S.C.R.
Il tiristore, o SCR. (detto anche diodo controllato), è un dispositivo con struttura PNPN a tre terminali: in Fig. 3 è riportata la schematizzazione fisica e il simbolo circuitale.
Sinteticamente si può affermare
che l'SCR è un diodo abilitato al funzionamento dalla
corrente di gate: con una polarizzazione diretta tra anodo e
catodo il diodo controllato conduce solo in presenza della
corrente di gate; con una polarizzazione inversa tra anodo e
catodo non conduce mai. Una volta entrato in conduzione l'SCR
rimane tale, anche se la corrente di comando applicata al gate
viene tolta, fino a quando la corrente tra anodo e catodo non
scende al di sotto del valore minimo.
Quanto appena detto è facilmente comprensibile osservando la Fig.
4 che si riferisce al caso di una tensione continua e la Fig. 5
con una alternata.
In particolare si vede che in dc il componente entra in conduzione a partire dall'istante d’applicazione dell'impulso d'innesco e poi rimane tale.
In ac invece la conduzione si
interrompe nell’istante in cui la corrente iA va
a zero (in realtà si spegne con un valore di poco superiore).
Per giustificare il funzionamento di questo componente si può
supporre lo stesso come se fosse realizzato con due BJT collegati
come in Fig. 6.
In assenza di corrente di gate tra anodo e catodo scorre solo una piccola corrente di fuga che si può ritenere trascurabile: se si applica una corrente IG che corrisponde a IB2 si ottiene:
IC2 = hFE2 IB2 = IB1
Se ora si supponga che venga tolta la IG base di T2 viene mantenuta in conduzione, infatti:
IC1 = IB2 = hFE1 IB1 = hFE1 hFE2 IB2
Se pertanto hFE1 . hFE2
> 1, una volta fornita una corrente iniziale IB2,
tramite un impulso di corrente IG anche se quest'ultimo
viene tolto, si innesca una reazione positiva che crea un ciclo
di corrente sempre più grande tra i due BJT fino a portarli in
saturazione, portando l'SCR in piena conduzione.
Si tenga presente che anche in assenza di impulso di gate è
possibile innescare la conduzione del diodo controllato. Infatti
se si applica una tensione VAK sufficientemente grande
è possibile portare l'intensità delle correnti di fuga a valori
sufficienti all'autoinnesco. Questa tensione è detta tensione di
rottura diretta (VBO = breakover votage).
Con una VAK inversa l'SCR, invece, non conduce, in
quanto siamo in presenza di due giunzioni PN polarizzate
inversamente, fino al raggiungimento della tensione di rottura
inversa (VBD=breakdown voltage).
Caratteristiche di ingresso: è la caratteristica tra gate e catodo. Di questa caratteristica non viene normalmente riportato il grafico, ma solo alcuni dati particolarmente significativi. Si tratta comunque di un grafico simile alla caratteristica di una giunzione PN con gli assi rovesciati (fig. 7).
L'intersezione della caratteristica con la retta di carico del generatore individua il punto di funzionamento. Date le ampie tolleranze in gioco il costruttore si limita a indicare il limite minimo dell'ampiezza dell'impulso di gate (VGT> 1,5 V a 25 °C) necessario all'innesco, con una certa tensione tra anodo e catodo, prima dall'entrata in conduzione dell'SCR (VD = off-state voltage = 12 V). Inoltre viene indicato il valore massimo della tensione di gate che sicuramente non produce innesco (VGD = 250 mV) e il valore minimo della corrente di gate per avere l'innesco (IGT=200 µA nelle stesse condizioni di VGT). Tra i dati limite si può ricavare la potenza media dissipabile dal gate in un periodo di 20 ms, ovvero alla frequenza di 50 Hz, (PG(AV) = 0,5 W) e la potenza di picco (PGM = 5 W). La fig. 8 chiarisce questi concetti.
Il componente, per le tolleranze
costruttive, presenta un ventaglio di curve caratteristiche
compreso entro due curve limite. L'intersezione di queste curve
con le rette che individuano la VGTmin e la IGTmin
forma un'area di innesco incerto: per essere sicuri che l'SCR
inneschi si deve evitare questa zona. La zona di innesco certo è
superiormente limitata dalle rette VGTMAX e IGTMAX
e dall'iperbole della massima potenza dissipabile.
Caratteristica di uscita: facendo riferimento alla fig. 9
si vede che in conduzione diretta si ha la curva tipica di un
diodo, purché la IG, assuma un valore sufficiente; se
invece la IG è più piccola si ottiene comunque l'innesco
ma con una VAK più grande: una volta innescato l'SCR
entra in conduzione completa (si ricordi che tra i dati di
ingresso il costruttore indica infatti il valore di tensione VAK,
indicata con VD, che con il valore di IGT
indicato provoca l'innesco). Al limite con IG = 0 l'innesco
avviene con VAK = VBO.
Una volta ottenuto l'innesco questo si mantiene anche senza la IG fino a quando la IA non scende sotto un valore minimo, detto di mantenimento, IH (holding current). La corrente minima IA oltre la quale avviene l'innesco è detta corrente di aggancio lL, (latching current). Anche in questo caso il costruttore anziché fornire queste curve, che presentano ampie tolleranze, indica solo alcuni valori limite particolarmente significativi. In particolare tra i dati caratteristici viene indicata la massima cdt. VAK in conduzione diretta con un determinato valore della corrente anodica (VT < 1,8 V con IT = 5 A). Si tenga presente che con la lettera D il costruttore indica tensioni dirette con il dispositivo in OFF, mentre con la lettera T indica tensioni o correnti dirette con il dispositivo in ON. Grandezze inverse vengono indicate con R. Vengono anche indicate la corrente diretta con il dispositivo in OFF e quella inversa (ID = lR < 0,5 mA) e i valori di IL e IH. La maggioranza dei dati limite dichiarati relativamente alla tensione e alla corrente di uscita non richiede particolari spiegazioni ad esclusione del parametro l2t che è l'integrale per tempi inferiori a 10 ms del quadrato del valore efficace della corrente di un transitorio non ripetitivo con un valore massimo lTSM. Fornisce una misura della capacità del dispositivo di sopportare sovracorrenti non ripetitive. Un eventuale fusibile rapido di protezione deve presentare un l2t minore.
Caratteristiche dinamiche
Commutazione alla conduzione (torn-on): in fig. 10 sono sintetizzate le principali definizioni relative a questo transitorio.
In particolare sono evidenziati il
tempo di ritardo (delay time) td che è quello che
intercorre tra l'istante di applicazione dell'impulso di gate e l'istante
in cui la VAK è scesa del 10% rispetto al suo valore
iniziale. Contemporaneamente la corrente partendo da zero è
aumentata del 10% del suo valore finale.
Il tempo di salita della corrente (rise time) tr è
quello che impiega la VAK per scendere dal 90% al 10%
dei suo valore iniziale, inversamente nello stesso tempo la
corrente passa dal 10% al 90% del valore finale.
Il tempo di accensione (turn-on time) ton o tgt
(gate-controlled turn-on time) è la somma di tr e td
ed è l'unico riportato nei data sheets considerati (2 ms).
Per rendere più rapida la commutazione si devono usare impulsi
di gate di valore elevato e con tempi di salita limitati. La
potenza dissipata durante il transitorio a causa della corrente IA
può assumere un valore di picco eccessivo, se la corrente cresce
troppo rapidamente, creando dei problemi termici nella
dissipazione del calore. Per questa ragione il costruttore indica
il valore massimo della variazione di/dt della corrente IA
(50 mA/s nel caso considerato, ma si possono raggiungere anche i
500 mA/s).
Commutazione all'interdizione (turn-off): quando l'S.C.R.
è in conduzione può essere inviato in interdizione ,tramite l'inversione
della VAK (come avviene normalmente in ac).
Supposto che l'interdizione sia ottenuta tramite un gradino di
tensione inversa VR il transitorio può essere
descritto facendo riferimento alla fig. 11.
A partire dall'istante t1
si suppone di applicare un gradino di tensione inversa: in t2
la corrente iA si annulla e poi assume un valore
negativo, fino allo svuotamento delle cariche accumulate nelle
giunzioni, durante la conduzione che sì completa in t3.
Dopo l'istante t3 la conduzione inversa non è più
possibile essendo le giunzioni J1 e J3
ormai svuotate; se si vuole però che in polarizzazione diretta l’SCR
torni in conduzione bisogna aspettare che vengano asportate anche
le cariche presenti in J2, questo, non essendo più
possibile un'azione dall'esterno, avviene più lentamente, per
ricombinazione. Per quanto detto, il tempo totale per lo
svuotamento delle tre giunzioni detto di spegnimento (turn off-
time), indicato con tq o toff, è maggiore
di quello di accensione.
Valori limite del dv/dt: facendo riferimento alla fig.
11 se l’SCR è interdetto, con una VAK in
polarizzazione diretta, le giunzioni J1 e J3
sono polarizzate direttamente, mentre la J2 lo è
inversamente: una giunzione PN in polarizzazione inversa si
comporta come una piccola capacità e quindi essendo i = C dv /
dt se la VAK subisce una variazione si produce una
corrente di gate che, se supera il valore di soglia, manda in
conduzione l'SCR. Il costruttore indica pertanto il valore
limite del dv/dt (nel caso considerato 5 V/ms), per evitare l'innesco
spontaneo, in presenza di brusche variazioni della VAK.