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Gianni Ranaulo, Light Architecture - New Edge City, collana Universale di Architettura, Ed. testo&immagine, 2001, Roma


 

La nascita della Light Architecture parte da una considerazione molto chiara: alle innovazioni tecnologiche che ci permettono oggi di trasmettere una grande quantità d'informazione ad altissima velocità  non (sempre) corrisponde una ricerca architettonica altrettanto dinamica, che sappia mettere in discussione i canoni di staticità, immortalità propri della "vecchia architettura". Insomma manca una risposta più adeguata alla ormai imperante e coinvolgente cultura informazionale.

Ma cos'è la Light Architecture? Gianni Ranaulo la definisce come il tentativo di sintesi tra il mondo reale e il mondo virtuale. Il termine, non a caso, richiama due concetti: light perchè vuole essere un'architettura leggera, e light perchè è un'architettura fatta anche di luce. L'architettura che l'autore individua sotto questo termine è l'architettura della nuova era dell'informazione. Un architettura che si appropria delle tecnologie a cui ormai siamo abituati e le trasforma in un vettore bidirezionale tra 'arte e informazione.

L'idea parte dalla considerazione che ci sono tre elementi che hanno cambiato il nostro modo di vedere l'architettura:

  1. l'automobile che ha la capacità di rendere tridimensionale e dinamica l'architettura che vediamo

  2. l'Elettricità che oltre a fornire servizi quali impianti di climatizzazioni e di sicurezza, ha prolungato la vita degli edifici alle ore notturne.

  3. Pubblicità la cui presenza abbonda nelle nostre città.

Questi tre elementi sono fondamentale nella nuova visione dell'architettura che l'autore si auspica dinamica, intelligente e giovane.

 

La concretizzazione della Light architecture è il MEDIA BUILDING:  un edificio-contenitore, la cui forza sta appunto nella pelle che non solo è mezzo di comunicazione ma anche di definizione dell'oggetto architettonico. La fusione tra mondo reale e virtuale in unica dimensione chiamata dall'autore stereorealtà, può avvenire solo superando la sfera individuale dello schermo "casalingo" e passando alla sfera collettiva di uno schermo urbano. Il Media Building dotato di schermi multimediali che trasmettono informazioni di tipo istituzionale, culturale, privato  e pubblicitario, rende quindi il cittadino un interattore. Si pone inoltre come mezzo di riqualificazione urbana: in un paese come il nostro, dove demolizioni e ricostruzioni non sono facilmente accettate esistono quartieri e periferie che crescono orfane di "avvenimenti urbani". Risvolto non marginale all'utilizzo del mezzo pubblicitario sono la riduzione dei costi economici e dei tempi di realizzazione. Un altro intento della Light Architecture è aumentare la qualità dell'abitare: il Media Building utilizza infatti materiali leggeri e innovatori (nebulizazzioni d'acqua, fibre di carbonio, vetri fotovoltaici, materiali gonfiabili, ecc) che promuovono intereventi ecologici.

 

Alcuni tra gli esempi riportati nella terza parte del libro:

1.leggerezza

1.1.

T. Ito - mediateca di Sendai - 1997

J. Nouvel - Tour Sans Fin - Paris 1989

1.2.

J. Nouvel - Fondation Cartier - Paris 1994

G. Ranaulo - Wheat-loft - capalbio - 2001

G. Ranaulo - Night&Day - Alcamo 1992-94

1.3.

G. Ranaulo - piazze telematiche - napoli 1998

N. Foster - Reichstag - Berlino 2000

T.Ito - Tower Of Winds - Yokohama 1986

G. Ranaulo - virtual Bridge

G. Ranaulo - Tour Montparnasse - Paris 1996

 

2. movimento

2.1

F. Gehry - Fred&Ginger - Praga 1994

G. Ranaulo - Port di Lorient 1998

Nox - Blow Out, Holland

2.2

Eisenmann

Gehry

Greg Lynn

Asymptote

Zaha Hadid

2.3

G. Ranaulo - Piazza delle Libertà - Brest

Watanabe

3. informazione

Piano&Rogers - Centre Pompidou - paris 1971-77

G. Ranaulo - Eginardo Building, Milano

J. Nouvel - Edificio Andel - Praga

J. Nouvel - The Hotel Lucerna 2000

Leggerezza, movimento e informazione

Le nuove tecnologie hanno avvicinato molti architetti e artisti a questo modo di pensare light. Nella terza ed ultima parte del libro l'autore ci presenta alcuni progetti, costruzioni o interventi che utilizzano la Light Architecture. Gli esempi sono suddivisi in base a tre caratteristiche a loro volta suddivise in altre categorie:

  1. Leggerezza, divisa in

    1. leggerezza concettuale: come opposizione alla gravità, alla pesantezza. Gli esempi di questa categorie attraverso l'utilizzo di alcuni materiali leggeri, di forme sottili, etc richiamano gli elementi naturali, quali acqua, aria e luce.

    2. leggerezza costruttiva: edifici con un carattere prevalentemente provvisorio (da cui non si possono escludere le abitazioni precarie e provvisorie "storiche": palafitte, capanne, etc); in questi esempi la leggerezza è esplicita.

    3. leggerezza immateriale: è il caso di edifici che utilizzano elementi immateriali, quali acqua e luce per definire l'ambiente.

  2. il movimento è un concetto che può apparire estraneo alla ricerca archittettonica, eppure lo studio dei flussi sia umani che meccanici sta invadendo questo campo sempre più. Anche l'archittetura deve trovare delle risposte alle necessità di dinamismo che viviamo giorno per giorno...

    1. movimento concettuale: quello prodotto di una particolare percezione visiva.

    2. movimento informatico: in questi esempi il linguaggio digitale è stato fondamentale per sviluppare un architettura in in ontinue trasformazioni. Eisenmann e Gehry primeggiano in queste elaborazioni...

    3. movimento effettivo

  3. Informazione: i mediabuilding ovvero la facciata interattiva multimediale

 

Il problema all'interno di questa nuova strada è, come scrive Frederic Nantois*,  "sapere come integrare in maniera critica il discorso architettonico con i costi di questa rivoluzione, quali nuove nozioni operative sviluppare per sfruttare le possibilità delle nuove tecnologia senza dipendere incondizionatamente".

La proposta della Light Architecture come di un architettura che usa la tecnologia a favore della qualità architettonica, culturale e, naturalmante, ambientale delle nostre città è quindi assolutamente non trascurabile. 

*in un articolo, dal titolo Lo stile informazionale in architettura apparso su Extended Play (arch 'it)

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