Come abbiamo visto nella precedente lezione,
l’informazione è il motore che controlla e agisce pluridirezionalmente in
tutti i campi della modernità. L’informazione ha un ruolo fondamentale anche
nelle arti e soprattutto nell’architettura. L’informazione applicata
all’architettura può essere definita “informazione marsupiale” poiché
l’architettura contemporanea è essa stessa veicolo di informazione.
Nel movimento moderno l’architettura era
relativamente legata all’informazione, era soprattutto la parte finale di un
processo industriale. Il suo approccio era di tipo tautologico verso tutto ciò
che si rappresentava, un’architettura positivista strettamente legata ai
materiali costruiti in serie dalle industrie. L’esempio più emblematico del
movimento moderno è sicuramente l’edificio del Bauhaus in cui la funzionalità
era la parola chiave e tutto girava intorno ad essa.
Oggi invece si utilizzano messaggi complessi e
stratificati, non immediatamente comprensibili. Si comunica attraverso figure
retoriche.
Questo concetto può essere ulteriormente compreso se
si confrontano le pubblicità contemporanee con quelle del movimento moderno.
Quest’ultime comunicavano direttamente la funzionalità o la bontà del
prodotto; oggi invece le pubblicità non ci descrivono quasi mai il prodotto ma
puntano a colpire il pubblico attraverso metafore difficilmente comprensibili
che stimolano l’emotività della persona. Le immagini della pubblicità
comunicano messaggi che solo in pochi possono comprendere e vanni quindi
codificati e interpretati. Lo stesso succede in architettura:
l’ultimo edificio che si ispira alla funzionalità
industriale è il museo “Centro Pompidu” di Renzo Piano e Rogers. Questo
edificio è una vera e propria macchina funzionale che concentra la
distribuzione all’esterno per liberare più possibile lo spazio interno.
Al contrario, il “Museo della scienza di
Amsterdam” con la sua forma di transatlantico, non è più legato alla
funzione ma alla comunicazione, all’impatto visivo di un’architettura che
non è più la stessa e diventa estremamente metaforica e simbolica.
La Mediateca di Toyo Ito a primo sguardo appare quasi
razionalista e minimalista, ma è l’esatto contrario. È un edificio
incomprensibile che comunica con la città in modo molto sofisticato, essa
rappresenta una foresta di luci e colori introducendo un intimo rapporto fra
natura e architettura.
Il museo ebraico di Liberskind ha un forte
significato evocativo comunicando con forme secche e aculeiggianti un fatto
storico fortemente drammatico e violento.
Il Guggenheim di Bilbao di Gehry è un edificio che
per il suo forte significato simbolico sembra più una cattedrale che un museo.
Esso rappresenta una elaborata fusione di forme fluttuanti ed è concepito come
un’opera d’arte in sé e non un contenitore di opere d’arte.
La comunicazione simbolica dell’architettura
contemporanea è facilmente spiegabile con il fatto che i concetti da comunicare
sono fondamentalmente cambiati e un edificio può essere comparato ad un’icona
del computer, cioè a un contenitore apparentemente simbolico che contiene
numerose informazioni di ogni genere.