IL CONCORSO NUOVI SEGNI 2000-2001

Nuovi Segni è il concorso ideato e indetto dal gruppo "Il sole 24 ore" sul tema molto complesso sui luoghi dell'apprendimento. Agli iscritti al concorso è stato richiesto di immaginare spazi e oggetti innovativi, che riescano ad unire tecnologia e apprendimento stimolando la fantasia e l'estro. Fra i dieci progetti menzionati, alcuni risultano essere molto interessanti poiché conciliano in maniera efficace l'apprendimento a un'architettura di tendenza, basata sull'interattività e concentrandosi sulla peculiarità della rete come luogo dinamico dell'apprendimento.

IPERPORTO

Carlo de Mattia e Michele Marrozzini

Il progetto affronta il tema della teledidattica che rende possibile l'insegnamento a distanza ma contemporaneamente crea nuove esigenze. Il mondo di internet è sicuramente un mondo infinito e immediatamente comprensibile ma è sicuramente inadatto a fornire imput di insegnamento didattico e non. Esso non riesce a creare impulsi adatti a una stimolazione necessari a far fronte al difficile problema dell'apprendimento. Iperporto mira a configurare un nuovo scenario operativo per l'ambiente aziendale, al fine di permettere l'aggiornamento professionale a distanza del personale. A tale scopo, non si è tentato di definire uno spazio fisico, quanto un processo in grado di permettere l'instaurarsi di relazioni spaziali complesse tra tipologia fisica e informatica. All'interno di questo progetto, il tempo e lo spazio diventano relativi e controllati interattivamente.

 I progettisti hanno ideato un sistema informativo che entra in simbiosi e si adatta a qualsiasi tipologia formale e funzionale. La morfogenesi si basa su agenti modificatori di forma, creati dalla registrazione dinamica degli stimoli sensoriali. L'iperporto è formato da una parte fisica e da una informatica. I due progettisti sviluppano delle infrastrutture indipendenti in remoto collegate ad una dorsale fisica e telematica e ad un server di gruppo. La dorsale fisica, strettamente collegata ai sensi della persona, funzionerà da oggetto fluttuante, materialmente incomprensibile ma sensorialmente chiaro. Le tecnologie sviluppate sono in fase di sviluppo.

       

EVOLUTIVE SPACE

Gruppo Ghigos

Si tratta di un tunnel tecnologico caratterizzato da una superficie interna attiva, un grandissimo schermo LEP, sottile come un tessuto con il quale è possibile interagire. Questi schermi a differenza di quelli LCD, si prestano alla modellazione dello spazio. Questa tecnologia è in via di sviluppo e il progetto potrà completarsi quando saranno disponibili in commercio transistor flessibili che, a differenza di quelli tradizionali in silicio, potranno venire impressi su una sottile pellicola di plastica, per dar vita a display pieghevoli. La superficie interna è attiva ed è animata da pistoni idraulici che rendono l'interno mutevole.

L'individuo, protagonista dell'esperienza sensoriale, può continuamente modificare la configurazione dello spazio e percepire il variare delle temperature in esso. L'intento dei progettisti è quello di concepire l'apprendimento non alla vecchia maniera: insegnanti che spiegano la lezione il luoghi che non suggeriscono stimolo alcuno. In questo progetto, studenti e insegnanti vivono il medesimo iter sensoriale, ricevono gli stessi stimoli che riceve lo studente. L'insegnante è un amico che condivide la tua stessa esperienza e può essere di aiuto all'apprendimento in quanto compagno d'esperienza in un luogo nuovo, vivo, in un luogo interattivo.

 

16/9 sedicinoni

Jacopo Fiabane

Secondo Jacopo Fiabane, i futuri luoghi dell'apprendimento saranno infinite, ripetibili, standardizzabili. Saranno formati da postazioni seminate nello spazio. Il riferimento al mondo della rete è sicuramente ben visibile in questo progetto che sviluppa un sistema di apprendimento infinito ma allo stesso tempo soggettivo, singolo, unico. Ogni stazione sarà un'unità multimediale che trasmetterà e riceverà dati. Sarà costituita da uno schermo e da una poltrona; lo schermo diventerà l'interfaccia di ogni attività di apprendimento. Questo schermo, in formato 16/9, interagirà direttamente, mediante sensori, con la voce della persona e con la poltrona interattiva dove la persona si accomoderà, costruita con tecnologie avanzatissime e fermata a terra  mediante cuscinetti magnetici. Lo spazio verrà illuminato da una rete sensibile di fili luminosi potenzialmente estendibili all'infinito.

Il formato 16/9 non è solamente la dimensione dello schermo, ma anche un'unità di misura dello spazio facilmente ripetibile all'infinito: "la piattaforma del sapere" infatti dovrà essere 160X90 metri e sarà divisa in aree di 20X30 metri. I luoghi d'apprendimento dovranno superare la rigida divisione in classi, l'apprendimento dovrà essere personalizzato all'individuo con la unica divisione per settori di conoscenza, contraddistinti dai colori delle poltrone. Le scuole saranno superate e i luoghi dell'apprendimento diventeranno luoghi enormi e pubblici come aeroporti o supermercati. All'interno di questi luoghi verranno sistemati, con concezioni spaziali di figure pure, alcuni luoghi concepiti per il controllo elettronico, per il ristoro e per il ritrovo comune.

COMMENTO A CURA DI MARCO CAPPONI

Queste opere sono sicuramente affascinanti e dimostrano come l'utilizzo dell'informatica possa essere utilizzata in senso ampio, facendo una selezione importante dell'informazione, informare secondo questi architetti significa colpire i sensi stimolare l'organismo in tutte le sue parti per raggiungere un apprendimento veloce e sicuro. Per riuscire a perseguire una stimolazione totale, il designer utilizza l'architettura, un'architettura interattiva capace con i suoi movimenti, la sua morfogenesi, la sua tecnologia, di comunicare esperienze in tempo reale. Purtroppo però la scarsa sperimentazione di queste tecnologia applicate all'apprendimento non ci danno una prova della loro validità. Io sono molto scettico sulla possibilità che la velocità informatica e il progresso tecnologico possano contribuire ad un apprendimento altrettanto veloce. La conoscenza, la saggezza, la maturità scientifica, capace di riflessione si basa, secondo me sull'esperienza quotidiana, sulle esperienze che la vita offre; la cultura non è solamente un flusso di informazioni percepite in modo spregiudicato. Queste non sono adattabili alla natura umana ma ad esseri privi di sentimenti: a cyborg. Ragionando su questo concorso, è secondo me molto significativo un commento formulato da Anna Detheridge che esprime in breve il mio stesso scetticismo: "se c'è una critica da fare e un orientamento da dare alle energie e agli estrosi entusiasmi dei giovani designer, questi sarebbero il ragionare non in termini di assenze-presenze metafisiche, ma in termini di comunità di esseri umani provvisti di esigenze fisiche, di umori e amori da coltivare e guidare".

 

 


 

Riferimenti:

n° 688, "Casabella"

Web:

http://architettura.supereva.it/inabit/20010425/

http://architettura.supereva.it/inabit/20010924/

http://sole.sole24ore.com/nuovisegni