CARRO (pl. carra e carri): |
Era un'antica unità di misura di superficie della Puglia ( mq.246,900). Un carro era composto da venti versure; ogni versura di 36 catene.Esso corrispondeva a 80 moggia napoletane. |
CATASTO ONCIARIO DEL 1754: |
Il CATASTO
ONCIARIO o CAROLINO di Barletta , è stato scritto nel
1754 durante la dominazione di Carlo V Borbone.
Questo libro altro non è che un elenco
catastale di tutti i beni della città di Barletta, ossia
case, terreni, masserie, lasciti, doti, o simili, organizzato
per "fuochi" ovvero famigli, e con la finalità
di tassare tutti i proprietari. Una vera e propria "dichiarazione
dei redditi" secondo il sistema fiscale che utilizzava
come unità di misura le "once".
Ogni famiglia viene indicata con un numero
d'elenco e il tutto è organizzato secondo un ordine
alfabetico per nomi. La presentazione del testo denuncia già
dalle prime parole il suo scopo "Libro del General Catasto
di tutti i beni di questa città".... delle vergini,
vedove, ecclesiastici secolari, chiese, monasteri, Benefici,
Abbazie, site in questa città, come altresì dè
Forastieri abitanti, Forastieri Bonatenenti, laici di questi
luoghi. |
CATASTO PROVVISORIO DEL 1814: |
Il CATASTO PROVVISORIO del 1814 consta di 6 volumi riportanti
i proprietari di appezzamenti di terreno, ordinati secondo
ordine alfabetico sul cognome. Per ciascuna proprietà
c'è la designazione della sezione a cui appartiene l'appezzamento,
poichè ogni territorio era suddiviso in sezioni; per
Barletta la carta topografica di tali sezioni non è
conservata.
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LOCAZIONI E PORTATE: |
Erano
le varie parti in cui si divideva il demanio pugliese durante
la transumanza ai fini dell'annuale distribuzione degli erbaggi.
Le locazioni (in numero di 43) si dividevano in ordinarie e
straordinarie. Avevano diversa estensione e diversa qualità
di erbaggi. Le poste (o iacci) erano una suddivisione del corpo
maggiore formato dalla locazione. |
MEZZANA: |
Parte
delle masserie destinata a pascolo per le bestie da lavoro.
Era equivalente al quinto dell'estensione totale. Il suo uso
fu gratuito fino al 1793; da questo anno la Dogana anche per
la mezzana fissò un prezzo ( ducati 46 a carro). |
MUSCIALI: | Pascolo
riservatoalle pecore "mosce", pecore dalla lana lunga
e grossa. |
POSTE: |
Erano
porzioni di locazioni, riparate dai venti, dove gli ovini passavano
la notte e i giorni più freddi. Formate da poche camere
singole giustapposte e allineate; lateralmente presentavano
una tettoia a porticato, più o meno rustica e primitiva. |
SALDO: |
Era
il terreno del Tavoliere mai solcato dall'aratro e quindi compatto.
Era riservato perpetuamente al pascolo. Sui terreni saldi era
proibita rigorosamente la semina, sotto minaccia di forti penalità. |
STARSA ( o STARZA): |
Starsa
di viti, di ulivi, di agrumi, la cui menzione è così
frequente negli inventari feudali del XVI e del XVII secolo,
ripetono sostanzialmente le forme del giardino mediterraneo.
Le starse, appezzamenti divisi da muriccioli o da siepi, come
ci attestano gli atti della Commissione feudale, racchiudevano
abusivamente terreni demaniali per l'impianto di più
vaste piantagioni o addirittura l'usurpazione di piantagioni
già fiorenti, i cui frutti spettavano ai coltivatori
per diritto di colonia perpetua. |
TERRE DI PORTATA: |
Terre
molto limitate, escluse dal pascolo. Esse erano delle masserie
o fattorie destinate alla coltivazione del grano, di vigneti
e di oliveti. Erano dette masserie vecchie quelle costruite
prima del 1500; nuove quelle costruite in terreni tenuti sino
ad allora saldi. Tressanti e Salpi erano masserie di Federico
II. |
TRATTURI: |
Grandi
strade aperte per la discesa degli armenti dagli Abruzzi fino
alla Puglia. Essi iniziavano da l'Aquila, da Celano e da Pescasseroli.
La larghezza dei tratturi raggiungeva un massimo di 60 passi
napoletani, ossia circa 111 metri. Diramazioni dei tratturi
erano i tratturelli e i bracci. |