Prima
dell’invenzione del computer, la logica progettuale, partiva dallo studio
funzionale delle caratteristiche del progetto. Era un metodo induttivo che
partiva dal basso. La logica contemporanea è invece deduttiva: oggi si dà
forma ad una certa intuizione e questa si modifica pian piano fino a raggiungere
lo scopo. È perfettamente il contrario di prima.
La
città può essere paragonata ad un orologio poiché essa è vissuta e scandita
dalle funzioni che si svolgono in un determinato tempo. Tutti gli organismi che
compongono la città vivono all’interno di questa scansione cronologica
facilmente intuibile ma relativamente oggettiva per tutte le città.
Con
il computer tutto diventa più mescolato: si può lavorare in qualsiasi momento,
il tempo libero è scelto dalla persona in qualsiasi momento della giornata. Il
boom dell’informazione è facilmente comparabile a molti altri sconvolgimenti
che ci sono stati durante la storia e in tutti questi casi, abbiamo assistito ad
una crisi estetica. nel caso del Bauhaus, il cambiamento ha portato ad una nuova
architettura. Oggi sta succedendo lo stesso.
La
nuova architettura vivrà della nuova fase informatica. Molte sono le
sperimentazioni che molti architetti stanno effettuando su questo campo. Molti
studi si concentrano sull’utilizzo di sensori emozionali: è una ricerca
avanzata inerente allo studio di particolari sensori che reagiscono alle
emozioni della persona. La tendenza è quella di formulare una nuova tipologia
architettonica che sia strettamente legata all’utente e, che grazie
all’interattività riesca a reagire e interagire con l’ambiente circostante.
Molti sono gli esempi che possiamo citare:
la
torre dei venti di Toyo Ito variava il suo aspetto a seconda degli imput
esterni.
Diler
per la biennale di Venezia sperimentò un muro formato da tanti pistoncini che
lo rendevano mobile e programmabile attraverso computer. Esso si muoveva a
seconda dell’utilità e della funzione.