CARRO (pl. carra e carri):

   Era un'antica unità di misura di superficie della Puglia ( mq.246,900). Un carro era composto da venti versure; ogni versura di 36 catene.Esso corrispondeva a 80 moggia napoletane.


CATASTO ONCIARIO DEL 1754:

   Il CATASTO ONCIARIO o CAROLINO di Barletta , è stato scritto nel 1754 durante la dominazione di Carlo V Borbone.
    E' composto di tre tomi (indicati con il numero 16, 17, 18).

1° tomo: da foglio 1 a foglio 620;
2° tomo: da foglio 621 a foglio 1434;
3° tomo: da foglio 1435 e ss.

    Questo libro altro non è che un elenco catastale di tutti i beni della città di Barletta, ossia case, terreni, masserie, lasciti, doti, o simili, organizzato per "fuochi" ovvero famigli, e con la finalità di tassare tutti i proprietari. Una vera e propria "dichiarazione dei redditi" secondo il sistema fiscale che utilizzava come unità di misura le "once".
    Tale catasto oltre a denunciare i possedimenti dell'epoca, potrebbe anche essere utilizzato per una ricerca demografica molto dettagliata, in quanto la famiglia è organizzata nel seguente modo:

  • del capofamiglia sono indicati: nome, cognome, attività, età;
  • della moglie sono indicati: nome, cognome, anni;
  • dei figli sono indicati: anni (occupa il primo posto nell'elenco il primogenito maschio), indipendentemente dall'età;
  • elenco dei componenti dell'eventuale schiavitù;
  • possedimenti (prima le case);
  • pesi, misura delle tasse da pagare con relativo totale.

    Ogni famiglia viene indicata con un numero d'elenco e il tutto è organizzato secondo un ordine alfabetico per nomi. La presentazione del testo denuncia già dalle prime parole il suo scopo "Libro del General Catasto di tutti i beni di questa città".... delle vergini, vedove, ecclesiastici secolari, chiese, monasteri, Benefici, Abbazie, site in questa città, come altresì dè Forastieri abitanti, Forastieri Bonatenenti, laici di questi luoghi.

    Per ogni masseria sono indicate il tipo di coltivazione; solitamente prima del nome della masseria è specificato il tipo della stessa (es. mass a Seminativo, o mass da Campo, distinguendosi dalle mass di Pecore o di Posta) e l'estensione del terreno annesso alla masseria. Alcune masserie vengono citate per specificare i possedimenti di terreni allocati, di alcune vengono riportati i confini e di altre " i commodi".


CATASTO PROVVISORIO DEL 1814:

    Il CATASTO PROVVISORIO del 1814 consta di 6 volumi riportanti i proprietari di appezzamenti di terreno, ordinati secondo ordine alfabetico sul cognome. Per ciascuna proprietà c'è la designazione della sezione a cui appartiene l'appezzamento, poichè ogni territorio era suddiviso in sezioni; per Barletta la carta topografica di tali sezioni non è conservata.
   E' riportata la natura delle colture e delle proprietà, la denominazione dei luoghi in cui sono situate.
   Il numero delle terre semuli di masseria o mezzane di masseria risulta inferiore rispetto a quello riscontrato nel Catasto, anche se sono citate tre masserie nella carta dell'IGM, ma non ancora esistenti nel 1754; tali masserie sono:

  • la Boccuta;
  • Madonna del Petto;
  • Pezza Spagnoletti.
LOCAZIONI E PORTATE:

   Erano le varie parti in cui si divideva il demanio pugliese durante la transumanza ai fini dell'annuale distribuzione degli erbaggi. Le locazioni (in numero di 43) si dividevano in ordinarie e straordinarie. Avevano diversa estensione e diversa qualità di erbaggi. Le poste (o iacci) erano una suddivisione del corpo maggiore formato dalla locazione.
   Le locazioni venivano assegnate a metà autunno a Serracapriola. Il fitto (o fida) dovuto dal pastore veniva riscosso nel maggio successivo, quando, conclusa a Foggia la fiera, che si teneva annualmente, si vendevano agnelli, castrati, lana e formaggi.
   Le portate, terreni del Tavoliere destinati alla semina, erano di proprietà di privati o di luoghi pii. Una metà di esse veniva annualmente offerta al pascolo delle pecore, grazie ad una servitù a favore della Dogana (servitù fiscale). Nel 1817 venne a cessare per i portatisti il dovere di tenere a riposo una porzione dei loro fondi e fu possibile coltivarli interamente.


MEZZANA:

   Parte delle masserie destinata a pascolo per le bestie da lavoro. Era equivalente al quinto dell'estensione totale. Il suo uso fu gratuito fino al 1793; da questo anno la Dogana anche per la mezzana fissò un prezzo ( ducati 46 a carro).


MUSCIALI:    Pascolo riservatoalle pecore "mosce", pecore dalla lana lunga e grossa.


POSTE:

   Erano porzioni di locazioni, riparate dai venti, dove gli ovini passavano la notte e i giorni più freddi. Formate da poche camere singole giustapposte e allineate; lateralmente presentavano una tettoia a porticato, più o meno rustica e primitiva.


SALDO:

   Era il terreno del Tavoliere mai solcato dall'aratro e quindi compatto. Era riservato perpetuamente al pascolo. Sui terreni saldi era proibita rigorosamente la semina, sotto minaccia di forti penalità.


STARSA ( o STARZA):

   Starsa di viti, di ulivi, di agrumi, la cui menzione è così frequente negli inventari feudali del XVI e del XVII secolo, ripetono sostanzialmente le forme del giardino mediterraneo. Le starse, appezzamenti divisi da muriccioli o da siepi, come ci attestano gli atti della Commissione feudale, racchiudevano abusivamente terreni demaniali per l'impianto di più vaste piantagioni o addirittura l'usurpazione di piantagioni già fiorenti, i cui frutti spettavano ai coltivatori per diritto di colonia perpetua.


TERRE DI PORTATA:

   Terre molto limitate, escluse dal pascolo. Esse erano delle masserie o fattorie destinate alla coltivazione del grano, di vigneti e di oliveti. Erano dette masserie vecchie quelle costruite prima del 1500; nuove quelle costruite in terreni tenuti sino ad allora saldi. Tressanti e Salpi erano masserie di Federico II.


TRATTURI:

   Grandi strade aperte per la discesa degli armenti dagli Abruzzi fino alla Puglia. Essi iniziavano da l'Aquila, da Celano e da Pescasseroli. La larghezza dei tratturi raggiungeva un massimo di 60 passi napoletani, ossia circa 111 metri. Diramazioni dei tratturi erano i tratturelli e i bracci.
   Lungo il percorso si trovavano i riposi laterali, pascoli dove le greggi sostavano per riposarsi.