade. Purtroppo riparare un ammortizzatore (specialmente se americano) è quasi da mutuo. Fatti due conti, mi sono comperato un bel Marzocchi Boss c50 e vi posso assicurare che ne vale la pena, se poi nel vostro garage avete un bel paio di Magura, (li ho comperati tré anni fa e non li ho più lasciati!) vi ritroverete fra le mani un piccolo bolide da free-ride che vi seguirà ancora per un bel pò di tempo.

VOTO: 7+  – AUTORE: GIORGIO – E-MAIL: rossari@caleffi-spa.it


SANTA CRUZ HECKLER '98
12 luglio 2000
Dopo anni di front (gloriosa Marin Team in acciaio del 92’) eccomi alla full, montata con forcella Marzocchi  Z1 BAM da 100mm, ammort. Fox Vanilla R con escursione ruota 100mm, ruote Mavic Crossmax, freni idraulici Magura HS33, cambio XT 98 – 8v, serie sterzo Chris King etc. In questa configurazione il peso rimane quello della mia vecchia front, ca. 13, 13.5  kg, (ah dimenticavo, con pedali Shimano 646 da downhill…) quindi peso ottimo, grazie anche alle ruote molto leggere.
Vi evito le considerazioni su front/full/freeride/downhill precisando che il salto dalla mia mtb a questa è enorme perché non si tratta solo di una full ma di un mezzo con componenti che sono stati progettati e costruiti con tecnologia di 8 anni più matura e non sono pochi. E' ovvio che questa sia molto meglio dell'altra, in realtà per essere obiettivi si dovrebbe confrontarla con una hardtail odierna di pari componentistica.
Il carro ammortizzato lavora bene; in salita aumenta la trazione (su terreno sconnesso), a patto però di adattare la pedalata (che deve essere “rotonda” con posizione in sella) alla risposta dell'ammortizzatore. Sullo scatto soffre, come in genere tutte le full. In discesa si và più veloci per merito della migliore tenuta di strada, infatti gli urti assorbiti dal carro influenzano in maniera molto minore le traiettorie impostate; in questo contesto anche i freni idraulici hanno un ruolo fondamentale. Tutto questo si traduce in sicurezza dato che un mezzo del genere perdona gli errori di impostazione e di valutazione e consente quindi di avere un buon margine di reazione agli imprevisti.
La RockShox Indy SL montata sulla Marin non è nemmeno lontanamente paragonabile alla Marzocchi che peraltro si e’ rivelata sicuramente la migliore fra le forcelle da me provate anche su altre bici, il suo comportamento è impeccabile. Per quanto ai freni li ho trovati modulabili al pari dei tanto decantati V-brake, sono inoltre estremamente efficienti in tutte le condizioni. Le ruote sono molto valide, la loro leggerezza unita alla solidità dei cerchi sono importantissimi elementi per costruire un mezzo performante, anche se ho dei dubbi circa la resistenza alle grandi sollecitazioni della raggiatura anteriore radiale (senza incroci). L’impressione generale è stata molto buona, la bici cosi com’è ha un valore da nuova (io l’ho presa usata) di ca. 6.500.000, per quanto mi riguarda è tanto in assoluto, ma il mercato è questo, per contro la qualità è comunque elevata, l’ho testata solo un giorno, ma più di 50 km di “Sentieri del Finalese” su terreni a dir poco tecnici, sono un buon test.

VOTO: 8 – AUTORE: MARK – E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com - sommario


DECATHLON ROCKRIDER 9.2
3 maggio 2000
Sono un appassionato di MTB da circa un anno anche se posso dilettarmi solo nel fine settimana (40/50 Km ad uscita) oppure in qualche manifestazione regionale. Sono passato da una bici di medio/basso livello (peso da 13kg, forcella SUNTOUR mg80 e componenti SRAM economici), a quest'ultima da circa un mese. Anzitutto devo dire che la componentistica, cambio Shimano XTR e forcella Rock Shock XC in primis, non mi hanno affatto deluso anzi si sono dimostrati ben al di sopra delle mie capacità di sfruttamento attuali. Ottimi anche i pneumatici Hutchinson Python Light sia in fatto di scorrevolezza che di tenuta anche a pressioni di gonfiaggio di 4,5 bar sia nello sterrato che su asfalto. I freni in dotazione sono "AVID arch 50" ed all'atto dell'acquisto destavano i miei più grossi dubbi; spazzati via completamente poiché la potenza, la modulabilità e la corsa del pattino ultra corta, mia mania, mi hanno sorpreso. Ed ora passiamo ai lati se non proprio negativi, non esaltanti. Il sistema di visualizzazione del rapporto inserito presente nei comandi Shimano è vergognoso; con un pacco pignoni da nove rapporti sfido chiunque a dirmi, in corsa, quale rapporto spinge! I pedali automatici di serie (VP109) hanno un angolo di gioco di 5°. Non mi piace!! Ho sempre la sensazione che mi si stia sganciando il piede. Il telaio seppur ottimo per peso (bici completa 10,9Kg) e per dimensionamento, l'avrei desiderato più rigido e nervoso. In conclusione ritengo il mezzo molto buono e se consideriamo il prezzo di acquisto di £2.500.000 sale ad ottimo.Certo che non si potrà fare i "fighi" come sfoggiando una SPECIALZED o una TREK, ma considerando che queste a parità di componentistica costano almeno due milioni in più..........

VOTO: 9 - AUTORE: ANDREA - E-MAIL: apaga@libero.it - sommario


SANTA CRUZ HECKLER + VOTEC GS4 CLASSIC + XTR 
24 ottobre 1999
Come è noto a tutti i frequentatori dell'ambiente, si è assistito negli ultimi anni ad una sorta di specializzazione nel settore MTB. I cugini motociclisti del fuoristrada da tempo hanno la possibilità di scegliere tra motociclette da cross, trial ed enduro, ognuna con proprie salienti caratteristiche e propensioni. Anche noi, che per dare movimento al mezzo dobbiamo vorticosamente far girare le gambe, ora siamo costretti ad una scelta del genere: rigida (ormai x pochi appassionati), front, full race, full fun o le estreme downhill bikes. Se poi si considera che all'interno della categoria front si stanno imponendo le "funfront" il tutto si complica. Da parte mia l'intento è di raccontare il mio passaggio da una front race ad una fun bike, con le impressioni che hanno accompagnato il cambiamento e la modalità di assuefazione al nuovo mezzo. Prescinderò da considerazioni di puro ordine estetico, ininfluenti (o perlomeno dovrebbero essere tali) nella scelta e nel giudizio sul passaggio. La prima impressione nell'utilizzo del nuovo mezzo è stato di una sorta di.....impotenza. Affrontare il tratto di asfalto che mi separava dal tanto agognato sterrato è stato quantomeno deludente. Il movimento del forcellone, più che del carro, pareva assorbire tutta l'energia e pareva altresì rendere inefficaci e superflui scatti e tentativi di migliorare la situazione. Con il tempo la situazione è migliorata: adattando lo stile di pedalata al mezzo (non più pompata orgasmica ma pedalata rotonda, da preliminari) l'unico handicap rispetto alle front sembra derivare dal maggior peso del mezzo e dalla maggiore artigliatura delle coperture, sensazione confermata dal ridotto scarto del computerino rispetto alla precedente bici. Non si può negare comunque che su tratti asfaltati la fatica sia maggiore ma anche una enduro va meglio di una cross su tale tipo di fondo. Giunto allo sterrato le cose si rovesciano: il confort è a dir poco eccezionale. Il grip sempre presente permette di scalare fondi tormentatissimi che in precedenza avrebbero imposto di prendere il mezzo a spalla. Le radici diventano un divertimento e l'unico neo è rappresentato dal fatto di non potersi alzare sui pedali (ma quanto a volte sia comunque deleterio su ceri fondi è noto a tutti). Io poi che a volte dopo un uscita avevo un dolore lombare non posso che essere più che soddisfatto del comportamento di tale mezzo. Arriviamo al dolce: la discesa. La combinazione di una forcella a doppia piastra e con lunga escursione con un carro ammortizzato permette a tali mezzi di affrontare la discesa con una sicurezza irraggiungibile dalle front. Le ruote sono sempre incollate al terreno, migliorando frenate, tenuta e riducendo scarti indesiderati. Il corpo può permettersi una rilassatezza maggiore, non dovendo necessariamente accompagnare ed assecondare avvallamenti ed ostacoli. Comportandosi invece con più cattiveria la bici diviene una moto e forse meglio: ci si possono permettere velocità elevatissime e numeri incredibili. Consiglio quindi, se si vuole dare tale confidenza al mezzo, l'utilizzo di tutte le protezioni del caso (il pericolo è sempre presente e forse maggiore). Io monto V-Brake XTR e a volte, nonostante la loro estrema bontà, penso che i dischi sarebbero meglio. Mi è capitato infatti di "fondere" la camera d'aria all'altezza della valvola e la loro potenza, con i cerchi surriscaldati, cala un po'. Per non parlare del calo in seguito a guadi.
Sul piano la bici si comporta benissimo: le asperità sono assorbite dalle sospensioni e non si deve pensare ad altro che pedalare. MOLTA MENO FATICA, ve lo garantisco, e più divertimento. Insomma io sono contento del passaggio. Ovviamente tutto dipende dall'approccio che si ha con questo sport. Non lo consiglierei agli agonisti (non ho mai provato full race) ma forse solo per questioni di peso. Se si amano uscite votate al divertimento ed al contatto con la natura senza troppa importanza al cronometro....lo si faccia. (Peraltro ritengo che il tempo perso in salita venga agilmente recuperato in discesa).

VOTO: 9,5 - AUTORE: RICKY - E-MAIL: Mensy@libero.it - sommario


FORCELLE

FORCELLA MANITOU MARS C 2000 
18 dicembre 2000
Dopo 4 anni di onorata carriera ho sostituito la mia RockShox Judy XC con una Manitou MARS C 00. Ragazzi che roba! Non sono un tecnico quindi dico solo: 80 mm di velluto che si traducono in salite meno ruvide e discese più veloci e sicure. Peso da favola 1,3 Kg. Non ho ancora osato avventurarmi nel "tuning" (esistono 3 diverse regolazioni: ritorno, affondamento e precarica). Un avvertimento: dopo la prima gita è uscito del grasso verdino dai foderi. Ho ovviamente pensato che la forcella fosse diffettosa, invece sia il negoziante che vari bikers sparsi per il mondo e interpellati via Internet, mi hanno detto che è normale per le Manitou, in quanto all'assemblaggio viene spesso messa una quantità di grasso eccessiva che viene poi eliminata appunto nel primo periodo di utilizzo.

VOTO: 9 - AUTORE: DUCCIO - E-MAIL: alfredo.guiducci@eds.com - sommario


FORCELLA DOPPIA PIASTRA VOTEC GS4
16 ottobre 1999
Dotata di una rigidità a dir poco eccezionale (3,5 cm di diametro degli steli è quasi motociclistico) ha il pregio di una struttura interna molto semplice, con difficoltà di manutenzione a prova di idiota. Non presenta infatti nessun sistema di controllo del ritorno se si esclude la canalizzazione dell'aria (tipo siringa, per intenderci). Nonostante questo il ritorno non è mai brusco grazie alla notevole lunghezza dello spiedino di elastomeri che non devono lavorare allo spasimo, aiutati inoltre, nella prima fase di compressione, da molle. Il peso limitato, in considerazione della maestosità della creatura, ne fa una bomba da free ride, versatile (escursione regolabile 80-100-130mm) e con un look cattivissimo. Alla bilancia ha segnato 2100 g con il doppio attacco manubrio che amplifica la sensazione di rigidità. Io l'ho montata sulla mia Heckler e ne sono pienamente soddisfatto.

VOTO: 9,5 - AUTORE: RICKY - E-MAIL: Mensy@libero.it - sommario



TRASMISSIONE

PIGNONI E CATENA SHIMANO LX - MEGA 9 - '99 
21 giugno 1999
La mia bici monta di serie, accoppiati a un cambio XT 99 a 9 velocità, guarnitura, cassetta pignoni e catena LX 99. Ho cominciato ad avere problemi da quando in una salita ripida con la corona piccola ho cercato di inserire il penultimo rapporto. La catena si è infilata fra il 30 e il 32 piegando entrambi i pignoni. Proseguendo ho sentito continui salti di catena anche nei rapporti più lunghi, che sono proseguiti fino a farmi desistere dalla passeggiata. Il meccanico (fra l'altro rappresentante della Shimano per la mia regione) ha ritarato il tutto riconsegnandomi la bici funzionante. Il problema si è spostato sotto la guarnitura, dove si raccoglieva la catena andando a infilarsi fra telaio e corona inferiore. Colpo di pedali all'indietro e il tutto si risistemava a velocità normale, ma se la salita era ripida e la velocità troppo bassa bisognava scendere e sistemare a mano. Secondo intervento con accorciamento della catena e diagnosi di catena danneggiata: problema attenuato ma sempre presente, in più alzandosi sui pedali anche con il 44/11 c'erano salti di catena però senza sganciamenti. Terzo intervento: sostituzione della catena. Mi chiedo se servissero le 9 marce nel fuoristrada, visto anche la debolezza dell'ultimo pignone da 32, probabilmente troppo grande, e la scelta furba della Shimano di diminuire lo spessore di catena e pignoni a discapito della robustezza. Consiglio per tutti quelli che hanno il vecchio ma affidabilissimo 8 marce: pensateci bene prima di passare al Mega 9!

VOTO: PIGNONI 4 - CATENA 3 - AUTORE: FEDERICO - E-MAIL: federico@reteitalia.net - sommario


GUARNITURA STRONGARM SPECIALIZED COMP '99 +
GRUPPO SHIMANO LX - MEGA 9 - '99 
10 marzo 2000
Sulla mia nuova Specialized M2 Comp che monta dalla casa il nuovo gruppo Shimano a 9 velocità Megarange, con corone della Sugino e pedivelle Strongarm Comp, ho avuto seri problemi di trasmissione che causavano spiacevoli problemi di 'autocaduta' della catena dalla corona media a quella più piccola, utilizzando sotto sforzo gli ultimi 2-3 rapporti più corti dei pignoni posteriori, causando inevitabili risucchi della catena e facendo lavorare la catena anteriormente sulla corona piccola con il deragliatore anteriore però ancora impostato per la corona centrale! Potete facilmente immaginare i rumoracci della bici e i conseguenti improperi del sottoscritto ! Soluzioni : * spessoraggio ai pignoni posteriori per adeguare meglio l' allineamento catena: non funziona ! * dopo aver contattato Specialized Italia tramite il negoziante (Cicli Drigani di Mappano Torinese), la stessa consigliava di sostituire l'originale corona media Sugino, con una 'standard' Shimano compatibile con il 9v. Con la sostituzione della corona, il problema sembra effettivamente ora risolto; anche se non si sa bene in ogni caso se il pezzo originale Sugino fosse difettoso o meno. In ogni caso, i pignoni posteriori, con l' intervento No. 1, non funzionano benissimo, e quindi dovrò comunque rimuovere lo spessorino. Conclusioni : Sui gruppi a 9 velocità Shimano per MTB , le tolleranze e i giochi di trasmissione sono talmente al limite che sconsiglio vivamente di sostituire guarniture che NON SIANO SHIMANO! In generale ritengo inoltre che il gruppo completo Shimano 9v, e la sua catena in particolare, siano soggetti ad usura più precoce rispetto ai predecessori a 8v, e più delicati nella manutenzione e utilizzo. Quindi la mia esperienza in merito può solo dire, dopo molteplici richieste in merito ad amici e negozianti, che non si dovrebbe trattare di un problema sistematico con tale guarnitura Sugino, ma che evidentemente la compatibilità con i gruppi Shimano (specie i 9v.) può essere compromessa per minimi difetti di produzione di tali corone, sicuramente non riscontrabili ad ispezione visiva, ed inoltre che il sottoscritto può quindi ritenersi un discreto sfigato negli acquisti.

VOTO: GUARNITURA SPECIALIZED STRONGARM COMP '99: 5 (scarsa compatib. con Shimano 9v)
            GRUPPO SHIMANO LX - MEGA 9 '99: 6 - AUTORE: GUIDO - E-MAIL: guido.apo@mail.omnitel.it - sommario


PEDALI

PEDALI CORRATEC "EASY CLICK  TI" 
20 agosto 2000
Sono pedali a sgancio rapido molto particolari, infatti non presentano molle interne ma solo due piastrine d'acciaio che consentono l'aggancio e lo sgancio della taccheta dal pedale grazie ad una limitata flessione, i vantaggi rispetto ad un pedale di tipo SPD sono diversi, ad esempio non richiedono lubrificazione nè pulizia, non si impaccano nel fango, hanno una durata illimitata a patto di sostituire dopo circa un anno di utilizzo le piastrine e sono tra i più leggeri pedali SPD esistenti (230 gr. la coppia, nella versione con perno in titanio).
Vengono venduti in due colori, giallo o rosso, ad un prezzo attorno alle 220.000 £. L'unico aspetto negativo che ho riscontrato riguarda le piastrine metalliche che, se nuove, richiedono un certo periodo di rodaggio per funzionare ottimamente; sconsiglio di montare le piastrine più spesse fornite nella confezione, risulterebbe difficoltoso l'aggancio del piede al pedale, per il resto sono super.

VOTO: 9 (220.000) – AUTORE: ENRICO – E-MAIL: punkdreamer@ciaoweb.it- sommario


PEDALI SHIMANO PD-M646 versione '00
12 luglio 2000
Si tratta di pedali definiti da Shimano come modello da “downhill”, io li uso per freeride ed escursionismo su sentieri difficili ma non estremi. Sono grossi, dato che offrono la possibilità di essere usati anche senza tacchette, e pertanto pesano, ca. 750 gr. (pesati con la bilancia da spaghetti). I pedali sono fondamentali e quindi ho scelto quelli che mi sembravano i più facili da usare, e quindi per me più sicuri, ed anche i più robusti. E’ vero pesano, ed è un peso in rotazione, quindi ancora più svantaggioso, però la variazione sul peso totale della bici è comunque modesta. Per contro offrono al piede un appoggio sicuro, permettono l’uso del pedale anche senza agganciarlo con la possibilità di usarli anche se completamente impaccati di fango. Li ho usati come primo pedale a sgancio rapido dopo aver usato per anni quelli con puntapiede e non ho incontrato nessun problema (a parte le classiche tre facciate per terra da fermi). Il giudizio è ottimo anche considerando il fatto che ho l’impressione che dureranno una decina d’anni…

VOTO: 9 (220.000) – AUTORE: MARK – E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com- sommario


PEDALI SHIMANO PD-M434 versione '99 
4 agosto 1999
Sono passato dai pedali con gabbietta ai nuovi PD-M434, utilizzandoli con delle scarpe Specialized Comp Mountain. Dopo svariate cadute da fermo per difficoltà a sganciare (molle al minimo) son tornato da chi me li ha venduti per chiedere se c'era qualche problema sulla durezza delle molle o sull'adattabilità della scarpa al pedale. " E' tutto a posto, bisogna solo impratichirsi, anzi le molle sono troppo lente " è stata la relativa risposta. In piena crisi depressiva per incapacità ad adattarmi al nuovo sistema sono ripartito provando e riprovando. Dopo l'ennesima caduta ho deciso di non utilizzare più i pedali SPD per tornare alla vecchia gabbietta con cinghietta (mai caduto). Poi provando l'aggancio delle scarpe con le mani ho notato come i dentelli dei pedali si ostacolavano a vicenda con quelli delle scarpe. In un attimo di lucida follia ho avuto una brillante intuizione: - O taglio i dentelli delle scarpe o taglio la gabbietta in resina dei pedali ! - Dispiacendomi per le bellissime e comodissime calzature, ho tagliato quella dei pedali trasformandoli praticamente in quelli tradizionali ed ho risolto il problema, anzi ho ricaricato le molle che mi sembravano troppo lente! Consiglio per gli acquisti: compratevi i pedali SPD normali, tipo i PD-M515 (non oso pensare a quelli che hanno i PD-M545 in metallo). Per concludere, non ho trovato neanche quella comodità in appoggio che la gabbietta, in teoria avrebbe dovuto dare, in più il piede rimane completamente bloccato non permettendo il minimo spostamento in rotazione.

VOTO: CON SCARPE STANDARD 3 - AUTORE: FEDERICO - E-MAIL: federico@reteitalia.net - sommario



FRENI

FRENO IDRAULICO A DISCO HAYES (anteriore) 
22 luglio 2000
Partendo dalle brutte notizie devo dire che io ho faticato a trovare un meccanico in grado di fare lo spurgo all’appena uscito freno (almeno all’epoca). Alla fine ho fatto da solo e non ho trovato che fosse poi così complicato come mi avevano detto (avevo già fatto un po’ di esperirenza con i Magura). Detto questo la potenza dell’Hayes è veramente paurosa e con l’acqua oserei dire che aumenta ancora. La frenata è veramente morbida da azionare e anche in situazioni estreme si può utilizzare un solo dito. Per non parlare del disco che è veramente un capolavoro (ha più spazi vuoti che pieni!!!). Per quanto riguarda il pericolo che l’olio si scaldi e le pastiglie arrivino a bloccare il disco…è un problema assolutamente inesistente in questo freno (presente nei Pro Stop e, pare, anche nei fantastici Hope).

VOTO: 7 (per la scarsa reperibilità di un negozio ufficiale per la manutenzione).
AUTORE: Edoardo "Hi-Jumper" - E-MAIL: dadohotmail@libero.it- sommario


FRENI IDRAULICI MAGURA HS22
20 marzo 1999
Ho installato i freni idraulici Magura tre anni fa e sono veramente soddisfatto! Potenza elevatissima, prontezza notevole, modulabilità eccezionale e peso simile ai V-brake. Comportamento costante anche nel fango, sotto la pioggia o nei torrenti, qualche limite solo con abbondante neve (e ci mancherebbe!). Ma soprattutto nessuna manutenzione! In tre anni non ho mai fatto niente tranne, per sole tre volte, recuperare l'usura dei pattini con pochi giri di brugola. Ciò significa anche maggiore sicurezza e affidabilità. Penso che come manutenzione siano i freni da cerchio migliori in assoluto. Anche la durata dei pattini è ottima, attualmente sono da cambiare, ma dopo tre anni di uso intenso (anche se non agonistico e mai tutti i week-end). L'unico difetto che vedo è il costo, sicuramente superiore a quello dei V-brake, ma che pagherei subito se dovessi scegliere i freni per la mia nuova bici. Oltretutto i nuovi Magura hanno una rotellina sulla leva che permette di recuperare il gioco senza chiavi e addirittura mentre si pedala. Un consiglio: per una buona frenata è necessario installare gli archetti di irrigidimento altrimenti si flettono i foderi, data la potenza frenante.

VOTO: 9 - AUTORE: MANUEL - E-MAIL: manseco@tiscalinet.it - sommario


FRENI SHIMANO V-BRAKE XT - Versione fino al '98
26 aprile 1999
Ho usato questi freni per circa tre anni. Il passaggio dai vecchi cantilever è stato come una manna dal cielo; la potenza frenante dei corpi freno è decisamente elevata ma allo stesso tempo la modulabilità è buona. Ovviamente sono necessarie leve appositamente studiate per i v-brake (a corsa lunga). Con questi freni la sicurezza aumenta notevolmente ma anche loro non sono esenti da difetti più o meno grossi. Prima di tutto con la pioggia o il fango i pattini si consumano istantaneamente e si arriva facilmente a toccare il portapattino. In queste situazioni ho cambiato gli originali con i RITCHEY di colore rosso (severe conditions) appositamente studiati per il fango e la situazione è migliorata un pochino. Il difetto più grosso è l'incredibile gioco che acquistano i pattini con il tempo; i freni iniziano ad essere addirittura rumorosi! La cosa più brutta sono le regolazioni: da nuovi sono semplicissime ma una volta acquistato il famigerato gioco.....AIUTO!

VOTO: 8 appena montati, 4 dopo un anno - AUTORE: FULVIO - E-MAIL: fucoppo@tin.it - sommario


FRENI SHIMANO V-BRAKE XT '99 
30 agosto 1999
Sono un "weekend warrior" ma durante le vacanze mi trasformo in un biker assatanato (30-40 km al giorno per 20-25 gg) ed è in questo periodo che ho l'occasione di verificare a fondo la mia attrezzatura. Ho montato in primavera i freni V-brake XT 99: che dire... Eccezionali!!! Nessun problema di vibrazione, ottima modulazione, potenza inaudita e scarsa manutenzione (quel tanto che basta a far si che sia un piacere e non una tortura).

VOTO: 9 - AUTORE: DUCCIO - E-MAIL: alfredo.guiducci@eds.com - sommario


FRENI A DISCO IDRAULICI MAGURA HS55 LOUISE
20 settembre 1999
Freno a disco idraulico anteriore. La prima impressione che ho ricevuto montando questo tipo di freno è la ridotta pressione che bisogna esercitare sulla leva per ottenere una buona azione frenante, potrà sembrare una sciocchezza però se dovete affrontare un tratto in discesa di circa 10 15 min., non mi venite a dire che non avete le dita indolenzite…!! Io ho una bici da cross-country dal peso contenuto,(Specialized fsr xc, con gruppo XTR completo forcella anteriore rock shox sid xc, sella specialized body geometry comp, canotto sella thompson elite, attacco manubrio Race Face system, serie sterzo Orbit extreme) il mio peso è di circa 75 kg quindi questo impianto frenante con una bici più pesante e un biker da 100 Kg si comporta diversamente. E’particolare il rilascio della leva che non è brusco essendo ad azionamento idraulico, la leva del mio Magura sembra di semplice plastica nera mentre il supporto con il serbatoio dell’olio è in lega d’alluminio giallo canarino (optional kit color alluminio), la pinza è di tipo fisso a singolo pistoncino anch’essa in lega d’alluminio, bella anche da vedere, il disco anch’esso in alluminio, con i fori più per limare qualche grammo che per il raffreddamento, è di 160 mm. In quanto al peso i tecnici della Magura hanno fatto miracoli il kit completo escluso il mozzo pesa 420gr, veramente contenuto sicuramente in linea con i più moderni v-brake. La potenza frenante è esuberante, riuscendo a combinare bene la frenata tra ant. e post. ci si ferma veramente subito e senza fischi!! (fondo permettendo). Notevolmente modulabile, molto sensibile ma non troppo, una volta presa la mano (in senso letterale) si riesce ad arrivare al limite del bloccaggio in tutta sicurezza. Niente cavi d’acciaio, ma un tubo con olio minerale che non risente d’allentamenti, registrazioni e sfilacciamenti, davvero manutenzione zero…o quasi, un bel vantaggio. La vera “ficata” concedetemi la licenza poetica, è la frenata sicura in tutte le condizioni. Pedalando a tutta su 10 cm di fango (mi è capitato una volta e andavo a rallentatore….altro che a tutta…) le superfici di frenata sul cerchio non sono proprio come quando siete usciti da casa tutte linde e profumate, inoltre con la forza centrifuga gran parte del fango tende a depositarsi proprio da quelle parti, tutto a discapito della frenata. Non trascurate i depositi che si formano sui v-brake, non è detto che ci sia solo fango nella poltiglia aggrappata alla bici, e se ci fosse un sasso pronto a interferire con i freni…?? Il disco si trova in posizione centrale sul cerchio e non risente di questo problema, è sicuramente meno esposto e sarà sempre pronto e costante in tutte le condizioni, facilitando inoltre l’operazione di smontaggio rapido del cerchio in caso di foratura. Conclusioni: ottimo acquisto forse ancora un po’ elevato il prezzo (circa mezzo milione escluso il mozzo e montaggio) ma io sono convinto che tra breve quasi tutte le full saranno dotate di freni a disco almeno sull’anteriore, staremo a vedere le novità del 2000.

VOTO: 9 Prezzo un po' meno - AUTORE: GIOVANNI - E-MAIL: mcfour@tiscalinet.it - sommario


FRENI IDRAULICI A DISCO CODA - CD 
17 febbraio 2000
Possiedo da oltre un anno una mtb front-suspended Cannondale equipaggiata con i preziosi freni a disco idraulici prodotti dalla stessa casa. Lo scorso anno l'ho utilizzata parecchio sia dal punto di vista agonistico (soprattutto granfondo) che escursionistico, ma se si escludono alcuni particolari periodi in cui tutto funzionava perfettamente, la frenata ha sempre creato dei problemi.
Il difetto riscontrato è stata una costante mancanza di potenza frenante localizzata particolarmente nel freno posteriore; in pratica risulta quasi impossibile il bloccaggio della ruota. A nulla sono serviti diversi interventi di spurgo del sistema idraulico, la sostituzione delle pastiglie, la pulizia del disco; inoltre ho notato che la pinza posteriore era soggetta a sporcarsi leggermente di olio, malgrado ad ogni cambio di olio venisse anche sostituita la corrispondente ogiva.
Mi trovo quindi costretto ad assegnare un giudizio alquanto negativo, dato che la frenata è peggiore anche rispetto ai vecchi freni cantilever ed il confronto con l'altra bici che possiedo, equipaggiata con gli ottimi Magura HS-33, non è neanche proponibile.
Ho provato inoltre qualche giorno fa una bici identica alla mia con freni meccanici Formula, il cui prezzo unitario è di L. 150.000 contro le quasi L 700.000 del mio freno e posso assicurare di avere provato una grande invidia Spero anche di avere aiuto da qualche qualche lettore che si sia trovato in una situazione analoga alla mia.

VOTO: 3 POSTERIORE, 7 ANTERIORE - AUTORE: ALESSANDRO - E-MAIL: abrondi@hotmail.com - sommario


RUOTE COMPLETE \ PNEUMATICI

PNEUMATICO HUTCHINSON ALLIGATOR 2.1” ANT. 
17 ottobre 2000
Ho usato questo pneumatico per un intero inverno sull'anteriore della mia mtb e devo dire che mi ha veramente stupito: la tenuta e' veramente ottima, lo definirei un copertone al limite del downhill ma con doti di scorrevolezza piu' che buone per affrontare gran fondo o escursioni in montagna.Dato il peso e le caratteristiche lo consiglio a chiunque faccia uso regolare
della bici in inverno su terreni proibitivi e non certamente per una sgambata sull'argine del fiume quando non piove da due mesi.

VOTO: 10 - AUTORE: DAVIDE - E-MAIL: davidopoli@tiscalinet.it - sommario


PNEUMATICO IRC MITHOS 1.9” POST. 
17 ottobre 2000
Sono rimasto molto soddisfatto da questa gomma: rappresenta un compromesso ideale in quanto unisce un buon grip ed un'ottima tenuta laterale ad una sensazione di scorrevolezza che non mi aspettavo. A questo aggiungerei il peso decisamente contenuto ed il prezzo vantaggioso (lo ho pagato £ 35.000!!!!).
Qualche dubbio sui terreni fangosi ma qui sono in pochi a distinguersi veramente.

VOTO: 9 - AUTORE: DAVIDE - E-MAIL: davidopoli@tiscalinet.it - sommario


RUOTE MAVIC CROSSMAX '99
8 ottobre 2000
Si tratta di ruote ad uso cross-country prodotte dalla ormai più famosa azienda del settore. Sono leggere (850 gr. post., 650 gr. ant.) ed hanno un look molto aggressivo; sono tutte nere, anodizzate, tranne i nippli in ergal e le bussole in acciaio, con grosse scritte argentate sui cerchi che indicano il modello sui cerchi. I raggi (a doppio spessore 1.8-2.0-1.8) si inseriscono direttamente nei mozzi essendo sprovvisti della testa piegata a 90°, sono radiali sia anteriormente (26) che posteriormente (28) dal lato opposto alla cassetta, mentre dal lato cassetta sono incrociati in terza; queste scelte rendono le ruote più rigide, adatte quindi a percorsi relativamente scorrevoli e quindi crosscountristici. I mozzi ruotano su cuscinetti sigillati e a mio avviso hanno una scorrevolezza eccellente. I cerchi sono massicci, con una sezione di 24 x 18 mm (misurati con il metro da sarta) ed hanno i fianchi rivestiti (purtroppo) da un materiale ceramico che, a detta degli "esperti", contribuisce in modo sostanziale all' efficienza della frenata. A mio avviso è sicuramente vero che questo materiale resiste meglio dell' alluminio al calore ed alla rigatura in presenza di frammenti di terra, roccia etc. potendo offrire una superficie omogenea e liscia al tacchetto, ma (ed è il motivo del "purtroppo" di prima) gli scienziati (o forse gli uomini marketing) della casa francese non si sono accorti che il materiale in questione non resiste ai colpi delle pietre che volano qua e là durante una discesa qualunque; il rivestimento salta vanificando le sue prerogative di scorrevolezza. Inoltre a lungo andare si consuma anche lui e allora lo spropositato prezzo che sborsi per portarle a casa ti sembra eccessivo. Peccato, perchè, a parte questo neo, sono un prodotto di notevole qualità. Ultima nota per gli sganci rapidi, perfetti, sono leggeri e si aprono e chiudono con estrema velocità e senza sforzo, offrendo per contro un ottimo serraggio.

VOTO: 7,5 - AUTORE: MARK - E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com- sommario


PNEUMATICI CONTINENTAL TWISTER PRO 1.9” 
24 agosto 2000
Sono gomme di tipo semislick, presentano una tassellatura triangolare molto bassa e di dimensioni contenute. Sono leggerissime, con cerchietti in kevlar e pesano poco meno di 500 gr. l'una. Ho usato queste coperture per una dozzina di gare, sia anteriormente che posteriormente a pressioni inferiori di 3 BAR, hanno presentato una buona tenuta su tutti i tipi di terreni tranne che su fango, mentre si sono rivelati superlativi sul compatto. Elevata è la scorrevolezza, sorprendente l'assorbimento e la resistenza alle forature anche grazie alla bassa pressione di utilizzo. La nota dolente di queste gomme riguarda la durata, in quanto si usurano rapidamente e tendono facilmente a perdere tasselli in caso di una sgommata
su asfalto.
Concludendo sono gomme consigliatissime, da usare essenzialmente in gara con basse pressioni di utilizzo.

VOTO: 8 - AUTORE: Enrico E-MAIL: punkdreamer@ciaoweb.it- sommario


PNEUMATICI HUTCHINSON PYTHON GOLD 2.00” 
22 luglio 2000
Appena viste in negozio ho capito che i pochi e bassi tasselli le dovevano rendere incredibilmente scorrevoli. Ebbene lo sono e parecchio. L’unico mio dubbio era se avrebbero tenuto in curva ai 60 km/h? Per togliermi ogni dubbio le ho montate ed ho fatto il tour dell’Assietta. La posteriore ha sempre presa sul terreno anche in fuorisella (si riesce a far slittare solo sulla ghiaia appoggiando il collo sul manubrio ma basta rialzare il busto per recuperare il grip perso). L’anteriore tiene bene (anche se una volta in curva in salita sulla ghiaia mi sono trovato per un attimo con la ruota che se ne stava andando per i fatti suoi). In conclusione sono due gomme da cross country scorrevoli come delle semislick ma con l’aderenza delle sorelle tassellate.
P.S.: Volendo si può accoppiare con un’Alligator gold anteriore (più aderenza, mantenendo la scorrevolezza).

VOTO: Anteriore 7; Posteriore 9 - Prezzo indicativo: £ 70.000
AUTORE: Edoardo "Hi-Jumper" - E-MAIL: dadohotmail@libero.it- sommario


GOMME HUTCHINSON ALLIGATOR GOLD (1.85/2.00/2.25”) 
22 luglio 2000
Sono delle gomme definibili da freeride e sono disponibili in tre differenti diametri. Sui fianchi hanno dei tassellazzi paurosi che conferiscono a queste coperture una tenuta in curva quasi da graffiare il manubrio per terra! Certo la scorrevolezza non sarà proprio la loro caratteristica più spiccata, ma una volta inforcato il sentiero che scende verso valle ti bastano due curve per farti dimenticare quel po’ di attrito patito in salita. Con il posteriore in salita ci si può dimenare spostando il baricentro oltre il mozzo anteriore e mantenere aderenza con qualsiasi fondo. Mentre con l’anteriore si possono azzardare pieghe da motomondiale anche sulla roccia bagnata. State attenti però a fare le curve con la ruota posteriore bloccata perché la mescola morbida, che conferisce il grip, le rende anche piuttosto facili da consumare!
P.S.: volendo si può accoppiare con una Python gold posteriormente (l’accoppiata è più scorrevole).

VOTO: Anteriore 9; Posteriore 9 - Prezzo indicativo: £ 70.000
AUTORE: Edoardo "Hi-Jumper" - E-MAIL: dadohotmail@libero.it- sommario


PNEUMATICI MICHELIN WILDGRIPPER 
18 aprile 1999
Utilizzo la MTB su percorsi sterrati tecnici, spesso molto ripidi. Ho sempre usato pneumatici tassellati Tom Ritchey Force o MegaByte con estrema soddisfazione e sono passato recentemente ai Michelin Wildgripper. Il mio giudizio sul pneumatico anteriore è totalmente negativo. La fila centrale di tasselli è strettissima e le due di fianco sono molto distanti e sempre strette (longitudinalmente) inoltre non c'è continuità di appoggio tra le file, fatto invece molto importante. Di conseguenza la bici tende a scartare lateralmente con estrema facilità, come se fosse in bilico, dando la pessima idea di non tenere la strada minimamente, inducendo ad una totale mancanza di fiducia, soprattutto in curva, col risultato che si va molto più piano e sempre stressati. Questo comportamente nervoso è molto evidente soprattutto sullo sterrato viscido. Anche in piega, addirittura sull'asfalto, c'è un passaggio brusco alla fila laterale di tasselli con sensazione fortemente negativa. Ancha causa di ciò mi è capitata una caduta che avebbe potuto essere mortale proprio in asfalto in uscita di curva: il pneumatico non ha tenuto o perché incapace, o perchè surriscaldato o perchè avevo forato. Ma anche questo è un ulteriore fatto negativo: da quando uso questi pneumatici mi capita con enorme frequenza di forare in modo strano, spesso su normalissimo asfalto e non per spine o altro: si tratta di strane pizzicature da una parte sola, mai capitate in vita mia con i pneumatici Ritchey. Michelin definisce questi pneumatici adatti a terreni medi e morbidi. In realtà solo se il pneumatico affonda totalmente (terreni morbidi) i difetti sopra detti non si notano. Ciò non toglie che nessuna bici percorrerà SOLO tratti fangosi o su sabbia e comunque un comportamento del genere è assurdo e pericoloso. Inoltre, considerando la gamma Michelin, l'unica alternativa sono i semi-slick che però su terreni accidentati, sconnessi e pietrosi molto tecnici offrono poca presa sia laterale che in frenata per cui è normale ricorrere ai tassellati. Insomma, o fate solo fango e terra molla o vi consiglio caldamente di non comprarli! Quanto a me li butterò via, la pelle vale di più!

VOTO: anteriore 3, posteriore 6 - AUTORE: MANUEL - E-MAIL: manseco@tiscalinet.it - sommario


PNEUMATICI RITCHEY SPEEDMAX (alfa e omega) 
22 aprile 1999
Sono le famigerate semi-slick che spopolano tra i racer incalliti. Il modello da me usato è quello con cerchietti in acciaio. Queste gomme sono a mio giudizio perfette per gli sterrati molto compatti in quanto la loro scorrevolezza è eccezionale soprattutto per chi è abituato ai tasselloni delle coperture tradizionali per la mtb. La trazione in salita rimane comunque accettabile a patto di non incappare in terreni scivolosi. Ed ecco il rovescio della medaglia: se il terreno è smosso l'aderenza diventa quasi nulla e la tenuta in discesa scarseggia abbondantemente. Soprattutto il pneumatico anteriore non infonde grande sicurezza in curva. Il prezzo è abbordabile ma non per la versione "WCS". Consiglio l'uso di queste gomme a chi gode di un buon "manico" in discesa. Rimangono comunque ottime per chi alterna gli allenamenti tra asfalto e sterrato.

VOTO: posteriore 7, anteriore 5,5 - AUTORE: FULVIO - E-MAIL: fucoppo@tin.it - sommario


PNEUMATICI RITCHEY SPEEDMAX (Alfa e Omega) 1.9" 
30 agosto 1999
Sono un "weekend warrior" ma durante le vacanze mi trasformo in un biker assatanato (30-40 km al giorno per 20-25 gg) ed è in questo periodo che ho l'occasione di verificare a fondo la mia attrezzatura. Ho montato in primavera le gomme SpeedMax (Alpha e Omega) e questi sono i mei commenti in proposito: buona tenuta ma scarsa durata. In pratica dopo una settimana di strade sterrate e sassose ho dovuto sostituire la posteriore dato che era scomparso il battistrada ed era diventata visibile la tela!!! Ho montato la gomma che usavo prima, la SpeedMax 2.0 (quella con uguale disegno davanti e dietro) che si è rivelata molto più resistente (è ancora montata) con tenuta praticamente identica. Buona invece la gomma anteriore.

VOTO: SpeedMax Alpha 1.9": 7 - SpeedMax Omega 1.9": 4 - SpeedMax 2.0": 8
AUTORE: DUCCIO - E-MAIL: alfredo.guiducci@eds.com - sommario


PNEUMATICI IRC MITHOS XC (versione in kevlar) 
22 aprile 1999
Utilizzo queste gomme per sterrati molto tecnici, sovente in condizioni di scarsa aderenza. Al primo impatto visivo i tasselli non molto larghi possono dare dei dubbi, ma una volta in sella si apprezzano le doti di tenuta. In salita la trazione è eccellente anche sui fondi ghiaiosi a patto di rimanere seduti in sella. Nelle discese tecniche l'anteriore dà una grande sicurezza (sezione 2.1) sia in curva che in frenata. Il consumo del pneumatico non è elevatissimo, ma ciò dipende molto dallo stile di guida. Credo che rappresenti un ottimo acquisto a patto di non prendere la versione MADE IN JAPAN che costa il doppio delle altre.

VOTO: 8,5 - AUTORE: FULVIO - E-MAIL: fucoppo@tin.it - sommario


PNEUMATICI WTB VELOCIRAPTOR versione '98 
1 giugno 1999
Di primo equipaggiamento sulla mia Gary Fischer, con buon grip in fuoristrada il posteriore, a patto di girarlo per il verso giusto: di serie era montato nella posizione downhill (anche nella bici di un mio amico), girandolo nella posizione cross country, si arrampica decisamente bene anche alzandosi sui pedali. Io sono un biker della domenica (del sabato a dire il vero) e supero i 100 Kg. di peso; ebbene sono riuscito a percorrere 6 Km. di sterrato col posteriore completamente a terra per rottura della valvola (la camera di scorta era appena stata utilizzata nell'anteriore forato contemporaneamente), e non ho avuto il benchè minimo cedimento nella carcassa: a distanza di sei mesi continuo a utilizzarla senza particolari problemi. L' inconveniente che continuo ad avere sono le foratura di entrambe le gomme: io do la colpa al mio peso. Ho provato a gonfiarle a 2, 3, 4 atmosfere, sempre senza risultati. Probabilmente la mescola è troppo morbida e permette facili intrusioni di spine e di pietre acuminate. Adesso ho spaccato l'anteriore e l'ho dovuto cambiare; non trovandone di uguale ho optato per gli IRC MITHOS. Buono il mio giudizio sull'utilizzo in asfalto piano, un po’ meno nelle discese. Ottimo su sterrato sia tecnico che veloce: in discesa non si perde mai il controllo della bici (che non ci sia lo zampino della geometria Genesis ?). Sul fango non ho avuto modo di provarli, sulle pietre del fondo dei ruscelli la trazione è sempre eccellente.

VOTO: ANTERIORE 6 - POSTERIORE 7 - AUTORE: FEDERICO - E-MAIL: federico@reteitalia.net - sommario


PNEUMATICI CONTINENTAL CROSS COUNTRY 2.0" 
11 giugno 1999
Coperture adatte ad ogni fondo, affidabili e durature sopratutto montate sulla ruota posteriore hanno buona trazione e frenata, inoltre hanno una buona resistenza alle forature, ottima per il modello Snake Bite Protection che però pesa di più della versione normale (700g a fronte di 580g). Ottimi anche su asfalto permettono buone pieghe e staccate, difetto principale è il prezzo, una leggera difficoltà a scaricare il fango argilloso (quello rosso per intenderci) e la rigidezza sui percorsi molto sconnessi (fastidi al sedere!). P.S. (anche io sono malamente caduto sull'asfalto con i michelin Wildgripper, che brutta gomma!).

VOTO: 8 (media su tutti i tipi di terreno) - AUTORE: GIAN LUCA - E-MAIL: santoro@numerica.it - sommario


PNEUMATICI PANARACER MACH SS E SK 26x1.95" versione '98
11 novembre 1999
Ho trovato queste gomme semislick sulla mia Lee Cougan Revenge Pro quando l' ho comprata(aprile 99) e ne sono entusiasta. Le trovo incredibilmente scorrevoli su asfalto e su terreni compatti e avendole provate a lungo in tutte le condizioni meteo e ad ogni pressione (da 2 a 3.5 bar) posso dire di non avere mai bucato (tranne una volta che sono salito su un marciapiede un po' troppo spigoloso e con la gomma troppo sgonfia). L' anteriore, artigliata di lato e diamantata al centro, e' dedicata esclusivamente ai terreni già detti (guai ad usarla in single track fangosi e tecnici per cui uso un'altra gomma). La posteriore, abbastanza artigliata anche al centro del battistrada, si e' rivelata più versatile, più multi-purpose, infatti la uso sempre e non l' ho ancora cambiata anche se soffro un po' con il fango.

VOTO: Mach SS (anteriore): 8 su strada/compatto - 4 in altre condizioni
            Mach SK (posteriore): 8,5 su strada/compatto - 7,5 in altre condizioni
AUTORE: LUCA - E-MAIL: ls_sp_bs@hotmail.com - sommario


CAMERA D'ARIA MAXXIS SPLOOGE versione '97-'99 
19 maggio 1999
La splooge è una camera d’aria speciale con all’interno un liquido autovulcanizzante, tipo Fast per intenderci, che in caso di foratura uscendo ripara automaticamente la camera d’aria. Io uso le splooge da due anni su tutte e due le mie mtb (una front e una full) e da allora ho dovuto fermarmi solo una volta a cambiare la camera d’aria perché avevo preso un vetro. In questo periodo di utilizzo ho riscontrato l’eliminazione totale delle forature da spine e da pizzicatura. Bisogna dire che tendenzialmente tengo la pressione delle gomme abbastanza alta: sulle 3,5 – 3,7 atmosfere sulla front, qualcosa meno sulla full. Se l’oggetto tagliente è troppo grosso (nel mio caso un pezzo di bottiglia) non c’è niente da fare e bisogna sostituire la camera d’aria, devo dire che una volta a casa ho riparato la camera con una classica pezza (circa 1 anno fa) e sto continuando tuttora ad utilizzare la camera. Altro difetto: l’attacco della valvola non è filettato ma ricoperto di gomma e se la pressione è troppo bassa la camera d’aria tende a ruotarsi con l’uso e se non ci si accorge si corre il rischio di strappare la valvola (è successo a un mio amico).
Considerazioni finali: un buon prodotto nel complesso solo un po’ più pesante di una camera d’aria standard (peso da me rilevato: 205-210 grammi).

VOTO: 8 - AUTORE: VALENTINO - E-MAIL: valbertelli@yahoo.com - sommario


SELLE, REGGISELLA

REGGISELLA AMMORTIZZATO USE SX 
3 maggio 1999
Ottimo prodotto, facile da regolare e versatile da tarare, potete cambiare la molla o gli elastomeri a seconda del vostro peso o stile di guida, manutenzione facile, pulire ed ingrassare come del resto bisogna sempre fare con le forcelle. Il solo punto dolente e' l'usura, dopo 3/6 mesi di uso disperato cominciano a svilupparsi movimenti laterali e avanti, indietro, esiste comunque un kit di ricambio. Chiunque voglia divertirsi e stare seduto anche dove ora deve stare sui pedali deve comperare questo prodotto, in meno di 5 minuti potete sempre mettere il tradizionale reggisella, ogni gara od escursione merita il giusto reggisella. La Rock Shock ha praticamente copiato ed il loro prodotto non e' migliore. Se siete degli agonisti scegliete sempre il prodotto piu' caro, e' anche il migliore. Non conosco il prezzo in Italia, qui negli USA si puo' avere per meno di 100 $, se volete sapere o conoscere novita' da oltreoceano potete contattarmi, saro' ben contento di fornire segreti e spiegazioni sul mondo della MTB negli USA. Sono un agonista e cerco di mantenere alto e pulito il nome dei bikers italiani. Ciao a tutti da Massimo.

VOTO: 10 e lode - AUTORE: MASSIMO - E-MAIL: MaxCavalli@aol.com - sommario


SELLA SPECIALIZED BODY GEOMETRY SPORT/COMP 
13 maggio 1999
Sono un cosiddetto "weekend warrior" e lo scorso anno sono stato affetto da una fastidiosa prostatite che mi ha tenuto fermo per due mesi. A causa di ciò ho cominciato a girare su Internet finchè non ho trovato sul sito Specialized le loro selle BODY GEOMETRY SPORT e COMP. A dicembre '98 un amico pilota mi ha portato dagli USA la sella modello SPORT che in Italia non era ancora disponibile (oggi lo è) e l'ho trovata subito eccezionale per comfort. Il solo problema è il peso: 420g. Lo stesso amico mi ha comprato la settimana scorsa il modello COMP che non è importato in Italia (anche se c'è scritto Made in Italy). Quest'ultimo modello pesa 270g, è più stretto ed è comunque comodissimo. Consiglio caldamente queste selle a tutti i biker con problemi analoghi ai miei. Il costo della SPORT è intorno ai 40$, la COMP circa 100$.

VOTO: 9 - AUTORE: ALFREDO - E-MAIL: aguiducci@hotmail.com - sommario


MANUBRI E ACCESSORI

MANOPOLE ODI LOCK-ON GRIP SYSTEM 
22 luglio 2000
Sono quasi introvabili nei negozi italiani ma sono assai facili da trovare sul net e negli States (dove si trovano anche dal panettiere). Sono espressamente da discesa ma, se non si è fissati con la bilancia, vanno bene anche da cross country. Lo speciale di queste manopole è che la parte di gomma morbida, materiale con cui sono costruite tutte le manopole da mountain, è incollata su di una base di plastica rigida. Alle due estremità la manopola ha delle appendici che si incastrano in due anellini di alluminio. Il manubrio scivola senza problemi dentro alla manopola (non serve più l’alcool) quindi l’unica cosa che non lascia girare la manopola è la piccola vite a brugola posta in ogni anellino di alluminio. Basta stringere con delicatezza (le viti sono molli e molto facili da rompere) le due vitine e la manopola resta fermata sul manubrio. Una volta fatto questo è impossibile che la manopola si muova, ma, attenzione: conviene controllare periodicamente che le due viti siano chiuse perché, se si dovessero mollare, la manopola girerebbe senza alcuna resistenza e vi trovereste in un secondo con la faccia per terra.

VOTO: 7 XC (peso elevato); 10 DH
AUTORE: Edoardo "Hi-Jumper" - E-MAIL: dadohotmail@libero.it- sommario


PROLUNGHE MANUBRIO NEWK 510 
25 maggio 1999
La Newk è una ditta californiana che produce esclusivamente prolunghe manubrio, visibili nel sito: http://www.newkbike.com/. Il prodotto più singolare sono le prolunghe multiple, come appunto le 510, ovvero fornite anche della curva bassa, tipica delle bici da strada. Io le uso da un anno e mezzo e devo dire che, a dispetto delle terrificanti recensioni lette su riviste e gruppi di discussione in rete, le ho trovate molto utili in alcune circostanze. Chi fa raid o lunghi spostamenti su asfalto non potra' non apprezzare le enormi possibilità di cambiare posizioni delle mani, mentre la migliore aerodinamica permetterà nelle stesse situazioni una velocità decisamente superiore, specialmente in caso di vento (sempre...) contrario.
Il discorso cambia per i bikers amanti delle discese mozzafiato, dove le curve basse sono sicuramente d'impaccio, rendono lo sterzo più pesante e potrebbero essere addirittura pericolose. Quindi un prodotto adatto specialmente a chi come me arriva alla mountain bike dalla bici da strada e che si accontenta di fare escursioni fuoristrada assolutamente turistiche e tranquille, magari dopo 20 o 30 km d'asfalto; gli altri sappiano che in ogni caso si possono smontare e rimontare in 10 secondi. La loro effettiva utilità dipende dalla geometria della bici, che nel caso delle mountain bike è estremamente variabile, quindi non è detto che montandole si riesca a replicare la posizione "stradale" alla quale si è abituati (che del resto non è adatta neanche per un fuoristrada tranquillo). Ovviamente pesano un pò, costano molto e non mi risultano distribuite direttamente in Italia , in compenso sono molto ben fatte. La confezione comprende 6 tappi in plastica per chiudere tutte le aperture dei tubi.

VOTO: 7 - AUTORE: MARCELLO BONO - E-MAIL: ghironda@hotmail.com - sommario


ACCESSORI

MINIATTREZZO MULTIFUNZIONE TOPEAK POWER 21 
16 aprile 1999
In bici è importante ridurre peso e ingombri, caratteristiche purtroppo tipiche di una buona serie di attrezzi. Per questo sono nati i miniattrezzi multifunzioni. Il loro maggior difetto é di solito la dimensione ridotta, che impedisce di esercitare un forza notevole. Per questo motivo il Power 21 mi é sembrato particolarmente intelligente in quanto consiste di 2 attrezzi separati collegabili insieme in modo da poter esercitare una buona forza. Altro vantaggio é quello di disporre di 2 attrezzi separati, che permettono di eseguire molti lavori impossibili con uno solo. Complessivamente il Power 21 dispone delle seguenti possibilità:
Chiavi Allen (le brugole, per intenderci...) da 2 - 2,5 - 3 - 4 - 5 - 6 e 8 mm.
Chiavi fisse esagonali da 8 - 9 - 10 - 14 e 15 mm.
Un cacciavite piatto di piccole dimensioni.
2 chiavi per i raggi (14 e DT).
Uno smagliacatena universale (che funziona...).
I 2 attrezzi sono contenuti in un borsino in neoprene, poco più grande di un pacchetto di sigarette, fornito di anello in nylon e cinghia con velcro per fissarlo sulla bici. Questo borsino é robusto abbastanza da poter essere usato come guanto protettivo durante i lavori più duri. Al suo interno troviamo anche 2 decenti leve per i copertoni, un uncino di metallo per tenere tesa la catena durante lavori di "smagliatura", un pezzetto di carta abrasiva per camera d'aria e 3 toppe del tipo autoadesivo. Veramente niente male per 220 grammi tutto compreso. I materiali usati sembrano eccellenti e la precisione delle chiavi é più che sufficiente. Ora veniamo ai compromessi....cacciavite e chiavi Allen (eccetto quella da 6 mm) sono molto corti, per cui non riescono a raggiungere viti o bulloni incassati più di 5 mm. Tutte le chiavi esagonali, eccetto quella da 15 mm per i pedali, sono del tipo a bussola (in pratica sono dei fori esagonali) preferibili al tipo aperto poiché abbracciano tutte le 6 facce del dado permettendo di esercitare un forza notevole senza rischio di rovinare nulla ma non in grado di lavorare su certe configurazioni. Come optional sono disponibili 2 chiavi aperte per il gruppo sterzo, capaci di lavorare su esagoni da 32 e 36 mm. Queste vanno applicate ai 2 attrezzi principali ed entrano nel borsino aumentandone il peso di circa 100 grammi. Io le ho trovate molto utili poiché la regolazione del gioco dello sterzo é una operazione relativamente facile e veloce che dovrebbe essere eseguita appena se ne presenta la necessità...anche in viaggio...un ritardo nell'effettuare questa operazione può costare caro.

VOTO: 9 - AUTORE: MARCELLO BONO - E-MAIL: ghironda@hotmail.com - sommario


COMPUTER SIGMA SPORT BC 1200 
20 maggio 1999
Decisamente il computer più valido e ben funzionante fra gli innumerevoli da me persi e/o distrutti. Anzitutto permette di memorizzare 2 differenti diametri di ruota così lo potete usare su 2 bici differenti (l'attacco per la seconda bici è disponibile come optional). Si monta senza attrezzi, tramite anelli di gomma elastica in grado di abbracciare anche le forcelle ammortizzate più grosse. Il display é ben leggibile ed oltre alla velocità (fino a 300 - dico trecento- km/h, così in discesa potete andare forte...) puo' mostrare a scelta:
la distanza percorsa separatamente dalle 2 differenti bici;
la distanza totale (somma delle precedenti);
il tempo totale pedalato dall'installazione;
il tempo giornaliero;
l'ora;
la distanza giornaliera;
la velocità massima giornaliera;
la velocità media;
la cadenza di pedalata (non disponibile sulla versione economica 800 né se si adotta la configurazione senza fili. Richiede comunque l'apposito sensore che è optional);
il tutto è azzerabile separatamente o tutto insieme, e quando cambiate la batteria è possibile riscrivere i km percorsi precedentemente e far ripartire il conteggio da quel punto. Un apposito segnalatore indica se la velocità attuale è superiore, inferiore o uguale a quella media. Il computer è predisposto per un eventuale collegamento senza fili (fornito come optional), è a prova d'acqua ed è garantito per un anno. Se avete una sola bici potete comprare il BC 800 che può memorizzare un solo diametro ruota ma per il resto è perfettamente uguale e costa meno.
Difetti? le istruzioni, multilingue ma criptiche...meglio fare da soli. L'ho visto anche in alcuni ipermercati, in un blister anonimo dove si dice che il display è illuminabile: non è vero, ma compratelo lo stesso...

VOTO: 9 - AUTORE: MARCELLO BONO - E-MAIL: ghironda@hotmail.com - sommario


ZAINO SALEWA "COUNTRY SPORT" 27
1 luglio 2000
E' uno zaino per escursionismo "veloce" (e con poca roba dietro), ideale, secondo me, per la bici, la capacità dichiarata e’ di 27 lt. e pesa 1,1 kg. E’ realizzato con un buon tessuto (Duratec) trattato antiacqua con buone finiture. E’ fornito di tasche di rete sui fianchi per eventuali borracce o quantaltro, con elastici ma senza cinghie di fermo (utili durante discese tecniche), un cinghietto dovrebbe assicurare il fissaggio di una pompa peccato che tutte quelle presenti oggi sul mercato sono troppo corte, per cui una volta messe nella tasca la loro parte superiore non può essere bloccata. Ha una tasca esterna in basso che contiene una rete la quale, estratta e fissata con quattro fettucce, contiene il casco (e’ regolabile per le varie forme o taglie che quest'ultimo potrebbe avere). Un’altra tasca, nascosta sotto il fondo, contiene una pratica copertura antipioggia (che funziona). Sempre esteriormente, in alto, vi e’ un’altra tasca per portafoglio, chiavi etc. L’apertura dello zaino è a cerniera, dall' alto e permette l’accesso al volume vero e proprio. Vi stanno un pile, i pantaloni della tuta, una mantella, due borracce, un berretto, un copertone di scorta, barrette varie, un paio di panini (questa e’ la roba che ci ho messo io), avanzando ancora un po' di spazio .
La vestibilita’ e’ ottima, gli spallacci sono larghi ma piatti, vi sono una cinghia di fissaggio al torace ed una classica in vita (la cui chiusura pero’ si allenta (si deve fare un nodo, bruttino a vedersi); lo zaino non poggia direttamente sulla schiena perche’ due stecche di metallo (sottili e leggere) ne piegano il dorso lasciando ad una rete, ben fatta, il compito di rimanere a contatto con la schiena. Le stecche sono asportabili per il lavaggio dello zaino.
Il test e’ avvenuto sia sotto pioggia torrenziale che con tempo variabile, lungo sentieri tecnici e discese impegnative. Il risultato è positivo perchè i movimenti non vengono ostacolati e l'aderenza al corpo è molto buona, devo ancora verificarne la praticita’ durante lunghe salite sotto il sole (spero mai) e comunque direi che si tratta di un accessorio utilissimo per chi fa giri di un certo impegno magari sulle alpi o con situazioni meteo instabili su lunghi tragitti o d’inverno.

VOTO: 7,5 (113.000) - AUTORE: MARK - E-MAIL:mtb@cicarudeclan.com - sommario


ABBIGLIAMENTO
PARASTINCHI E GINOCCHIERE INTEGRATI DAINESE
13 dicembre 2000
Frequentando discese assai impegnative mi son detto "perché non acquistare qualche bella protezione"? Ed eccomi in negozio a scegliere un bel paio di parastinchi con ginocchiere integrate. Fra le tante proposte ho scelto la più costosa, forse condizionato dal pensiero diffuso che se una cosa costa tanto allora vale tanto. Si tratta di due pezzi sagomati di materiale sintetico bianco cuciti ad una struttura imbottita (sempre di materiale sintetico) che si fissa alla gamba per mezzo di fasce elastiche con chiusura a velcro; una fascia si avvolge intorno alla parte inferiore della coscia poco sopra il ginocchio, altre tre si avvolgono intorno al polpaccio dando una buona sensazione di avvolgimento e protezione. Il motivo principale dell’acquisto è stato quello di proteggermi dalle pedalate sugli stinchi che puntualmente mi prendevo ad ogni uscita (mi sono reso conto in seguito che questo dipendeva dal fatto che non usavo ancora i pedali a sgancio rapido!) Il ginocchio comunque è una parte molto delicata e bisogna proteggerla con attenzione non solo dalle cadute ma anche dalle pietre che spesso volano di qua e di là magari tirate su dall’amico che precede sul sentiero. La linea di protezioni della Dainese, forte della grossissima esperienza in campo motociclistico, son quanto di meglio si possa trovare sul mercato, sono prodotti costruiti con cura e con ottime finiture e dalla lunga durata.
In questo caso specifico però vi è un grosso difetto che fa rimpiangere di aver speso una bella cifretta per l’acquisto ed è che la protezione immancabilmente scivola giù dal ginocchio girandosi e dando fastidio al movimento delle gambe. Non è tanto una pecca del produttore quanto la fisiologia della gamba stessa, affusolata e sempre in movimento che impedisce di fissarvi alcunchè.
Quello che penso è che l’unica soluzione per avere delle protezioni efficaci sia quella delle protezioni integrate nel vestiario (in questo caso i pantaloni). La spesa necessaria sarà sicuramente maggiore ma ne varrà veramente la pena, altrimenti consiglio di rivolgersi a prodotti meno blasonati, forse esteticamente meno attraenti ma sensibilmente meno costosi.

VOTO: 8 - AUTORE: MARK - E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com - sommario


GUANTI QRANC DH QUAKE
13 dicembre 2000
Sono guanti da free-riding a dita lunghe, a mio parere molto belli. La calzata è ottima ed è favorita da una chiusura a velcro sul dorso della mano per fissare il guanto non solo sul polso ed una chiusura sempre a velcro sul polso stesso. La parte inferiore è in pelle con rinforzi sul palmo e sulla punta di pollice, indice e medio. Superiormente un tessuto sintetico fa da supporto a rinforzi sulle nocche. Il polsino è in neoprene in modo da avere un calzata molto aderente. Che dire… sono assolutamente dei bei guanti, sensibili, leggeri, belli, oddio siccome nessuno regala niente costano una cifra, 80.000 quattro anni fa, però durano… purtroppo il sito della Qranc è al momento non disponibile, so però che è in produzione un modello chiamato DH pro, è similare ai Quake senza la regolazione sul palmo (che mi è sebrata poco efficace) e con rinforzi più ampi.

VOTO: 8 - AUTORE: MARK - E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com - sommario


SCARPE SPECIALIZED ROCKHOPPER '99
8 ottobre 2000
Sono scarpe da escursionismo e freeriding, con colori sobri, una suola robusta e buone finiture, sono basse e non offrono quindi protezione alla caviglia ed ai malleoli. L’allacciamento è classico a stringhe, queste, una volta allacciate, possono essere fermate con un elastico (chiamato Lace Lock), evitando di dover ricorrere a venticinque contronodi per impedirne la slacciatura. Sono compatibili Shimano SPD e dotate di una placchetta di plastica dura da usare per coprire le bussole di aggancio delle tacchette, nel caso non le si volesse usare. La scarpa nel suo complesso è robusta e, non so se solo per fortuna, non mi ha mai dato nessun problema di calzata, sono comode anche dopo molte ore di utilizzo, non solo per pedalare ma anche per camminare (portando la bici in spalla per esempio), la suola ha un’ottima presa ed offre un ottimo rapporto fra rigidità e comfort; inoltre la loro forma ed estetica si adattano perfettamente anche ad un uso “sportivo-cittadino”, camminando per il corso le tacchette non si sentono quasi e comunque ci si abitua subito. Pesano ca. 580 grammi l'una e costano circa 150.000 Lire. Il giudizio globale è molto buono, l’unico neo è che se non si usano le tacchette e si lasciano gli inserti di plastica che coprono le bussole di fissaggio non si ha un buon comfort perché queste sono di plastica dura, la scarpa tende quindi a scivolare sul terreno e da’ una sensazione “sdruciolevole”.

VOTO: 8 (150.000) - AUTORE: MARK - E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com - sommario


MANTELLA  GORE® BIKE WEAR "GIRO"
1 luglio 2000
Si tratta di una mantella stile K-Way, per intenderci, ovviamente di Gore Tex®, e’ leggera e si ripiega in un’apposita tasca con cerniera, una volta piegata la si fissa in vita come un marsupio, non vedo pero’ questa soluzione molto pratica per chi va in bici, direi che la solita tasca posteriore della maglia vada meglio. La mantella e’ tagliata in maniera da coprire abbondantemente il fondoschiena andando a coprire in parte anche il sellino. Le maniche hanno due automatici ai polsi per regolare la chiusura piu’ o meno stretta, la mantella si chiude frontalmente con una cerniera coperta a sua volta da una doppia striscia con automatici.
I pannelli che compongono il capo sono termosaldati e cuciti, le cuciture sono ridotte al minimo (piu’ cuciture ci sono piu’ e’ difficile rendere impermeabile un capo). Sui fianchi due elastici aumentano la vestibilità. Non ci sono tasche se non quella posteriore, capiente e con cerniera dove trova posto il cappuccio, venduto separatamente.
Il cappuccio e’ provvisto di visiera nello stesso tessuto, si fissa al colletto della mantella con una striscia di velcro, e’ tagliato in maniera da coprire anche la bocca una volta chiuso tramite velcro; un cordino elastico permette di regolarne l’apertura anteriore.
La giacca ha funzionato perfettamente e dopo 40 km sotto la pioggia i vestiti erano asciutti. Unico neo e’ proprio il cappuccio che, se da un lato offre le stesse qualita’ di protezione dall’acqua dall'altro non si fissa bene alla giacca (il velcro e’ molto versatile ma non per usi del genere), la visiera e’ inutile perche’ copre troppo la vista e non mi vedo neanche a pedalare con il cappuccio chiuso a coprire la bocca.
Per concludere consiglio di prenderla non troppo giusta come taglia per potervi mettere sotto un pile od un maglione in caso di freddo intenso. Inoltre si tratta di un capo non adatto a folli discese nei boschi, la sua resistenza a strappo, sebbene maggiore delle normali  mantelle antipioggia, non e’ massima.

VOTO: MANTELLA 8 (184.000) , CAPPUCCIO 6 (38.000)
AUTORE: MARK - E-MAIL: mtb@cicarudeclan.com - sommario


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Ultimo aggiornamento: 14 gennaio 2002